Il Saggio dell'Albero Bianco

Iniziale jo.

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    Il saggio dell'Albero Bianco
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    MORAIVE, da qualche parte vicino al confine sud; Crepuscolo.
    .pov - ul

    Il freddo del Moraive nella stagione invernale è un velo candido che si stende su ogni cosa, coprendola e rendendola d'una purezza ingannevole. Ne sai qualcosa, visto il tuo recente passato: la scia di sangue che ti sei lasciato dietro ha scatenato una caccia al caprone, e questo ti costringe ad allontanarti, viaggiare isolato evitando le strade principali e le prossimità dei villaggi, almeno finché non avrai messo il giusto numero di leghe fra te e quella curiosa sequela di eventi. Per questo, muoversi verso il Laendriel potrebbe sembrare una buona scelta: uscire dai territori del Tovis porta con sé nuove popolazioni, nuove lingue, e la possibilità di reinventarti, senza che nessuno arrivi a riconoscerti o accusarti.

    La via che percorri è poco più che una mulattiera fangosa, tanto stretta da impedire il passaggio di due carretti affiancati, e totalmente desolata. Una buona scelta, per chi non vuole essere visto. L'ora è tarda, e a nessuno verrebbe in mente di avventurarsi da quelle parti con l'appropinquarsi del crepuscolo; l'aria è frizzantina, e il vento che fino a qualche ora prima era stato quasi piacevole, ora inizia a diventare ghiacciato, tagliente. Il parassita che ospiti non si fa sentire da diverse ore, e tutto sommato la situazione potrebbe apparire tranquilla, ma è proprio quando le cose sembrano tranquille che c'è da temere il peggio. E il peggio, come sua malvagia abitudine, si manifesta con l'aspetto più strano che tu possa aspettarti.

    Lo vedi sul ciglio del sentiero, affossato nella neve, come una macchia in un quadro bianco che va tingendosi di tenebra e sangue. Sembra un animale a un primo sguardo, ma non potresti ricondurlo a nulla che tu abbia già visto. Il corpo è simile a quello di un'alce o di una renna, forse leggermente più imponente e coperto da un pelo scuro e lucido; la testa, pur presentando un palco di corna ramificate simili a quelle di un cervo, per forma e dimensioni sembra quello di un lupo; la coda è mozza, ma risulta squamosa, un serpente che ogni tanto sussulta. La cosa più inquietante, tuttavia, sono gli occhi. Decine e decine di occhi dall'iride color rubino, posizionati su tutto il corpo dell'abominio che hai fronte. Alcuni sono chiusi, ma quelli aperti sono fissi e privi di vita. Dalla distanza a cui ti trovi - cinque o sei metri - non riesci a vedere molto più di questo.


    Benvenuto alla tua giocata iniziale!
    In questo primo turno, ti lascio spazio affinché tu possa presentare il personaggio, magari narrando parte del viaggio o esplorando le sue motivazioni, i suoi scopi, il rapporto con il parassita. Insomma, hai spazio per interpretare.
    Non è un turno di presentazione "classico" perché ti ho già messo davanti l'inizio di tutti i tuoi guai. Ti ricordo soltanto che fin da adesso puoi prendere l'iniziativa, se lo desideri.
    Il topic di supporto per questa giocata è già aperto.
    Ovviamente, per qualsiasi chiarimento, sono a disposizione per mp o su discord.
     
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    Erano passate alcune ore dal momento in cui Ul ed il suo nuovo compagno di viaggio erano diventati un tutt'uno. Gli eventi di Palum erano avvenuti nell'arco di poco piú di un'ora. Dorothy, la responsabile del lazzaretto probabilmente si era giá svegliata di fronte alla raccapricciante scena di 25 corpi morti, ossa rotte, sangue sparso e nessuna traccia di quel caprone arrivato da chissá dove. Con altrettanta probabilitá, le guardie ore stavano alla ricerca del galzani. Ul non biasimava nessuna di quelle reazioni, ma in quei momenti non aveva trovato nessun'altra soluzione se non quella di condannare alla morte tutti i malati e prendersi carico del parassita.

    Aveva indossato il mantello coprendo il capo e la cassa sulle spalle. Il mantello lo copriva fino al ginocchio. In quel momento, la direzione migliore da prendere era verso sud, verso il Laendriel, laddove nessuno nei dintorni di Palum potesse ritrovarlo e gente locale potesse riconoscerlo. Il respiro del galzani formava delle piccoli nubi di vapore acqueo di fronte al suo muso, i duri zoccoli sprofondavano nella neve cedevole ed il pensiero di Ul tornó alle persone lasciate morire, il completo opposto di ció che si era posto come missione una volta che aveva deciso di intraprendere quel viaggio da guaritore. Ma affrontare la morte é anche compito di un guaritore, saper accettare la responsabilitá di prendere una decisione come quella di smettere di prestare cure in situazioni oramai irreversibili é anche questo uno dei suoi compiti. In quel caso peró aveva portato con sé l'ira di un villaggio.

    Cosí sia.

    Pensó il galzani, se questo avesse fermato il parassita, avrebbe accettato il ruolo dell'assassino. Parassita che, per il momento se ne stava in uno stato dormiente, probabilmente stanco dalla propria lotta per la sopravvivenza, Ul si chiedeva se avesse apprezzato avere un nuovo "compagno" di viaggio. Il sole si stava abbassando all'orizzonte, sottili raggi colore dell'ambra filtravano creando sottili lame di luce attraverso le nubi e la sottile nebbia. Il sentiero che percorreva andava stringendosi, lasciando spazio appena per un paio di piccole carovane. La neve ai suoi piedi si trasformava in fanghiglia. La sensazione sugli zoccoli passava da soffice neve a densa poltiglia nella quale sentiva che il proprio passo diventava meno fermo. Allo stesso tempo, l'ora tarda portava con se una sempre piú gelida brezza che faceva svolazzare il proprio mantello, scoprendo il corpo del galzani e la cassetta sulle sue spalle ed esponendolo al freddo del nord. Rabbrividí per un momento.

    Poi, rabbrividí di nuovo, ma non per il vento. Si fermó a circa 6 metri da ció che aveva appena visto. Sul ciglio innevato del sentiero l'occhio del galzani incroció uno, dei molteplici, occhi di una bestia che si trovava distesa a terra coperta parzialmente di neve. La stazza della creatura, seppure piú grande del normale, ricordava un'alce, o una bestia simile. Le corna sembravano confermare questa ipotesi, ma il capo ricordava quello di un lupo ed ancora, la coda mozza presentava squame che ricordavano la pelle di un rettile. Qualsiasi idea potesse farsi sulla natura della bestia era inutile, nulla di ció che conosceva aveva una quantitá di occhi cosí numerosa sul proprio corpo; alcuni aperti e assenti di vita, altri chiusi. Rifletté alcuni momenti, osservando la bestia mantenendo la propria distanza, riuscí a capire che questa fosse con buona probabilitá morta. Inoltre poteva presumere che non facesse parte della fauna naturale del Moraive o di Atlas in generale, insomma, una chimera mai vista fino a quel momento. Il vento rese difficile capire se l'abominio di fronte al caprone emettesse un qualsiasi tipo di odore che avrebbe potuto indicare se fosse giá in decomposizione o meno. Ancora intimorito cominció a muoversi verso la bestia. Aguzzando i propri sensi ebbe la sensazione che qualcosa si stesse muovendo attorno a lui. Passo dopo passo, si rafforzó la convinzione del galzani che questa creatura fosse piú unica che rara, e che probabilmente, incontrare questa carcassa avrebbe portato solo altre seccature.




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    Riassunto:
    Ul usa 2 punti stress per assicurarsi che la la natura della chimera non sia naturale e 1 punto per rendersi conto di una presenza sinistra.

     
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    Senti qualcosa. Dei passi, anche se non sapresti definirne la direzione con certezza: i suoni rimbombano e sembrano cambiare provenienza, così che un passo sembra assai distante da quello che l'ha preceduto. Avverti il pericolo, come se stessi per venire circondato da un'orda barbarica, e forse anche il parassita inizia a inquietarsi. Intorno a te non vedi nulla, se non lo sconfinato biancore della neve che va tingendosi di tinte scure con il calare della notte. La creatura davanti a te agita la coda per un'ultima volta, un ultimo spasmo incontrollato che fa da cornice alla morte.

    «Ehi, Belial, giù le zampe dalla mia preda!». Una voce ti giunge alle spalle, squillante e acuta tanto da riuscirti fastidiosa. Pur guardandoti intorno, non vedi nessuno. Un rumore secco, come una piccola esplosione, poi ancora la voce. «Sto parlando con te, caprone. Qui sotto!».

