picatrix ~ la corona e la croce

[Ingresso: Angrboða]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +4    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    La luna piena alta nel cielo si riflette in quel braccio di mare che separa la Dominante dal Sirrah, patria dei Galzani e dell'ormai caduto impero di Arevik. Lo scafo brunito della Farfalla Dorata, nave ammiraglia della marina di Dayrst, scivola tra i flutti scuri lasciandosi dietro una scia leggera. A bordo, fatti salvi alcuni membri dell'equipaggio che stazionano sul ponte e il timoniere che domina il castello di poppa, tutti dormono. Dorme il giovane Riven nella sua cabina, dorme il Coniglio d'Oro - Tokki - sull'amaca, insieme al resto dell'equipaggio e alla guardia reale, e dorme Ezra Qoraj, regina di Dayrst.

    Il silenzio della notte viene squarciato da un rumore simile a quello prodotto da un vetro infranto e una strana figura fa la sua comparsa sulla polena. Si tratta di un ragazzo non molto alto ma dal fisico longilineo, capelli corvini e occhi azzurri spiritati. Porta sottobraccio una feluca, un cappello bicorno, e indossa una marsina blu scuro così elegante da apparire fuori luogo. Si guarda intorno per alcuni istanti, quasi a volersi rendere conto di dove si trovi, poi procede a camminare in equilibrio lungo l'impavesata di tribordo, accennando ogni tanto un passo di danza che compie con estrema tranquillità, incurante del pericolo di poter cadere in acqua.

    Quando uno degli uomini dell'equipaggio lo nota e si alza in piedi, lui solleva una mano per prevenirlo dal parlare - o dal dare l'allarme - e mette in mostra un sorriso affilato, pericoloso. L'uomo crolla, e così il suo compagno; il timoniere si abbandona sul suo strumento e così chiunque si trovi a bordo dell'imbarcazione scivola dolcemente nel sonno. Il ragazzo si gratta la nuca, quasi sorpreso delle sue stesse capacità, quindi salta giù dallo stretto palo di legno su cui ha camminato fin lì, dirigendosi all'imbocco della stanza reale. Apre la porta senza fare rumore, quasi potesse davvero correre il rischio di svegliare qualcuno, e si avvicina al baldacchino che ospita Ezra. La osserva dormire, non senza una certa compiaciuta lascivia, almeno per qualche istante. Poi si risolve, quasi risvegliandosi lui stesso, e batte le mani. Un nuovo rumore di vetri infranti e né lui né Ezra si trovano più lì.


    P i c a t r i x .
    La corona e la croce


    Una fiaba da raccontare: quella di una corona
    che era talmente pesante da poter essere portata
    solo da chi fosse completamente dimentico del suo splendore.



    RAVDOSHA, da qualche parte a sud di Vas-Ravdosh.
    .pov - ezra qoraj

    Il freddo è la prima cosa che noti, e non potrebbe essere altrimenti. Ti eri addormentata al sicuro sulla tua nave, con addosso abiti adatti alle temperature miti e piacevoli del sud-est di Atlas, e ti risvegli tremante in mezzo alle nevi del nord - non parliamo del Moraive, ma di quella porzione del Tovis sufficientemente vicina al Labirinto Eterno perché i venti provenienti da Ovest si portino dietro il freddo pungente e i cristalli di ghiaccio che continuano a graffiarti il volto e le braccia. Non esattamente quello che potremmo definire un buon inizio.

    Non sai dove ti trovi. La neve potrebbe suggerirti qualcosa, ma il Tovis è troppo grande perché tu ne abbia un'idea precisa. Ci limiteremo a dire che sei a circa dieci giorni di viaggio da Vas-Ravdosh, in direzione sud-est. Non hai nemmeno idea di come tu possa essere arrivata lì, viste le premesse: in fondo, eri in viaggio con Riven e Tokki per raggiungere il Sirrah e andare a salvare quello smunto ragazzino di nome Veles che ti ha già dato diversi grattacapi in passato. E invece eccoti qui, confinata in mezzo alla neve. Ti sembra di ricordare qualcosa, come un sogno, e un volto che hai difficoltà a mettere a fuoco - capelli scuri e due fuochi azzurri al posto degli occhi. E poi un rumore molto forte e secco, come se un cristallo fosse caduto a terra, il tipo di rumore che devono fare i sogni quando vanno in frantumi. Il tipo di rumore che deve aver fatto la tua anima diversi anni fa.

    La notte non sembra particolarmente ospitale, da queste parti, ma all'orizzonte vedi il cielo cominciare a schiarirsi, l'alba non dev'essere lontana. Ti trovi in un punto piuttosto scoperto: davanti a te si estende un enorme lago ghiacciato, mentre alle tue spalle e alla tua destra vedi solo pianura; l'unico lato effettivamente occupato è quello sinistro, dove a qualche chilometro di distanza riesci a vedere innalzarsi quelli che ti sembrano monoliti di ghiaccio, pinnacolo di venti o forse trenta metri d'altezza, impossibile vedere oltre. Sei da sola e, almeno per il momento, non sembrano esserci pericoli nei dintorni, fatto salvo l'assideramento. Al tuo risveglio, davanti a te ci sono tre oggetti disposti a semicerchio: un mantello rosso, una piccola croce d'oro, e una tiara d'argento con delle gemme di un celeste appena percettibile.


    Benvenuta alla tua giocata iniziale. Sperando sia l'ultima volta.
    Non mi dilungo troppo visto che sei già a conoscenza di tutte le formalità del caso; proprio per questo, ho deciso di lanciarti direttamente nel casino e vedremo come ne uscirà la nostra principessina. Hai davanti a te i tre oggetti descritti nel post: sentiti libera di aprire il topic di supporto e scegliere cosa fare. Ti ricordo la possibilità di chiamare le prove, nel caso.
    Ovviamente, per qualsiasi chiarimento, sono a disposizione.


    Edited by vøx - 3/11/2022, 01:00
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    I sogni non fanno rumore, tranne che quando muoiono. Quel giorno, mentre tornava a Dayrst, lo avvertì forte: il rumore di un cielo di vetro infrangersi sopra la sua testa, venire ridotto in polvere e portato via dal vento. Forse il rumore dei sogni che muoiono è quello di un cristallo che cade a terra e si frantuma in centinaia di pezzi, e ciò che accade dopo è solo una danza triste sopra quei frammenti. Almeno finché non nascono nuovi sogni, allora si veste d'oro ciò che rimane di quelli passati. La notte in cui la Farfalla Dorata salpò alla volta del Sirrah, Ezra risentì quel suono. Fu il freddo a svegliarla pungendole la pelle. Percepì i lunghi capelli corvini bagnati e il lieve scricchiolio della neve sotto i piedi, il suo odore umido, mentre un vento rabbioso le sferzava sul viso. Si stropicciò gli occhi imprecando, quindi li alzò al cielo. L'orizzonte si stava schiarendo, annunciando così l'arrivo di una fragile alba; in quella sterminata distesa bianca, le guizzò un viso indistinto, capelli scuri e due fuochi fatui blu che ardevano. Poi, la visione scomparve e il mondo tacque nuovamente.

    Era sola, e i cristalli di ghiaccio che continuavano a cadere sul suo corpo ambrato le lasciavano intuire che non fosse nel Moraive, ma ben più distante. Imprecò ancora, ché se fosse rimasta sveglia a bordo forse sarebbe in compagnia di Riven e Tokki, e l'arrivo nel Sirrah non sarebbe tardato. Non sapeva neppure se la sua stessa sorte fosse toccata anche a loro, se non addirittura una peggiore. Non c'era però tempo per le speculazioni: doveva andarsene da lì, o quantomeno raggiungere un posto più sicuro. Quel luogo non era adatto a lei, che per tutta la vita era appartenuta al deserto, dove persino la notte porta con sé una lucentezza bronzea e la voce non si disperde nell'oscurità. Si guardò brevemente attornò un'altra volta: almeno per il momento, non ravvisava nemici. Quel che trovò davanti a lei erano, disposti a semicerchio, un mantello rosso, una piccola croce dorata e una tiara d'argento impreziosita da gemme di un azzurro appena percettibile. Si rannicchiò, incrociando le gambe e le braccia nel tentativo di evitare che si intorpidissero. Era certa di avvertire tracce di magia provenire dai tre oggetti, ma non riusciva a dire con altrettanta sicurezza se fossero gli oggetti ad emanarla, o se fosse ciò che rimaneva del passaggio di qualcuno; inoltre, non le sembrava un tipo di magia comune. Provò un certo timore all'idea di prenderli. Erano preziosi, probabilmente tanto quanto ciò che indossava lei, e non poteva escludere si trattasse di un qualche tipo di trappola, o che, impadronendosene, potesse scatenare l'ira di qualche divinità. Seppur sentisse una inspiegabile attrazione per la tiara, allungò la mano verso il mantello. Non l'avrebbe certo salvata dalle intemperie, ma le sembrò la scelta più opportuna. Appena le sue dita sfiorarono il tessuto, gli altri due oggetti sparirono. Gli occhi le si allargarono per lo sconcerto.

