[Photostory] Devotion Save Me Now

*Storia Sospesa*

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    Premessa:

    La mia prima photostory seria fatta con The Sims 3.

    L'ho cominciata l'autunno scorso e avevo già pubblicato tramite pdf i primi capitoli ma, dato che voi avete regole rigide circa i riferimenti a link esterni, ho deciso di sfruttare lo spazio che avete messo a disposizione dell'utenza per riproporvela qui dall'inizio.

    Vi domanderete voi: :spam: Perché chiamare una photostory con una frase come Devotion save me now?
    Semplice: quando iniziai a lavorarci sopra ero impallinata con The Vampire Diaries, avevo appena visto la puntata del ballo nella terza stagione, in cui Damon vede lei entrare alla tenuta degli Originals Marines ( :ride: ) e scatta la suddetta traccia audio, di cui ho apprezzato moltissimo il testo.
    Da li, sono saltati un paio di fusibili nel mio cervello, ho presto TS3 in mano e, ascoltando tale suddetta traccia, il progetto ha preso vita.

    Con una premessa simile, specificare che qui vi si possono trovare Streghe, Vampiri, Licantropi e Cacciatori di Spettri mi pare superfluo, ma è meglio esser chiari su ciò a cui andate incontro proseguendo nella lettura. :ride:
    In questo modo posso anche proseguire a montare i capitoli successivi, mentre voi vi sorbite i primi.

    Qui di seguito posto una breve presentazione dei personaggi principali:

    harav


    Liam O'Hara

    Giovane uomo di circa ventisette anni. Lavora presso lo studio associato assicurativo di Riverview Le Tre Torri.
    Saltuariamente presta servizio presso lo studio investigativo del bel paesello; nessuno sa, almeno ufficialmente, che la sua vera professione è quella di Cacciatore di Spettri, titolo che si è guadagnato sul campo negli ultimi sette anni.
    Cinque anni prima degli eventi narrati, la sua famiglia fu sconvolta da un tragico incidente, nel quale perse la vita una sua familiare, allora ospite in casa sua.
    Recentemente, ha avuto modo di stringere un profondo legame con Sofia, la giovane che aveva preso in affitto la stanza da lui affittata per pagare le spese di ristrutturazione della sua abitazione.
    Quando, a causa di una pioggia di meteoriti, l'intera zona è stata colpita ripetutamente, dalla sua abitazione, fra le più danneggiate, si è sviluppato un grave incendio.
    I due hanno deciso di spostarsi in un luogo più tranquillo per cercare di rimettere insieme i pezzi delle loro vite sconvolte.

    sofiadellapietra


    Sofia DellaPietra
    Ragazza di circa 23 anni.
    Lavora par-time presso la libreria del centro di Riverview, ma la sua vera vocazione è legata al mondo naturalistico.
    Si è trasferita nel bel paesello per riuscire ad ottenere l'affidamento dei due cavalli Ivory ed Ebony, di cui si prendeva cura nel maneggio precedente, prima che chiudesse i battenti.
    Ora lei si è preposta il compito di addestrarli per le gare, far vincere loro almeno una coppa, e poter così vincere la pericolosa scommessa fatta con il loro attuale proprietario. Questi infatti era intenzionato a disfarsi dei due cavalli come fossero stati merce inutile, fatto a cui Sofia si era opposta con tutte le proprie forze.
    Trasferitasi nel piccolo appartamento, tuttavia, le cose non sono cominciate nel migliore dei modi per lei: Liam, il suo padrone di casa, si era mostrato come un giovane scostante e menefreghista. Col tempo però, la ragazza è stata in grado di superare il muro che il giovane aveva eretto contro tutto e tutti, scoprendo un ragazzo dal buon cuore e gentile, disposto ad aiutarla e sostenerla per quanto possibile.
    Man mano che il tempo passava, i due si avvicinavano sempre più, fino a quando una sera, il giovane le confessò di apprezzarla, e che era disposto ad aspettare che anche lei provasse la stessa cosa, prima di compiere qualunque iniziativa nei suoi confronti.
    Nel frattempo la vita della giovane, già in preda alla confusione, fu sconvolta dalla penosa rivelazione dell'incendio che aveva coinvolto la famiglia O'Hara cinque anni prima. Poco tempo dopo, un evento cataclismatico scosse profondamente la vita di Sofia, costringendola a spostarsi nuovamente in una nuova residenza, con Liam a sostenerla questa volta come compagno di disavventure, piuttosto che una presenza forzata nella sua vita.

    shirley3


    Shirley Lin
    Nome di battesimo: Fujiwara no Izayoi
    Età: 32 anni
    Biografia: Kyotese di origine, si è trasferita in America con la famiglia da bambina. Raggiunta la maggiore età, prese a frequentare diversi corsi professionali, fra cui uno per la qualifica di infermiera.
    La sua natura di Strega fece si che a quindi anni, durante una gita scolastica a Hidden Spring, una delle guaritrici più importanti la contattasse e dopo breve tempo convinse i genitori della giovane ad affidargliela, perché seguisse il Sentiero del Cielo.
    Anni dopo. Shirley tornò a Riverview con un bagaglio di esperienza e conoscenze nettamente più ricco rispetto a quando era partita, oltre che il cognome della sua Mentore a cui è succeduta, dopo il trapasso di quest'ultima per cause naturali.
    Questo le consentì di inserirsi bene nella comunità, ben lieta di riaccoglierla a braccia aperte.
    Note:
    Poco dopo essere ritornata a Riverview, conobbe Tom Breakenridge: fra i due ci fu sintonia sin dall'inizio e dopo qualche tempo iniziarono a vivere le loro vite in funzione di una possibile convivenza futura.
    Inspiegabilmente, Tom troncò la loro relazione mediante una lettera vergata di poche parole, fredde e cortesi.
    Cinque anni dopo, a seguito dell'incendio di Villetta O'Hara, i due si sono riavvicinati e Shirley, che mai aveva pensato di rinunciare al suo unico vero amore, sentì che quello era il momento giusto per riavvicinarsi a lui.

    tom2


    Tom Breakenridge
    Nome di battesimo: Nicholas Von Reijin
    Età: Sconosciuta
    Biografia: Del passato di Nicholas non si sa praticamente niente, a parte che il suo cognome è di origine germanico. Attualmente si fa chiamare Tom dalla gente del bel paesello, tuttavia c'è qualcuno che è a conoscenza del suo nome di battesimo: la sola donna che lui abbia mai amato da decenni a questa parte, Izayoi.
    Nicholas ha un profondo legame d'amicizia con Liam, del quale si è preso cura dopo la morte dei genitori, anni prima.
    Gli ha insegnato tutto quello che poteva per prepararlo al compito di dare la caccia agli Spettri Vendicatori e proprio in questo periodo si stanno occupando di uno di questi, particolarmente ostico perché pieno di rancore e odio verso tutti gli esseri viventi, specialmente nei confronti della stirpe degli O'Hara.
    Nicholas è un uomo pieno di risorse, ha avuto modo di stringere amicizie molto importanti e strategiche nel corso del tempo e questo gli ha consentito di trovare sempre e comunque una scappatoia dalle situazioni più critiche in cui si è trovato.
    Recentemente si è riavvicinato a Izayoi, la quale rifiutando ogni regola del buonsenso, lo ha invitato a trasferirsi a casa propria, proponendogli di riprendere da dove si erano interrotti cinque anni prima.
    L'uomo ha acconsentito, riprendendo il proprio posto accanto alla Strega del Cielo come se non si fossero mai separati.


    1story



    Stagione 01



    .:.



    0t9x



    Stagione 02


    .:.




    Qui di seguito, a voi il Prologo, in un post dedicato.

    Licenza Creative Commons
    Questa storia è sotto una licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.



    Edited by Moriko Ø - 1/8/2015, 21:15
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    Bene curiosa di leggerti :D
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    Prologo:

    La nostra storia, comincia come molte altre, in una cittadina di collina tranquilla e senza pretese che fa Riverview di nome.
    Le case sono immerse nella fiorente campagna, concentrate per lo più attorno alle sponde del fiume Simomon, che si snoda nella zona centrale della cittadina.
    Qui, fra anziani superstiziosi, onesti agricoltori, celebri scrittori, e artisti di strada e di provincia, vivono persone di ceti sociali più disparati.
    Fra di essi, uno in particolare spicca alla nostra attenzione, non per chissà quali doti o abilità, ma per il ruolo che giocherà nella Storia che andrò tra poco a raccontarvi.
    Dovete sapere che egli abita in una villetta sulle colline della cittadina, e si dice che l'abitazione in suo possesso sia infestata da fantasmi iracondi e Spiriti Inquieti, a causa forse dell'incendio che scoppiò cinque anni fa! Posso garantirvi che non v'è nulla di inventato in quel che vi dico: chi c'era sicuramente lo ricorda, e a riprova di ciò, qualora foste nuovi di questi eventi, vi basta passare per la strada che costeggia quella via: noterete voi stessi le condizioni degli alberi del giardino sul retro: non è mai sbocciata una singola gemma, né un fiore o una pianta di gramigna, da quando le fiamme arsero l'intero terreno!
    Inutile dire che il padrone di casa, allora più giovane di adesso, non si è mai premurato di rimettere ordine in quel luogo e nonostante le preghiere dei suoi vicini, non ha mani nemmeno fatto fare una benedizione su quella terra oramai arida e sterile.
    I contadini della valle sono preoccupati perché temono, forse con troppa superstizione, che un giorno la sciagura che ha colpito quella casa possa riversarsi sui loro raccolti.