    TNsLj4K
    E infine lo vedi. La voce appartiene a una strana creatura, piuttosto piccola visto che non raggiunge il metro d'altezza, ma dall'aria combattiva. La pelle è grinzosa e coperta di macchioline bianche, il naso bitorzoluto e rubizzo spicca sul volto schiacciato. Un panno nero gli copre la bocca, che puoi immaginare ospiti denti aguzzi, adatti alla sua natura, ma ciò che più ti colpisce sono gli occhi enormi e spiritati, quasi fuori dalle orbite, dall'iride rossastro e privi di pupilla. Ha in testa un copricapo floscio di un bel rosso brillante, il che ti aiuta a definirne l'appartenenza alla razza dei Berretti Rossi; non sono comuni su Atlas, ma sai che ne esistono piccole comunità; un tempo abitavano le paludi di Veh Dreyvah e il Nash Andii, ma la comparsa degli Aberranti e il ritorno dei Malakozoi li hanno spinti più a ovest, e ora pascolano tra il Moraive meridionale e il Suhayl.

    Lo osservi per qualche istante, sembra piuttosto anziano anche per la sua razza, il cui arco vitale può attraversare interi secoli, almeno finché trovano del sangue in cui intingere il loro cappello; pare che riescano a rimanere in forze finché il suo colore rimane di un rosso acceso. La piccola creatura tira fuori un coltellaccio quasi più lungo di lei, quindi nuovamente ti apostrofa: «Divoratore cane, ti decidi a toglierti di torno?».


    Niente da segnalare. Per i dialoghi, possiamo andare in supporto o puoi postare direttamente qui, come preferisci.
     
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    La bestia ebbe un ultimo sussulto con la coda mozzata, probabilmente un ultimo spasmo muscolare incosciente. Ul provava i nervi a fior di pelle, la presenza che sentiva attorno a se ancora non si era palesata, il cuore batteva cosí forte che aveva la sensazione di poterlo sentire rimbombare dal proprio petto. Fece un altro passo verso la bestia, e questa volta il suono degli zoccoli sul fango venne seguito da quello che parve un eco, poi un'altra eco ancora piú lontana, ma quando il galzani pensava che si fosse ormai estinta, udí l'eco di un altro passo, e poi un altro ancora. Gli occhi del caprone cominciarono a schizzare a destra e a manca, si tolse la benda che portava sull'occhio destro per poter vedere chiaramente, ma oltre al rumore di passi che provenivano da svariate direzioni, Ul non vedeva niente oltre alla neve ed alla bestia. Sentì l'occhio destro vibrare leggermente, a quanto pare anche il parassita cominciava a provare timore in quella situazione. I rumori infine cessarono ed il galzani perse un battito, il silenzio divenne assordante in quegli attimi finché lo stesso silenzio non venne interrotto da una voce squillante.

    «Ehi, Belial, giù le zampe dalla mia preda!»

    Beló dallo spavento, perse l'equilibrio per un attimo prima di ricomporsi. Cercó da dove provenisse quella voce ma non riuscí a vedere niente.

    «Sto parlando con te, caprone. Qui sotto!».

    Ed infine abbassó lo sguardo per vedere la forma della presenza che lo stava angosciando. Un piccolo berretto rosso, un po' piú basso del galzani, con classici grandi, esageratamente grandi, occhi scarlatti e privi di iride. Riconobbe la razza grazie al caratteristico copricapo rosso che portava sul capo. Conosceva quella razza ma mai ne aveva visto un esemplare, esistevano solo piccole comunitá che peró vivevano proprio nelle aree dove il galzani si trovava in questo momento.

    «Divoratore cane, ti decidi a toglierti di torno?»

    Tornó alla realtà, incalzato dal berretto rosso che ora brandiva un coltellaccio. Ul deglutí alla vista dell'arma. Si schiarì la voce e rispose, leggermente sollevato dal fatto che infine il sentimento sinistro che aveva sentito nell'aria precedentemente avesse preso forma, ma allo stesso tempo intimidito.

    «Oh, ti assicuro che non vedo l'ora! Ma premettimi una domanda: cosa é questa chimera che stai chiamando "preda"?»

    «A te cosa sembra? Un cucciolo di Mastodon degli abissi.»

    Il galzani accennó una piccola risata nervosa al pensiero che quello fosse ancora un cucciolo. Ul non era un esperto della fauna di Atlas soprattutto di ció che stava a nord del continente, cosí si fece prendere dalla curiositá e prese a porre domande al suo interlocutore.

    «Ma certo! ma certo! E...come ci é finito qui esattamente?»

    «Lo inseguo da tredici giorni. Ce ne ha messo di tempo lo stronzo»

    Non soddisfatto, Ul continuó con altri quesiti, voleva conoscere di piú su quella mostruosa creatura.

    «Come sarebbe a dire tredici giorni?! Da dove sarebbe partita la caccia? E cosa avrebbe fatto lo stronzo per suscitare tutto questo interesse?»

    «Ma sei scemo o cosa?»

    In effetti, un po' scemo si sentiva, ignorante, piuttosto, ma comunque carente di qualche conoscenza. Non che questo lo turbasse, era un buon momento per acquisire nuove informazioni riguardo al continente. Spazientito, il berretto rosso scostó il galzani per potersi avvicinare al mastodon e cominciare l'usanza peculiare della sua cultura.

    «Questa roba viene sempre dal Nash Andii.»

    Notó come la provenienza del mastodon coincideva con una delle regioni dove i berretti rossi vivevano prima di muoversi verso il Moraive e il Suhayl. Forse non avevano niente a che vedere in quella situazione, ma fu una congettura che gli venne in mente in quel momento.

    «Tu fai troppe domande. Non sarai mica uno di quegli Stronzoni del Gelo?»

    Intanto, aveva infilato il coltellaccio nello stomaco della creatura, per poi aprirne un taglio grande abbastanza da poterci infilare il braccio. Il sangue (o cosí sembrava) ormai si stava rapprendendo, ma parve bastare per il piccolo essere che cominció ad intingere il proprio berretto nella sostanza.

    «Niente a che vedere con il nord, anzi, stavo giusto cercando di allontanarmene il piú possibile. Per caso conosci qualche sentiero che mi possa portare verso sud senza essere visto?»

    «La strada c'è, ma sei sicuro di volerla percorrere da solo? Sono tempi brutti questi.»

    Rispose il berretto rosso, ed infiló un braccio nello stomaco del mastodon, producendo suoni disgustosi ma ai quali il galzani era ormai abituato. Ul, dal canto suo, cominció a sentirsi un po' a corto di tempo, era curioso sí, ma non abbastanza da trattenersi troppo in chiacchiere non necessarie. Il vento gelido continuava a soffiare spazzando qua e lá la neve polverosa che si trovava accumulata ai lati del sentiero e di lí a poco oltre al vento si sarebbe aggiunta la notte e l'idea di dover passare la notte da solo in quel posto non piacque per niente al caprone. Cosí, cercó di chiedere piú informazioni su questa strada che avrebbe potuto portarlo al sicuro.

    «Immagino di non avere altre opzioni. Ti vedo piuttosto indaffarato, a meno che non ti dispiaccia accompagnare un caprone in fuga, riprenderei il mio cammino il piú presto possibile. Necessiterei solo di alcune informazioni sulla strada da prendere.»

    «Potremmo fare un accordo: tu mi aiuti a trasportarlo fino a casa, e io ti faccio arrivare al Suhayl tutto intero!»

    Non era una decisione difficile da prendere, le opzioni erano due: seguire le indicazioni del berretto rosso e proseguire da solo, con una manciata di viveri e sperare di riuscire ad arrivare sano e salvo nel Suhayl, oppure accettare l'offerta ed essere accompagnato da un esperto verso la meta trasportando con se il mastodon. Quindi, accettó.

    « Affare fatto! Sono Ul, mi auguro un viaggio tranquillo. »

    « Pickle! Quanto al viaggio tranquillo, comincia a caricarti in spalla quel bestione e seguimi »

    Ul si era tolto il mantello e aveva poggiato la cassetta a terra, dalla quale aveva estratto un telo nel quale coprire la bestia. Nello stesso momento, Pickle non appena terminó di rispondere, cominció ad incamminarsi verso ovest. Ul venne colto di sorpresa e cominció rapidamente a prepararsi per partire, indossó il mantello ed alzó il cappuccio. Posó la bestia sopra la cassetta di legno come meglio poté per poi infilarsela sulle spalle. Con un belato di sforzo si sollevó da terra e cominció ad incamminarsi nella stessa direzione che aveva preso Pickle, mentre ancora si stava allacciando i lacci perpendicolari all'altezza del petto. Acceleró leggermente il passo, cercando di non perdere l'equilibrio nella fanghiglia.

    « Eh-Ehi! Un attimo! »




    Legenda: « Parlato » - « Pensato » - « Parlato Pickle »
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    Mentre camminate, Pickle inizia a fischiettare un motivetto orecchiabile, la melodia di una filastrocca tipica del nord; non canta, però, si limita ad accompagnare il fischiettio con qualche mugugno, come se non sapesse le parole o non osasse pronunciarle.

