Di che colore è il cielo?

Non vedo niente, è tutto buio ed il fatto che Ethan non accenda la luce non aiuta. I miei occhi ci mettono un po’ ad adattarsi all’oscurità. Quando ci riesco, vedo una enorme stanza. Al centro è presente una piscina, una piscina interna.

-Ethan apri la porta! So che siete qui!-si sente la voce di Clarisse dall’altra parte della porta-Allysa, aprimi tu.

-Mi dispiace Clarisse, però ora tocca a me passare qualche minuto da solo con Allysa.



Ethan mi lascia la mano. Non mi sono nemmeno resa conto che me la stesse tenendo.

Clarisse smette di bussare e sentiamo il rumore dei suoi tacchi allontanarsi.

Ethan passeggia lungo il bordo della piscina fino al punto in cui è più profonda. Mi guarda e chiede:

-Ti tuffi?



Credo stia scherzando, ma il suo tono di voce dice il contrario. Tuffarmi? A quest’ora? E con il costume che non ho?

-Non ho il costume-mi scuso.

-Nemmeno io-e poco dopo inizia a svestirsi.

Senza pensarci mi giro per non guardarlo. Il rumore di un tuffo mi indica che Ethan è entrato in piscina.

-Ti vergogni?-mi prende in giro.

Mi giro verso di lui. Tutto il mio coraggio scompare nel vederlo guardarmi sorridendo. Ha le braccia incrociate e la testa appoggiata su di esse. Anche con la tenue luce della luna che entra dalle finestre, si può apprezzare l’azzurro dei suoi occhi.



-No-provo a dire con voce ferma-E’ che l’acqua è fredda.

Il suo sorriso si fa più ampio.

-E’ una piscina climatizzata.

Comincio a pensare ad i pro ed i contro. La voglia che ho contro i capelli ed il trucco rovinati che avrò una volta uscita dalla piscina, per non parlare…



-O ti tuffi, o ti giuro che esco e ti porto qui con la forza. Non sarebbe la prima volta che lo faccio.

-Va bene! Però girati.

All’inizio penso non faccia ciò che gli chiedo, ma devo ricredermi. Mi tolgo il vestito in fretta e mi tuffo in piscina, accanto a lui. I miei piedi toccano il fondo e mi spingo verso la superficie in cerca di aria.

Quando la mia testa esce dall’acqua, Ethan mi porta di nuovo giù. Quando torno su un’altra volta-ad una distanza di sicurezza da lui-con tono di voce molto alto gli dico:

-Perché l’hai fatto?



-Per averci messo così tanto-afferma come se fosse ovvio-La prossima volta ci penserai meno, credimi.

-La prossima volta? Ci sarà una prossima volta?

-Dipende da te-dice avvicinandosi a me.

-Porti tutte le ragazze qui?-chiedo.



-Solo le più pesanti-scherza.

E’ di nuovo accanto a me.

-Ehi! Non scherzare con il mio peso-rido.

Lui aggrotta le sopracciglia ed in un tono di voce serio assicura:

-Non lo faccio. Hai un bel corpo, non come quelle ragazze anoressiche che la società promuove, generando scompensi alimentari.



Un’idea mi passa per la mente, molto invadente per ignorarla. Cosa avrebbe pensato se mi avesse conosciuto come Andrea? Il mio corpo di prima era uno di quei corpi ‘anoressici che la società promuove’. Gli sarei piaciuta con il mio vecchio corpo? Mi sarebbe piaciuto lui?

Ma lo so già: come Andrea, non mi sarei mai interessata ad Ethan.

Non ci saremmo mai conosciuti.

Ethan si passa una mano fra i capelli per spostare alcune ciocche. In quel momento vedo qualcosa di piccolo sul suo dito: è un filo rosso.

-Quando ti sei fatto quel tatuaggio alla mano?



-Quale? Questo?-alza la mano nello spazio che c’è fra di noi, ed il filo rosso sul suo dito anulare si fa visibile.

Annuisco.

-Ne hai altri?-chiedo.

In quel momento mi guarda in modo strano. Direi, seducentemente?

-Vuoi vederli?-alza un sopracciglio.



Oh Dio mio…

-No!!!-grido più alto di quanto voglia veramente.

Ethan inizia a ridere.

-Scherzavo! E no, non ne ho altri.

Approfitto della sua guardia bassa e lo sommergo, come vendetta per avermi affogata prima. Quando torna su, inizia a tossire.

-Mi hai fatto ingoiare acqua!-grugnisce.