    Si coprì le spalle nude con il mantello, poi, un rumore ovattato incrinò il silenzio. La foschia alabastrina del mattino velava la pianura, e il lago davanti a lei si perse in un orizzonte indistinto. Dalla nube di neve e di cristalli che si sollevava ciò che stava arrivando doveva essere un gruppo di uomini a cavallo. Avrebbe voluto nascondersi il tempo necessario per comprendere le loro intenzioni, ma era in un punto scoperto. Le sembrò un tentativo disperato quello di raggiungere i pinnacoli di ghiaccio alla sua sinistra. La neve la rendeva goffa, e se davvero erano a cavallo sarebbero stati più veloci di lei. Si alzò in piedi, stretta nel mantello e aspettò: in fin dei conti, potevano esserle d'aiuto. Arrivarono sei cavalli montati da altrettanti uomini, in testa al gruppo un individuo dai capelli castani, una folta barba e una lunga cicatrice che attraversava la parte sinistra del volto, rendendolo probabilmente cieco da un occhio. Venne superato da un ragazzino esile, con una zazzera ribelle di capelli rossi, e un uomo sulla cinquantina, pingue e pelato. « Chi sei? E cosa ci fai qui? » iniziò quest'ultimo. « Credo di essermi persa » rispose rivolgendosi all'uomo dopo aver fatto un passo nella sua direzione. Lanciò una breve occhiata al proprio vestito, per poi tornare a guardare il suo interlocutore negli occhi. Scelse di non presentarsi con il suo titolo, rimanendo sul vago: dichiarare di essere una sovrana l'avrebbe esposta soltanto ad ulteriori pericoli. Inoltre, se avesse detto che non sapeva perché fosse lì, e come ci fosse finita, sicuramente avrebbero pensato fosse toccata di cervello. « Non sono della zona » continuò sorridendo appena, quindi scostandosi i capelli dal viso con la mano. « Potreste condurmi in un luogo più... sicuro di questo? Vi ricompenserò non appena tornata a casa ». Il più giovane scese da cavallo come se volesse offrirle il posto, e anche il compare calvo sembrò convinto dalle sue parole. Furono immediatamente richiamati all'ordine dall'uomo dai capelli neri. « Non ci avete ancora detto chi siete » continuò ad incalzare. La mezzelfa stirò le labbra in un sorriso civettuolo « Sei gentile » disse melensa, rivolgendosi al ragazzo. Si girò poi verso l'uomo, con l'aria quasi tediata « Ezra Qooraj, da Dayrst ». Le rispose che non l'aveva mai sentita, e le richiese se sapesse dove si trovava. « No. Come vi ho detto, mi sono persa, e vi sarei davvero riconoscente se mi aiutaste ». Cercò di dissimulare un crescente fastidio dietro i suoi occhioni verdi e limpidi. « Sei nelle terre del Papa Rosso. I fedeli sono sempre i benvenuti, ma gli stranieri... Verrai con noi in città » dichiarò asettico. Non le era ben chiaro se avessero accettato la sua richiesta di aiuto, o se in quanto straniera e infedele l'avrebbero resa prigioniera. « Vi seguo, fatemi strada ». Qualsiasi luogo sarebbe stato meno ostile di quello in cui si trovava.


    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello. 11
    Energia. 64/64
    Salute. 40/40
    Stress. 8/11
    riflessi:VI tempra :II volontà: III
    Arcana VI Atletica III Carisma VI
    Percezione II Società III
    Specializzazioni.
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma [1 punto competenza] ;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione [1 punto competenza].
    Abilità passive.
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti [2 slot bg] ;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione, energia [1 slot bg].
    Artefatti.
    — Whispering Sands equipaggiamento superiore II| arma insidiosa | fragilità | nascosto [6 slot artefatto];
    — Moonward Harp equipaggiamento semplice;
    — Dryad's Tears equipaggiamento semplice, sul capo;
    — Gioco sporco consumabile | Fragilità [1 slot artefatto];
    — Gioco sporco consumabile | Debole [1 slot artefatto].


    Riassunto.
    Ezra spende due punti stress per superare la prova di difficoltà 8 di Arcana (identificare magia sui tre oggetti), successivamente spende un punto stress per superare la prova di difficoltà 10 di Carisma (ammaliare gli uomini a cavallo) forte della specializzazione che aggiunge tre punti al suo punteggio base.
    Note.
    « In Ravdosha dovrai restare finchè un 5 o un 8 non compare
    considerato che il sistema è senza dadi
    HAVE FUN E COPRITI A MAMMA »


     

     
    .
  3.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    L'uomo che ha preso le decisioni, e che non si è degnato di presentarsi, torna in testa al gruppo; a nessuno viene più in mente di offrirti un cavallo - vorrebbero, ma non osano. Ti circondano però - due uomini a cavallo per lato, il capo in testa e un anziano in sella a un ronzino in fondo al gruppo - e tengono un'andatura estremamente tranquilla, che non ti costringe ad affrettare il passo. Proseguite fino a raggiungere i pinnacoli di ghiaccio che hai già notato in precedenza; vedendoli diventare sempre più maestosi man mano che vi avvicinate è un tipo di spettacolo che non si dimentica facilmente. Solo quando siete ormai ai piedi di quelle enormi propaggini ti rendi conto che se da lontano sembravano disposte in maniera disordinata, affastellate le une sulle altre, da vicino la situazione è assai diversa e ti rendi conto che si tratta in realtà di una serie di speroni che fanno ala a un cammino che prosegue sinuoso per circa un chilometro prima di tuffarsi in una galleria, anch'essa di ghiaccio.

    Camminate per quelle che ti sembrano almeno un paio d'ore, nel più assoluto silenzio. Nessuno degli uomini ti rivolge la parola e dal clima che avverti capisci anche che nessuno risponderà alle tue domande, almeno finché non sarete in città e non sarà chiarita la tua posizione. Percorrere la galleria ti trasmette - nonostante tutto - una sensazione di pace. Non è questa una opprimente e oscura galleria che scivola nelle viscere della terra abitata da orrende creature, bensì di una via piuttosto ampia, coperte della neve più compatta e candida, ricavata da un ghiaccio così trasparente da sembrare cristallo. Riesci perfino a vedere il cielo sopra di voi schiarirsi via via che proseguite. Solo per un certo tratto il ghiaccio sopra le vostre teste sembra farsi più denso e pesante, scuro - sembra improvvisamente calata la notte. La sensazione dura per una quindicina di minuti, non di più; infine, scorgi di nuovo la luce e con essa la fine della galleria.

    Lo spettacolo che si offre ai tuoi occhi è estremamente particolare e del tutto inaspettato: appena usciti dal cunicolo, vedi a entrambi i lati dell'imboccatura due colossali statue di ghiaccio - alte come e più degli hat'keli di Dayrst - rappresentanti un uomo e una donna in abito talare, il braccio destro sollevato a impartire una curiosa benedizione usando tre dita. E poi c'è la città: una infinita teoria di tetti e guglie che si sollevano davanti ai tuoi occhi, tra torrenti e cascate ghiacciate, tutto coperto da uno strato di brina. Una cittadina interamente scolpita nel ghiaccio nascosta sotto una cupola di cristallo con un'apertura circolare alla sommità, proprio sopra il centro della città, dove vedi sorgere quella che ti sembra un'enorme cattedrale.

    Proseguite lungo quella che - a giudicare dal lastricato e dagli edifici importanti che sorgono ai lati - ti sembra una delle vie principali. Le persone si muovono liberamente ai lati della strada, sembrano impegnate a sbrigare le loro faccende come lo sarebbero in una qualunque normale cittadina. Quando vedono avanzare il vostro gruppetto, tuttavia, si fermano, formano piccoli capannelli composti da cinque o sei di loro, confabulano, qualcuno ti indica. La notizia del tuo arrivo in città sembra pronta a spandersi rapidamente. Proseguite ancora, fino ad arrivare ai margini di quello che è il quartiere centrale. Davanti a un palazzo molto alto, che presenta all'esterno le insegne di una croce sormontata da una triplice corona, gli uomini a cavallo si fermano. Tutti restano in sella, meno il capo che salta giù e ti viene incontro.

    vwrjOGA
    «Benvenuta a Lekuta, Ezra di Dayrst». Il suo tono è meno spiccio rispetto alla vostra prima conversazione. Forse la situazione richiede delle maniere più cortesi, o semplicemente un certo tipo di etichetta, almeno finché non verrà chiarito se sei un'ospite gradita o meno; forse il trovarsi davanti una straniera con addosso un mantello rosso alle prime luci dell'alba in una zona così aperta potrebbe averlo innervosito. Fatto sta che adesso la sua voce è meno perentoria e più accomodante. «Il mio nome è Tylas» dice, finalmente presentandosi. «Sono il capitano della prima compagnia» spiega, come se quelle sue parole dovessero per te avere un qualche recondito significato. «Andrò a spiegare la tua situazione, tu aspettami qui». Con queste parole, e dopo aver lanciato un severo sguardo di monito a tutti i suoi uomini, volta le spalle e si allontana, infilandosi nel palazzo con le insegne e lasciandoti lì, circondata da uomini a cavallo e ignara del tuo destino.


    Ordunque. Non c'è molto da segnalare: sei ovviamente libera di provare a scappare, di attendere come ti è stato detto di fare, o di provare a conversare con gli uomini che ti stanno intorno. Ti aspetto in supporto per questa parte!
     