    TNsLj4K
    «Hai detto di chiamarti Ul?» domanda, mentre state per arrivare a un crocevia. «Strano nome, pure per uno come te». Da questo commento, intuisci che deve avere una particolare opinione dei galzani. Ti sorride, mostrando un doppio giro di denti affilatissimi, ora che non c'è più il panno a coprirgli la bocca. Arrivati al crocevia si ferma, guardandosi intorno. «Al crocevia prendere a destra, poi sempre dritto fino alla seconda quercia, allora Sdrigùl». Recita queste parole snocciolandole in maniera meccanica, come istruzioni che gli siano state impartite. «Non ho un ottimo senso dell'orientamento» ammette «ma sono un fantastico cacciatore, quindi non preoccuparti». Lo dice come se la cosa, per qualche motivo, dovesse farti stare tranquillo. «Se sento l'odore della preda non ho problemi a orientarmi, ma per tornare a casa devo prendere punti di riferimento, o finisco col correre dietro a qualche scia di sangue».

    Prendete la via indicata da Pickle al crocevia, e continuate a camminare per una decina di minuti; dovete passare da una piccola strettoia, lì dove la strada viene costeggiata da due dirupi che promettono di poter franare da un momento all'altro. Proprio mentre vi trovate lì, nel mezzo della via, Pickle si volta a guardarti, improvvisamente serio. «Dimmi un po', Ul... sai combattere?»


    Prova di iniziativa basata su Percezione.
    La prova è da 3/4/5. La presenza di Pickle ti offre un +1 alla prova. Rispondi direttamente qui, senza passare dal supporto.
     
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    Non ci mise molto a raggiungere il piccolo berretto rosso, che intanto aveva iniziato ad intonare un motivetto fischiettando e mugugnando alcune parti. Il si sentí leggermente piú tranquillo in quel momento, la guida sembrava muoversi con esperienza attraverso il sentiero e per il momento non percepí strane sensazioni come fece prima di incontrare Pickle. Il peso del cucciolo di mastodon sicuramente avrebbe accelerato l'affaticamento del galzani, ma per il momento riusciva a muoversi ancora senza troppi problemi.

    In lontananza cominció a delinearsi un crocevia ed Ul sperava che il berretto rosso, sazio del sangue della bestia, non avesse un momento di distrazione e prendesse la strada sbagliata, oh quanto avrebbe odiato dover girovagare per piú del tempo necessario. Pickle si rivolse al caprone « Hai detto di chiamarti Ul? Strano nome, pure per uno come te » e sorrise, mostrando chiaramente i suoi aguzzi e spaventosi denti, la benda che li copriva era stata rimossa per poter consumare il mastodon. « Beh...Cosí mi hanno sempre chiamato. Non ricordo di aver avuto altri nomi. » Rispose tranquillamente alla domanda, ricordando come il suo primo mentore, ormai defunto, lo avesse adottato che ancora non aveva sviluppato le corna. Secondo quanto gli venne riferito, "ul" fu la prima parola, o verso per meglio dire, che emise dopo essere stato trovato e cosí quel verso divenne il suo nome. «Al crocevia prendere a destra, poi sempre dritto fino alla seconda quercia, allora Sdrigùl». Il caprone non capí esattamente cosa quella l'ultima parola volesse dire, sperava solo non significasse qualcosa di cattivo, ma fu sollevato dal capire che il berretto rosso conosceva un modo efficiente per muoversi attraverso il sentiero. Ma il sollievo non duró molto: « «Non ho un ottimo senso dell'orientamento»

    « Oh maledizione, proprio quello sbadato dovevo incontrare. »

    Pensó, rassegnandosi al fatto che prima o poi, si sarebbero smarriti. «ma sono un fantastico cacciatore, quindi non preoccuparti» Concluse infine Pickle, magra consolazione per il galzani che in quel momento avrebbe preferito un abile navigatore. «Se sento l'odore della preda non ho problemi a orientarmi, ma per tornare a casa devo prendere punti di riferimento, o finisco col correre dietro a qualche scia di sangue» continuó il berretto rosso. « Spero solo che non succeda. Questo mastodon non é del tutto leggero. » Infine i due presero la via indicata dal ritornello pronunciato precedentemente. Dopo alcuni minuti il sentiero si strinse in uno stretto corridoio delimitato da due dirupi. Ul e Pickle si incamminarono per la stretta via, il galzani si mosse un po' piú lentamente, impaurito dai dirupi e dalla possibilitá di perdere l'equilibrio. «Dimmi un po', Ul... sai combattere?» Venne colto di sopresa dalle parole del berretto rosso, era talmente concentrato nel suo compito di trasportare la bestia e non cadere in uno dei dirupi. Il pelo, coperto dal mantello, cominció a rizzarsi ed ironicamente il caprone provó la pelle d'oca, quella domanda voleva dire solamente una cosa: guai in vista. Avrebbe preferito non combattere, se fosse stato possibile, fuggire era piú nelle sue corde. « So difendermi, ma preferirei evitarlo. » Le orecchie si sollevarono sotto il cappuccio, alzandolo leggermente e gli occhi del caprone erano concentrati, le pupille si dilatarono leggermente. Serró le mani sui lacci attorno alle spalle, preparandosi a qualsiasi cosa Pickle potesse aver percepito.





    Legenda: « Parlato » - « Pensato » - « Parlato Pickle »
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    - Ul usa 2 punti stress per raggiungere Percezione 5: 2 (base) + 1 (bonus da Pickle) + 2 (consumo stress)

     
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    La domanda di Pickle di certo non era casuale, e sebbene quella da sola potesse bastare a metterti in sospetto, ti ci vuole davvero poco perché uno come te, abituato a viaggiare molto, riesca a percepire la presenza di qualcuno, o qualcosa, nella boscaglia che sovrasta il dirupo alla vostra destra. Si tratta di almeno tre o quattro metri di parete rocciosa, c'è dunque da dire che, di qualsiasi cosa si tratti, dovrà probabilmente fare un lungo giro prima di potervi raggiungere, o almeno così verrebbe da pensare. E poi non è detto che si tratti di qualcosa di pericoloso.

    TNsLj4K
    «Probabilmente non abbiamo molto tempo, togliti quella roba dalle spalle» dice Pickle, evidentemente meno possibilista circa l'inoffensività dell'inopportuno visitatore. «Io sono stanco dopo la lunga caccia; qualunque cosa sia, la mia priorità è la carcassa. Faremo così: tu lo affronti e io sto dietro a difendere il mastodon, ma cercherò di aiutarti, alla bisogna».
    L'espressione è come sempre un po' dura e sbrigativa, ma queste sono le normali maniere del Berretto Rosso anche in condizioni neutrali, figurarsi quando si aspetta di venire attaccato da un momento all'altro. Il tempo a vostra disposizione per effettuare i preparativi è, in realtà, assai meno di quanto avreste potuto preventivare: un lupo maschio dal pelo insolitamente bianco, di dimensioni appena superiori a quelle normali, ha seguito il declivio quel tanto che bastava a ridurre l'altezza da quattro metri a giusto un paio. Con un balzo elegante viene giù, vedi i muscoli guizzare al di sotto della pelliccia.

    «Lupi! Detesto i lupi».
    Pickle non sembra averla presa bene.
    Dal canto suo, il lupo vi scruta con i suoi occhi di una strana pigmentazione vermiglia, quindi adocchia la preda del Berretto Rosso e spalanca le fauci e si passa la lingua sul muso, un modo educato per mostrare le zanne e invitarvi a farvi da parte, gli state facendo tardare la cena. Rimanendo, rischiate di finire sul menù.


    Combattimento! Il tuo avversario è un lupacchiotto cuccioloso e fuffloso. Pickle si limiterà a difendere la carcassa (che sembra essere il vero obiettivo del lupo) e a darti manforte se dovesse servire, ma non fare troppo affidamento su di lui: è stanco dalla lunga caccia.
    Per questo turno iniziativa non piena, ovvero 1 sola azione (torneranno a essere 3 dal turno successivo).

    Di seguito, le specifiche del lupo.

    Lupo Bianco
    Comune

    Risorse: 36/36 (salute) - 30/30 (energia);
    Classi di Difesa: 2 - 2 - 1
    Competenze: Atletica IV
    Passive: Testardo II
    Azioni: Combatte corpo a corpo, è un normale lupo.
     
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    Pickle prese rapidamente la parola, rompendo la concentrazione momentanea del caprone. La fronte leggermente corrugata, nell'attesa che qualcosa balzasse dal nulla con intenti maligni. In effetti, il primo incontro con il berretto rosso era stato tremendamente fortunato, non solo Pickle non aveva attaccato Ul ma ora lo stava addirittura accompagnando verso il Suhayl. Un colpo di fortuna del genere non poteva che essere seguito da una nuova rogna. Il corpo del galzani era pronto, il suo inconscio, naturalmente propenso alla fuga, era consapevole che di lí a poco avrebbe dovuto svignarsela.