    Favole e racconti a parte, per il momento le campagne di Riverview non hanno mai dato alcun segno evidente di malessere particolare, anche perché i contadini stanno ben attenti a come trattano Madre Terra.
    Sanno bene che, se la inquinano e la maltrattano, o la insudiciano e la insultano, allora questa alla fine abbatterà la sua ira su tutti loro.

    Nei paesini, si sa, le voci si rincorrono rapide come il vento, e proprio come il vento partono, arrivano e se ne vanno.
    E così anche le chiacchiere sulle possibili cause (ancora oggi sconosciute alla polizia e ai vigili del fuoco) dell'incendio che colpì quell'abitazione, distruggendone il giardino sul retro e buona parte della villa.
    Il proprietario la fece rimettere a posto e organizzò ciò che restava del piano superiore adibendolo a secondo appartamento, che poi mise in affitto a lavori terminati.

    Fu così che, in una tiepida mattinata di fine febbraio, gli arrivò una telefonata da un paese vicino: una persona era interessata ad affittare l'abitazione e sembrava avere una certa fretta di concludere l'affare.
    Il prezzo che il padrone offriva era ottimo per il servizio e la posizione vicina alla strada che portava al paese, se si disponeva di un mezzo proprio.
    E così l'accordo fu stretto e il contratto preparato e firmato tramite un intermediario, per proforma.
    Nel giro di quindici giorni arrivò l'avviso tramite lettera al padrone: il nuovo inquilino sarebbe arrivato entro il week end, quindi ora doveva preparare un nuovo mazzo di chiavi e controllare che tutto fosse pronto ed in regola (gas, luce, eccetera...).

    Ed è qui, signore e signori, che si apre il sipario sulla nostra Storia.
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    . Capitolo I:

    Casa Nuova, Vita Nuova e..



    lei1



    - E così è giunto il tempo di partire. - mormorò la ragazza, mentre guardava lo splendido giardino di fronte a lei.
    Il pensiero che di li a poco avrebbero distrutto tutto per edificare un centro commerciale, le faceva salire le lacrime agli occhi e risvegliava in lei l'istinto omicida.
    Il proprietario del terreno in cui era ospitato il maneggio dove studiava per diventare una istruttrice di equitazione, si era fatto convincere per una somma ridicola a vendere tutto quanto ad un finanziere locale.
    E così i cavalli li ospitati sarebbero finiti sparpagliati un po' ovunque, chi vi lavorava trasferito o licenziato, e chi come lei stava seguendo il corso venne semplicemente congedato con una stretta di mano e un sorriso triste.
    La giovane aveva cercato di temporeggiare, di trovare soluzioni alternative, ma alla fine dovette confrontarsi con la dura realtà dei fatti: il denaro contava più di tutto il resto, poco importava se lei era stata costretta in questo modo ad abbandonare i suoi progetti e i suoi sogni.
    L'unica piccola vittoria che era riuscita ad ottenere, era riuscire a salvare almeno due dei cavalli con cui lavorava al maneggio: era riuscita a farli ospitare in una pensione sulle colline di una cittadina vicina.
    Ora, ciò che restava da fare era trovare una piccola casa non troppo distante dalla pensione equina, un lavoro part time e la possibilità di finire ciò che aveva cominciato.

    leiy



    Quella mattina era decisiva per lei: aveva lasciato la casa dei suoi genitori ed era partita con il proprio pick-up verso la sua nuova abitazione: un piccolo appartamento a Riverview.
    Il contratto per l'appartamento era pronto: doveva solo ritirare le chiavi e trasferircisi fisicamente.
    Il suo bagaglio era povero: qualche paio di jeans, due maglie e una piccola somma di denaro da parte dei suoi genitori per provvedere a sé stessa i primi mesi, poi sarebbe stato tutto nelle sue mani.

    Il viaggio fu lungo circa un ora e mezza.

    Sofia raggiunse Riverview verso il primo pomeriggio, la prima tappa del suo viaggio fu il Municipio: aveva alcune carte da firmare per la residenza.
    Mentre percorreva le vie della cittadina, la ragazza non riuscì a godere appieno della bella giornata, né del panorama che le correva davanti. Col pensiero e col cuore tornava sempre a tutto ciò che si era lasciata alle spalle, e questo la buttava inevitabilmente giù.

    lei2



    A parte i suoi genitori, nessuna delle sue conoscenze sapeva che lei se n'era andata via definitivamente dal suo vecchio paesino, questo le aveva permesso di muoversi nell'anonimato generale, rapida e silenziosa come piaceva a lei.
    Quando raggiunse la sua meta, parcheggiò poco distante e raggiunse l'edificio a piedi: era imponente rispetto al vecchio ufficio a cui era abituata.
    Dopo alcuni istanti di esitazione entrò nel Municipio – Forza Sofia. - si disse mentalmente, poi varcò la soglia.


    Nel Frattempo, in una villetta poco lontana, sulle colline della cittadina di Riverview..

    lui3l



    Liam quella mattina si era svegliato di pessimo umore, tanto per cambiare.
    Era il suo giorno di riposo e aveva programmato di trascorrerlo in casa a riposarsi un po': cercò sul quotidiano locale la programmazione degli spettacoli serali al cinema, poi valutò le alternative per impiegare il suo tempo libero nel migliore dei modi, evitando di uscire di casa fino a sera.
    Entro una settimana sarebbe arrivato il suo nuovo inquilino al piano di sopra, e mentre la data di arrivo si avvicinava, più lui si pentiva di aver dato in affitto il piccolo appartamento al secondo piano: Liam era un amante della solitudine e per la vita che conduceva, l'ultima cosa che voleva era un vicino di casa impiccione e con ogni probabilità pretenzioso.
    Quando aveva mandato il suo amico a far firmare il contratto, aveva saputo che il suo nuovo inquilino si era informato sulle condizioni della casa, sui piani dell'edificio, sul numero di stanze dell'appartamento, sulla presenza del giardino e sul garage, oltre che alla possibilità di avere animali.

    lui2



    Quando poi aveva letto il nome dell'affittuario sul contratto gli era scappato un sorriso: una giovane donna.
    Si aspettava un tipo simile alla sua vicina di casa: altezzosa, invadente e piena di pretese.
    - Se mi creerà dei problemi potrò sempre sbatterla fuori di qui. - si disse mentre pensava al lavoro che svolgeva – Comunque ho ancora qualche giorno per... - in quel momento gli suonò il cellulare, decise di rientrare per rispondere.

    lui4d



    Dopo aver chiuso la porta di casa si decise a rispondere alla telefonata – Si?
    Dall'altra parte, una voce di ragazza solare e gentile replicò – Salve! Sono Sofia DellaPietra... Sono la sua nuova inquilina! - dopo un brevissimo istante, Liam replicò mal celando il proprio accento irlandese – Salve. Cosa desidera? - prontamente la giovane rispose – Ecco, volevo avvertirla che sono appena uscita dal Municipio di Riverview, ho firmato i documenti per il cambio di residenza. - dopo alcuni istanti di silenzio il giovane replicò – Ah-ha.. Fra quanto verrà a ritirare le chiavi di casa? - la giovane gli rispose un po' impacciata – Verrei anche ora ma... Vede, non so come arrivare fisicamente da lei. Cioè conosco la via, ma non la direzione da prendere.. Pensavo che potesse darmi qualche indicazione lei.

    lei3



    Dopo alcuni istanti di attesa, Sofia si sentì dire semplicemente – Imbocchi la strada che porta alle campagne a sud, prosegua in direzione del maneggio e svolti alla prima a sinistra. - dopo alcuni istanti Sofia memorizzò le indicazioni – La ringrazio! Finisco le mie commissioni e arrivo! - dall'altra parte arrivò un freddo e austero – Bene. - poi Liam chiuse la chiamata.
    Dopo un lungo interminabile istante in cui la ragazza fissò lo schermo del proprio telefonino, si decise a muoversi diretta al centro: c'erano delle commissioni da sbrigare prima di poter finalmente raggiungere la sua nuova piccola casetta.

    luilei



    Mentre Sofia metteva via il proprio telefonino pianificando i propri giri, Liam si domandò con curiosità mista a irritazione – Era il caso di telefonarmi per una cosa del genere?
    Contemporaneamente, la ragazza pensò fra sé e sé: Forse avrei dovuto lasciar perdere e farmi sentire solo quando ero pronta ad andare da lui. Sembrava davvero seccato.. Bell'inizio di un rapporto padrone/affittuario! Speriamo non mi dia lo sfratto..