    .
  4.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    L'uomo che rimase senza nome tornò in testa al gruppo. Gli altri, come colti da una improvvisa ondata di timore, non osarono più offrirle i loro cavalli, e per la mezzelfa chiedere era oltremodo irritante ed umiliante. Si incamminò, circondata come un fiore prezioso o un pericoloso animale la cui fuga deve essere scongiurata, raggiungendo così i pinnacoli di ghiaccio. Proseguì sul costone, atterrita da quello spettacolo maestoso e desolante, nel più candido e orribile silenzio, fino a raggiungere una galleria alla fine del cammino. Entrata lì, il suo respiro si fece leggero come il volo di una farfalla e una pace cristallina pervase la sua mente. Sotto le luci di un cielo che andava schiarendosi, non si curò più della reticenza di chi stava al suo fianco, delle domande che aleggiavano senza risposta e di cosa la attendesse. C'erano solo lei e il sussurro del ghiaccio sotto i suoi piedi, sotto gli zoccoli dei cavalli; poi, si fece di nuovo notte, e la volta di ghiaccio diventò pesante e farinosa. Durò poco, e un chiarore lattiginoso riapparve alla fine della galleria. Un sentimento soverchiante di quieto rispetto e sgomento crescente la assalì mentre osservava le due smisurate statue che fiancheggiavano l'uscita dal cunicolo. Un uomo e una donna in abito talare benedicevano una cittadina nata dall'inverno sempiterno, le cui arterie si snodavano tra torrenti e cascate vetrose; un sudario di brina si stendeva su di essa, facendola brillare in una solenne immobilità. Arrivò nel cuore della città incrociando sguardi indagatori e curiosi, lasciando che questi le scivolassero addosso. Era abituata ad essere guardata e centellinata, e ciò che la stupì fu solamente la rapida eco del suo arrivo. Credeva sarebbe passato in sordina - dopotutto, si era presentata come una civile qualsiasi, sebbene i suoi abiti potessero dar adito a qualche sospetto. Giunse scortata davanti a quella che sembrava una cattedrale, che si ergeva altera sul quartiere centrale, e, al cui esterno presentava le insegne di una croce sormontata da una triplice corona. Gli uomini si fermarono, uno solo scese da cavallo avvicinandosi quindi alla mezzelfa. « Benvenuta a Lekuta, Ezra di Dayrst » iniziò. Si presentò come Tylas, capitano della prima compagnia. Sarebbe andato lui a spiegare la situazione a chi di competenza. Se ne andò, non prima di averla ammonita di restare ed aver lanciato un'occhiata severa al resto del gruppo. Quando l'unico uomo che sembrava più restio a cedere al suo fascino se ne andò, pensò fosse il momento più favorevole per ottenere risposte alle domande che le appesantivano la testa. « Entrando nella città non ho potuto fare a meno di notare le due grosse statue di ghiaccio... Chi rappresentano? E con chi è andato a parlare il vostro capitano? » si avvicinò allo smilzo dai capelli rossi, arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita. Contrariamente a ciò che si aspettava, le sue parole scivolarono via come gocce di pioggia su giada lucida. « Inutile provare a parlare con loro » la voce roca del vecchio sibilò alla sua schiena. « E tu, in cosa saresti diverso da loro? » lo stuzzicò. Le rispose con un cenno infastidito della mano. « Non sono un nativo di questa città, tanto per cominciare ». Si accarezzò il cranio, sguinzagliando un sorriso dorato. « La mia famiglia è originaria di Shenavan » ammiccò. La mezzelfa rimase turbata, domandandosi cosa nascondesse quel gesto. Forse la sua famiglia conosceva la storia del suo regno, o lui stesso ne era a conoscenza, o forse, più semplicemente, voleva qualcosa da lei. Stentò un sorriso. « Perché sei rimasto qui? » « Perché non avevo altri posti dove andare, e poi... Qui ci sono diverse cose interessanti » ghignò. Ezra corrucciò le sopracciglia. « A cosa ti riferisci? » chiese con un filo di voce, toccandosi il mantello. Sperava che il vecchio lo notasse, e le dicesse qualcosa in merito a cosa - o di chi - potesse essere, ma fu un tentativo inutile. Tylas era appena uscito da palazzo, e ora era attesa all'interno. Fece un piccolo cenno annuendo con il capo, quindi guardò fugacemente il vecchio. Lisciò con un rapido gesto le pieghe del vestito e si accinse ad entrare.



    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello. 11
    Energia. 64/64
    Salute. 40/40
    Stress. 6/11
    riflessi:VI tempra :II volontà: III
    Arcana VI Atletica III Carisma VI
    Percezione II Società III
    Specializzazioni.
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma [1 punto competenza] ;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione [1 punto competenza].
    Abilità passive.
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti [2 slot bg] ;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione, energia [1 slot bg].
    Artefatti.
    — Whispering Sands equipaggiamento superiore II| arma insidiosa | fragilità | nascosto [6 slot artefatto];
    — Moonward Harp equipaggiamento semplice;
    — Dryad's Tears equipaggiamento semplice, sul capo;
    — Gioco sporco consumabile | Fragilità [1 slot artefatto];
    — Gioco sporco consumabile | Debole [1 slot artefatto].


    Riassunto.
    Ezra spende due punti stress per superare la prova di Carisma - Identificare Manipolazione di livello 8, riuscendo così a capire che le persone che la circondano sono sotto l'influsso di una forma di controllo superiore.
    Note.
    //


     



    Edited by Angrboða - 7/11/2022, 23:23
     
    .
  5.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    L'interno del palazzo è tanto bello da lasciarti senza fiato: molto diverso da quelli del Lesathar a cui sei abituata, diversissimo anche dal Palazzo del Doge che hai avuto modo di visitare presso la Dominante. Qui tutta l'architettura è composta di ghiaccio e le superfici sono tanto levigate da farti pensare che solo dei maghi particolarmente versati nella criomanzia potrebbero essere riusciti a ottenere risultati così vicini alla perfezione. I soffitti sono alti e quasi trasparenti, intravedi il blu del cielo seppure indefinito; l'esterno è amorfo, riesci a vedere solo grumi sparsi di differenti colori. Il lungo corridoio che percorri al fianco di Tylas è sorvegliato da una doppia fila di guerrieri di brina immobili; ai muri sono appesi degli ovali raffiguranti creature di tutte le razze, ritratti di quelli che reputi possano essere i predecessori dell'attuale potente che stai per incontrare, chiunque esso sia.

    vwrjOGA
    «Stai per incontrare la nostra guida» ti dice Tylas, mentre alla fine del corridoio prende a condurti per un'enorme scalinata. Non dice altro. Al quarantaduesimo gradino si ferma, e si volta a guardarti. «Non lasciarti fuorviare dal suo aspetto». Un consiglio - o forse un avvertimento. Altri tredici gradini, poi un nuovo corridoio simile al precedente, ma più breve. Vi fermate entrambi di fronte a una grande porta; qui il ghiaccio dell'uscio è coperto di brina grezza in cui sono incastonate pietre preziose, lapislazzuli e topazi. Questa non sembra una città povera, ma nessuna città lo sembra a giudicare dalle case dei potenti. La porta si apre sotto la spinta del robusto braccio di Tylas che ti fa cenno di entrare. Lui no, rimarrà fuori.

    Entri, la porta si richiude alle tue spalle, lentamente. Ti ritrovi all'interno di un'ampia stanza semi-circolare, un vero e proprio solarium a giudicare dall'immensa vetrata istoriata davanti a te; la persona che devi incontrare ti dà le spalle, è avvolta in un mantello di purpurea lana grezza e pelliccia d'ermellino, con uno strascico lungo almeno un paio di metri. In testa porta un curioso copricapo, lungo e rigido, circondato da diverse circonferenze dorate, rosso come il mantello. Ha lunghi capelli corvini. Tra voi ci sono solo una decina di metri e un'ampia scrivania di legno rettangolare, quello che potresti definire il tavolo da lavoro di un capo di stato. Ne hai visto uno simile, ad Alioth.
    «Benvenuta, Ezra di Dayrst» ti saluta, con voce sepolcrale. «Cosa ti porta da noi?».


    Arieccoci! Per ora andiamo con i dialoghi, al momento non ho prove da sottoporti.
     
    .
  6.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    Quella del palazzo non era la bellezza esotica e struggente a cui era abituata, e neppure pregna di sprezzante vitalità come quella della Dominante. Il suo interno era fatto di meraviglia, una meraviglia serica e solenne, quasi una austera dimostrazione di ciò che l'incanto era in grado di compiere. Un sospiro trasognato riecheggiò nell'eterno gelo, la testa all'indietro mentre il suo sguardo percorreva il soffitto: vedeva un cielo incerto, e il mondo all'esterno aveva contorni abbozzati, i colori annacquati e distratti. Il lungo corridoio era sorvegliato da una doppia fila di impettiti guerrieri in brina, e, sui muri, una pletora di ritratti vigilavano il passaggio. Raffiguravano creature di tutte le razze, con ogni probabilità si trattava dei predecessori dell'attuale guida; inoltre, proprio perchè raffiguravano creature di molteplici razze, la mezzelfa azzardò che quella carica non fosse trasmessa ereditariamente. « Stai per incontrare la nostra guida » la ammonì deciso Tylas. Quarantadue gradini dopo si fermò, voltandosi: « Non lasciarti fuorviare dal suo aspetto ». Tredici gradini ancora e un altro corridoio, al cui termine troneggiava una porta ammantata di brina grezza, fregiata di lapislazzuli e topazi. Questa si aprì sotto la spinta vigorosa del capitano della compagnia che le fece cenno di entrare. Ezra gli occhieggiò, come per avere un'ulteriore conferma del fatto che sarebbe stata lei, e solo lei, al cospetto del loro potente. Rimase fermo, non muovendo un singolo passo. La sovrana appoggiò le mani sull'uscio gelido e scintillante ed entrò; questo si richiuse lentamente e con fatica alle sue spalle.

    Una luce quasi soprannaturale risplendeva attraverso la vetrata istoriata, bagnando la sua pelle d'oro di innumerevoli colori. Una figura di schiena, avvolta in un mantello purpureo di lana e pelliccia di ermellino su cui scivolano lunghi capelli corvini, si stagliava austera nell'immensa stanza semicircolare. Calato sulla testa, un eccentrico copricapo rosso come il mantello e attorniato da cerchi dorati. Vi erano una decina di metri, una lunga scrivania in legno e un lussuoso strascico a separarli. « Benvenuta, Ezra di Dayrst » la salutò con voce tombale, « Cosa ti porta da noi? ». La mezzelfa fece un profondo inchino, non curandosi del fatto che la figura le stesse dando le spalle. « Non so dire di preciso dove mi trovi: per questo ho chiesto ai vostri uomini la cortesia di portarmi in un posto sicuro. Mi hanno condotta loro qui da Voi » rispose nel risollevarsi. « Ti trovi nel Tövis, più precisamente in quella che potremmo definire una... città fantasma. Tu conosci Ruavale, immagino, almeno di fama ». Sebbene non l'avesse mai visitata, sapeva che quella che aveva appena nominato era una città santa, un dedalo di bianche chiese e monasteri, dove si riunivano i capi delle Cento Chiese. Ciò che invece non riusciva ad intuire chiaramente era a cosa volesse alludere chi le stava parlando. « Sì, la conosco. Cosa state cercando di dirmi? » chiese, sinceramente interessata. La voce mutò, divenendo trasognata, quasi febbricitante. « La Città delle Cento Chiese! Mi sarebbe piaciuto vivere lì, un tempo. Pure, venimmo banditi da Ruavale; il nostro culto non fu proibito, almeno non ufficialmente. Questa è una città che non dovrebbe esistere, e io possiedo un titolo che, di fatto, non esiste più da almeno duecento anni. Questa non è una storia che si trova sui libri, Ezra di Dayrst » e con il finire delle sue parole finì anche il suo sogno, e il tono si fece nuovamente ponderato. Pensò che forse, colui che era a capo di quella cittadina, un tempo fu tacciato di eresia, e di conseguenza, come le aveva appena riferito, bandito; d'altro canto, le fedi rivali non erano mai state ben viste.