    «Probabilmente non abbiamo molto tempo, togliti quella roba dalle spalle» Ordinó il berretto rosso in modo secco, mettendo fuori discussione l'opzione di evitare l'incontro. Ul posó la cassetta, sulla quale giaceva poggiato la bestia cacciata da Pickle. Il tonfo del carico sulla terra echeggió leggermente fra i dirupi che guardavano sul loro sentiero, pareti rocciose alte circa 4 metri. Si sentí immediatamente alleggerito e per un attimo ebbe l'impressione di levarsi da terra oltre il proprio corpo fisico. «Io sono stanco dopo la lunga caccia; qualunque cosa sia, la mia priorità è la carcassa. Faremo così: tu lo affronti e io sto dietro a difendere il mastodon, ma cercherò di aiutarti, alla bisogna» Di nuovo, senza molti giri di parole, Pickle espose la situazione chiaramente e ancora una volta Ul si trovó a non aver scelta, avrebbe potuto scappare e ripercorrere la strada all'indietro lasciando Pickle da solo con il suo mastodon, d'altronde, il berretto rosso quella bestia non erano affari suoi giá dall'inizio. Ma i due avevano fatto una promessa, ed il galzani non era uno da romperle. Con la coda dell'occhio riuscí a scorgere una candida forma muoversi rapidamente nella boscaglia soprastante nella direzione dove il dirupo divenne meno alto. Ul non riuscí a riconoscere cosa fosse in un primo momento, ma non fu necessario doverla riconoscere subito, questa balzó dal dirupo alla strada, di fronte al caprone ed al cacciatore.

    Delle volte la sorte ha questa sadica abitudine di presentare situazioni di una particolare ironia a chi le deve vivere. Sí, perché in questo caso, di tutte le creature viventi su Atlas e anche quelle dall'abisso, la sorte decise di offrire al galzani il piacere di dover affrontare un lupo, ovviamente. L'animale dal pelo stranamente candido esibiva altrettanto strani occhi color cremisi, rispetto ai lupi alla quale era abituato Ul, questo risultó un po' piú grande della norma. Naturalmente, il galzani aveva una certa familiarità con i lupi, ma lupi con occhi del genere non ne aveva mai visti, in particolare, il colore ricordava quello dei molteplici occhi presenti sulla bestia cacciata dal berretto rosso. Che le due bestie avessero qualcosa in comune? magari anche quel lupo, che peró non mostrava altre mutazioni particolari, veniva dagli abissi come il mastodon. La creatura di fronte al caprone mosse lo sguardo verso il mastodon di Pickle, per poi mostrare le proprie zanne, bianche quasi quanto il pelo e chiara indicazione di quale fosse il suo vero obiettivo. «Lupi! Detesto i lupi.» Esclamó il cacciatore. Ed ecco un altro colpo sinistro della sorte, non solo il nemico naturale del galzani ma come se non bastasse, la creatura odiata da Pickle. « A chi lo dici, caro Pickle. A chi lo dici! Di tutte le beéééstie, proprio un maledetto lupo?! » Rispose il caprone non nascondendo una vena di paura, evidenziata dal sottile belato. Lasció andare un sospiro, come per levarsi di dosso tutte le preoccupazioni. La bestia non sarebbe stata distratta per ancora molto tempo dalla vista del mastodon, per questo Ul avrebbe dovuto agire in fretta. Strofinó gli zoccoli a terra, creando due solchi che avrebbero fatto da base di partenza, in seguito, batté la punta degli zoccoli a terra per rimuovere terreno in eccesso. Poggiando sulla base appena creata, il galzani si piegó sulle proprie gambe contraendo i muscoli per poi scattare verso il lupo, il corpo piegato in avanti, le proprie corna in direzione del nemico, l'attacco aveva come bersaglio il capo del lupo, o meglio, qualsiasi cosa si trovasse a quell'altezza nel momento in cui Ul avesse fatto impatto. Lo scatto rimosse il cappuccio dal capo del galzani, ció espose le corna che brillavano di un alone colore smeraldo. La speranza del caprone era quella di essere rapido abbastanza da cogliere di sorpresa il nemico mentre questo era ancora concentrato sul mastodon.




    Legenda: « Parlato » - « Pensato »
    Scheda: Ul
    Livello: 5
    Salute: 40/40
    Energia: 34/40
    Stress: 5/10

    Competenze:
    - Natura: 4
    - Atletica: 3
    - Percezione: 2
    - Società:1

    Artefatti:
    - Materiali per accampamento [Tenda da campeggio | 2 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Salute | 1 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Energia | 1 slot]
    - Erbe nocive [Gioco sporco I | 8 + Natura | Debole | Attacco | 1 slot]

    Passive:
    Guaritore nomade [Chierico | 1 slot]
    Attive:
    - Carica
    Sfruttando le capacitá fisiche delle sue caratteristiche animali Ul si lancia a capo basso contro un nemico che si pone in linea retta di fronte a lui, cercando di colpirlo con le sue corna. Le corna brilleranno di un alone vardastro.
    [Offensiva su Tempra | Atletica | Versatile I (A): Riflessi | Consumo Medio | Costo: 6 (4+2) | Effetto: 7 (4 + Atletica)]
    Riassunto:
    - Ul usa carica per lanciarsi all'attacco del lupo sperando che questo sia ancora concentrato sul mastodon.

     
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    Il tuo piano è abbastanza buono, pur nella sua semplicità: in effetti, il lupo sembra ancora preso a fissare il cucciolo di Mastodo, pregustando un lauto pasto, quando inizi la tua corsa. Lo stesso Pickle sembra approvare quella scelta: è un cacciatore, per cui conosce bene l'importanza di attaccare per primi. Nella caccia come nella vita gli aveva detto una volta il suo maestro ci sono sempre un pappone e una puttana; tutto sta nel vedere chi è chi. Certo non un esempio di erudizione, ma in quelle parole Pickle ha trovato un certo grado di buonsenso, specie in età adulta, quando ha cominciato a cacciare prede pericolose, creature che non non sono vittime per vocazione o per natura, e che anzi attendono un solo errore, una sola disattenzione, per trasformare il cacciatore in preda. Dunque il Berretto Rosso è lì, davanti al mastodon, incitandoti a gran voce:
    «Dagli! Dagli al lupatro!» urla sguaiato, mostrando i denti affilati.

    Il lupastro, per l'appunto, sembra riaversi dalla sua paradisiaca visione di carne frollata all'udire quelle grida, e si accorge di avere un caprone pronto a incornarlo a brevissima distanza. Prova a scartare di lato, azione che gli riesce appena e che tuttavia ti impedisce di ficcargli le tue corna luminescenti nel gargarozzo; arrivi comunque a colpirlo, ma solo di striscio, alla zampa posteriore sinistra. Si tratta comunque di poco più di un graffio che pare bruciare più l'orgoglio del lupo che la sua carne: un lupo che si fa incornare da una capra, per quanto grande, è un po' lo zimbello del branco.

    Un rivolo di sangue gli sporca il manto e la bestia ti guarda con occhi iniettati di sangue; si dice che gli animali feriti siano i più pericolosi, e quel lupo, sebbene la ferita sia lieve, pare voler tenere fede a una tale espressione, quindi si scaglia contro di te. Avanza zigzagando a balzi per non darti la possibilità di prevedere quando spiccherà il salto finale, infine zompa quando si trova già abbastanza vicino, provando ad azzannarti al collo.


    Di seguito, le specifiche del lupo.

    Lupo Bianco
    Comune

    Risorse: 35/36 (salute) - 18/30 (energia);
    Classi di Difesa: 2 - 2 - 1
    Ferite: Lieve alla zampa posteriore sinistra (1).
    Status: Nessuno
    Bonus: Nessuno
    Malus: Nessuno
    Equipaggiamento: Denti [Naturale] [Equipaggiamento Semplice] [Atletica su Riflessi]
    Competenze: Atletica IV
    Passive: Testardo II
    Azioni:
    - Schivata: Il lupo prova a schivare gli attacchi diretti.
    [Attiva] [Difensiva] [Consumo Medio] [Scala su Riflessi] [Costo: 4] [Effetto: 6 (4 medio +2 riflessi)]

    - Assalto: Il lupo salta in avanti, cercando di azzannare il nemico.
    [Attiva] [Offensiva] [Consumo Alto] [Scala su Atletica] [Colpisce Riflessi] [Costo: 8] [Effetto: 12 (8 alto + 4 atletica)]


    Riassunto: Colpisci il lupo ma solo di striscio; la cosa comunque sembra farlo innervosire parecchio, quindi decide di provare ad azzannarti al collo.
    In fin dei conti, anche un caprone va bene come cena.