    Verso le sette, Sofia aveva fatto i propri acquisti, aveva caricato tutto nel proprio pick-up ed era partita alla volta della sua nuova casa.
    Seguì le indicazioni che le avevano fornito, combinate con quelle dei paesani di Riverview: quando aveva spiegato alla proprietaria del negozio di abiti che fa angolo in centro dove si era trasferita, questa era sbiancata.
    Sofia non comprese la sua reazione, ma non si perse d'animo e la donna le sorrise solare scusandosi per la propria reazione, poi si offrì di darle le giuste indicazioni e giustificò la propria reazione, spiegandole che era da anni che nessuno si trasferiva più in paese.
    La ragazza non credette ad una parola di quanto affermato al riguardo, ma decise di lasciar correre almeno per il momento.
    Quando raggiunse la sua nuova casa era quasi buio.

    lui1y



    Liam era impegnato a scrivere l'indirizzo di destinazione di una lettera, che poi imbucò nella cassetta per il postino l'indomani mattina.
    Di li a poco un pick-up entrò nella via e parcheggiò proprio vicino al cancello d'ingresso: Liam osservò la figura al volante e capì istintivamente che doveva trattarsi della sua nuova affittuaria.
    Le aprì il cancello e la fece parcheggiare all'interno. Quando poi la giovane scese dal veicolo le andò incontro, in quel momento ebbe modo di squadrarla da capo a piedi: si era aspettato di tutto, era pronto a fronteggiare qualunque tipo di persona, lei non sarebbe stata diversa.
    A quella ragazza serviva un tetto, a lui il denaro per ripagare le spese di ristrutturazione della casa.
    Un buon compresso, niente di più.

    luilei2



    - Salve. - la salutò.
    La ragazza ricambiò cortesemente il saluto – Buonasera. - non si sarebbe mai aspettata un giovane di quell'età come padrone di casa. Avrà avuto al massimo trent'anni, e non ne era nemmeno sicura.
    Dopo alcuni istanti di silenzio, lui ruppe il ghiaccio porgendole il mazzo di chiavi della sua nuova abitazione – Queste sono tue. - le disse rompendo la barriera della formalità.
    Poi le indicò il vialetto e le fece cenno di seguirlo – Casa tua è al piano di sopra: è un appartamento piccolo, non c'è molto da dire. Ti ho fatto sistemare un letto, una scrivania, i sanitari e l'essenziale per cucinare. - per un breve istante Sofia ebbe l'impressione di dirigersi verso una prigione, e che la casa di cui il suo giovane padrone parlava fosse in realtà la sua cella.
    Un brivido le corse lungo la schiena, tuttavia la ragazza tacque e ascoltò quello che Liam aveva da riferirle.
    - Non sono un amante delle feste, quindi non avrai problemi con me. In casa tua sei libera di fare quello che vuoi, puoi andare e venire a tuo piacimento.
    E mentre parlava la giovane ascoltava, interdetta.


    Entrarono dalla porta laterale del box:

    luilei3



    E mentre lui richiudeva la porta, lei si guardò attorno: la macchina del padrone era parcheggiata all'interno e non c'era spazio per il suo pica-up, neanche volendo. Si rassegnò mentalmente a lasciare all'aperto il proprio mezzo e mentre Liam si dirigeva all'altra entrata, lei si mise ad osservare l'auto scura che aveva di fronte: era nera, forma sportiva, dalle linee sobrie ma eleganti... Incredibilmente costosa.

    Vendendo un mezzo del genere potrei ricavarne abbastanza da prendere un pezzo di terra per Ivory ed Ebony... Il suo flusso di pensieri fu interrotto dalla voce del giovane padrone di casa, che la raggiunse vicino.. terribilmente vicino:

    luilei4



    - Se hai finito di sbavare sulla mia macchina, ti porterei al tuo appartamento.
    Quelle parole per Sofia furono un colpo durissimo. Era vero: stava ammirando quel veicolo, ma non nel senso che credeva lui.
    La ragazza avvertì l'irritazione crescente dentro di sé, ma si morse la lingua per evitare discussioni inutili: cosa poteva saperne lui di quello che provava?
    Anche a spiegarglielo per mille anni, probabilmente non avrebbe compreso nemmeno le ragioni che l'avevano spinta fin li.
    Si limitò ad osservare con fredda gentilezza – E' una bella macchina. - ma il suo sguardo mal celava la tristezza che provava.
    Liam non era cieco, tuttavia preferì non indugiare sull'argomento e la portò al piano di sopra attraverso la scala che si trovava subito oltre, poi sulla terrazza sulla quale dava l'ingresso del nuovo appartamento della ragazza.
    - Ecco qua, questa è casa tua ora. Se hai bisogno di qualcosa, fai un fischio. Io sono di sotto.
    E dopo alcuni istanti di silenzio opprimente se ne andò.
    Sofia provò un sollievo immenso quando si trovò da sola nella sua nuova piccola casa: era un monolocale, ma era suo.
    Era praticamente vuoto, ma questo non le impedì di apprezzarlo di meno, era il suo nuovo rifugio, se l'era sudato a caro prezzo e questo le diede nuova forza per andare avanti con i suoi progetti.
    Niente e nessuno le avrebbe impedito di ottenere ciò che si era prefissata.
    Nemmeno uno strafottente come Liam: così ricco con la sua macchina sportiva divora carburante, quel suo strano modo di sorriderle... E quell'atteggiamento da Io-Sono-un-Figo.
    Si spogliò e si mise a dormire, desiderosa di ricaricarsi per affrontare la dura giornata che si prefissava il giorno dopo.
    Quella notte sognò di trovarsi in mezzo ad un bel prato verde incolto, con Ivory ed Ebony che pascolavano liberi e felici e lei che piangeva dalla contentezza per essere riuscita a restituire loro la libertà che gli avevano crudelmente sottratto, riunendoli per sempre.

    lei5q



    Liam quella sera si stese a letto senza nemmeno infilarsi sotto le coperte, era pensieroso.
    La sua nuova inquilina era apparentemente una stronza. Probabilmente aveva visto la sua macchina e avrà pensato a chissà quale fortuna economica dovesse avere lui per potersela permettere... Altrimenti non avrebbe reagito a quel modo.
    Poi era strana, sembrava abbattuta, aveva uno sguardo da ragazza dal cuore infranto.
    - Probabilmente è stata scaricata. - rifletté fra sé e sé, poi si tirò un braccio sugli occhi – Se si aspetta che la consolo si sbaglia di grosso. - detto questo, cercò ristoro nell'oscurità della notte, cercando di scacciare le ombre oscure che, puntualmente, lo attendevano anche tra le braccia di Morfeo: non c'era, né ci sarebbe mai stata pace, non per uno come lui.

    lui5




    - Fine capitolo I
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    Guarda io ho appena finito di guardare la 4 stagione e sto già aspettando la 5!!!!!
    TVD è uno dei miei telefilm preferiti e il tuo modo di usare i colori mi coinvolge...aspettero il seguito ;) ;) ;)



    e se ti va di leggere la mia storia clicca in firma "In Guerra e in Amore " :)
     
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    Mi incuriosisce la tua storia. Scrivi molto bene :) Ti seguo :)
     
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    Grazie per la fedeltà!

    :rido: Rileggendolo mi sono accorta di alcuni strafalcioni che appesantiscono la lettura, prima o poi li metterò a posto... :*§:

    Aspetta di vedere cosa accade fra poco... :ride:
    Io sto stendendo il decimo capitolo, solo che volevo darvi i precedenti centellinati, altrimenti ve li bruciate subito e io rimango indietro rispetto al programma di componimento. :oddeo:
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    . Capitolo II:

    Domani è un altro giorno!
    Primi Incontri e Primi Scontri.



    Sono passati alcuni giorni da quando Sofia DellaPietra si è stabilita nel suo nuovo piccolo appartamento.
    Ha passato la maggior parte del tempo ad informarsi per un lavoro par-time e a fare progetti e ordini per sistemare il suo ambiente domestico. Quel giorno le avrebbero portato il frigorifero nuovo e sarebbe arrivato anche il furgoncino con il suo acquario e poche altre cose che le mandava sua madre.
    La sveglia suonò alle 07:15 a.m., Sofia saltò giù dal letto come un grillo, di ottimo umore e piena di buoni propositi per la giornata.

    lei6



    Scese dalla scala del letto a castello e si guardò attorno: c'erano da fare dei lavori preliminari prima che arrivassero a portarle l'elettrodomestico nuovo e le sue cose, così si diresse rapida in bagno e si sciacquò il viso vigorosamente.
    - Allora, per prima cosa vestirsi! Poi apro queste persiane, altrimenti giuro che urlo: è peggio di una tomba qui dentro! - sbottò infine sciacquandosi le mani.

    lei7



    Finito di rinfrescarsi, si rivestì e si guardò attorno: l'unica finestra priva di persiane e da cui filtrava libera la luce del giorno era quella enorme nel lato cucina. Mentre rifletteva sul da farsi si avvicinò e sbirciò all'esterno: sarebbe stata una splendida giornata primaverile e questo rafforzò il suo buon umore.
    Pensò fra sé e sé: fra un paio d'ore arriveranno a portare il frigo nuovo, non vedo l'ora! Così poi potrò andare in centro per quel posto vacante..
    E mentre dava sfogo ai suoi pensieri, sentì la porta del box aprirsi, poi vide Liam uscire al volante della sua macchina scura.
    Per alcuni istanti tornò con la mente alla sera in cui aveva preso il mazzo di chiavi di casa e si era stabilita li. Da quel momento non avevano avuto molte occasioni per incrociarsi, e anche in quei casi Liam era freddo e distaccato, parlava solo se costretto a rispondere. Sembrava infastidito dalla sua presenza e questo la metteva inevitabilmente a disagio.
    Tuttavia non aveva mai avuto rimostranze da fare, e col passare dei giorni Sofia si convinse che il giovane padrone di casa fosse dispotico di natura, decise pertanto di ignorarlo arbitrariamente.