    « Non sai come sei finita qui, e probabilmente non hai nemmeno idea del perché. Ebbene, io posso spiegarti come sei giunta qui, per quale motivo... e anche perché indossi quel mantello rosso. Potrei anche rimandarti indietro, se lo desideri. In cambio, ti chiedo solo un piccolo favore ». Rimase trasecolata, lo sguardo inchiodato sullo strascico rosso che aveva davanti a sé. Non si era neppure voltato, eppure, millantava di sapere cose su di lei che neppure lei stessa sapeva; non si era neppure voltato, eppure sapeva esattamente cosa indossasse. « Se volete un favore allora datemi un motivo per darvi fiducia, e ditemi quello che sapete ». Indugiò, con gli occhi fissi sul mantello purpureo. « Al mio risveglio non ho trovato solo questo mantello, c'erano anche una tiara e una croce d'oro. Ho percepito tracce di una magia non comune: era vostra? ». Questi confermò, sollevando poi una mano orribilmente magra, che sembrava minacciare di sgretolarsi da un momento all'altro. « Al tempo. Non avrai subito tutte le risposte che cerchi, Ezra di Dayrst. Ma ti dirò abbastanza perché tu possa fidarti di me. La corona, la croce e il mantello sono i tre attributi che mi sono cari. Se li hai trovati davanti a te, è perché qualcuno ha voluto che scegliessi. Non posso sapere con certezza chi sia stato, ma ho i miei fondati sospetti. Qualcuno che non è mio amico, ma nemmeno mio nemico. Ha preso quei tre oggetti che per me significano molto, e ti ha fatto scegliere » e la voce si incrinò, come se stesse sorridendo. « Approvo al tua scelta ». « Prima di risvegliarmi qui, nel Tövis... Ho come la sensazione di aver visto due occhi, come due fuochi azzurri... ». Lasciò la frase nell'aria. « Quale è il favore che volete chiedermi? ». « Se sarai molto fortunata, non dovrai vederli mai più ». Sospirò con aria preoccupata. « Da sempre, questa città è stata governata da due regnanti in condominio: la Papessa e il Papa Rosso. Avrai visto le statue entrando in città, non passano certo inosservate. Quello di Papa, così come quello di Papessa, non è un titolo ereditario: si viene scelti. E non sempre vengono scelti due individui compatibili. Tu mi vedi qui, agghindato di oro e porpora come un re, ma sono un sovrano che può davvero poco. Non mi è nemmeno consentito uscire da questo palazzo. La Papessa... Beh. Lei un tempo non era così ». Si fermò, tirò un profondo respiro, reclinò il capo. « C'è stato un tempo in cui abbiamo regnato insieme, e questa era una città fiorente. Poi, lei si è appropriata di qualcosa... qualcosa di magico, che non le appartiene. Qualcosa che solo chi è di stirpe regale può sottrarle. Forse, privandola di quell'orrore incantato, riusciremo a ricondurla alla ragione ». Chiedere alla mezzelfa quel favore implicava che il Papa sapesse che lei era di nobili origini, nonostante l'avesse taciuto con chiunque sin dal suo arrivo lì. « E voi volete che io prenda quell'orrore incantato, non è vero? Di cosa si tratta precisamente? » indagò. « Non so dirtelo. L'orrore di cui parliamo ha una forma che gli è propria, ma potrebbe essere stato mutato per somigliare a un qualsiasi altro oggetto. Posso solo dirti che, quando lo avrai di fronte, lo riconoscerai senza alcuna possibilità d'errore. Prendilo, e io ti dirò di chi sono quegli occhi blu fiammeggianti, e ti rimanderò a casa ». Le cose difficilmente potevano andare peggio di quanto già non fossero andate, e chi le stava chiedendo aiuto non sembrava intenzionato a mentirle. Fece un breve cenno di assenso. « Dove posso trovare la Papessa? Inoltre, sarò da sola o mi scorteranno i vostri uomini? »


    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello. 11
    Energia. 64/64
    Salute. 40/40
    Stress. 6/11
    riflessi:VI tempra :II volontà: III
    Arcana VI Atletica III Carisma VI
    Percezione II Società III
    Specializzazioni.
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma [1 punto competenza] ;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione [1 punto competenza].
    Abilità passive.
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti [2 slot bg] ;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione, energia [1 slot bg].
    Artefatti.
    — Whispering Sands equipaggiamento superiore II| arma insidiosa | fragilità | nascosto [6 slot artefatto];
    — Moonward Harp equipaggiamento semplice;
    — Dryad's Tears equipaggiamento semplice, sul capo;
    — Gioco sporco consumabile | Fragilità [1 slot artefatto];
    — Gioco sporco consumabile | Debole [1 slot artefatto].


    Riassunto.
    //
    Note.
    //


     

     
    .
  7.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    La creatura che ti volta le spalle e che ti sta parlando sembra come liquefarsi alla tua domanda; le spalle non più dritte, il collo incassato, la testa pendula che in qualche modo sembra faticare a tenere su lo strano copricapo che fino a pochi istanti prima vestiva con naturalezza. La sua mano scheletrica, coperta di macchie scure, si solleva a indicare qualcosa oltre la vetrata, un palazzo piuttosto simile a quello in cui ti trovi, che differisce solo leggermente per alcune scelte architettoniche minori, come fregi frontali che portano, su un enorme rosone, quello che puoi riconoscere come l'unione di due simboli che hai già visto: la triplice corona sospesa sulla croce.

    «Il palazzo di fronte a questo» dice il Papa Rosso, la cui voce adesso sembra incredibilmente stanca. «Due figure che regnano in condominio dovrebbero avere un luogo unico in cui prendere le decisioni». Nella sua voce, nelle sue parole, indovini una certa amarezza. «Un tempo era così: la Cattedrale era il luogo in cui, per molto tempo, Papi e Papesse hanno celebrato il culto e preso insieme le decisioni che riguardavano ogni aspetto della vita di questa città. Ora non è più così: siamo divisi, e il mio ruolo è quasi esclusivamente rituale: non può totalmente affrancarsi da me, ma non detengo alcun potere effettivo. Sono come un prigioniero».

    Fa un cenno con la mano e la poltrona vicino a lui si sposta, consentendogli una comoda seduta. Prende in mano il pastorale, un enorme bastone ricurvo, con al centro della spirale una campana di cristallo che rimane immobile. «Non potranno essere i miei pochi uomini a scortarti, non siamo abbastanza forti per un confronto diretto, né possiamo permetterci un incidente diplomatico. Lei sarà già stata informata del tuo arrivo, di certo vorrà incontrarti. Sii prudente, quando sarai al suo cospetto. Non è una creatura che vuoi contrariare».

    Si alza in piedi appoggiandosi al pastorale, movimenti lenti e macchinosi, oscillanti, che gli costano parecchia fatica. «Mi rendo conto di chiederti molto, Ezra di Dayrst, ma come puoi vedere, sono piuttosto debole». Finalmente si volta verso di te, ma la luce che proviene dall'immensa finestra del solarium ti impedisce di scorgerne il volto mentre si avvicina. «Sto morendo» dice in tono piatto, come se avesse già accettato questo destino. «Vorrei solo non lasciare questa città nelle mani di quella pazza, l'Eterno sa cosa potrebbe combinare alla mia morte».

    Infine è abbastanza vicino perché tu possa vederlo: il volto è coperto di pelle tirata e verminosa, coperta di macchie, solchi e secrezioni purulente. Non ha le labbra, le gengive sono nere e i denti esposti e di un bianco così candido da sembrare innaturali. Gli occhi grigi ti scrutano dalle orbite infossate.

    ZeKiPT7

    «Ti prego, fermala.»


    Niente da segnalare al momento, possiamo andare in supporto!
     
    .
  8.     +1    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    Lo vide sgretolarsi come cenere soffiata dal vento, e la sua mano scarna, puntellata da macchie scure, si sollevò con estrema fatica, indicando un palazzo che differiva solo per i fregi frontali sul rosone - una triplice corona sospesa su una croce - e altri piccoli dettagli di poca rilevanza. « Il palazzo di fronte a questo. Due figure che regnano in condominio dovrebbero avere un luogo unico in cui prendere le decisioni. Un tempo era così: la Cattedrale era il luogo in cui, per molto tempo, Papi e Papesse hanno celebrato il culto e preso insieme le decisioni che riguardavano ogni aspetto della vita di questa città. Ora non è più così: siamo divisi, e il mio ruolo è quasi esclusivamente rituale: non può totalmente affrancarsi da me, ma non detengo alcun potere effettivo. Sono come un prigioniero » disse, la sua voce stanca si incrinò. La mezzelfa stette ad ascoltare quella storia e il suo triste epilogo, mentre i ricordi le tornavano come maree. I suoi genitori avevano regnato insieme, un filo doppio che nemmeno la morte è riuscita a recidere; si erano amati, e ancor di piú avevano amato lei e il loro popolo. Sebbene non poteva piú gioire della loro compagnia, poteva ancora farsi cullare dalle sue memorie. Il Papa avvicinò con un cenno di mano la poltrona e si sedette, afferrando un pastorale. « Non potranno essere i miei pochi uomini a scortarti, non siamo abbastanza forti per un confronto diretto, né possiamo permetterci un incidente diplomatico. Lei sarà già stata informata del tuo arrivo, di certo vorrà incontrarti. Sii prudente, quando sarai al suo cospetto. Non è una creatura che vuoi contrariare » quindi si alzò incerto, appoggiandosi al bastone, oscillando da parte a parte. « Mi rendo conto di chiederti molto, Ezra di Dayrst, ma come puoi vedere, sono piuttosto debole » riprese; poi si voltò, avvicinadolesi, ma la luce si impose sul suo viso, impedendo così alla sovrana di poter dare un volto a quella voce. « Sto morendo » asserì atono; «Vorrei solo non lasciare questa città nelle mani di quella pazza, l'Eterno sa cosa potrebbe combinare alla mia morte ». Il chiarore, poi, non fu piú di ostacolo. Lo osservò, e osservò la morte di cui parlava troneggiare su di lui. La pelle tirata, gremita di vermi e corrosa da macchie, solchi e secrezioni, senza labbra, gli occhi grigi e spenti infossati nelle orbite. « Ti prego, fermala » implorò languente. Ezra deglutì con forza e sostenne il suo sguardo, nonostante l'orrore che le provocò la visione di quel corpo ormai putrescente. « Le vostre parole mi rammaricano molto » quindi chinò la testa. Si rifiutò di esprimere pietà per la sua salute a dir poco precaria - persino le cure del miglior erborista sarebbero state dei vani tentativi di tenerlo ancorato ad una vita che lo stava rifuggendo. « Se non avete altro da riferirmi, io andrei » rispose, pronta per incamminarsi. A sua sorpresa aggiunse che Tylas l'avrebbe accompagnata alla biblioteca, e che lì sarebbe stata senza dubbio chiamata dalla Papessa. La mezzelfa annuì in segno di assenso, e si inchinò prima di voltarsi e di dirigersi alla porta, che spinse a fatica. Uscita, trovò il capogruppo ad aspettarla, esattamente dove si erano separati: stette in un chiuso mutismo, che lo rendeva simile alle guardie di brina dei corridoi; non disse nulla, non le chiese nemmeno del colloquio. Riscesero le scalinate, percorrendo un andito simile al primo incontrato nel palazzo, quindi ancora una serie interminabile di scale.