    Note: Scusa per il ritardo. Fin qui tutto bene, però devo farti notare che nel tuo specchietto riassuntivo non sono riportate le classi di difesa.


    Edited by vøx - 17/12/2022, 21:21
     
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    «Dagli! Dagli al lupastro!»

    Ul sentì la voce stridula del berretto rosso mentre scattava verso il lupo, le gambe potenti continuarono a battere il terreno riducendo rapidamente la distanza fra il caprone ed il suo nemico. Il respiro ritmato produsse piccole nuvole di vapore che velocemente si lasciò alle spalle ed in pochi attimi il galzani si ritrovò nei pressi del lupo che solamente in quell'istante si rese conto della minaccia incombente. Con la stessa agilità con la quale discese dal dirupo, il lupo scattò verso la sinistra del caprone che però riuscì comunque ad colpirlo di striscio ad una delle zampe posteriori. Il colpo aprì una piccola ferita e da essa cominció ad uscire lentamente del sangue che macchiò il candido pelo della creatura. Non si trattò di una grande ferita, ma bastò per ferire anche l'orgoglio del canide, che in quel momento mostrò le fauci nuovamente, ma non come fece precedentemente mentre osservava il mastodon. Questa volta il capo del lupo si caricò d'ira, le iridi rosse brillarono di vigore esaltando ulteriormente la stazza ed il manto bianco della bestia.

    « Di male, in peggio. »

    Pensò Ul, ora che aveva la piena attenzione del nemico. Cercò di concentrarsi sul suo obiettivo, sconfiggere quel maledetto "lupastro", come lo aveva soprannominato Pickle. Tuttavia il timore della creatura che stava affrontando annebbiava la sua mente, rendendo difficoltoso anche solamente non cadere nel panico. Sullo sfondo, dietro al lupo, riuscì a scorgere la figura del berretto rosso che in quel momento proteggeva ancora la sua preziosa preda. La sagoma di Pickle svaní d'un tratto, coperta dal manto del lupo che cominciò a muoversi scattando verso il caprone. La creatura si mosse in maniera sinuosa e tremendamente rapida non lasciando trasparire alcun indizio di quando potesse decidere di affondare il proprio attacco. Il cuore di Ul, che giá batteva all'impazzata, cominciò a battere ancor più velocemente, le gambe, anche se muscolose, gli parvero sciogliersi dalla paura. L'idea di morire in quell'istante cominciò a prendere forma nella sua mente, era pur sempre un caprone contro un lupo e non riuscì a pensare ad altro che al peggio. Assieme a questa deprimente idea arrivò anche la risposta dall'altro compagno di viaggio di Ul, il marchio che portava con sé e la risposta fu tutt'altro che deprimente. Prima l'occhio destro cominciò a vibrare ed in un secondo momento si introdusse anche nei suoi pensieri.

    « No! »

    Risuonò tonante nella propria mente, non una sua riflessione, ma del parassita che abitava il suo corpo. Un fermo, ermetico ed istantaneo rifiuto dell'idea di dover smettere d'esistere ed una chiara dichiarazione della sua fermezza di spirito, sempre che un parassita ne possedesse uno. Laddove Ul cominciava a perdersi d'animo, il parassita restava fermo nelle proprie convinzioni, sopravvivere era l'unica ragione di vita che aveva e rifiutava qualsiasi idea che potesse metterne un termine improvviso. Il caprone cominció a ritrovare in sé un accenno di risolutezza quando ormai il lupo era pronto a schizzare all'assalto, la reazione fu dettata dall'istinto. Il bersaglio del lupo era il gozzo del galzani, e questo cercò di indietreggiare ruotando il busto verso la sua sinistra, alzando il braccio destro in protezione della propria gola. Le fauci della bestia si chiusero ferocemente all'altezza dell'ascella, afferrando con la mascella superiore la zona della scapole mentre quella inferiore parte del petto. Il lupo quindi strinse ancora più forte, infilzando ancora piú a fondo i propri denti. Il caprone non poté che lasciarsi andare in un belato di dolore, sentì anche il parassita reagire al dolore facendo vibrare nuovamente l'orbita destra. Con uno strattone deciso la bestia dilaniò i muscoli del caprone, riuscendo a strapparne alcuni pezzi, un antipasto, si potrebbe dire. Si piegò in due dal dolore annaspando in cerca d'aria, terrificato, poggiò la mano sinistra sul ginocchio per evitare di cadere in avanti, il braccio destro che penzolava di fronte a lui. Il gelo del nord non fece altro che aggiungere benzina al fuoco che ardeva nella sua ferita, ad ogni piccola folata di vento era come se sottilissime lame gelide l'aprissero ancora di piú.

    Ora era il galzani a sanguinare, e molto piú vistosamente del lupo che aveva di fronte, il sangue colava lungo il suo fianco destro per cadere infine a terra e formare una chiazza di colore rosso fra le gambe del galzani. In quel momento si rincuorò del fatto che fosse solo sangue, e non qualche altro liquido corporeo. Il mantello che portava sulle spalle fu strappato dal morso e cominciava anch'esso ad intridersi di sangue. Riuscì ancora a muovere l'avambraccio, anche se a fatica, ma ogni altro movimento che avrebbe incluso l'articolazione della spalla sarebbe stato pressoché impossibile. Non ritenne avere tempo di curare la propria ferita, specialmente non con una bestia del genere di fronte, pronta a fare un secondo salto al buffet degli antipasti. Si riteneva un pessimo combattente, il galzani, senza particolari doti strategiche o fisiche, pensava che se fosse riuscito a sconfiggere quel lupo, probabilmente sarebbe stato solamente grazie ad un qualche colpo di fortuna. Fortuna che si sarebbe presentata solamente a chi avesse avuto il coraggio di affrontare gli ostacoli posti di fronte a sé, o magari no, ma questo Ul preferì non pensarlo in quel momento. Alcuni momenti dopo essere stato ferito, caricò di nuovo a capo basso contro il lupo, il suo obiettivo era quello di colpire la gamba giá ferita. Cosí avrebbe sperato che il lupo pensasse, l'istinto di una creatura è quello di proteggere le proprie ferite. Lo scatto del galzani sarebbe terminato in prossimità del lupo, piantando fermamente lo zoccolo sinistro sul terreno l'avrebbe usato come perno per cominciare una rotazione e sferrare un calcio con la gamba destra che avrebbe intercettato il lupo, se questo avesse schivato alla sua sinistra. La scommessa del galzani fu la seguente: dato che l'attacco precedente aveva colpito il lupo di striscio, questa volta questo avrebbe schivato dalla parte opposta, per evitare l'eventualità di ulteriori colpi dove era giá stato ferito. La gamba tuttavia non si sarebbe fermata all'impatto, Ul avrebbe completato la sua rotazione, in seguito, le corna avrebbero ripreso il luccichio precedente e avrebbe di nuovo caricato verso la posizione del nemico, cercando di colpire una delle zampe anteriori. Forse sconfiggere il lupo era ancora un'idea troppo remota, ma se fosse riuscito a limitarne i movimenti, lo avrebbe considerato come una prima vittoria.



    Legenda: « Parlato » - « Pensato » - « Parlato Pickle »

    Scheda: Ul
    Livello: 5
    Salute: 29/40
    Energia: 28/40
    Stress: 10/10

    Difese:
    - Riflessi: 1
    - Tempra: 2
    - Volontà: 2

    Competenze:
    - Natura: 4
    - Atletica: 3
    - Percezione: 2
    - Società:1



    Ferite: Grave ferita nella zona posteriore della spalla destra, possibili danni alla scapola e ferite al pettorale destro (11).
    Bonus:
    Malus:


    Artefatti:
    - Materiali per accampamento [Tenda da campeggio | 2 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Salute | 1 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Energia | 1 slot]
    - Erbe nocive [Gioco sporco I | 8 + Natura | Debole | Attacco | 1 slot]

    Passive:
    Guaritore nomade [Chierico | 1 slot]

    Attive:
    - Carica
    Sfruttando le capacitá fisiche delle sue caratteristiche animali Ul si lancia a capo basso contro un nemico che si pone in linea retta di fronte a lui, cercando di colpirlo con le sue corna. Le corna brilleranno di un alone vardastro.
    [Offensiva su Tempra | Atletica | Versatile I (A): Riflessi | Consumo Medio | Costo: 6 (4+2) | Effetto: 7 (4 + Atletica)]

    Riassunto:
    Difesa:
    - Ul si difende con 1 azione base di Riflessi (1), subendo 11 danni dall'assalto del lupo.
    Attacco:
    - Ul scatta verso il lupo per poi fermarsi e sferrare un calcio destro al lupo. Azione base di Atletica 3 su Tempra.
    - In seguito al calcio rotante, si lancia di nuovo con carica verso la posizione del lupo, cercando di colpire una delle zampe anteriori.