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    Alle otto e mezzo aveva predisposto tutta la casa, stabilendo dove sarebbero andate le sue cose e decise di scendere in giardino ad attendere l'arrivo del furgoncino.
    Proprio mentre stava prendendo il mazzo di chiavi squillò il suo telefono. Alzò il ricevitore e lesse il numero: era la pensione equina dove erano ospitati Ivory ed Ebony. Per un istante Sofia trattenne il fiato ripetendo nella sua mente Ti prego fa che vada tutto bene, ti prego fa che vada tutto bene..
    - Pronto? - la voce di una donna dall'altra parte le rispose solare: - Mi scusi per l'ora! Parlo con la signorina Sofia DellaPietra? - la ragazza annuì – Si sono io! - la voce replicò col medesimo tono – Ah salve! Volevo avvertirla che i suoi due cavalli sono arrivati qui. Li abbiamo sistemati in due box vicini come ci aveva chiesto lei. - la ragazza riprese a respirare lentamente – È tutto a posto? - la donna dall'altra parte rispose affermativamente – Certo! Hanno subito iniziato a mangiare e sembrano veramente molto affiatati. A tale proposito volevo chiederle se avevate il numero del vostro veterinario per venire a fare una visita di controllo. - Sofia dopo alcuni istanti rispose negativamente – Ecco, il fatto è che veniamo da un paese molto distante, ci siamo appena trasferiti qui e non ho ancora avuto modo di contattare lo studio veterinario di Riverview... - la donna replicò rassicurante – Oh, di questo non deve preoccuparsi! Se è d'accordo potremo assegnarvi il veterinario della pensione. È molto in gamba e ci sa fare con loro! - dopo alcuni istanti la ragazza annuì – La ringrazio! Posso venire a conoscerlo eventualmente? - la donna dall'altra parte annuì come se quella fosse un ovvietà – Certamente! Verrà sabato mattina sul presto a fare il suo giro di visite alla pensione.

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    Sofia prese nota mentalmente: Sabato mattina alle otto alla pensione equina, non mancherò!
    Poi ringraziò la donna – È stata veramente gentile, la ringrazio! Verrò su appena mi porteranno la mia attrezzatura, così chiederò informazioni per il corso da istruttore, se fosse possibile. - la donna dall'altra parte rispose cordiale – Perfetto! Noi siamo qua, quando le riesce più comodo, passi pure! - Sofia concluse solare – La ringrazio di nuovo, arrivederci a sabato allora! - l'altra replicò altrettanto gentile – Arrivederci a lei! - e riattaccò.
    La ragazza prese un lungo respiro di sollievo – Perfetto.. perfetto, perfetto, perfetto!! - esultò, poi prese le chiavi e scese di sotto.

    - Oggi è Lunedì. Dovrò aspettare qualche giorno... beh, poco male: Ivory ed Ebony se la cavano benissimo, farò un salto su non appena avrò finito qui per controllare che stiano bene. Non è che non mi fidi di loro... - e mentre ragionava con sé stessa uscì fuori in giardino.
    Vide una bambina che si alzava sul citofono per suonare e le andò incontro per aprirle – Ciao piccola! Hai bisogno di qualcosa? - a quelle parole, la piccola si voltò a guardare la ragazza e un espressione di stupore si dipinse sul suo visino – Oh, abiti qui? - chiese diretta. Sofia annuì aprendole – Certo, mi sono trasferita qui da poco. E tu come mai sei qui, avevi bisogno di qualcosa in particolare? - la bambina tirò fuori il giornale dal suo tascapane – È per questo, io sono l'addetta ai quotidiani qui in collina! - ammise con fierezza.
    La ragazza le sorrise gentile e rispose – Allora piacere di conoscerti! Vieni lascialo pure qui, mi assicurerò che il proprietario lo prenda.

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    La bambina annuì soddisfatta, poi si guardò intorno nervosamente – Ehm.. senti, posso farti una domanda? - Sofia annuì stupita – Certo, chiedi pure. - allora la piccola si fece coraggio e le domandò – Senti.. è vero che in questa casa abitano i fantasmi? - a quella domanda la ragazza non poté trattenere un moto di stupore, poi fece di no col capo – Guarda, abito qui da quasi due settimane e non ho ancora incontrato nessun fantasma. Perché questa domanda? A casa tua ce ne sono? - le chiese poi con curiosità.
    La bambina rimase interdetta un istante, poi fece di no e rise – No non ci sono fantasmi a casa mia! Il mio papà controlla sempre sotto al letto prima che vado a dormire! - Sofia sorrise, poi si voltò verso il giardino, infine si rivolse nuovamente alla bambina che le disse – Ora devo andare! Ciao ciao! - e corse via. La ragazza la salutò dal cancello – Ciao! E stai attenta quando attraversi la strada! - quando la vide sparire giù nella strada, si decise a tornare nel giardino, poi si diresse sul retro.

    - Chissà come mai quella strana domanda. Sono proprio curiosa di sapere se c'è qualcosa di spettrale in questo giardino. - quando superò la prima parte di erbacce e rovi secchi si bloccò: davanti a lei si ergevano alberi alti più della villetta, dalla corteccia annerita e consumata dalle fiamme. - Cosa è successo qui..? - mormorò avvicinandosi ad essi.

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    - Qui è scoppiato un incendio. - mormorò fra sé e sé – Ma non sembra recente. E i rami e le piante sono come morte! - s guardò attorno, poi proseguì nella sua visita in quel giardino così devastato. - Ora tutto si spiega, le occhiate della commessa il giorno in cui le spiegai che sarei venuta ad abitare qui... Le domande della bambina sui fantasmi.. Vista dall'esterno questa potrebbe tranquillamente apparire come una casa degli orrori! Perché Liam non ha fatto togliere questi alberi e questi rovi se sono morti? - si domandò incerta.

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    Dopo aver fatto un giro completo e aver osservato le condizioni misere del giardino (cosa che non aveva avuto modo di fare prima), un idea le balenò in mente – Potrei dare un bel colpo di spugna a questo posto. Se solo il padrone di casa me lo consentisse...! Gliene parlerò questa sera. - e mentre ponderava sul come presentarsi dal suo padrone di casa, sentì il rumore di un clacson provenire dal cancello: ecco il frigorifero in arrivo e subito dietro il furgoncino della ditta di traslochi che aveva chiamato sua madre.
    - Sono arrivati! - esclamò e corse al cancello per aprire agli operai che le avevano finalmente portato le sue cose.

    Un paio d'ore dopo..

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    Sofia aveva fatto sistemare il frigorifero, il suo acquario e i pesciolini nelle bocce temporanee.
    Doveva andare a comprare l'occorrente per loro e fare la sua prima vera spesa, oltre che passare ovviamente dalla libreria.
    Quando raggiunse il centro di Riverview, la prima tappa che fece fu proprio da quest'ultima: parcheggiò il suo pick-up bianco vicino al parco e si diresse a piedi verso la zona dei negozi. Quando raggiunse la libreria vide un paio di ragazze uscire con dei sacchettini in mano e per un istante ebbe timore che una delle due o forse entrambe avessero già fatto domanda per quel posto vacante di commessa. Che stupida che sono, intimorirmi per così poco! Sono qui per Ivory ed Ebony, il resto non conta niente. Si ripeté un istante prima di varcare la soglia del negozio.

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    All'interno del negozio, una donna sulla quarantina l'accolse guardandola con curiosità.
    Sofia le si avvicinò e parlò con voce moderata – Mi scusi, posso chiedere a lei informazioni per quel posto come commessa qui in libreria? - la donna annuì cordiale – Certo, lasciami pure i tuoi dati e un curriculum, se ce l'hai.
    La ragazza diede alla donna tutte le informazioni necessarie e questa prese appunti su di un foglio di carta, poi la squadrò attenta e le chiese – Come mai ti sei trasferita qui? Scappi dal tuo fidanzato? - domandò poi con un sorriso divertito.
    Sofia fece di no col capo – No niente del genere. Vede, il fatto è che la scuola di equitazione dove studiavo per diventare istruttrice è stata venduta e io per non perdere quello che avevo già imparato mi sono trasferita qui a Riverview. - evitò di menzionare il fatto di avere le spese veterinarie e mantenimento dei due cavalli che si era portata dietro sulle spalle, quella era una cosa che semmai avrebbe approfondito in seguito.
    La donna annuì e si sistemò gli occhiali, poi aggiunse – Bene Sofia, faccio sapere al proprietario della tua situazione e per questo lavoro. Se la cosa andrà in porto, ti chiamerò personalmente. - la ragazza annuì e strinse la mano della donna, poi uscì col cuore in gola Ti prego fa che sia un Si.. poi con la speranza nel cuore prese la strada diretta per il mini-market.

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    Arrivata all'ingresso si fermò per far passare due persone, ed una di queste si voltò a fissarla dritto negli occhi.
    Per un brevissimo istante, Sofia sentì di essere arrossita: lo sguardo di quel giovane era intenso e avvertì una sensazione di gelo dentro di sé, come se le stesse scrutando dentro l'anima.
    Il signore decisamente più anziano alle spalle del più giovane, si rivolse a quest'ultimo e gli mormorò – Dobbiamo andare. - poi sorrise cordiale alla ragazza, infine entrambi si allontanarono dal mini-market.