    Davanti a lei si aprì una sala immensa di forma circolare, al cui centro vi era quella che sembrava una riproduzione olografica di Atlas, grandi scaffalature cristalline ingombre di libri, codici e pergamene, tanti quanti gli anni del mondo, ricolma di banchi e sedie di ghiaccio. Fu invitata da Tylas ad aspettare lì. Girò intorno alla riproduzione, inclinando il capo come un passerotto curioso e allungando tentata l'indice, ritirandolo però immediatamente. Il suo sguardo poi cadde sugli scaffali di cristallo e sui numerosi volumi: avrebbe voluto consultarli, ma era intimorita dalla possibilità di poterli rovinare. Si limitò così a restare in piedi, in attesa.
    « Maestà! » una voce roca riecheggiò nel ghiaccio. Si fermò, sgranando appena gli occhi. Si era presentata semplicemente con il suo nome - sebbene sapesse che il suo vestiario poteva dar adito a pensieri sulle sue nobili origini, che lo stesso Papa le avesse affidato un incarico che solo chi di stirpe regale poteva portare a compimento, rimase sorpresa. Trovò il vecchio di Shenavan, seduto ad un tavolo, preso dalla lettura di un vecchio codice libro coperto da uno spesso strato di polvere. Gli si avvicinò. « Cosa ci fai qui? » sussurrò, occhieggiando il testo aperto. « Studio, potremmo dire. E tu? Com'è andato il tuo colloquio con il Papa Rosso? » replicò. « Mi vorresti dire che non sai come è andata? » chiese velatamente infastidita. Le sembrava una domanda retorica, perchè quell'individuo le dava l'impressione di sapere piú di quanto volesse ammettere. Distolse poi lo sguardo, che lasciò vagare sulle pareti. « Mi attribuisci poteri che non ho. Posso solo supporre ». Fu tentata di chiedergli come supponesse fosse andata, ma così avrebbe rischiato di inasprire la conversazione; si limitò a dire che fosse andato bene e a chiedergli cosa stesse studiando. « Hai mai sentito parlare degli Arcani Maggiori? » esordì. « Ad essere sincera no: di cosa stai parlando? » e lui mostro le indicò la pagina che aveva davanti, su cui erano rappresentate ventuno figure in circolo, che a loro volta si stringevano attorno ad altre due, una interamente bianca e l'altra interamente nera. « Potremmo definirli degli artefatti, anche se forse sarebbe improprio. Sono rappresentazioni allegoriche del mondo e di tutto ciò che lo contiene: si dice siano state create dagli elfi, in un tempo molto antico. Esistono ventuno Arcani Maggiori » spiegò, passando un dito sulle illustrazioni. « E ognuno di essi è rappresentato da una carta, un oggetto che ha una volontà propria e riconosce un unico portatore per volta, fino alla sua morte ». Indicò la figura nera al centro « Esiste un ventiduesimo Arcano Maggiore, il Matto, che pare abbia conosciuto sempre e solo un proprietario, e che sia andato perduto ormai da molto tempo » quindi quella bianca « e qualcuno dice che ne esista un ventiquattresimo, sconosciuto ed estremamente potente ». Nella mezzelfa cominciò ad insinuarsi un sospetto, come se una voce bisbigliasse al suo orecchio. Era stato il Papa a dirle che quei tre oggetti che lei aveva trovato al suo risveglio erano tre suoi attributi, e ciò somigliava fin troppo a quanto le aveva appena spiegato il vecchio. Anche lui, però, era una esistenza piuttosto peculiare ai suoi occhi. « Hai mai incontrato uno di loro? O la tua è semplice curiosità? » indagò ancora, e lui, con estrema prudenza, le confermò che sì, ne aveva incontrato qualcuno. Continuò chiedendogli quali fossero le ventuno carte, questi prese ad elencargliele « il Bagatto, il Papa e la Papessa, l'Imperatore e l'Imperatrice, gli Amanti, la Torre, la Giustizia, la Ruota, la Forza, la Temperanza, l'Appeso, l'Eremita, la Morte, la Stella, la Luna, il Sole, l'Angelo, il Mondo ». Prese un respiro, quindi continuò: « Infine, ci sono il Diavolo, il Carro e il Matto ». Quello che prima era un sussurro divenne una voce chiara: anche lei, ragionevolmente, ne aveva appena incontrato uno, e si stava accingendo ad incontrarne un secondo. Spostò delicatamente una sedia dal tavolo e si sedette accanto a lui. « Vorrei consultare anche io quel libro ». Il vecchio sguinzagliò un sorrise complice e spinse il volume verso di lei. Le pagine erano piene di disegni, le scritte poche e vergate in piccolo. Riuscì solo a figurarsi l'ordine degli Arcani Maggiori e il loro corrispettivo significato. Le si dispiegarono davanti due pagine dissimili dalle precedenti, una interamente bianca e quella accanto interamente nera, al centro vi era spirale di segni simili a lettere, ma di un alfabeto a lei sconosciuto. Spostò il libro verso il vecchio. « Puoi leggere per me? » chiese, poggiando l'indice sul vortice. Il vecchio fece un ampio gesto con la mano. « Non conosco quest'alfabeto, nessuno lo conosce. Non è una lingua di Atlas, o almeno non di quelle che sono sopravvissute fino a noi ». Un lieve senso di amarezza impastò la sua lingua: quelle scritture forse non sarebbero mai state decifrate completamente, sarebbero rimaste incomprese.
    « Avevi ragione prima: comincio a credere anche io che qui ci siano diverse cose interessanti » chiocciò, quindi si rialzò in piedi, lasciando il libro all'anziano del gruppo. « Più di quanto pensi. E non è l'unica cosa su cui ho ragione » rispose, quasi con un velo di soddisfazione. Indicò una creatura in una livrea bianca e scarlatta, brillanti corna e lunghi capelli viola scendevano sulle spalle. Le si avvicinò, salutandola con un inchino. « Ezra di Dayrst, suppongo. La Papessa desidera vederti ». Il suo tono era gentile quanto il suo aspetto, ma guardandola con attenzione notò che i suoi movimenti lenti e macchinosi ricordavano quelli di una marionetta, e le parole uscivano dalla sua bocca flemmatiche. Doveva essere una servitrice della Papessa, e temeva che l'innaturale pesantezza della Elari fosse frutto di un qualche incantesimo fattole proprio lei. « Sì, sono io. Vogliate farmi strada » le rispose, e insieme si incamminarono.

    L'Elari la condusse fuori la biblioteca, uscendo quindi dal palazzo, dove il lastricato coperto di brina gemeva sotto i suoi passi strascicati; giunsero all'edificio di fronte, pressochè identico a quello dove dimorava il Papa. Percorsero in un silenzio incontaminato i corridoi, che nel loro essere spogli di ogni possibile decorazione e rappresentazione sembravano ancora piú angosciosamente immensi, fino a raggiungere una porta, meno maestosa di quella della stanza del Papa Rosso. Con un cenno l'Elari la invitò ad entrare, mettendosi accanto all'uscio. Entrò, e si affacciò in una piccola ma accogliente stanza semicircolare, al centro un minuto corpo femminile si godeva un bagno di vapore. Un velo di imbarazzo trapelò sul suo viso della mezzelfa data l'informalità della situazione. « Chiedevate di me?» domandò retoricamente con tono fermo, rimanendo sull'ingresso. La voce le arrivò soffusa dal vapore, delicata come un giglio « Vieni avanti ». Le si avvicinò con incedere leggero, i fiati di vapore iniziavano a scaldarla gentilmente. Si fermò poi circa ad un metro dalla schiena esile della Papessa. L'aveva ammonita anche il Papa: non era una creatura che voleva contrariare.

    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello. 11
    Energia. 64/64
    Salute. 40/40
    Stress. 4/11
    riflessi:VI tempra :II volontà: III
    Arcana VI Atletica III Carisma VI
    Percezione II Società III
    Specializzazioni.
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma [1 punto competenza] ;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione [1 punto competenza].
    Abilità passive.
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti [2 slot bg] ;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione, energia [1 slot bg].
    Artefatti.
    — Whispering Sands equipaggiamento superiore II| arma insidiosa | fragilità | nascosto [6 slot artefatto];
    — Moonward Harp equipaggiamento semplice;
    — Dryad's Tears equipaggiamento semplice, sul capo;
    — Gioco sporco consumabile | Fragilità [1 slot artefatto];
    — Gioco sporco consumabile | Debole [1 slot artefatto].


