Di che colore è il cielo?

Mi guardo un’ultima volta allo specchio. Una ragazza con gli occhi color caffè-ed un piccolo frammento grigio-mi guarda intensamente. I suoi occhi sono leggermente truccati e sembrano più grandi. Prima odiavo questi occhi, significavano il carcere in qui ero stata infilata e in cui mi toccasse vivere il resto della mia vita. In realtà credo che li odi ancora un po’, ma significano anche una nuova opportunità di vita.

Da lunedì non ho smesso di pensare al mio incontro con Lady Esmeralda. Non so se sia la stessa Esmeralda che si è schiantata contro la mia auto e quella che ha chiamato i soccorsi per Allysa. Mi ha lasciata così sconvolta con le sue parole che non sono riuscita a chiederglielo.



Ho cercato informazioni su Allysa ma non ho trovato niente. I suoi genitori sono morti anni prima e non le rimane alcun parente vivo.

Non ha amici e nessun fidanzato si è preoccupato di chiamarla in tutto questo tempo. Sembra si dedicasse solo e soltanto al suo lavoro.



Lady Esmeralda ha detto che devo verificare chi sono e perché sono in questo corpo. La prima domanda è facile. Sono Andrea, ho 18 anni e frequento l’ultimo anno di liceo. O almeno lo ero. Avevo una famiglia che mi adorava ed un fidanzato che mi amava. Avevo la vita perfetta ma si è tutto ridotto ad un ricordo.

Rispondere a perché sono in questo corpo è più difficile. Non so perché continui a vivere-be’ sì, per rompere l’equilibrio e bla bla bla-come faccio a sapere perché sono qui?

In un certo senso mi solleva sapere che non sono l’unica che sta passando tutto ciò, ma questa sensazione scompare se penso al fatto che Lady Esmeralda non ha idea di cosa sia successo a queste persone. Sono sicuramente morte. Se hanno aggiustato ciò che avevano rotto le loro anime sono tornate ai loro vecchi corpi, ovvero, ad un corpo morto e quindi hanno trovato pace, no?



Mi spaventa pensare che una volta sistemato tutto, mi toccherà abbandonare questo mondo, però o questo o vagare eternamente in corpi che non sono il mio e, sinceramente, preferisco morire. E’ ciò che avrei voluto fare qualche notte fa.

All’improvviso lo squillo del mio telefono interrompe i miei pensieri.

-Cellulare di Allysa-dico al rispondere.



Una risata si sente dall’altra parte della linea.

-Rispondi così a tutte le tue chiamate o stai solo provando un nuovo saluto che hai visto in tv?-mi prende in giro Ethan.

Quasi, senza volerlo, rido.

Lunedì era così impegnato nel convincermi affinché andassi alla festa di oggi che mi ha chiesto il numero per assicurarsi non me la perdessi.

-No. Solo a te-sorrido davanti allo specchio.



-Per fortuna. Il resto delle persone potrebbero pensare che il tuo cellulare abbia preso vita-scherza.

-Ah-ah come mi viene da ridere-provo a suonare il più seria possibile.

-Lo so, sono affascinante e la gente si diverte molto con me.

Sembra sia di umore eccellente oggi.

-Sono contenta di sentirlo Ethan, le persone alla tua festa si divertiranno molto con te, io vado a letto a vedere la mia serie tv preferita. Ciao…

-Aspetta! Non vieni? Dimmi che sei vestita.

Torno a guardarmi allo specchio. I miei capelli, di solito lisci, mi cadono con soavi onde sulle spalle ed i miei occhi sembrano meravigliosi.

Ho deciso di mettermi un vestito rosso ed ai piedi non ho ancora le scarpe, non so se mettere ballerine, sandali o tacchi.

-Con il mio pigiama con gli orsi sono pronta per la mia pazza notte sul letto.



Me lo sto immaginando fare commenti riguardo a come passare una notte pazza sul letto. Mi tappo la bocca per evitare di ridere.

Non sento nulla dall’altra parte. Ha riattaccato?

-Ethan?

Silenzio. Sposto il telefono dall’orecchio e guardo lo schermo. La chiamata continua a contare i minuti. Rimetto il telefono all’orecchio.