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    Sofia li osservò allontanarsi mentre lentamente iniziava a rilassarsi.
    Chissà chi era.. si domandò incerta. Dopo un breve istante guardò l'ora: doveva sbrigarsi a finire le sue compere, così entro nel mini-market e iniziò a fare la sua spesa.
    Man mano che procedeva negli acquisti si lasciò alle spalle quello strano incontro.
    Caricata la spesa sul suo pick-up, si diresse al negozio di animali in periferia, dove fece spesa per i suoi due pesciolini rossi: mangime, filtro nuovo (già che c'era, quello vecchio oramai era stato invaso dalle alghe..) sabbia per il fondale, piantine d'acqua dolce aggiuntive e un forziere nuovo di zecca corredato di tesoro ornamentale.
    Mentre era alla cassa, vide una foto esposta di una coppia di cavalli monocromatici opposti: uno bianco e uno nero. Provò una fitta di nostalgia al cuore: Ivory ed Ebony erano con lei a Riverview, questo era vero. Però non poteva stare ancora tranquilla: c'era sempre il terrore che i suoi proprietari decidessero di venderli a qualcuno, e lei non avrebbe potuto farci niente.
    Le erano stati affidati quando aveva iniziato a studiare e i proprietari: padre benestante con figlia schifosamente viziata, avevano deciso che quei due cavalli non erano abbastanza per le gare di dressage o corse a ostacoli.
    Sofia avrebbe volentieri mollato due ceffoni alla ragazzina e investito col pick-up il padre arrogante e presuntuoso.
    I cavalli non sono oggetti di piacere e spasso, né mezzi per fare soldi! Non bastava aver messo le mani sui cani e sui gatti, costringendoli ad addestramenti ridicoli per deliziare i padroni, anche i cavalli dovevano partecipare a gare idiote per dimostrare il prestigio dei padroni..
    Con quel pensiero irritante in testa la ragazza uscì dal negozio e salì sul proprio mezzo, diretta a casa.
    - Mollo a casa la roba, poi vado da loro. Voglio vedere se stanno bene! - si disse con una certa ansia malcelata, mentre sentiva le lacrime salirle agli occhi. L'unica cosa che poteva fare fintanto che ne aveva la possibilità, era finire il corso per diventare istruttrice, così da permettersi abbastanza da comprare un pezzo di terra per Ivory ed Ebony.
    Li avrebbe comprati a quella coppia egoista padre/figlia, avrebbe dato loro il necessario perché la loro ombra pericolosa sparisse definitivamente dalle vite dei due equini: non potevano nemmeno stare insieme e riprodursi in santa pace, perché Miss-Bratz non era d'accordo. - Certo, come se in natura le creature ascoltassero te, Stupida Oca! - sbottò furibonda premendo l'acceleratore.

    ***


    Liam era rientrato da poco dall'ufficio e aveva appena avuto il tempo di sedersi comodamente sul divano per leggere il giornale, quando udì una frenata brusca davanti al cancello: vide la inquilina caricarsi come un mulo con tutte le borse di spesa facendo avanti e indietro dal pick-up bianco fin dentro il garage, poi ripartì sul suo mezzo, sbatté la portiera e ripartì spedita.

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    - Ahi-hai... qualcuno ha avuto una pessima giornata. - mormorò con un mezzo sorriso, poi si mise a sfogliare il suo giornale in beata pace e solitudine – Ah... che bello essere single!

    ***


    Sofia raggiunse la Pensione e saltò quasi giù dal pick-up bianco. Raggiunse il cancello principale e lo superò a passo spedito, poi si diresse alle scuderie: non le ci volle molto per trovare Ivory, questi non appena la vide allungò il testone fra le sbarre e le nitrì affettuosamente. La ragazza gli si avvicinò e lo accarezzò sul morbido muso – Ciao Ivory, come vedi sono riuscita a portarvi via da li.. - e mentre gli parlava lasciava che l'equino le desse dolci testate sul torace.
    Lo osservò accuratamente e constatò che il suo manto era pulito e spazzolato, aveva foraggio fresco e acqua pulita – Vi trattano bene eh? Ora vado a vedere come sta Ebony. - e si allontanò raggiungendo il box successivo.

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    Come le era stato garantito, Ebony era nel box accanto a quello di Ivory e la giovane giumenta scosse il testone selvaggio nitrendo acuta, in segno di saluto a Sofia. La ragazza sorrise visibilmente più sollevata, poi notò le condizioni del manto della cavalla: evidentemente da lei non avevano avuto modo di passare ancora. - Va bene, mi occuperò io di te Ebony, ok? - le disse rassicurante, infine aprì il box e la condusse fuori.

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    La cavalla prese a spingerla col muso contro la schiena, la ragazza si mise a ridere e accarezzò la giovane giumenta nera sul muso – Sei così contenta di vedermi? Vieni ora, prima ti spazzolo e prima potrò farti fare una passeggiata con Ivory.
    Portata la cavalla dentro il recinto, si guardò attorno e vide la scatola con l'occorrente per spazzolare e toelettare gli equini. Si rimboccò le maniche e si diede da fare, parlando dolcemente alla giumenta – Sai che il mio padrone di casa è un misantropo dispotico e antipatico? Come vedi non siete gli unici tu ed Ivory ad essere sfortunati negli incontri.

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    Dopo aver finito le controllò gli zoccoli e le cicatrici sui fianchi e sulla schiena: oramai si era ripresa del tutto dalla sua brutta esperienza, adesso dipendeva tutto da lei e dal suo compagno bianco.
    Finito di spazzolare Ebony guardò l'ora: erano le tre. Il telefono trillò e quando rispose, una voce maschile le disse – Signorina Sofia? - la ragazza annuì – Si sono io! - la voce replicò – La chiamo per quel posto come commessa, è ancora interessata? - la ragazza ci mise un istante a focalizzare, poi annuì – Certo! - la voce continuò – Perfetto! Quando sarebbe libera? - Sofia rispose entusiasta – Il prima possibile! - al che le venne chiesto candidamente – Alle sedici di oggi pomeriggio riesce ad essere qui? - la giovane annuì dopo alcuni istanti – Si dovrei farcela. - a quelle parole il suo interlocutore concluse pacato – Ottimo. A fra poco allora. - e Sofia riattaccò dopo aver ricambiato la cortesia – Va bene! - e prese un lungo respiro di sollievo.
    Poi controllò nuovamente l'ora: le tre e cinque. Dopo alcuni istanti di indecisione, andò a prendere Ivory e lo portò nello stesso recinto dove aveva lasciato Ebony – Vi lascio qui, non fate troppi danni in mia assenza, ci vediamo più tardi.
    Prima di allontanarsi, la ragazza andò a parlare con la responsabile della pensione in quel momento in servizio e le spiegò chi fosse e il fatto che aveva portato i due cavalli nel recinto a sgranchirsi le zampe.
    Dieci minuti dopo era sulla strada diretta a casa a cambiarsi, intenzionata a rendere fruttuoso quel pomeriggio in libreria.

    ivoryebony



    Ivory ed Ebony nel frattempo passarono qualche ora insieme nel recinto, liberi da gabbie, briglie o sella, sotto lo sguardo discreto e vigile dei responsabili della pensione, che nel vedere le loro affettuose dimostrazione d'affetto, si lasciarono scappare qualche commento affettuoso sulla coppia equina affiatata.

    Quel pomeriggio Sofia si impegnò sodo per riuscire ad ottenere il posto come commessa, seguì le istruzioni datele dalla signora della cassa e una volta terminate, si mise a sistemare i libri lasciati alla rinfusa dai clienti riordinandoli sugli scaffali secondo il genere e l'ordine alfabetico.
    Alle 19:00 terminò il suo pomeriggio di prova, e la donna la chiamò – Sofia, vieni qui! - le porse un pacchetto voluminoso.
    La ragazza lo prese fra le mani – Di cosa si tratta? - la signora si tolse gli occhiali e si sporse dal bancone – Mia figlia lavora alla pensione equina di Riverview. Per riprendere e continuare il corso per diventare istruttrice avrai delle belle spese, questo è il mio regalo d'incoraggiamento per te. - la ragazza prese il pacchetto e lo strinse al petto – Grazie mille, Signora! - la signora le indicò la porta – Ci vediamo domani pomeriggio alle 16:00. - Sofia ringraziò nuovamente la donna e corse fuori con il pacchetto fra le mani stretto al petto come fosse qualcosa di estremamente prezioso. Salì sul proprio pick-up e si diresse di volata alla pensione: quando, venti minuti dopo raggiunse la sua destinazione, Ivory ed Ebony stavano brucando pacatamente uno accanto all'altra nel recinto.

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    - Allora, vi siete rilassati un po' oggi? - domandò ad Ebony. La giumenta l'annusò sul capo e sbuffò affettuosamente sul suo capo. Sofia dopo alcuni istanti prese la cavalla e la condusse nel suo box – Domani non so se riuscirò a venire, ma ti prometto che farò di tutto per esserci nei prossimi giorni, ok? - e mentre le parlava l'accarezzava sul collo. Quando Ebony fu nel suo box, Sofia andò a prendere Ivory – Testone! - lo apostrofò – Vieni, è ora di tornare in cella. - il cavallo si allungò nella sua direzione e lasciò che la ragazza l'accarezzasse sul muso e sul testone.