    Note:
    -

     
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    L'assalto del lupo, pur essendo andato a segno, si è rivelato meno incisivo del previsto. Nel momento in cui si stacca da te, lo vedi tirare fuori la lingua e non per gustarsi il sangue che è riuscito a farti cacciare: ansima, evidentemente questo scontro lo sta mettendo alla prova. La cosa ti sembra avere perfettamente senso, in fin dei conti quella è una bestia che è sì abituata a cacciare con pazienza, ma quando è il momento di abbattere la preda, solitamente ha la meglio in breve tempo. Qualcuno potrebbe trovare piuttosto ironico che proprio un caprone stia dando tanto filo da torcere a quel lupastro dal pelo candido.

    Quando ti risolvi ad attaccare, l'animale sta ancora rifiatando e i suoi movimenti sono meno elastici e precisi rispetto a poco prima: te ne accorgi perché, dopo aver abboccato alla tua finta, tenta di schivare il tuo calcio e tuttavia non vi riesce del tutto, finendo per prendersi un colpo di zoccolo sul fianco, il che sembra spezzargli il fiato - lo senti guaire per pochi istanti, mentre carichi una nuova incornata, che stavolta riesce a coglierlo sulla zampa anteriore destra. Vedi il sangue macchiare il pelo, il lupo appare dolorante e le sue movenze sono improvvisamente molto meno spavalde, più guardinghe e zoppicanti. Quel colpo deve avergli fatto male.
    «Bene così, caprone! Adesso il colpo di grazia!» ti incita il Berretto Rosso, sorridendo compiaciuto.

    Il lupo non sembra essere particolarmente d'accordo con questa idea, e nuovamente si lancia su di te, di nuovo puntando al collo con le sue feroci zanne; in fondo, da bestia che è, non può fare a meno di cacciare come ha sempre fatto, cercando i punti vitali per tramortire e abbattere la preda di cui si potrà cibare in un secondo momento. L'unico problema, qui, è che quella preda sei tu.


    Di seguito, le specifiche del lupo.

    Lupo Bianco
    Comune

    Risorse: 26/36 (salute) - 10/30 (energia) [Spese Grandi];
    Classi di Difesa: 2 - 2 - 1
    Ferite: Lieve alla zampa posteriore sx (1). Lieve al fianco sx (2). Medio alla zampa anteriore dx (7).
    Status: Nessuno
    Bonus: Nessuno
    Malus: -1 a tutte le azioni [Spese Grandi]
    Equipaggiamento: Denti [Naturale] [Equipaggiamento Semplice] [Atletica su Riflessi]
    Competenze: Atletica IV
    Passive: Testardo II
    Azioni:
    - Difende (provando a schivare) con un'azione base (Tempra: 2) dall'attacco base di Ul (peggiorato di 1, malus Spese Grandi). Passano 2 danni.

    - Assalto: Il lupo salta in avanti, cercando di azzannare il nemico.
    [Attiva] [Offensiva] [Consumo Alto] [Scala su Atletica] [Colpisce Riflessi] [Costo: 8] [Effetto: 11 (8 alto + 4 atletica -1 Spese Grandi)]


    Riassunto: Colpisci il lupo, che inizia a mostrare segni di stanchezza e stavolta riesci a incornarlo per bene. Lui reagisce con un nuovo assalto (peggiorato di 1 punto, visto che nel turno precedente aveva proccato "Spese Grandi".

    Note: Scusa per il ritardo, però ecco, festività e cose.
     
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    « Forza...Ul. »

    Disse con voce affaticata il marchio, nella testa del galzani. Sullo sfondo anche il berretto rosso incitò il caprone. «Bene così, caprone! Adesso il colpo di grazia!» Dalla distanza alla quale si trovava Ul, non poté vedere i denti aguzzi di Pickle ed il suo volto sorridente e soddisfatto, per il cacciatore non poteva andare meglio: il mastodon al sicuro, un caprone morto ed un lupo malconcio facile terzo bottino della giornata, se Ul avesse avuto la meglio, avrebbe comunque aggiunto un lupo al suo bottino. Per Ul invece, forse avrebbe preferito non aver mai chiesto aiuto al berretto rosso, senza il mastodon forse il lupo non avrebbe mai attaccato. Cosí come quell'idea spuntó nella mente del caprone, se ne andó altrettanto velocemente, ripensare alla decisione non avrebbe aumentato le possibilitá di sopravvivere, quindi meglio accettare gli eventi così come venivano.

    « Colpo di grazia?! Mi auguro non la mia! »

    Rivolse la parola a Pickle, ancora accanto al suo prezioso trofeo di caccia. L'attacco del galzani ebbe piú successo del precedente, il calcio riuscí a colpire il fianco dell'animale dal pelo bianco, in seguito la carica colpí di nuovo il lupo. Il sangue cominció a scorrere anche per il canide, probabilmente anche un po' di sangue di Ul schizzó contro il lupo. La profonda ferita non smise di pungere di dolore ed il pelo continuò a impregnarsi di sangue lungo il suo fianco destro. Il respiro si fece faticoso, per il dolore e la stanchezza che cominciavano ad attecchire sulle non piú cosí giovani membra del galzani, lo stesso per il nemico, e per qualche momento i due si ritrovarono ad ansimare in maniera sincrona, gli occhi scarlatti del lupo su quelli aurei del caprone, un'istantanea della battaglia in corso, probabilmente sul punto dove gli equilibri si sarebbero rotti e uno dei due avrebbe cominciato a prendere il sopravvento.

    Il nemico non si fece attendere, rompendo quello speciale momento fra i due combattenti. Di nuovo scattò verso Ul, puntando al collo di quest'ultimo, non un mastro stratega, per fortuna del galzani. Questa volta il caprone era meno timoroso di prima, i movimenti del lupo sembravano meno fluidi e semplici da leggere, soprattutto a causa dell'incornata subita. Gli spostamento del lupo rimasero comunque potenti e veloci e potenzialmente fatali, se Ul non avesse agito in tempo. Aveva già provato quanto fossero potenti le fauci di quella bestia, tuttavia, la zampa colpita divenne il nuovo obiettivo del caprone, riuscire a limitare ancora i movimenti del lupo sarebbe stata la carta che avrebbe fatto pendere il bilancio del combattimento in suo favore o forse terminarlo del tutto, se il lupo avesse deciso di fuggire; se Pickle glielo avesse permesso, il berretto rosso difficilmente avrebbe lasciato perdere la possibilitá di un bottino extra. Con il braccio destro ormai fuori uso sarebbe stato molto difficile difendersi restando illeso, considerando questo fatto, si presentarono alcune nuove opzioni. Strinse i denti una volta presa una decisione, in previsione della manovra che si apprestó ad eseguire.

    Come un armadillo, si appallottolò! Comicamente il caprone si richiuse sulle proprie gambe, chiudendo il capo sul petto Con le corna che avrebbero cercato di bloccare il colpo ed il braccio sinistro sopra le ginocchia per coprire le vie d'entrata verso gli occhi. Raggomitolarsi su se stessi è pur sempre un modo di difendersi popolare quando si è messi alle strette, permette di coprire gli organi più importanti, in attesa di un miracoloso soccorso o semplicemente per tardare l'inevitabile. Ed infatti, il lupo non tardò ad impattare e siccome il collo era ormai fuori portata, si abbattè su ciò che era esposto, il braccio e il capo del caprone. I denti della mandibola inferiore azzannarono saldamente l'avambraccio sinistro, mentre la mandibola superiore azzannò parte del corno sinistro per poi chiudersi ferendo la testa per infine incontrare la mandibola inferiore sull'avambraccio. Beló di dolore mentre parte della carne della testa e del braccio sinistro venivano strappate dal suo corpo. L'impatto fece cadere a terra il galzani, che ora si ritrovava con entrambe le braccia praticamente inutilizzabili. In seguito all'attacco, la bestia si trovò abbastanza vicino per un attacco corpo a corpo. Senza attendere allungò le gambe cercando di chiudere la zampa anteriore destra dell'avversario in una pinza, le gambe sarebbero scattate cercando di rompere le ossa. Raccolse poi le gambe verso il petto avvicinando gli zoccoli, rotolò leggermente sulle spalle per poi scattare come una molla con un colpo di reni che lo fece grugnire per il dolore e la fatica. Il colpo fu diretto al busto del lupo, con lo scopo di allontanare il nemico e possibilmente romperne il fiato.

    In seguito all'attacco cercò goffamente di rialzarsi il piú velocemente possibile, senza braccia sul quale fare perno. Il sangue sul capo cominciò a colare dal capo e a scendere verso il muso, bagnandolo e impregnando le narici del galzani del suo caratteristico odore.

    « Se c'é un momento in cui potresti darmi una mano, questo sarebbe quello! »

    Pregò in direzione del berretto rosso. Sperando che avesse recuperato sufficienti energie almeno per dare supporto.