    Riassunto.
    Ezra spende due punti stress per superare la prova di Percezione - Percepire Manipolazioni difficoltà 4 per accorgersi che l'Elari non è completamente in sé.
    Note.
    //


     

     
    .
  9.     +4    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    La schiena nuda della Papessa accoglie il tuo sguardo. Non puoi vederla, ma in questo momento sta sorridendo, forse compiaciuta dall'imbarazzo che è convinta di averti provocato. Si schiarisce la voce, arrochita dai vapori, mentre si scioglie i capelli i capelli biondo cenere, scuotendoli in un movimento che ha qualcosa di selvaggio che ti lascia una qualche traccia d'inquietudine. Quella donna, se di donna si tratta, ha in sé qualcosa dell'animale selvatico, e chiunque sia cresciuto nel Lesathar sa che provare ad addomesticare una bestia del genere può divenire assai pericoloso.

    «Ara ara ~». Le parole le escono di bocca come miele, viscose e dolciastre. «Sei una bella donna, Ezra. Non mi aspettavo di meno, dalla regina del tuo popolo. Immagino tu abbia già incontrato il mio... il Papa Rosso». Si è corretta, dopo una breve pausa. Non puoi sapere se l'ha fatto di proposito o meno. «Posso anche immaginare che abbia cercato di metterti in guardia da me» aggiunge subito dopo, quasi ridacchiando alla fine della frase, come se si trattasse di una sciocchezza, qualcosa di così assurdo da risultare ridicolo. Come si potrebbe temere uno scricciolo del genere? «Spogliati». L'ordine è perentorio e improvviso, come una pugnalata. La voce si fa immediatamente più dolce e condiscendente. «Sono certa che nessuno ti abbia avvisata di questo, ma indossare il porpora è consentito solo ai regnanti, al Papa e alla Papessa». Ecco spiegato perché, al tuo arrivo in città, chiunque sembrasse estremamente interessato alla tua figura.

    TNsLj4K
    La papessa si volta, affrontandoti con i suoi occhi di un viola intenso e pastoso, occhi che promettono tempesta. Il viso è delicato, la pelle di porcellana, le labbra piccole e raccolte in un bocciolo sono di un color corallo; è nuda, e sotto i capelli e tra i vapori ne intuisci i seni appena accennati. Quella che hai di fronte è poco più che una ragazzina. «Il mio nome è Elidawin». Una presentazione piuttosto asciutta, ma evidentemente non ha bisogno di elencarti i suoi titoli: ti trovi lì su suo ordine, e pare abbastanza chiaro chi abbia il coltello fra le mani al momento. Si sente tanto al sicuro da voltarsi nuovamente: è destino che tu debba guardare di spalle i potenti di questa terra. Il braccio sinistro si solleva esile a indicare una piccola mensola a pochi metri di distanza; un braccio che non è di carne, ma sembra forgiato in un qualche tipo di strana lega magica. «Passami quell'olio sulla schiena, ti dispiace?». Poi, quasi a giustificare la richiesta, aggiunge: «Solitamente lo fanno le mie ancelle, ma desideravo che questo colloquio rimanesse privato».

    Così dicendo si passa una mano sul collo, spostando i capelli oltre la spalla destra e portandoseli davanti, lasciandoti davanti la schiena scoperta. «E adesso sentiamo: cosa ti ha detto di me il caro Enyon?».


    Ara ara. Niente da segnalare al momento, siamo pronti per il supporto!
     
    .
  10.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    Fu timore, giovane e sottile come il corpo di quella creatura, quando sciolse i capelli di cenere con un movimento superbo e dolorosamente ferino. Riconobbe qualcosa di sé in lei, una fioritura bella ma selvaggia e irta di spine. La voce tra i vapori era dolce, gocciolava viscosa come miele. «Sei una bella donna, Ezra. Non mi aspettavo di meno, dalla regina del tuo popolo. Immagino tu abbia già incontrato il mio... il Papa Rosso» fece una breve pausa, correggendosi. Squillò una risata di cristallo, limpida e fredda, immaginando che il Papa avesse già tentato di ammonire la mezzelfa. «Spogliati» le ordinò, le parole si fecero taglienti come lame, conficcandosi nel suo petto. Per un breve istante Ezra avrebbe giurato di sentire le sue certezze frantumarsi, e, come schegge di vetro, cadere ai suoi piedi. «Sono certa che nessuno ti abbia avvisata di questo, ma indossare il porpora è consentito solo ai regnanti, al Papa e alla Papessa» la voce tornò ad essere balsamo caldo che scivola sulle ferite. Era la primavera con le sue boccate d'aria tiepide, ma anche le frecce scoccate da un gelido inverno, e il suo barcamenarsi costantemente tra essi suscitava nella mezzelfa una strisciante inquietudine.

    La Papessa si voltò, i suoi occhi viola la saettarono invocando tempesta. La stessa vita che nel Papa stava appassendo, in lei sbocciava vanitosa. Il viso delicato e la pelle di luna, le labbra gocce di corallo - si mostrava tranquilla nella sua nudità, con i capelli che scendevano sul petto coprendo i seni appena accennati. Si presentò come Elidawin e si girò nuovamente, deliziosamente sicura nel dare le spalle. Le chiese di passarle l'olio sulla schiena, indicandolo su una piccola mensola con un braccio che sembrava forgiato in un qualche tipo di lega magica. Alla mezzelfa baluginò l'idea che quello non fosse propriamente un arto, che nascondesse l'orrore di cui le aveva parlato il Papa, o che fosse esso stesso l'orrore in una forma mutata. «Solitamente lo fanno le mie ancelle, ma desideravo che questo colloquio rimanesse privato» aggiunse. Scostò i capelli oltre la spalla destra. «E adesso sentiamo: cosa ti ha detto di me il caro Enyon?» domandò civettuola, quasi provando un certo gusto nel dirlo. Era evidente che tra i due non scorresse buon sangue e che, se quanto detto da Enyon fosse stato vero, Elidawin avrebbe sfruttato quel quesito per mostrarsi docile e fare in tal maniera ricredere la sovrana di Dayrst.

    Lasciò cadere il mantello dalle sue spalle in segno di rispetto e si diresse verso la mensola indicatale. Prese l'olio e tornò dietro la vasca, inginocchiandosi. «Niente di buono» iniziò con voce vezzosa. Mentire sarebbe stato commettere un passo falso. Versò qualche goccia di olio sul palmo della mano, scaldandolo. «Eppure sono qui, ad oliarvi la schiena» si lasciò sfuggire una risata morbida. «Sapete, è un unguento molto simile a quelli che abbiamo a Dayrst» concluse, riempendosi le narici di quel profumo così gradevole. «Ma non ti sei spogliata del tutto. Sei una persona prudente» appuntò. Ezra slacciò il corpetto, la gonna cadde leggera ai suoi piedi, i lunghi capelli corvini scesero a coprirle i seni. Avrebbe evitato di spogliarsi, ma non voleva provocare astio in lei: «Voi invece cosa avete da dire sul Papa?». Le sorrise senza voltarsi, e la mezzelfa non riuscì a capire se quel ghigno fosse stato suscitato dal suo rimanere nuda come le aveva ordinato o dalla domanda che le aveva posto. «Cosa sai sugli Arcani Maggiori?» chiese. « Poco piú dei loro nomi» arricciò le labbra in un sorriso. «Ha qualche rilevanza per voi?» proseguì. «Le cariche di Papa e Papessa non sono ereditarie. Sono legate al possesso del rispettivo Arcano Maggiore; è la carta che sceglie il successore, è così che ha sempre funzionato. Enyon non era d'accordo con la mia nomina, non lo è mai stato, e così desidera privarmi del mio Arcano». Scelse di rimanere in silenzio davanti a quella spiegazione, accondiscente. Il suo sguardo continuava a posarsi sull'arto sinistro della Papessa. «Cosa è successo al vostro braccio?» domandò. Elidawin si irrigidì come un lupo minacciato e pronto a fuggire. «Un incidente, molti anni fa» la liquidò con poche parole; «capisco» e lei troncò corto, nonostante la sua reticenza su quell'argomento potesse alimentare dei sospetti. Quella creatura, inoltre, sembrava poco piú che una ragazzina e ciò poteva significare o che l'incidente fosse accaduto in tenerissima età, o che il suo aspetto nascondesse un'anima molto piú antica. «Suppongo mi abbiate chiamata per un motivo» riprese, le mani continuavano a massaggiare le spalle minute. «Desideravo incontrarti, capire che tipo di persona sei. Ovviamente puoi rimanere in città finché lo desideri, sarai nostra ospite. Ho solo una cosa da chiederti in cambio» disse, e la mezzelfa la invitò a proseguire, restando in ascolto, «Oggi pomeriggio ci sarà una piccola cerimonia alla cattedrale, vorrei che vi assistessi». Annuì con un piccolo cenno del capo, «vi ringrazio per l'ospitalità». Non si sarebbe fermata a lungo, doveva tornare da Riven e Tokki il prima possibile, ma l'invito a soggiornare e la cerimonia le parvero ulteriori buone occasioni per quantomeno osservarla. La Papessa staccò la schiena dal contatto e si girò, raccogliendo elegante una vestaglietta di seta rossa. «Ti ringrazio, Ezra. Rimani pure quanto vuoi. Quando uscirai, le mie donne ti mostreranno le tue stanze» concluse, ricominciando così a vestirsi. Ezra distolse pudicamente lo sguardo per poi abbassarsi in un inchino. Si rialzò poco dopo e si diresse alla porta dopo essersi rivestita di tutto tranne che del mantello, che si limitò a portare con sé.

    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello: 11
    Energia: 64/64 Salute: 40/40 Stress: 4/11
    Riflessi: 6 Tempra: 2 Volontà: 3
    Arcana VI Atletica III Carisma VI Percezione II Società III

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione (energia).