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    - Sei stupendo a tutte le ore del giorno e della notte. Guarda qui che bei riflessi che hai al chiaro di luna, per forza Ebony si è innamorata di te! - e mentre lo riempiva di complimenti, lo conduceva verso il suo box. Il cavallo si lasciò guidare senza troppi problemi: per lui il cambiamento era stato radicale, ma la presenza della sua compagna equina e dell'amica umana gli aveva reso tutto meno traumatico e cominciava a guardarsi attorno con una certa curiosità.
    Dopo essersi assicurata che tutto fosse a posto, la ragazza augurò la buonanotte ad entrambi, e si avviò a malincuore verso il proprio pick-up bianco.

    Il ritorno a casa fu abbastanza tranquillo e quando scese dal suo mezzo, si ricordò dei progetti che aveva per il giardino.
    - Vado su a sistemare Triky e Birba, poi scendo a parlare con Liam. - si disse mentre apriva la porta che dava al box.
    La macchina scura era parcheggiata al suo posto e la ragazza sentì il giovane che parlava a telefono. Non badò alle sue parole e salì le scale diretta al suo appartamentino: erano circa le otto di sera.
    Si fece una doccia e si cambiò con il suo solito completo, poi scese di sotto diretta alla porta del suo padrone di casa: prima ci parlo, prima mi tolgo il pensiero! Si era detta, così col coraggio a quattro mani andò a bussare alla Porta Dantesca.

    lei21



    Liam venne ad aprirle dopo alcuni interminabili istanti. Era in pigiama, a petto nudo. La ragazza gli sorrise cordiale – Ehm.. Salve! Spero di non disturbarti.. - il giovane si appoggiò con la spalla allo stipite della porta – No, nessun disturbo. Cosa succede?
    Dritto al punto eh? Bene.. pensò lei, poi gli disse – Ho bisogno di parlarti un minuto se hai tempo. - il ragazzo la guardò attento – Ti ascolto. - e mentre lei parlava, lui la scrutò negli occhi.

    luilei5



    - Ecco, riguarda il giardino. - a quelle parole Liam inarcò un sopracciglio – Cosa c'entra il giardino? - la ragazza avvertì il nervosismo del giovane come una frustata sulla schiena, tuttavia non si arrese e proseguì – Ecco, volevo sapere se potevo occuparmene io, a meno che tu non abbia intenzione di chiamare qualcuno esperto per farlo. - il ragazzo ci mise qualche secondo per capire cosa intendesse dire la sua inquilina, poi le rispose duro – Hai piena libertà in casa tua, ma il giardino non è di tua competenza. Vedi di non allargarti troppo. - Sofia si sentì mortificata – Pensavo solo di rendermi utile, non volevo in alcun modo crearti problemi. - Liam infierì – Beh, se mi disturbi per queste cazzate alle nove di sera me ne crei eccome. C'è altro?

    luilei6



    La ragazza sentì un nodo di pianto salirle in gola, così decise di tagliare corto – No, ero venuta solo per questo. Non è la prima volta che in città fanno allusioni sul giardino della casa in cui vivo. - il giovane inarcò un sopracciglio, poi con una certa insolenza la canzonò – E tu perdi tempo dietro a quelle chiacchiere di paese?! Non hai niente di meglio da fare eh? - Sofia deglutì, poi concluse – Mi dispiace averti disturbato per questa cazzata. D'ora in poi quando mi chiederanno qualcosa riguardo a questa casa e al suo padrone, mi limiterò a indirizzarli da te. - Liam annuì compiaciuto – Perfetto, così li mando all'inferno personalmente uno dopo l'altro. - la ragazza scosse il capo irritata da quelle parole – Con questo atteggiamento così iroso e dispotico alla fine ti ritroverai solo.

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    Detto questo la ragazza si voltò e salì le scale silenziosa. Si costrinse a non emettere un fiato fino a che non fosse arrivata sulla terrazza. Allora si voltò verso la scala e pensò fra sé e sé con il viso rigato da una lacrima: Era il caso di trattarmi in quel modo?!

    - Fine capitolo II -
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    Bella Bella bella mi piace come scrivi..mi piacciono i cavalli e anche le foto ..sei davvero bravissima..fai bene a centellinare!
    Capisco cosa vuole dire sentire il peso dei capitoli che mancano :D :D


    :D :D :D :D :D
     
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    Molto bello anche questo capitolo. Complimenti :).
    Continua presto, ma con moderazione visto che devi centellinare :ride: . Sono curiosa di sapere cos'è successo realmente in quella casa :). Certo che Liam ha proprio un bel caratterino. Povera Sofia. Lei voleva solo essere gentile.
     
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    questa storia mi piace.

    è avvolta da un alone di mistero e liam è un personaggio molto intrigante. chissà cosa nasconde la sua dura facciata...
    e quei tizi che ha incontrato vicino la libreria chi saranno....?
    ivory e ebony sono bellissimi! secondo me non sarà un'impresa facile per sofia diventare la loro proprietaria! la bratz le metterà i bastoni fra le ruote!
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    Grazie mille per la visita ed i commenti!

    Liam è un irlandese orgoglioso, a volte è un pò dispotico, ma ha una buona ragione per fare quello che fa.
    Fino ad ora è sempre riuscito a tenere a distanza chiunque provasse ad avvicinarsi troppo alla sua sfera privata, ma ora ha Sofia che gli abita al piano di sopra, e le cose sono destinate a cambiare.
    Liam ha i suoi scheletri nell'armadio, ma anche Sofia non è esattamente ciò che sembra. In lei c'è molto più di ciò che appare, anche se ora non ne ha alcuna consapevolezza.

    Tempo al tempo!

    Pian piano la storia prenderà forma e colore, e tutto vi sarà più chiaro.

    Vi informo che ci sono almeno dieci capitoli da leggere più o meno lunghi come i primi due già postati, ergo se volete sapere come evolverà la storia, rimanete sintonizzati.

    Per ora buona notte, e a presto!
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    e si avevo capito che sofia non è pura come sembra.
    istinti omicidi o per lo meno violenti sono arroccati in lei...

    ehheheheh chissà come si svilupperà il rapporto fra liam e lei
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    Capitolo III:

    Tabula Rasa!


    Toc-toc!
    Il Fantasma del Natale Passato


    Liam fece il giro del salotto per alcuni minuti, si sentiva inquieto.
    Ad un certo punto si fermò e prese a stirarsi i muscoli del collo e delle braccia bofonchiando una protesta a sé stesso – Ma tu guarda che ingrata! Le offro un tetto senza fare domande, le faccio un prezzo d'affitto stracciato, viste le spese di mantenimento della villetta e quella cosa fa?! - non ebbe il tempo (o la capacità...) di darsi una risposta, perché sentì la porta al piano di sopra aprirsi e chiudersi con un urto che lo sorprese: la forza che la ragazza ci aveva messo era tale, che il ragazzo ringraziò di non essere lì a riceverla sul muso.
    Forse te lo meriteresti! Per un istante gli sembrò di udire il tono irritato di Sofia nella mente: Dispotico!
    Stupida ragazza! Ringhiò fra i denti, le aveva rovinato l'umore quella sera.

    lui7



    Sofia era rincasata da una mezz'ora circa.
    Si era cambiata con la sua tuta grigia e stava per prendere la maglia, quando si accorse dei due pesciolini rossi nelle bocce temporanee che la fissavano con i loro grandi occhi scuri.

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    - Oh cavolo! Mi sono completamente dimenticata di voi due! - corse a preparare l'acquario per loro: sciacquò la vasca, l'asciugò con un panno di cotone, poi distese la sabbia del fondale e iniziò a versarvi lentamente l'acqua del rubinetto della cucina aiutandosi con una bottiglia. Quando ebbe finito sistemò le piccole piantine acquatiche (già sentiva nel suo cuore le bestemmie di queste ultime, poverine, per quanto stavano provando), infine dispose anche gli oggetti di arredamento: due anfore ed il forziere corredato di tesoro. Fatto ciò, montò il filtro nuovo e lo adagiò nella sua postazione, poi si occupò della luce del coperchio; infine attaccò la presa del filtro e della luce e osservò il tutto in funzione.
    - Dobbiamo aspettare che il filtro lavori un oretta... - mormorò ai due pesciolini rossi.
    Questi la fissavano, impazienti probabilmente di tornare nella loro casetta (l'unica che avessero mai conosciuto) e Sofia decise di dar loro un po' di cibo – Così vi distraete un pochino. - giusto quel tanto che bastava per saziarli.

    lei24



    Da quando era rientrata al momento in cui aveva dato da mangiare ai suoi due pesciolini rossi, trascorse circa un ora e mezza.
    Fu in quel momento che avvenne l'inaspettato.