    Legenda: « Parlato » - « Pensato » - « Parlato Pickle »

    Scheda: Ul
    Livello: 5
    Salute: 19/40
    Energia: 28/40
    Stress: 5/10

    Difese:
    - Riflessi: 1
    - Tempra: 2
    - Volontà: 2

    Competenze:
    - Natura: 4
    - Atletica: 3
    - Percezione: 2
    - Società:1



    Ferite:
    - Grave ferita nella zona posteriore della spalla destra, possibili danni alla scapola e ferite al pettorale destro (11 - Danni Gravi).
    - Profonda ferita alla testa (2).
    - Rottura del radio dell'avambraccio sinistro e varie ferite profonde sullo stesso. (8)
    Bonus:
    Malus:


    Artefatti:
    - Materiali per accampamento [Tenda da campeggio | 2 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Salute | 1 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Energia | 1 slot]
    - Erbe nocive [Gioco sporco I | 8 + Natura | Debole | Attacco | 1 slot]

    Passive:
    Guaritore nomade [Chierico | 1 slot]

    Attive:
    -

    Riassunto:
    Difesa:
    - Ul si difende con 1 azione base di Riflessi (1), subendo 10 danni dall'assalto del lupo, 8 al braccio sinistro e 2 al capo.
    Attacco:
    - Azione di base Atletica 3 su Tempra. Ul cerca di chiudere in una forbice formata con le gambe la zampa anteriore destra del lupo, cercando di rompere le ossa della zampa.
    - Azione di base Atletica 3 su Tempra. Dopo il colpo "a forbice" cerca di colpire con entrambe gli zoccoli il busto del lupo.

    Note:
    - Per sbaglio ho riportato un valore errato di stress nel post precedente. In questo post é corretto.

     
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    Chi la dura la vince, dicono, e tu sembri la personificazione di questo detto - forse un po' banalotto, ma che sa rivelarsi veritiero alla bisogna. In fin dei conti, cosa può esserci di più testardo di un caprone?
    Il lupo bianco che ha avuto l'infelice idea di misurarsi con te si ritrova a ferirti nuovamente, a sentire tra le fauci il sapore del tuo sangue, eppure intuisce che difficilmente riuscirà ad affondare le zanne nelle tue carni per sfamarsi. La forza con cui lo chiudi nella tua morsa non è soverchiante, e in qualche modo riesce a divincolarsi prima che tu riesca a spezzargli la zampa. Il seguente calcione che gli rifili finisce così per colpirlo all'addome, lasciandolo a terra dolorante per qualche secondo.

    La bestia ti guarda con odio, ma si rialza guaendo e non puoi fare a meno di notare la sua accentuata zoppia dovuta ai ripetuti colpi inferti alle sue zampe. Si passa la lingua sul muso, quindi abbassa il capo e si allontana guaendo, la coda tra le gambe, affrontando l'ultima umiliazione: essere stata presi a calci - letteralmente - dall'animale che più di tutti è proverbialmente una preda. Per il momento, pare che tu, il nanerottolo tuo compare e la salma del Mastodon siate salvi, ma c'è sempre il rischio che l'animale torni indietro con il suo branco, o che si facciano vivi altri predatori - o roba anche peggiore, trattandosi del Moraive.

    Il Berretto Rosso rileva questo dettaglio e ti invita a prenderti cura delle tue ferite piuttosto in fretta, ché dovete riprendere la marcia, la vostra meta non è poi lontana ma c'è ancora un po' da scarpinare. Porterà lui per un po' il Mastodon, ché ti vede provato dallo scontro e non vuole gravare sulle tue ferite: in fin dei conti, è un bravo diavolo, se passiamo sopra al suo essere un po' approfittatore.


    Di seguito, le specifiche del lupo.

    Lupo Bianco FUGGITO
    Comune

    Risorse: 21/36 (salute) - 10/30 (energia) [Spese Grandi];
    Classi di Difesa: 2 - 2 - 1
    Ferite: Lieve alla zampa posteriore sx (1). Basso al fianco sx e addome(2 e 3). Medio-Grave alla zampa anteriore dx (9).
    Status: Nessuno
    Bonus: +2 attacco da Testardo II
    Malus: -1 a tutte le azioni [Spese Grandi]
    Equipaggiamento: Denti [Naturale] [Equipaggiamento Semplice] [Atletica su Riflessi]
    Competenze: Atletica IV
    Passive: Testardo II
    Azioni:
    - Si divincola dalla presa con un'azione base (Tempra: 2) di Ul prima che questo possa spezzare la zampa (peggiorato di 1, malus Spese Grandi). Passano 2 danni.

    - Fugge.


    Riassunto: Sebbene tu abbia inferto altre due ferite di lieve entità - il lupo infatti non riesce a difendersi dal secondo attacco, che entra pienamente - la bestia decide che forse è il caso di mollare il colpo: non ha più molte energie e anche il suo fisico comincia a risentirne, si dà quindi alla fuga.

    Note: In generale è stato un buon combattimento, ma cerca di variare meno i punti in cui attacchi e di concentrarti su quelli che hai già colpito in precedenza: cumulare i danni su un arto (o altra parte del corpo) è un buon modo per proccare fatale e aggiungere danni bonus. Per il resto nulla da eccepire.
    Puoi utilizzare questo turno per curarti o whatever, ma devi fare in fretta. Se vuoi fare domande al tuo compare, puoi usare il supporto.
     
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    Le preghiere, infine, non servirono. Sebbene la prima offesa che cercò di azzoppare il lupo non ebbe l'effetto sperato, la seconda invece riuscì con più successo, scagliando la bestia a terra, lontano da Ul. Questa poi si rialzò, puro odio nello sguardo, ma solo quello. Guaendo e incespicando sulle proprie zampe prese la via della fuga, a capo basso, umiliato nell'animo da una delle sue prede preferite. Il galzani intanto, prese un sospiro di sollievo, quanto dolore seguì quel sospiro, gli arti superiori bruciavano nelle parti ferite ed a contatto con l'aria gelida del nord. Prese quindi ad incamminarsi verso Pickle, che ancora teneva guardia al mastodon e alla sua cassetta. Nell'avvicinarsi Pickle consiglió al galzani di curarsi velocemente, che la via rimasta non era molta ma sarebbe stato meglio affrettarsi per evitare altri problemi. Così fece, una volta arrivato dal compagno.

    « Pensavo non te lo saresti lasciato fuggire malmesso com'era. Dì un po', aveva occhi rossi simili a quelli del mastodon, ne sai qualcosa? »

    Disse, mentre si avvicinó alla sua fedele cassetta, per poi sedersi per potersi curare meglio. Le mani del caprone cominciarono a brillare di un bagliore smeraldo, ed il dolore che prima lo dilaniava, lentamente cominció ad affievolirsi, per primo si concentró sulla parte destra del corpo. In seguito avrebbe continuato curando il braccio sinistro, sarebbe stato sufficiente per il momento. Nel frattempo che Ul si medicava le ferite, la conversazione progredí.

    « Io caccio solo quello che può avere valore per lui. E in ogni caso, come pensi che ce lo saremmo potuti portare dietro, mentre sei così malconcio? ... Finché hanno due occhi soltanto, non sono corrotti dall'Abisso. »

    « Capisco. Avremmo trovato un modo, credo. »

    Rispose in un primo battito il galzani. Cosí come riuscì a cavarsela con quel lupo, così avrebbero trovato modo di portare entrambe le carcasse, o magari no, ma lo spirito di Ul era tale per cui nonostante le proprie paure, insicurezze e scherzi del caso, avrebbe trovato modo di risolvere il propri problemi. In seguito poi continuò, chiedendo più informazioni al berretto rosso su chi fosse questo "lui", il suo mandante.

    « Chi sarebbe "lui"? » E Pickle, sibillino. « Il saggio dell'Albero Bianco » Ul, ancora intento nella cura, cercò di pensare a questo nome, aggrottò la fronte nell'intento di spremere qualcosa dalle proprie meningi, ma non ne uscì nulla. Scuotendo il capi rispose a sua volta: « No, non mi dice niente, purtroppo. Chi sarebbe questo saggio? e perché sarebbe interessato ad un mastodon corrotto dall'abisso? » La risposta del piccolo mangia sangue non aiutò molto il caprone. « Corrotto dall'abisso? I Mastodon nascono nell'abisso, caro il mio caprone. E il saggio è... beh, lo conoscerai fra poco, siamo quasi arrivati. Un tipo eccentrico, ma paga bene. » Anche se non ebbe ancora chiara l'idea di chi fosse questo saggio, lo avrebbe scoperto di lì a poco. « Non importa. Se il saggio mi puó aiutare con la fuga, ben venga. » Cercó di farsi scivolare addosso la prima parte della replica di Pickle. « Può fare molto di più: può farti scomparire. O darti una nuova casa, se saprai come chiedere. Ma stai avvisato: è un tipo piuttosto umorale, gli salta facilmente la mosca al becco, quindi bada a te. » A questo punto il galzani deglutí, intimorito da quanto appena detto, a quanto pare il saggio oltre ad avere interessi per le creature dell'abisso era anche un essere che possedeva mezzi molto potenti. Sarebbero stati nuovi problemi, se Ul non avesse calcolato bene le proprie parole o le proprie azioni.

