Di che colore è il cielo?

Il sole ha smesso di salire. Dalla sua posizione, calcolo che dovrebbero essere almeno le otto del mattino.
I negozi iniziano ad aprire. L’odore del pane appena fatto ed il caffè inondano la strada. Alcuni sportivi corrono per strada ed il giornale è già nel cortile di tutte le case.

Ethan mi accompagna a casa camminando. E’ un tragitto che facciamo scherzando e raccontando aneddoti. Lui mi pizzica e mi assicura di non aver mai conosciuto qualcuno così ‘inusuale’ come me, con i miei occhi di due colori ed il mio travestimento da donna delle pulizie in ospedale. Io rido e gli do una spinta con dolcezza. Promettiamo di tornare a trovare Viola insieme un giorno non molto lontano. Mi racconta che giovedì farà una festa a casa sua e che sono invitata. Non sarà una grande festa, ma una piccola celebrazione per il compleanno di suo fratello.

Ad un certo punto si toglie il maglione e lo dà a me. Non mi ero nemmeno resa conto di aver iniziato a tremare dal freddo. Suppongo che Ethan sia quel tipo di ragazzo che si prende cura di te anche se non te ne rendi conto.



Nel momento in cui arriviamo al portone di casa, lui osserva l’edificio in cui vivo.

-Vivi qui da sola?-chiede Ethan.

-Sì. A volte mi fa compagnia Tobi, il mio amico invisibile, però suppongo che non conti. Quindi sì, vivo qui da sola.

Quando avevo 5 anni, Tobi era il mio migliore amico. Facevamo tutto insieme: facevamo il bagno insieme, dormivamo insieme, mi accompagnava a scuola e mi aiutava con i compiti. Ovviamente, quella specie di criceto rosa con il tutù ed un corno da unicorno lo vedevo solo io. A 7 anni iniziai a vederlo meno frequentemente e quando compii 9 anni scomparve del tutto. Non mi sono mai dimenticata di lui.

-E non ti senti sola a volte?-mi guarda preoccupato.



E’ prudente, sa che i miei sono morti. O almeno quelli di Allysa.

-E’ per questo che ho te, così mi tieni compagnia-scherzo.

Lui sorride. Non è un sorriso allegro, ma triste.

Mi prende le mani e mi bacia la fronte. Al separarsi, torna ad avere quel sorriso che tanto mi piace.



-Sai cosa significano i baci in fronte?-chiede scherzoso, senza lasciare le mie mani.

Nego. Anche se provassi a parlare, non mi uscirebbe la voce. Mi si è seccata la bocca al vedere quanto può essere seducente, con le sue pupille dilatate accompagnate da quel sorriso.

-Se giovedì vieni, te lo racconterò-mi fa l’occhiolino. Ritira la mano, si gira e se ne va da dove siamo venuti.

Rimango per un po’ piantata qui, senza muovermi e con la bocca aperta al vedere come Ethan fino a scomparire dal mio campo visivo. Anche dopo essersene andato, rimango nel mio posto.



Sento il mio stomaco far rumore e torno alla realtà. Inizio a salire le scale fino al mio appartamento. Rimangono pochi gradini quando mi ricordo di non avere nulla a casa.

Salgo le scale in fretta fino al mio appartamento, prendo il denaro che trovo in giro e inizio la ricerca di una panetteria.

La mia ricerca ha risultato solo dopo aver camminato per dieci minuti. Con i miei due panini caldi in mano, cammino mangiandone un po’ mentre torno a casa.

All’improvviso sento un odore familiare che attira la mia attenzione. Non ricordo dove sia stata l’ultima volta che l’ho sentito ma sono sicurissima che non sia la prima volta che mi imbatto in esso.



L’aroma proviene da un locale il cui piccolo cartello indica Lady Esmeralda.

Esmeralda? La stessa Esmeralda che ha chiamato i soccorsi quando Allysa si è soffocata e che si è scontrata con me la notte della mia morte?

Senza pensare a ciò che sto facendo, mi lascio trasportare dai miei piedi che si sono messi in cammino verso l’interno del locale.

Il posto è sotto il livello del terreno, sarà questo il motivo del buio. L’unica luce che illumina il posto è quella di alcune candele, che emanano anche quell’odore-un miscuglio fra incenso, menta e fumo-e danno un’immagine molto teatrale. Non riesco a vedere niente tranne una libreria piena di libri e oggetti strani.

-Deve essere insopportabile-commenta una voce calma che mi fa spaventare.



La voce proviene da una donna non molto grande-devo riconoscere che mi aspettassi di vedere un’anziana-con la pelle del colore della cannella e una capigliatura piena di ricci neri. E’ molto bella.

-Cosa?-chiedo con le sopracciglia aggrottate.

-Sentirsi intrappolata in un corpo che non è il tuo.

-Come dici?-le chiedo con un tono più alto di quando realmente volessi.

Lei mi studia con lo sguardo e prende il suo tempo prima di rispondere.



-Non sei l’unica ad essersi sentita così.

Sto per collassare mentalmente. Non avevo mai creduto all’al di là, nella divinazione e nelle sfere di cristallo, ma vista la mia esperienza nel tornare dalla morte mi aspetto qualsiasi cosa.

-Sai cosa mi sta succedendo? E cosa vuol dire che non sono l’unica ad essersi sentita così? Ce ne sono altri? Puoi aiutarmi?-le domande escono così rapidamente dalla mia bocca che si scontrano l’una contro l’altra.



Lei continua a guardarmi. Come può guardarmi con così poca luce?

-La tua anima grida dentro questo corpo.

-Cosa mi è successo? Puoi aiutarmi?-gemo.

Lei ha smesso di studiarmi. Fissa il suo sguardo sul mio e dice:

-Hai rotto l’equilibrio. Da quando esiste vita, essa sta seguendo un corso ininterrompibile: nasci, ti sviluppi e muori. Ed una volta che sei morto, non puoi tornare in vita. Tu ti sei opposta a questa regola. L’hai rotta e con lei l’equilibrio. Fino a quando non lo ristabilirai, non potrai riposare in pace.



Nuove rughe si formano sulla mia fronte.

-Come non potrò riposare in pace? Non potrò morire? E come lo ristabilisco?-mi mordo il labbro per trattenere la voglia di piangere con tutte le mie forze.

Volevo girare pagina, volevo lasciar andare tutto ciò che pensassi fosse importante per me per approfittare dell’opportunità che mi era stata data. Cosa dovrei fare ora?

L’indovina, medium, strega o qualsiasi cosa sia, mi risponde con la sua voce carica di pazienza:

-Sì, potrai morire, ma tornerai in vita in un altro corpo, esattamente come ti è successo. Ancora e ancora, fino a quando non riparerai ciò che hai rotto. Io non posso aiutarti. In base alla persona, si ristabilisce in modo differente. Devi scoprire chi sei, perché sei in questo corpo ora e chi ha permesso che spezzassi l’equilibrio.

-Hai detto che non sono l’unica, cosa hanno fatto le altre persone per risolvere il problema?



Se ci sono altre persone, potrebbero aiutarmi. Mi direbbero cosa devo fare.

-Le persone che hanno risolto la situazione non le ho più viste.

-Che significa? Sono morte?-la mia voce suona soffocata.

-E’ qualcosa che ti tocca scoprire.

Le candele che illuminano il locale si appagano, lasciando me e Lady Esmeralda nell’oscurità. Chiudo gli occhi e quando li riapro sono di nuovo per strada, a guardare una parete vuota con i miei panini sotto il braccio.

Il locale è sparito.

Oppure nulla di tutto ciò è successo.