    ***



    - Oh, dai Tom! Non ti ci mettere anche tu! - Liam sbottò al telefono con l'unica persona che riuscisse a sopportarlo e con cui riusciva a mantenere un bizzarro rapporto di amicizia, o come amava definirla il ragazzo, tolleranza.
    L'amico dall'altra parte replicò secco – Caro Liam, questa volta hai superato te stesso: sei stato un vero bastardo. Sono fiero di te! - aggiunse poi con malcelato sarcasmo.
    Il ragazzo si passò la mano sul collo – Sai bene perché reagisco così quando si parla di... Beh, hai capito.
    Dall'altra parte il giovane uomo rise – Non riesci nemmeno a pronunciare il nome architettonico dato al pezzo di terra che circonda casa tua! Liam, è un semplice giardino, capisco le tue ragioni e perché non vuoi che la ragazza ci ficchi il naso, però... - Liam lo interruppe – Però cosa, Tom?! Non posso rischiare che accada un'altra volta. - l'altro insistette cercando di farlo ragionare – Non è detto che debba finire allo stesso modo. Liam, devi imparare a lasciarti il passato alle spalle e ricominciare a vivere. - il giovane protestò – Io sto vivendo Tom! Esco, vado al cinema, al lavoro, a letto con qualche oca al sabato sera... - la domanda che gli fece l'amico, ebbe l'effetto di una frustata sulla schiena nuda per lui – Liam, dimmi un po': quand'è stata l'ultima volta che hai incontrato una ragazza che ti interessasse? Intendo dire, veramente? - il ragazzo rimase ammutolito per alcuni istanti, poi mormorò – Questo è un colpo basso. - l'altro aggiunse – Considerala la mia vendetta cavalleresca per quella povera anima che vive sopra il tuo garage. Ora, se sei un vero uomo, vai su a scusarti. Poi le prepari una sorpresa gradita per distruggere la trincea che ti sei costruito con lo scopo tenerla a distanza.
    Liam protestò – Dammi una valida ragione per cui dovrei fare una cosa simile! - la voce di Tom era seria e moderata, mentre gli esponeva il proprio pensiero – Ti servo subito: l'ho incrociata stamattina in centro. Ho visto dentro di lei, Liam. E credimi, ne ho viste tante di donne nella mia vita, lo sai bene.
    Il giovane annuì rassegnato – Si, se c'è qualcuno che ha saputo trarre qualcosa di buono da questo schifo di vita sei proprio tu. - Tom proseguì – Allora dai retta a un cretino: una ragazza come lei nasce una volta ogni cento anni, se ti va bene. Non ti sto dicendo di portarla all'altare. Solo, dalle la possibilità di seguire la sua strada, e se questa si incrocia con la tua, approfittane. Lei vorrebbe un pezzo di terra del giardino per sé? Benissimo: vai in quel cazzo di giardino, giralo tutto in lungo e in largo e valuta lo spazio che può servirle per farci quello che vuole. Niente di più. È anche un peccato lasciarlo così mal ridotto, poi la gente mormora. - Liam snocciolò le sue ultime riserve – Cosa c'entrano ora i paesani! Proprio tu mi hai insegnato a non badare al giudizio di quella massa di idioti!
    Tom sapeva di avergli distrutto l'orgoglio, lo sentiva dall'inclinazione della sua voce – I paesani idioti, come li chiami tu, sono persone Liam. Alcune sarebbero da impiccare solo per il fatto che respirano. Altre invece come te, vanno prese a calci affinché rinsaviscono. - Liam mormorò – Grazie tante. Ora che ore sono? - l'altro replicò – Le dieci e un quarto. - il giovane protestò – È tardi per andare da lei, passerò nei prossimi giorni. - Tom insistette – Eh no, bello! Ci vai ora. - il ragazzo s'impuntò – È tardi per fare una visita di cortesia Tom. - il più adulto ribatté secco – Per le scuse non è mai troppo tardi. E con questo vecchio adagio ti saluto: vedi di filare, o vengo li personalmente a farti compiere il tuo dovere, e sai poi come finisce. - Liam prese un lungo respiro – Non sia mai Tom. Grazie amico. Ci vediamo domani in ufficio.

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    Dopo alcuni istanti di indecisione, Liam aprì la porta e si diresse alle scale – Prima la parte più penosa.

    ***



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    Liam salì le scale così com'era e andò a bussare alla porta di Sofia.
    La ragazza lo intravide dalla porta vetrata e corse alla propria cassettiera – U-Un Attimo! Asp.. Prendo la maglia! - a quelle parole Liam si limitò a parlarle attraverso la porta, sapeva che lei poteva sentirlo: - Tranquilla, non ci metterò molto. Volevo solo... Porgerti le mie scuse. - il tono di voce era moderato, ma la ragazza sentì distintamente le parole di Liam,

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    Si sentirà male per caso?Si domandò, poi lo ascoltò parlare nuovamente – Ti faccio le mie scuse, sei venuta da me nel momento sbagliato. - Sofia ascoltò quelle parole e pensò fra sé e sé: Queste non possono certo dirsi delle scuse sentite. A sentir lui sembra quasi colpa mia perché ho sbagliato momento per andare da lui...
    Poi quello che disse il giovane la scioccò ulteriormente – Senti, per quanto riguarda il giardino, ci sarebbe un punto che potrebbe andarti bene, se sei d'accordo. La parte che dà sulla mia sala, è abbastanza ampio. - Sofia si sporse dalla porta col volto e annuì – Si, sarebbe perfetto per me. Non chiedo tanto Liam, solo un angoletto dove mettere due piantine. - il giovane annuì nuovamente – Allora è deciso. Domattina potrai iniziare ad occuparti del tuo piccolo fazzoletto di terra.
    Sofia gli disse – Grazie, Liam. - al giovane non sfuggì l'inflessione della voce della ragazza: cercava di controllarsi, mantenersi calma e posata, ma in realtà era felicissima.
    Il ragazzo ridiscese le scale lentamente e quando arrivò al piano terra, udì un urlo di gioia provenire dal piano di sopra: la ragazza esultò – Evviva, ha accettato! - e subito dopo si premurò di rimettere nella loro casetta i due pesciolini rossi, poi diede loro una seconda lauta cena, ben meritata per la loro infinita pazienza, infine andò a dormire di umore decisamente migliore rispetto a un ora prima.

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    Il giovane rimase interdetto un attimo, li alla base della scala: Possibile che a lei bastasse così poco a renderla felice? E pensare che fino ad un ora prima aveva uno sguardo che sembrava dirmi Ti Uccido.. - Beh, meglio così. Buonanotte, Sofia. - mormorò con un filo di voce, guardando nella direzione della porta del piccolo appartamento di lei.
    Rientrato in casa, Liam si affacciò all'esterno dalla finestra sul lato più ampio del giardino dalla sala: era pieno di rovi ed erbacce - Uh.. Ne avrà per parecchio da lavorare. - mormorò fra sé e sé.
    Poi dopo un istante piegò le labbra in un mezzo sorriso – Tom, sei un vero bastardo.
    E si diresse nella propria stanza per indossare una maglia adatta al clima notturno.

    ***



    Sofia quella mattina si svegliò di buon ora: alle sette e mezza era già in piedi e si era infilata i vestiti della sera prima per poter scendere di sotto a vedere il giardino: aveva già qualche progetto in mente, ma per poterlo realizzare aveva bisogno di avere davanti il fazzoletto di terra su cui poter lavorare. Il suo giovane padrone di casa si era rivelato generoso: tutta la zona che costeggiava la villa era stata liberata completamente dai rovi e dalle erbacce, era rimasto ben poco da strappare. - È stato Liam. Ma quando avrebbe potuto..? - era sorpresa, stupita, scioccata, felice.

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    Corse dentro casa e andò a prepararsi la colazione, poi andò a docciarsi e infine diede la pappa ai suoi due pesciolini rossi.
    - Giornata piena oggi! - esclamò, poi si diresse al suo cassettone: tirò fuori un completo pulito e si rivestì in un lampo, si asciugò i capelli e si pettinò con una certa euforia.
    Alle nove circa, quando arrivò il postino, la ragazza scese di sotto e andò a controllare la posta personale: era arrivata la documentazione di Ivory ed Ebony dalla Pensione Equina.
    Firmò la ricevuta di ritorno e la restituì al postino, poi portò il pacchetto di fogli su in casa, infine ridiscese in giardino.

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    - Ora un'ultima cosa. - prese il cellulare e compose il numero di casa dei suoi genitori, poi attese paziente che qualcuno rispondesse: - Mamma sono io! Si.. Si sto bene mamma.. Asp.. Mamma per favore ascoltami un secondo! - alzò gli occhi al cielo – Si mamma, sto bene, ho un favore da chiederti: il Vivaio fa anche consegne a domicilio vero? - la donna dall'altra parte annuì – Certo! Hai bisogno di qualcosa? - la ragazza annuì – Si, mi servirebbe una staccionata di quelle da orto. Sai, di quelle che ha montato papà in giardino. - la donna replicò decisa – Quanto te ne serve? Quanto è grande il terreno? - Sofia scosse il capo – Ti prego mamma, non ho un terreno, al massimo un fazzoletto di terra. - a quelle parole la madre di Sofia replicò – Beh, si comincia sempre da poco! Chiamo io, tu prepara la terra, ti ricordi come si fa, vero? - la figlia replicò dopo un istante – No mamma, ho dimenticato tutto a causa di un baldo giovane alto, moro con gli occhi azzurri, un sorriso disarmante, voce suadente e una macchina sportiva drinka-carburante! - dopo alcuni istanti la donna dall'altra parte domandò con una certa curiosità – Sei stata molto dettagliata Sofy.. e dimmi, ha un nome questo baldo giovane? - la ragazza rimase interdetta – Mamma, io scherzavo! Senti, ora devo andare, mi fai quel favore? Mandami il conto direttamente qui! - la donna dall'altra parte replicò – Non dire cretinate Sofy! Fatti trovare in casa piuttosto! Ah più tardi ti chiamo, così mi racconti come ti trovi li a Riverview. Ciao tesoro, e stai attenta al bel baldo giovane moro dagli occhi azzurri e il sorriso disarmante! - la ragazza rimase a fissare il cellulare divenuto improvvisamente muto per alcuni, interminabili istanti: sua madre sapeva sempre e comunque come metterla in imbarazzo.