    Le ferite più grandi si stavano rimarginando, i danni piú ingenti, come le ossa rotte, erano ormai in buono stato, la ferita alla testa non venne solamente ripulita ma nulla più. Restarono solamente graffi quà e là, oltre al pelo insanguinato attorno alle parti che, rimarginate, rimasero scoperte senza alcun pelo. Ora, però, si sentì decisamente sfiancato, soprattutto dopo che l'adrenalina lasciò il suo corpo e tutto tornò alla normalità. I muscoli cominciarono a dolere ed il galzani cominciò già a sentire che cominciavano a mancargli le energie. Per il momento però ritenne che fosse abbastanza in buone condizioni per riprendere il viaggio.

    « Va bene, faró attenzione. Meglio non fare aspettare il saggio allora, che dici? »

    Il berretto rosso annuì e riprese il cammino. Ul si alzò, beló sollevando il peso della cassetta sulle proprie spalle e seguì la piccola creatura di fronte a lui.


    Legenda: « Parlato » - « Pensato » - « Parlato Pickle »

    Scheda: Ul
    Livello: 5
    Salute: 37/40
    Energia: 19/40
    Stress: 5/10

    Difese:
    - Riflessi: 1
    - Tempra: 2
    - Volontà: 2

    Competenze:
    - Natura: 4
    - Atletica: 3
    - Percezione: 2
    - Società:1



    Ferite:
    - Varie leggere ferite nella zona posteriore della spalla destra (1).
    - Profonda ferita alla testa (2).
    Bonus:
    Malus:


    Artefatti:
    - Materiali per accampamento [Tenda da campeggio | 2 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Salute | 1 slot]
    - Erbe rigenerative [Tonico I | Energia | 1 slot]
    - Erbe nocive [Gioco sporco I | 8 + Natura | Debole | Attacco | 1 slot]

    Passive:
    Guaritore nomade [Chierico | 1 slot]

    Attive:
    - Sollievo
    Con l'imposizione delle mani e appellandosi all'energia rigeneravita della natura, Ul é capace di curare le proprie ferite o quelle di persone che necessitano di essere guarite.
    [Cura | Natura | Collaborativo I (S) | Consumo Basso | Costo: 3 (2+1) | Effetto: 6 (8 su alleato) (2 + Natura) ]
    Riassunto:
    - Ul usa i tre turni per curarsi usando tre volte "Sollievo" per un costo di 9 (3*3) ed una cura di 18 (6*3)
    Note:
    -

     
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    A metà dell'anno in cui Enchan Evor assunse la carica di Doge della Dominante, nel Moraive - e più precisamente nei dintorni di un villaggio di nome Rivendorf - accadde qualcosa di strano e destinato a mostrare il suo riverbero negli anni a seguire. Un parnavo non più giovanissimo, fuggito dallo Zeigur e rimasto orfano, adottato controvoglia dal mugnaio del posto, fece conoscenza con alcuni studiosi dell'Accademia di passaggio da quelle parti e diretti a Ruavale. La cosa di per sé non aveva niente di straordinario: Rivendorf non era poi molto frequentata dagli stranieri che - venendo da sud - preferivano raggiungere la Città delle Cento Chiese per altre vie, ma non era nemmeno un posto tanto sperduto da non poter contare su qualche viaggiatore che preferisse percorrere delle vie alternative, più isolate e tranquille. Certo, spesso si trattava di fuggiaschi, gente che rischiava la vita anche solo a farsi vedere in giro, o qualcuno che era sfuggito ai briganti della regione e cercava riparo, ma di tanto in tanto si vedeva anche da quelle parti qualcuno proveniente dal civilissimo est.
    Il fatto straordinario avvenne alcuni giorni dopo, quanto gli accademici lasciarono Rivendorf puntando a nord verso Ruavale. Il parnavo li seguì per un breve tratto, desiderando di poter partire con loro - era avido di conoscenza, nonostante non sapesse leggere né scrivere - e saltando da un ramo all'altro, sfruttando la propria vista, tanto buona da essere divenuta proverbiale da quelle parti, individuò i briganti che stavano appostandosi per tendere un'imboscata a quei signori. Riuscì ad avvisarli in tempo e a salvarli e uno di loro, per ripagare quel servigio, lo iniziò ai rudimenti della magia naturale e - prima di partire, stavolta in maniera definitiva - gli donò un seme bianco e luminoso, promettendogli che dovunque l'avesse piantato, il seme avrebbe attecchito, e avrebbe portato speranza a tutti loro.
    A metà dell'anno successivo, il vecchio mugnaio morì. Il giovane parnavo non era interessato a proseguire l'attività paterna, così cedette il mulino e ogni diritto a riguardo a un suo conoscente, mise i suoi pochi averi in un involto e si decise a partire. Sognava l'avventura e la conoscenza, ma ciò che fece per alcuni anni fu solo vagare per le foreste del Moraive, raramente spingendosi a sud della capitale Elari. Man mano che viaggiava in quelle terre, aumentava il suo desiderio di venire in soccorso degli ultimi, dei più poveri, e di aumentare le sue conoscenze sulla magia naturale che aveva seguitato a esercitare.
    Finché non arrivò il giorno in cui decise di stabilirsi in una delle zone più povere del nord, alle falde dell'Edjerval, al confine tra il Moraive e i territori dei Gelidi. Lì avrebbe tenuto la sua casa e per mantenere fede a una tale decisione, piantò il seme che gli era stato donato.

    Dopo due ore di scarpinata, vi avvicinate a raggiungere una piccola vallata nascosta fra le colline innevate; a prima occhiata ti sembra un posto mediamente abitato, vedi diverse creature appartenenti a molte razze muoversi di qua e di là: chi va a prendere l'acqua al pozzo reggendo dei grossi contenitori di terracotta, chi trasporta sacchi di grano o farina a spalla, chi invece - munito di un carretto - trasporta carichi dei più disparati; ai bordi dei viottoli meno trafficati bambini giocano fra loro con balocchi di legno intagliato. Solo due cose ti risultano davvero strane: la prima cosa che noti è un certo silenzio; gli adulti che vi scorrono vicino fanno un cenno di saluto a Pickle ma non si fermano mai a scambiare due parole, né vocalizzano i loro omaggi. Persino i bambini giocano e sembrano divertirsi, ma lo fanno con un certo garbo, quasi con riserbo.
    La seconda cosa è che da un certo punto in poi, non si vede un solo fiocco di neve in tutta la valle, persino i suoi abitanti indossano abiti un po' troppo leggeri rispetto alle rigide temperature invernali - e tu stesso ti rendi conto di cominciare ad avvertire un certo tepore. Sembra quasi che in quella valle, circondata dalla neve, viga una primavere perenne. Ma allora com'è possibile che quell'enorme quercia al centro della valle sia completamente innevata?
    Proseguite in discesa verso il centro di quello che ti sembra una via di mezzo tra un villaggio e un accampamento: ci sono delle tende nelle zone più periferiche, e poi via via case di legno e case di mattoni; e al centro, una tenda gigantesca, con alle spalle quell'albero che ti sembrava innevato da distante, ma che invece è bianchissimo: candida la corteccia, i rami, le fronde, solo attraversate da qualche riflesso o venatura azzurrina. Un albero enorme che sembra d'alabastro o cristallo, ma che risulta ruvido e umido come un qualsiasi altro albero.
    Dalla tenda gigante, senti provenire un rosario di bestemmie che farebbe cadere a terra fulminata una intera diocesi del Culto.
    Pickle fa una smorfia: lui l'aveva già capito dal silenzio che regnava: è uno di quei giorni.
    Una giovane galzani-lince esce a passo spedito dalla tenda centrale, quasi travolge Pickle totalmente ignorando il cucciolo di Mastodon.
    «Va' a farti uccellare, vecchio pennuto arteriosclerotico!».
    E il vecchio pennuto arterioslcerotico fa la sua comparsa sulla soglia di quella che è in effetti la sua casa. Un parnavo piuttosto alto e slanciato, dalle piume corvine e dal becco pronunciato, viene fuori appoggiandosi a un bastone di legno ricurvo.
    «Quack! Come ti perm-- Pickle! Mio piccolo amico, bentornato. E chi è il tuo sodale?».


    Ci si vede in supporto per il resto del dialogo!


    Edited by vøx - 25/1/2023, 22:35
     
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19 replies since 21/11/2022, 19:30   782 views
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