-Non mi hai sentita? Posso continuare così tutta la notte fino a quando non aprirai!-grida Clarisse.
Sento come se la bolla dentro cui eravamo scoppi. Torniamo a quel mondo chiamato realtà. Ci separiamo lentamente ed a voce bassa, Ethan sussurra contro il mio orecchio:
-Sarà meglio uscire, o Clarisse butterà giù la porta.
Lui esce dalla piscina con un salto, in modo elegante. Provo ad imitarlo, ma rimedio solo una caduta contro il bordo.
-Lascia che ti aiuti-dice mentre mi offre una mano.
La prendo e mi eleva senza alcuna difficoltà, tirandomi fuori dalla piscina. Nel momento in cui i miei piedi toccano il suolo, Ethan si dirige verso gli accappatoi, mettendone uno e portandone uno a me.
-Sul serio, penso di stare qui tutta la notte!-si sente Clarisse mentre continua a bussare.
Ethan la ignora e, lentamente, mi aiuta a mettere l’accappatoio. Non ha smesso di guardarmi ed ora torniamo ad essere a pochi centimetri.
-Stai bene?-chiede con un tono di voce molto dolce.
I suoi occhi azzurri riflettono tenerezza. Sento come mi sta intrappolando con lo sguardo. Gli ultimi giorni della mia vita mi hanno fatto desiderare di scappare da tutto il mondo, trovare un posto dove nascondermi e passarci il resto della mia vita, senza preoccuparmi di niente, lasciando che i giorni scorrano mentre la colpa mi consuma fino all’arrivo della mia morte.
Ma quando conosci qualcuno come Ethan, con il suo particolare modo di prendersi cura di te e di farti ridere, con quegli occhi azzurri che guarderei per ore, ti rendi conto che nascondersi non è l’opzione migliore, che non vuoi passare il resto della tua vita da sola e che il dolore e la colpa possono essere rimpiazzati da altre emozioni, come la felicità. E non è una cosa cattiva. Credevo che i sogni fossero una conseguenza del nostro vivere, preoccupazioni e illusioni che vediamo nella fase REM, mentre dormiamo, ma è bello sapere che in realtà non è così, perché i sogni sono ciò che ci motiva ad essere migliori, a desiderare il successo e l’amore di altre persone. I sogni sono ciò che ci mantiene vivi. Ora lo so. Non è male che le cose che credi sapere si distruggano, ma solo se hai qualcuno accanto che ti accompagni in un cammino che ti farà costruire quelle cose in cui hai creduto e che ora non sono altro che polvere. Ed io giurerei di aver incontrato questa persona.
-Sì-balbetto.
Lui annuisce e mi allunga il vestito. Ci rivestiamo rapidamente. Provo a non guardarlo, ma mi scopro a farlo.
-Allysa! Aprimi tu!-continua a gridare Clarisse.
Una volta totalmente vestiti, Ethan mette una mano sulla mia schiena e mi guida verso la porta. Una volta lì, la apre. Clarisse fulmina Ethan con lo sguardo.
-Fortuna che sei una persona razionale e mi hai aperto, altrimenti avrei dovuto…
In quel momento studia Ethan con gli occhi molto aperti, come se si fosse appena resa conto che è completamente bagnato e che ha il completo indossato in modo differente. Prima aveva una cravatta azzurra coordinata con la sua giacca ed ora non ha né la cravatta né la giacca. La camicia gli aderisce al corpo a causa dell’acqua.
-Ma…-replica Clarisse spostando il suo sguardo su di me. E ripete ciò che ha fatto con Ethan, rendendosi conto che siamo tutti e due bagnati-Cosa hai fatto alla poveraccia? E’ completamente bagnata.
Clarisse mi stringe fra le braccia per farmi calore. Non mi ero resa conto di stare tremando.
-Nulla che lei non volesse fare-risponde Ethan con un sorriso.
Clarisse mi lascia andare e pianta il suo sguardo negli occhi di Ethan.
-Sì, certo. Ed io sono la regina d’Inghilterra. Tu sei esattamente il tipo che lancerebbe una persona in piscina solo per divertirsi.
Mi scappa una risata nervosa per la verità delle sue parole.
-Che succede qui? Perché siete bagnati?-chiede Josh una volta vicino a noi, osservando i nostri vestiti. Guarda verso la porta della stanza dove si trova la piscina, immaginando da dove usciamo, e poi torna a guardarci-Avete fatto il bagno a quest’ora?
-Grazie!-esclama Ethan, alzando le mani in aria-Qualcuno che crede non abbia trascinato Allysa a forza!
Se gli sguardi uccidessero, Ethan sarebbe morto varie volte per mano di Clarisse.
Josh guarda suo fratello senza capire.
-Perché lo dici?-chiede.
Ethan apre la bocca per rispondere ma arriva Damian e lo interrompe, senza dargli l’opportunità di spiegarsi.