    Tre ore dopo...

    A mezzogiorno Sofia aveva finito di preparare il sentiero che portava al suo piccolo fazzoletto di terra, aveva rivoltato la terra e preparato il primo angoletto per la semina, decidendo cosa ci avrebbe piantato al momento giusto. Era arrivato il camioncino con l'occorrente per la staccionata e l'aveva fatto sistemare nel box, in modo che non desse fastidio a Liam quando fosse tornato e avesse parcheggiato la sua due posti nera drinka-carburante. Pian piano si era portata dietro i primi pezzi e aveva iniziato a montare su i primi angoli della staccionata, così da avere anche un idea delle dimensioni del terreno e poter valutare il da farsi. Non era riuscita a vangare tutta la terra, aveva cominciato col primo pezzetto, poi erano arrivati con la consegna e aveva deciso di rimandare il resto al giorno dopo: poco per volta ne avrebbe fatto il suo orticello e giardino personale.
    A mezzogiorno e un quarto era li, sotto il sole sporca di terra e soddisfatta – Perfetto, sta iniziando a prendere forma! - asserì di ottimo umore.

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    Poi si diresse di sopra in casa: voleva docciarsi e cambiarsi, alle 16:00 doveva essere in centro e aveva il bucato a mano da fare: la lavatrice le sarebbe arrivata entro un paio di giorni, ma fino a quel momento avrebbe dovuto provvedere da sé.
    Stesa la biancheria sul calorifero acceso in bagno, diede una spazzata al pavimento, poi si voltò verso la pila di oggetti accatastati sulla scrivania: c'erano due quadri e un sole da poter appendere al muro, così si rimboccò le maniche e, dieci minuti dopo, aveva piazzato tre chiodi nel muro. Infine scelse l'ordine in cui appendere le foto e il regalo materno del sole.
    Finita l'opera riposizionò l'acquario al suo posto e osservò il risultato finale: era soddisfacente.
    Grazie mamma per avermelo insegnato. Invece di pensare a impartirmi lezioni di cucina o cucito, mi hai spiegato come svolgere i lavori manuali da uomo.. Tutto a causa dei suoi pregiudizi sul genere maschile!
    Fu un vero miracolo se la ragazza mantenne intatta la sua personalità senza farsi influenzare dalle angherie materne.
    Prima di andare a prepararsi, si occupò di pulire l'acquario e preparò il completo da lavoro che avrebbe indossato quel giorno – Pian piano la casa sta prendendo forma.. La mia casetta! - mormorò con soddisfazione, poi andò dritta dritta sotto la doccia.

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    Liam tornò dal lavoro un po' più tardi quel pomeriggio: si era trattenuto in ufficio dopo l'orario di chiusura per riposarsi un po', la nottata passata in giardino a strappare erbacce e rovi lo aveva distrutto sia mentalmente che fisicamente.
    Il suo amico Tom lo aveva raggiunto e gli sollevò gli occhiali da sole mentre il giovane era disteso sulla poltrona della sua scrivania – Sei ridotto a uno schifo. - commentò.
    L'altro aprì gli occhi con un considerevole sforzo di volontà – È colpa tua se sono in queste condizioni. Sei venuto sin qui per questo? - l'altro replicò con un sorriso sornione – Liam, io ti ho suggerito di andare dalla ragazza e scusarti per essere stato te stesso, non ti ho detto di passare l'intera nottata a strappare rovi ed erbacce al chiaro di luna. Se ti sei ridotto le mani in quel modo è un problema tuo, non mio. - il giovane di rimando lo fulminò con lo sguardo – Sei tu quello che mi ha rotto le palle fino allo sfinimento dicendomi che mi sono comportato da stronzo. Mi sono sentito in colpa, e così ho fatto quello che ho fatto. - concluse semplicemente.
    Tom si sedette sulla sedia di fronte a lui e si accese una sigaretta – Ottimo. Doveva andare così. Ora vai a casa e dormi un po', hai una faccia peggiore della mia nel mio periodo più nero.
    Liam inarcò un sopracciglio – Questo è impossibile. - e si alzò, poi si trascinò fuori dall'edificio fino alla propria macchina, infine si diresse lentamente a casa con una certa prudenza. Quando ebbe parcheggiato, uscì fuori dal box e si diresse a raccogliere il giornale di fronte alla porta: un gesto automatico.
    Inarcò un sopracciglio quando vide un tavolino basso di quelli da esterno vicino alla siepe – Che ci fa qui questo? - si domandò, e solo in quel momento si accorse che c'era qualcosa di diverso in quel giardino: vide il sentiero scuro che partiva dal selciato e si dirigeva verso il fianco della casa.

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    Raggiunto l'angolo di svolta rimase stupito: non solo una parte del giardino era stata vangata, ma era stata eretta una piccola parte di staccionata.

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    Liam controllò il lavoro svolto dalla ragazza: se era stata in gamba a preparare il terreno per la semina, purtroppo non lo era altrettanto nel tirar su recinti, né a sceglierne di robusti e resistenti.
    Tuttavia rimase piacevolmente impressionato dal nuovo aspetto di quel pezzetto di giardino, era stata abile già solo per averci provato, e riflettendoci sopra, si rese conto che quella era la prima ragazza fra tutte quelle che aveva conosciuto, con quel tipo di inclinazioni.

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    Cominciò a figurarsela mentre era li che lavorava la terra e montava i pezzi di recinto: lo aveva ringraziato la sera prima, nonostante lui l'avesse trattata da schifo, e ora si era messa subito al lavoro, prendendosi cura di quella terra che lui si era semplicemente limitato ad abbandonare a sé stessa.
    In lei c'è più sangue irlandese di me! Osservò fra sé e sé.
    Chissà se sia così premurosa anche verso le persone. si domandò poi, istintivamente.
    Mentre era li ad osservare le condizioni della staccionata, il suo cellulare squillò. Ripose un istante dopo – Ehi Tom. No, non sto dormendo, sono qui in giardino. Sofia ha fatto proprio un bel lavoro con la terra, per essere una ragazza così minuta. - la voce di Tom replicò con una certa malizia – Oh oh, siamo già al tu, e la chiami perfino per nome! Ammettilo, ti ha impressionato! - il ragazzo dopo un istante mormorò – Vai all'inferno! - il suo amico replicò ridendo – Mi stanno già aspettando. Cambiando argomento, viste le tue condizioni deduco che tu stasera non sia dei nostri alla festa. - il ragazzo si passò la mano sugli occhi mal celando la stanchezza – Tom, sei mio amico e ti stimo, ma ti prego non chiedermi di uscire stasera! È martedì e sono morto. - l'altro ne prese atto – Va bene, non insisto. Siamo al Gazebo in ogni caso, casomai cambiassi idea. - e così i due si salutarono.
    Dopo alcuni istanti, Liam si diresse verso il fondo del giardino, cosa che non faceva dalla notte dell'incendio: li, fra i vari rovi ed erbacce secche, sapeva esserci la causa della sua reazione esagerata della sera precedente.
    Si fermò su di un punto ben preciso e guardò di fronte a sé.
    Poteva vederle, là consumate dal tempo e dalla mancata cura da parte sua: due piccole lapidi di pietra prive di qualunque epitaffio.

    tomba



    Un nodo di angoscia gli serrò lo stomaco, e mentre si avviava a casa tornò con la mente agli eventi di cinque anni fa:
    Quella notte il cielo era carico di nuvole pesanti e l'aria era satura di umidità.
    Lui che dal fondo della strada vedeva gli alberi di betulla in fiamme, sentiva le grida disperate di una donna che lo chiamava a squarciagola:
    Liam!! Ti prego, Liam, aiutaci!!
    Lui corse con tutto il fiato che aveva in corpo, raggiunse la casa, tagliò per il giardino... Ma era troppo tardi: il Fuoco aveva divorato tutto.
    Lui era là, quell'essere incorporeo sogghignava – Ti avevo avvertito Cacciatore! Tu mi hai portato via la cosa più preziosa che avessi, e io ho pareggiato i conti! Muhahahahah! Ricordatelo bene: Tu non sarai mai felice, perché ogni volta che ti legherai a qualcuno, io verrò a portartelo via!

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    Il ragazzo riaprì gli occhi che erano le sette e mezza di sera.
    Era li, disteso sul divano col cuore in gola e i nervi tesi a fior di pelle. - Maledizione.. Anche di pomeriggio ora! - mormorò ridistendendosi, cercò di riacquistare la sua solita calma mentre il cuore batteva così forte da premere contro le sue costole.
    Dopo alcuni minuti udì il rumore di un mezzo a lui divenuto familiare: Sofia era rientrata.
    Per un attimo, un brevissimo istante, Liam desiderò che Sofia non fosse mai giunta a Riverview.

    - Fine Capitolo III -

    Edited by MatsuoYumi - 16/6/2013, 17:54
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    già vedendo Kenshin nella tua firma, ti stimo *_*
    Comunque mi piace molto come racconti questa storia, come scrivi :)
    C'è anche molta cura nelle tue foto , mi piace anche questo :D
    Ovviamente mi piace anche l'inizio di questa storia, sono curiosa di leggere i prossimi capitoli :)

    Se ti va, passa a dare un'occhiata alla mia storia, si chiama Petali D'oriente , petali della vita. se ti piace ovviamente. :P


    Appena puoi continua e brava, ti seguo :)
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