-Hai iniziato tu. Lo prossima volta ci penserai due volte, credimi-lo imito.

Ethan non dice niente, continua a tossire, ma mi guarda con gli occhi carichi d’orgoglio.

-Mi racconti del tatuaggio o devo verificarlo da sola?-chiedo.

-Sei molto curiosa, eh?-inizio ad avvicinarmi a lui per affogarlo di nuovo-Va bene, va bene!-alza le mani in segno di resa-L’ho fatto con la mia ex.

Si osserva il dito come se stesse ricordando qualcosa, ma non mostra alcuna emozione. Mi aspettavo si rattristasse ma no, semplicemente guarda il dito come se stesse guardando una cosa non importante.

-Com’era?-mormoro senza pensare.

Lui continua a guardarsi il dito, con le sopracciglia aggrottate. Credo non mi abbia sentito, ma non gli farò di nuovo la domanda. Mi sento come se stessi interrompendo qualcosa di privato. Quando credo non mi risponda, dice:

-Era la persona peggiore che abbia conosciuto in vita mia-ride, ma una risata triste-Sul serio, era incapace di stare più di cinque secondi senza lamentarsi di tutto. Non sono mai riuscito a capirla. Non mi ha mai preso in considerazione per qualcosa, tutte le decisioni le prendeva lei senza chiedermi nulla. Credo non mi abbia mai amato, mi ha solo usato per dimenticare il suo fidanzato precedente.



Al contrario del suo volto che continua a non mostrare emozioni, nei suoi occhi posso vedere un pozzo di tristezza, delusione e dolore. Muoio dalla voglia di abbracciarlo, per proteggerlo da tutto e tutti. Per dirgli che tutto andrà bene, perché io mi assicurerò che sia così. Voglio sappia che nel mondo, alle persone buone di solito accadono cose brutte, ma che serve solo per rafforzarli.

-Non è per questo-inizio a dire-Non la conosco, ma sono sicura non sia questo. Ci sono persone che non sanno come amare o come dimostrarlo, sono sicura che Caroline fosse una di queste persone-le parole continuano ad uscire dalla mia bocca senza ch’io possa fare niente per trattenerle-E lo so perché è impossibile conoscerti e non amarti anche solo un po’. Quindi smetti di pensare sia per colpa tua, perché non lo è stato.

Alla fine le parole mi escono una dietro l’altra e non sono sicura che mi abbia capito. Credo di stare piangendo. Lo credo perché lui allunga una mano e mi asciuga una goccia che scivola lungo la mia guancia sinistra, ma è impossibile sapere se sia una goccia di acqua della piscina o una lacrima.

Allunga l’altro braccio, prendendo il mio viso fra le sue mani e mi dà un soave bacio in fronte.



-Un disperato tentativo di dimenticare i cattivi ricordi-sussurra sulla mia fronte, senza lasciarmi il viso-Ecco cosa significano i baci in fronte.

Mi sento incapace di parlare. E’ come se qualsiasi cosa io dica, possa rovinare qualcosa di bello e intimo.

Non so quanto tempo passa fino a quando Ethan mi lascia e dice:

-A volte mi piacerebbe essere come te. Sai, dimenticare alcune cose.



A chi piacerebbe dimenticare la propria vita?

-Non sai ciò che dici-mormoro.

Mi guarda con apprensione mentre si avvicina di più a me.

-Sì che lo so. Tu hai l’opportunità di ricominciare, senza ricordare nulla. E’ come se rinascessi. Sai che non potrai recuperare i tuoi ricordi, e questo vuol dire tornare ad apprendere, a fare le cose per la prima volta, senza rimorsi.

Sento una malvagia soddisfazione dall’approfittarmi della situazione. Tutto. Ricordo tutto, ma vista la mia situazione mi sento obbligata a mentire. Il mio cuore mi obbliga a confessare ad Ethan tutta la mia storia, anche se non mi crederà, ma è una cosa che deve sapere. Ma sono incapace di parlare. Invece, mi avvicino ancora di più a lui.

Ci separano solo pochi centimetri, ma anche quei centimetri mi sembrano infiniti. Lui mi accarezza i capelli e i nostri nasi si strofinano fra di loro. Chiudo gli occhi ed aspetto la pressione delle sue labbra sulle mie.



Ma nulla accade.

-Apri questa maledetta porta Ethan!!-si sente Clarisse bussare-E’ da ore che siete lì dentro e qui fuori c’è una festa a cui partecipare!!