-Sei in linea?

-Salve, può dirmi dove vive Allysa?-la sua voce si sente lontana.

-Sei stato qui qualche giorno fa, ricordi? Non è necessario che parli di me in terza persona come se non ti stia sentendo.

Continua a non rispondermi. Che maleducato questo ragazzo. Se l’è voluta lui! Termino la chiamata e finisco di vestirmi indossando i tacchi. Il mio cellulare torna a squillare.

-Ti sei ricordato come si parla?-chiedo al rispondere.

In quel momento suona il campanello di casa.

-Sul serio Allysa, sarà meglio che tu ti stia prep…

Apro la porta. I miei occhi si incontrato con gli occhi azzurri di Ethan. Sento come il mio cuore salta un battito per poi iniziare a battere più veloce.

Nel momento in cui apro la porta, lui smette di parlare per rincorrere il mio corpo con lo sguardo.

-Sei…incredibile-mormora con il telefono ancora attaccato all’orecchio.



Il rossore è inevitabile, insieme al sorriso da tonta.

-Grazie. Anche tu-gli rispondo.

Non so per quanto tempo rimaniamo lì, uno a contemplare l’altro con il cellulare in mano come se stessimo comunicando attraverso di esso, ma quando ci rendiamo conto di cosa stiamo facendo riattacchiamo rapidamente e ci ricomponiamo.

-Che fai qui?-gli chiedo per rompere la situazione incomoda che abbiamo creato.



-Sono venuto a prenderti-risponde lui semplicemente.

-Stavo scherzando per telefono-commento spostando lo sguardo-Voglio venire al compleanno di Josh.

-Lo so-sorride-ma sai dove abito?

Ops.

-Per questo sono venuto a prenderti-continua a dire, leggendo i miei pensieri-Sei pronta o ti manca qualcosa?



-No, sono pronta lasciami prendere la borsa ed esco.

Torno dentro l’appartamento-benedetto appartamento, prima o poi dovrò riordinare il caos in cui vivo-lasciando Ethan davanti la porta. Mi assicuro che non mi manchi nulla e torno da lui.

-Andiamo?-chiedo mentre chiudo la porta.

Un taxi sta aspettando all’entrata dell’edificio. Il tragitto verso casa sua non dura molto. Presto attenzione al tragitto e mi appunto dove abita. Non sono una stalker, lo faccio solo perché potrei aver bisogno di venire qui in futuro.

Passata la porta d’entrata, rimango impressionata dalla quantità di persone che sono state invitate. I corridoi sono un andare e venire di gente, tutte vestite elegantemente.

-Josh!-grida Ethan.



Suo fratello, che stava parlando con un gruppo di persone, si accorge della nostra presenza e viene a salutarci.

-Allysa, sono contento che tu sia potuta venire-mi saluta Josh con un enorme sorriso.



-Anche se avessi preferito non venire, Ethan non me l’avrebbe lasciato fare.

Ethan mi dedica un mezzo sorriso e dice.

-Vado a prendere qualcosa, torno subito-e sparisce.

-Sono contento non ti abbia lasciato farlo-continua Josh.

Una piccola ragazza bionda si avvicina a Josh e lo abbraccia.

-E’ lei?-chiede studiandomi con lo sguardo.



Lei?

-Sì-le risponde Josh-Allysa, lei è Mia, la mia fidanzata.

-E’ un piacere-le dico tendendole la mano che lei stringe.

-Anche per me-risponde-Avevo molta voglia di conoscerti. Ethan non smette di…

-Cosa ho fatto?-interrompe Ethan, dandomi un bicchiere pieno.

-Dicevo ad Allysa che avessi voglia di conoscerla-gli risponde Mia.

-Certo che sì, ma non la angosciare, ti conosco-la avverte Ethan socchiudendo gli occhi.

Mia sta per rispondergli, ma Ethan è più rapido e si gira, portandomi con lui, poi mi dice:

-Divertiti, ok? Abbiamo solo una vita e dobbiamo godercela.

A voce molto bassa sussurro:

-Dillo a me.