    Artefatti:
    — Whispering Sands equip. sup. II, insidioso (fragilità), nascosto;
    — Moonward Harp equip. semplice;
    — Dryad's Tears equip. semplice;
    — Gioco sporco equip. consumabile (fragilità);
    — Gioco sporco equip. consumabile (debole).



    Riassunto.
    //

    Note.
    //


     



    Edited by Angrboða - 26/11/2022, 03:36
     
    .
  11.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Appena uscita dalla sauna ti trovi davanti la stessa elari che ti ha condotta fin lì e che nuovamente ti prega di seguirla. Scendete di un livello, attraversando i soliti corridoi lunghi e freddi e tutti uguali. Hai probabilmente molte domande da fare, ma l'ancella dormiente della Papessa probabilmente non è la persona più adatta a cui farle. Vieni infine condotta a quella che si rivela essere la stanza che ti è stata assegnata. Piccola ma accogliente, provvista di tutto ciò di cui potresti avere necessità, incluso un angolo per la toeletta e una vasca di bronzo piena di acqua bollente nel caso in cui desiderassi fare un bagno. Il letto è comodo, morbido il giusto e provvisto di una tale quantità di cuscini che mettendoli l'uno sull'ultra potresti arrivare a toccare il soffitto, che pure è piuttosto alto. La giornata è stata piuttosto stancante, e forse il riposo sarebbe la cosa migliore; in ogni caso, dopo che l'ancella si è accomiatata, non ti è rimasto molto da fare se non aspettare.

    [...]
    Vengono a bussarti alla porta. Sono trascorse diverse ore, forse otto o nove. Fuori è nuovamente buio, cortesia della stagione invernale e delle giornate più corte; guardando fuori dalla finestra vedi ammassarsi nuvoloni, ma il tempo pare tenere. Vieni informata che il rito inizierà a breve con una piccola processione. Ti vengono portati dei vestiti adatti: una tunica di lana grezza e una stola che ti viene avvolta due volte intorno alle spalle come una mantellina, entrambe bianchissime; ti viene poi posto sul capo una sorta di diadema che sorregge una sfera anch'essa di lana, attraversata da un ago. Se non altro, sei certa che non sentirai freddo.

    Vieni scortata al piano inferiore, e da lì fino all'ingresso del palazzo. Dal portone di fronte vedi uscire il Papa Rosso e - poco dopo - Tylas. Il primo indossa i paramenti del suo sacro incarico e raggiunge la testa del corteo; Tylas gli si mette subito dietro. Noti che il corteo processionale è composto da poche persone, una ventina in tutto - te compresa - e sono tutti vestiti di bianco: uomini e donne indossano abiti molto simili al tuo, e tutti hanno l'identico copricapo. Il corteo inizia a muoversi, guidato dal Papa e dalla Papessa. La processione procede lentamente, in maniera non del tutto ordinata; ti ritrovi in fondo alla fila, e stai guardandoti intorno mentre procedete verso la cattedrale accompagnati dal suono di un tamburo che con la sua cadenza sempre uguale tiene l'andatura e aggiunge un tono di greve solennità a tutta la vicenda. Proprio in quel momento, ti si affianca qualcuno che conosci: il vecchio che hai già incontrato due volte e a cui non hai mai chiesto il nome; il vecchio che continui a incontrare, e c'è da chiedersi se si tratti davvero di un caso. Non ti dice nulla, si limita a sorriderti e a farti l'occhiolino mentre si accarezza la barba; è vestito di bianco, ma non porta il copricapo cerimoniale, il che stona abbastanza rispetto al resto degli invitati. Ti fa un cenno verso la guglia più alta della Cattedrale, invitandoti a osservare, e allora lo vedi - o almeno ti pare di vederlo. C'è qualcuno vestito di nero, in piedi sulla guglia della Cattedrale. Ti volti per chiedere spiegazioni, ma il vecchio è scomparso. Torni a guardare la Cattedrale, e anche la creatura vestita di nero non c'è più. Inizi a pensare di avere le traveggole.

    [...]
    Le porte della cattedrale di cristallo sono enormi, i battenti aperti. Il Papa e la Papessa fanno il loro ingresso; il resto del corteo si ferma nella navata centrale, che per l'occasione è stata lasciata vuota. Il Papa e la Papessa, il primo accompagnata da Tylas, la seconda dall'ancella elari che hai avuto modo di incontrare, raggiungono l'altare. L'aria è pesante, riesci ad avvertire la solennità del momento; nella penombra della cattedrale vedi le due figure ammantate di rosso raggiungere il punto più alto dell'altare, chinarsi davanti a un simulacro di cui non riconosci le fattezze, e poi volgersi a fronteggiare quello sparuto gruppo di persone vestite di bianco di cui anche tu fai parte.
    In quel momento avverti qualcosa, come un forte impulso ad agire, a fare qualcosa, e i tuoi occhi individuano, solo per un istante, un bagliore proveniente dal braccio artificiale della papessa. Qualcosa che solo tu hai visto, che solo tu puoi vedere.


    Prova di Percezione: 3/4/5.
    Puoi rispondere in supporto <3
     
    .
  12.     +1    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    I passi dormienti della Elari strisciarono lungo i corridoi gelidi ed infiniti, accompagnando la mezzelfa nella stanza a lei riservata. Era piccola, sicuramente non sfarzosa quanto quelle a cui era abituata, ma non per questo priva di comodità - meglio che passare la notte alle intemperie. Appena la porta si chiuse alle sue spalle si fece scivolare dolcemente i vestiti di dosso; scansò con un piede la gonna e si immerse nella vasca, lasciando andare lentamente la schiena contro i bordi bronzei. Raccolse tra le mani i suoi lunghi capelli e li fece ricadere fuori, socchiuse gli occhi inclinando la testa all'indietro. I vapori annebbiavano già la camera, rendendo gli specchi nell'angolo dedicato alla toelettatura dei piccoli punti splendenti. Sospirò, un nugolo di farfalle dorate si posò sulle sue braccia. Il tepore dell'acqua era ciò di cui il suo corpo aveva bisogno dopo la nottata, inoltre non vi erano molte alternative per ingannare il tempo. Uscì, nella penombra trasparente della luna il suo corpo nudo era attraversato da rami di luce argentea. Raccolse un telo e si asciugò, quindi si rivestì e sistemò l'enorme pila di cuscini sul letto nel modo che le sembrava più confortevole. Nonostante ciò, passò buona parte della notte a girarsi e voltarsi, le lenzuola aggrovigliate alle sue gambe. Non riuscì, e in verità nemmeno voleva, addormentarsi, non in un posto che non era casa sua e che ululava al pericolo dal momento in cui vi aveva messo piede. Un sonno leggero, come se galleggiasse appena sotto la superficie della coscienza.

    Un rumore secco e profondo, la eco del bussare sulla porta di ghiaccio. Il cielo era livido e gravido di nuvole, i giorni lì le sembrarono non esistere. Nessun sole accecante e quasi impietoso, soltanto una lunga e interminabile notte di inverno. La informarono dell'imminente inizio del rito, che si sarebbe aperto con una processione; le vennero portati anche dei vestiti più consoni al clima e all'occasione: una tunica di lana grezza e una stola che le venne avvolta dalle ancelle due volte intorno alle spalle, entrambe di un biancore immacolato, e sul capo venne posato un diadema che sorreggeva una sfera anch'essa di lana, attraversata da un ago. Si guardò, e prima di lasciare la camera occhieggiò la sua tiara, nel frattempo appoggiata sopra una esile mensola di cristallo: l'avrebbe richiamata a sé alla fine di tutto - era un dono, e ogni volta che la indossava le pareva di sentire il profumo acre e al contempo caldo di un'infanzia recisa.

    Venne scortata al piano inferiore, quindi all'ingresso del palazzo. Vide uscire il Papa Rosso e raggiungere la testa del corteo avvolto in un mantello purpureo e in una pelliccia di ermellino, col capo ornato dall'eccentrico copricapo rosso e dorato, seguito da Tylas. La processione non era particolarmente gremita: si potevano contare una ventina di persone, Ezra compresa, e l'unica particolarità era che tutti, sia uomini che donne, calzavano gli stessi abiti bianchi e lo stesso copricapo, il che li rendeva pressoché indistinguibili e conferiva loro l'aria di membri di qualche setta di fanatici. Il Papa e la Papessa guidarono il corteo, il rumore cupo del tamburo cadenzava i loro passi e tutto il mondo parve inchinarsi al cospetto dei governanti. Un viso inconfondibile spiccò tra la folla, le fece l'occhiolino e sorrise con la sua chiostra di denti giallastri. Era l'unico a non portare il copricapo, cosa che stranì non poco la mezzelfa. Non disse nulla, si limitò ad indicarle la guglia più alta della Cattedrale. Non capì subito, poi lo vide. Un essere ammantato di nero, in piedi sulla guglia come un avvoltoio che osserva la sua preda. Voltandosi, però, non trovò nessuno a cui chiedere spiegazioni. Portò nuovamente lo sguardo al cielo sopra la Cattedrale, ma quella creatura - o qualunque cosa fosse - era svanita. Forse era solo frutto della stanchezza, delle poche ore di sonno, delle stranezze che si sono susseguiti fin troppo rapidamente.

    Le porte di cristallo della Cattedrale di brillavano come stelle in un cielo notturno. I battenti rimasero aperti, anche dopo il passaggio del Papa e della Papessa, scortati rispettivamente da Tylas e l'ancella Elari. Il corteo si fermò nella navata centrale, che da sgombra dava l'impressione che anche i muri fossero indietreggiati in segno di riverenza, i governanti e gli accompagnatori raggiunsero l'altare. Si chinarono davanti ad un simulacro, per poi girarsi verso lo sparuto gruppo di persone. Un singolo bagliore, per un solo istante, fendette la solennità del momento, e proveniva dal braccio artificiale della Papessa. Cercò di mantenere la lucidità, nonostante il forte mal di testa. Ancora, le sembrò di vedere ombre serpeggiare nelle navate laterale, poi le persone, clangore di armi e il boato delle porte di cristallo che si chiudevano. Si guardò velocemente intorno alla ricerca del vecchio - magari lo avrebbe incontrato una quarta volta. Si fece poi strada nel gruppo di persone, ponendosi così a capo. Alzò gli occhi. « Vorrei assistere alla cerimonia dall'altare, se mi è concesso ». Da quella posizione avrebbe tentato di mettere al corrente il Papa di quanto aveva appena percepito, in più avrebbe avuto modo di proteggerlo se fosse stato necessario, di portare a termine il suo incarico. Si levò un mormorio dal corteo, i loro sguardi avvampati di disgusto e sorpresa inchiodarono la mezzelfa. Sul viso del Papa Rosso si dipinse un'espressione di perplessità, la Papessa si guardò intorno e con un piccolo cenno del capo acconsentì. Si avviò verso l'altare, lo strusciare dell'ampia tunica bianca sul pavimento era l'unico rumore che la accompagnava.