-Tesoro, tutto bene? Colpisci quella porta da mezz’ora.
-Sì, tesoro-risponde Clarisse, sorridendo con malizia mentre guarda Ethan-solo una piccola disputa con Ethan.
-Andiamo a prendere da bere-intervengo prendendo Clarisse per mano e allontanandola da lì, prima che la situazione peggiori.
Sento lo sguardo dei ragazzi su di noi, ma reprimo la voglia di girarmi e continuo a camminare fino alla cucina. Ho bisogno di bere qualcosa per superare la notte.
Una volta arrivate, le lascio la mano ed osservo la scena che mi trovo davanti. Non c’è molta gente, solo una coppia baciarsi, lei sul bancone e lui le accarezza le gambe. Non si fermano nemmeno quando ci vedono.
Mi avvicino alle bottiglie di alcohol. Non so molto di drink, così inizio a versare il contenuto di una bottiglia in un bicchiere. Quando Clarisse mi vede, mi avverte:
-Ehi, stai attenta. E’ molto alcohol quello, non vorrai svenire, no?
Mi prende la bottiglia di mano, svuota un po’ del bicchiere in un altro e versa un’altra bibita in entrambi, sulla cui bottiglia si può apprezzare un’etichetta che annuncia SENZA ALCOHOL.
-Così va meglio-mi porge il bicchiere-Perché vuoi bere tanto? E’ successo qualcosa là dentro?
Fra il tono scherzoso con cui formula la domanda e la mia mente capace solo di pensare male, sputo la bibita.
-No!-grido senza volere.
-Sicura?
-Sì!-annuisco esageratamente.
-Pensavo volessi ubriacarti per dimenticare qualcosa.
-Non voglio dimenticare nulla di ciò che è successo là dentro-mormoro abbassando lo sguardo.
Lei annuisce e mi fa un sorriso comprensivo.
-Andiamo a ballare-dice Clarisse.
Annuisco e ci dirigiamo all’uscita della cucina. In quel momento entrano due ragazze. Sono le stesse che si trovavano fuori dal bagno. Le stesse che stavano parlando di Ethan.
All’inizio passano accanto a noi senza guardarci, ma la ragazza dalla pelle scura guarda in modo distratto verso di noi e quando i suoi occhi si fermano sui miei, so che mi ha riconosciuta. Si ferma e prende per il braccio la sua amica, obbligandola a fermarsi.
-Jessica! Guarda chi c’è qui!-esclama con finta sorpresa.
La sua amica ci osserva:
-Guarda, guarda, Lisa-ci dedica un sorriso malvagio mentre incrocia le braccia.
Clarisse guarda prima me e poi loro, immagino si stia chiedendo che cosa ho a che fare con loro.
-Come le conosci?-mi chiede a voce bassa. C’è qualcosa nel suo tono di voce che non mi piace per niente.
Apro la bocca per rispondere, ma prima che possa emettere qualche suono, la ragazza dalla pelle scura mi anticipa.
-Ci ha spiate dal bagno.
Ruoto gli occhi. Appoggio il bicchiere sulla prima superficie che trovo per non far vedere loro come tremo. Non le conosco per niente, ma per quanto sono repellenti, mi stanno giù antipatiche.
Clarisse aggrotta la fronte, senza capire.
-Mi stavo lavando le mani quando si sono messe a chiacchierare fuori dal bagno-mi difendo.
-E ovviamente, dato che la conversazione non ti interessava, non l’hai ascoltata e non sei rimasta ad aspettare nel bagno per sentire ciò che avessimo da dire-attacca la ragazza dalla pelle di porcellana.
-E’ una bugia!
-Non dirmi che sono una bugiarda!-si avvicina Jessica con un dito alzato, come se mi stesse avvertendo.
-Fate la pace!-si mette in mezzo Clarisse.
Jessica la fulmina con lo sguardo e poi mi guarda dall’alto in basso. Si passa la lingua sulle labbra ed avverte:
-Guarda, ti conviene non metterti sul mio cammino. E’ impossibile che un mostro come te sia alla mia altezza. Quindi fatti da parte e non ne rimarrai ferita.
Se fossi stata Andrea, avrei fatto ciò che mi chiede. I miei genitori mi hanno insegnato ad essere educata ed evitare i conflitti. Avrei abbassato la testa e mi sarei fatta da parte.
Ma qualcosa arde dentro di me e mi obbliga a fermare questa ragazza. E’ una cattiva persona, quello non è il modo di parlare ad un’altra. Ethan non deve socializzare con qualcuno come lei, potrebbe uscirne ferito.
Andrea è morta, e con lei, tutto ciò che i miei genitori mi hanno insegnato. Come ha detto Ethan, ora sono libera, posso fare le cose senza rimorso.
Così chiudo gli occhi e le stampo un pugno in faccia.
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