Di che colore è il cielo?

Sono morta? Dovrei esserlo. Voglio dire, fino ad un momento fa stavo guidando ed ora sono qui, in mezzo al nulla.

Cos’è questo posto? E’ tutto così…puro. E’ una sensazione simile a quando sei piccolo ed i tuoi genitori ti portano in braccio da tutte le parti: sai che qualsiasi cosa accada loro non permetteranno che ti faccia male. Ed ora sento la stessa cosa, so che qui nulla di male può succedermi. Mi sento sicura.



Osservo alle mie spalle. Non assomiglia per niente a come mi immaginavo fosse il cielo, il paradiso, il giardino dell’Eden…Come vuoi che si chiami in realtà. Ho sempre pensato ci fosse un grande salone, con un sacco di gente a ballare e mangiare, a ridere dei problemi terreni. Credevo avrei visto i miei nonni. Ma qui non c’è niente. E’ tutto totalmente bianco.

Guardo me stessa. Ho il corpo coperto da un semplice abito bianco. Non ho graffi né lividi. Se il mio corpo si è lacerato a causa dell’incidente non ne porto alcun segno. In realtà, non ho il segno di nulla. Da piccola caddi giocando a pallacanestro e mi ferii una gamba. La ferita non cicatrizzò bene e rimase il segno. Ma ora, non c’è.

Inizio a camminare un po’ alla ricerca di qualcuno, ma camminando continuo a vedere quel bianco. Tuttavia, non sono stanca, né angosciata, né ansiosa. Non sento assolutamente niente.

Cammino a lungo. Dopo aver percorso un bel po’ di strada-secondo il mio giudizio ho camminato a lungo, ma ovviamente, con tutto così uguale non saprei dire quanto-mi siedo al suolo e chiudo gli occhi. Se volessi, potrei dormire qui, no? Non c’è nessuno che possa proibirmi di farlo. Comunque, cosa cambia dal dormire in un altro poso? E’ tutto assolutamente uguale.



Sam sa già che sono morta o continua ad aspettarmi in aeroporto? Magari pensa che me ne sia pentita. Come stanno mamma e papà? Ho detto loro cose molto brutte prima di andarmene. E la mia piccola sorellina, Laura…Sono andata via senza salutarla.

Nel tempo che ho passato qui, ho capito che è impossibile sentire qualsiasi sentimento che possa farti star male. Lo so perché anche pensando al mio fidanzato e alla mia famiglia, non sento dolore. Ma credo che non durerà a lungo. Un cumulo di emozioni dal mio petto lottano per salire in superficie.

Ma lo voglio veramente? Qui si sta così bene, tranquilli e sicuri. Se mi permetto di sentire qualcosa, potrei dover convivere con quella sensazione fino alla fine dell’eternità. E’ ciò che voglio? No.

E’ impossibile non pensare a coloro che ci sono ‘di sotto’. Ho distrutto la mia famiglia per sempre. Mia sorella piangerà ogni notte fino ad addormentarsi. Le mancherà che la aspetti ogni giorno fuori da scuola per tornare a casa insieme. Ora dovrà fare i suoi compiti da sola, senza che nessuno la aiuti. Non avrà nessuno a cui raccontare i suoi segreti. Mia madre non smetterà di incolparsi per non aver potuto impedire che me ne andassi. Ho spezzato il cuore all’amore della mia vita. Ho rovinato il futuro che avevamo pianificato insieme. Papà penserà a ciò che ha fatto di male, a ciò che mi ha detto quella notte e ci penserà tutti i giorni. Penserà che avrebbe potuto far di meglio ma che non l’ha fatto. Mi dispiace così tanto. Magari un giorno mi perdonerete. Vi amo.

Un’imprevista lacrima esce dal mio occhio sinistro, e come una reazione a catena, tutti i sentimenti che avevo represso, li esterno.



Sento dolore, rabbia, cosa ho fatto? Perché devo sempre rovinare tutto? Sento tristezza, colpa, solitudine, non ho nessuno qui?

-Non mi ascolta nessuno?-grido al vuoto.

Ovviamente nessuno risponde.

Ora le lacrime corrono lungo le mie guance. Sono intrappolata in un turbine di emozioni. Mamma, papà, voglio tornare a casa. Per favore, fatemi tornare. Prometto di comportarmi meglio. Non discuterò, prenderò voti migliori, tornerò a casa presto, non mi metterò la gonna troppo corta e smetterò di truccarmi. Sam, sarò la fidanzata migliore del mondo, te lo prometto. Non ti farò mancare niente. Voglio ritornare. Laura, me ne sono appena andata e mi manchi già. Il mondo è insopportabile senza te al mio fianco. Per favore, per favore, per favore. Voglio tornare.

Che stai facendo, piccola?

E’ la mia voce o no? E’ la voce della mia coscienza? Non posso pensare chiaramente, continuo ad essere circondata da quelle emozioni. Mi permetto di sentire tutto. Tutto il dolore. Dalla testa ai piedi, me lo merito.



Non puoi tornare! Va contro le regole! Hai passato molto tempo qui!

-Lasciami tornare!-supplico.

Mi dispiace, ma non posso.

Chiudo gli occhi, sconfitta, e abbraccio me stessa. Ora vivrò con la colpa e la sofferenza fino alla fine dei miei giorni. Benvenuta in paradiso, Andy.

Senza preavviso, tutto diventa nero.

-Ottimo, ora mi tocca andare all’inferno?-sussurrò.

Forti raffiche di vento arrivano da tutte le parti. Tutto mi gira intorno. I miei capelli si scompigliano, non riesco a vedere niente.

-Che succede?-grido, ma non ottengo risposta.

Sto cadendo. Sento come cado. Continuo a non vedere nulla, tutto è nero. E’ molto alto, dovrei già essere arrivata a terra, ma se sto andando all’inferno probabilmente l’altezza è maggiore.

Ed all’improvviso torno a terra, sotto forma di un sospiro.

Sto respirando di nuovo.

Sono tornata in vita.