    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello: 11
    Energia: 64/64 Salute: 40/40 Stress: 2/11
    Riflessi: 6 Tempra: 2 Volontà: 3
    Arcana VI Atletica III Carisma VI Percezione II Società III

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione (energia).

    Artefatti:
    — Whispering Sands equip. sup. II, insidioso (fragilità), nascosto;
    — Moonward Harp equip. semplice;
    — Dryad's Tears equip. semplice;
    — Gioco sporco equip. consumabile (fragilità);
    — Gioco sporco equip. consumabile (debole).



    Riassunto.
    Ezra spende due punti stress per superare la prova di Percezione difficoltà 4, percependo così le ombre e le persone nelle navate laterali; inoltre capisce di essere vittima di una trappola.

    Note.
    //


     

     
    .
  13.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    La tua è una scelta audace, ma come tutte le scelte audaci offre dei premi e l'aiuto della fortuna, ma a caro prezzo. Nel momento stesso in cui ti accingi a salire il primo dei sette gradini di bianchissimo cristallo che portano all'altare, vedi la Papessa sollevare il suo braccio umano, così umano e così terribile nell'impartire quello che immediatamente riconosci come un ordine. Un ordine che non ti piacerà affatto.

    Dalle navate laterali vengono fuori gli uomini che si erano nascosti nella penombra, tra le panche, quelli che avevi appena percepito, solo intravisto, e che ti avevano causato un tale sospetto da farti avere l'ardire di chiedere una posizione privilegiata. Sono una mezza dozzina per lato, tutti incappucciati e coperti da tuniche borgogna; tendono i loro archi fino allo spasimo, un istante sospeso che dilata il tempo e sembra non dover avere mai fine. Un istante in cui puoi rivedere, rivalutare tutto ciò che ti è accaduto da quando sei arrivata lì. Avresti potuto fare le cose in maniera diversa? Avresti potuto evitare tutto questo?

    Poi le fecce vengono scoccate, e la cattedrale si trasforma in un orrore fatto di urla di sorpresa e dolore, tradimento e sangue. Alle tue spalle i corpi di quella ventina di persone che formavano la processione sacra si contorcono a terra; qualcuno è già morto, qualcuno sta per morire. I loro abiti bianchi vanno tingendosi di vermiglio, così come il sangue fa presto ad allagare la navata centrale. L'orrore si è compiuto, un orrore annunciato che avevi quasi previsto nello scorgere il segnale lanciato dalla Papessa.

    Guardi i volti delle persone sull'altare. La Papessa sorride in maniera gentile, non c'è ombra di crudeltà nel suo sguardo, solo una grande determinazione. Tylas e il Papa Rosso assistono impassibili allo scempio. Quest'ultimo si rivolge alla Papessa: «Immagino ci sia una spiegazione per questo».

    TNsLj4K
    La papessa nicchia, sembra rifiutarsi di rispondere. Scrolla le spalle, come se fosse tutto già deciso, e le sue parole non potessero ormai cambiare quello che è accaduto, quello che sta per accadere. Gli uomini incappucciati vengono avanti, incoccano nuovamente le frecce nei loro archi; tutti loro puntano al Papa Rosso. «Capisco» dice lui, in un tono arrendevole che non gli si addice. Serra il pugno, e fissa i suoi occhi glaciali su tutti loro; non gli serve nemmeno parlare, né esprimere il proprio disprezzo per il tradimento e l'omicidio. Cadono a terra, tutti loro, uno dietro l'altro. La Papessa sogghigna. «Non sei poi decrepito e indifeso come ti piace far credere». Il Papa Rosso trema, d'indignazione e stanchezza; usare i suoi poteri lo logora, lasciandolo privo di forze. Sta per crollare, Tylas si fa avanti per sorreggerlo. «Chiudiamo questa faccenda». La Papessa solleva un braccio in direzione del Papa; si tratta stavolta della sua protesi incantata. Di nuovo, la vedi luccicare, percepisci come uno sfarfallio dorato. E stavolta, il tempo si ferma davvero.

    Tutto resta immobile, come cristallizzato: il Papa Rosso sostenuto da Tylas, la Papessa con il braccio proteso nella loro direzione. E da quel braccio viene fuori qualcosa, una piccola sfera dorata e luminosa, un obolo che va facendosi sempre più grande man mano che avanza verso di te e modifica la sua forma, fino ad assumerne una definitiva: una triplice corona. Qualcosa che hai già visto, un simbolo divenuto ricorrente nelle ultime ore. Qualcosa di enormemente magico, e che sembra voglia comunicarti qualcosa.


    Here we go!
    Prova di Arcana: 6/7/8/9. Also, a seguire una specifica.

    Stasi Temporale: Ezra si ritrova all'interno di una stasi temporale. Non è chiaro cosa sia a generarla, tuttavia è chiaro che le uniche entità che possono agire in questo contesto sono Ezra stessa e l'artefatto con la forma della triplice corona. Non è possibile per Ezra interagire con gli altri PNG al momento.
     
    .
  14.     +3    
     
    .
    Avatar


    Group
    Mascottina Lettrice
    Posts
    798
    Reputation
    +689

    Status
    Offline
    - Picatrix -
    la corona e la croce

    La tempesta arrivò ad un passo dal primo gradino, una sentenza tragica e misera che si levò dal braccio umano della Papessa. In un battito di ciglia le arrivò dolorosa la consapevolezza che no, ciò che le era parso di vedere non era frutto di un vacillare dei sensi, un errore di percezione. Uscirono, nel più freddo dei silenzi, una mezza dozzina di uomini per navata, incappucciati e vestiti di tuniche di color borgogna, i quali in modo quasi meccanico incoccarono i loro archi tendendoli fino all'estremo. L'aria parve farsi una coltre di cristallo e, come in un incubo da cui desideri svegliarti, rivide i momenti precedenti in un istante irragionevolmente dilatato. Magari se non avesse accettato l'invito, se fosse rimasta con con gli altri del corteo, se non avesse indugiato. Forse è vero che le nostre vite non ci appartengono, che sono visceralmente legate a quelle degli altri, che dall'insieme delle nostre e delle loro azioni generiamo il futuro. Le frecce vennero scoccate, l'aria si infranse. Ezra girò il viso, già contorto in una smorfia di terrore. I corpi di coloro che la circondavano fino a poco prima si contorcevano a terra come nidi di vipere: alcuni si aggrappavano agli ultimi baluginii di vita, altri ancora erano spirati. Il sangue scorreva, tingendo di vermiglio gli abiti bianchi e lordando la navata centrale. Fu oscenità, disperazione, impotenza. Guardò la Papessa sorridere candida e gentile dall'altare, e le parole le morirono sulle labbra. Era il suo popolo; erano suoi fedeli. Era davvero un sacrificio necessario? Rumore di vetri e di sogni che si frantumano. Tylas e il Papa Rosso assisterono come statue - quest'ultimo si limitò a mugolare poche parole nel tentativo di ricevere una spiegazione che già probabilmente sapeva. La Papessa scrollò le spalle, imperturbabile, mentre gli uomini vestiti di borgogna ripresero i loro archi, puntando al Papa Rosso. Le sembrò di sentirla dire tra i suoi risolini: Enyon, non c'è nulla che tu possa fare per cambiare le tue sorti, il mio fiato con te è sprecato. Il Papa Rosso serrò i pugni, arrendevole, e fissò gli occhi su coloro che avevano compiuto il massacro, che caddero uno dopo l'altro come foglie inaridite. « Non sei così poi decrepito e indifeso come ti piace far credere » ghignò Elidawin. Il capitano della prima compagnia accorse a sorreggere il Papa prima che questi crolli al suolo dopo lo sforzo che aveva appena sostenuto.« Chiudiamo questa faccenda » decretò la Papessa, sollevando l'arto artificiale e puntando verso il Papa. Scintillò nuovamente, come prima di dare l'ordine per eseguire la carneficina, e il tempo si congelò, cristallizzando l'intera cattedrale come una natura morta. Una piccola sfera dorata e luminosa venne fuori dal braccio incantato, ingrandendosi mano a mano e modificando la sua forma fino ad assumere quella di una triplice corona. La mezzelfa si resse la fronte con una mano, con l'altra allungò l'indice come a volerla toccare, la sua pelle si fece d'oro e un nugolo di farfalle volò sopra la corona, in un tentativo - disperato - di comunicare con questa, o con qualsiasi cosa risieda al suo interno.

    2IrpHvN

    EZRA QOORAJ

    3iDHCVF

    Livello: 11
    Energia: 64/64 Salute: 40/40 Stress: 0/11
    Riflessi: 6 Tempra: 2 Volontà: 3
    Arcana VI Atletica III Carisma VI Percezione II Società III

    Specializzazioni:
    ~ ammaliare, specializzazione di carisma;
    ~ percezione creature viventi, specializzazione di percezione.

    Abilità passive:
    ~ abilità passiva di supporto, maledizioni potenti;
    ~ abilità passiva di recupero, rigenerazione (energia).

    Artefatti:
    — Whispering Sands equip. sup. II, insidioso (fragilità), nascosto;
    — Moonward Harp equip. semplice;
    — Dryad's Tears equip. semplice;
    — Gioco sporco equip. consumabile (fragilità);
    — Gioco sporco equip. consumabile (debole).



    Riassunto.
    Ezra spende due punti stress per superare la prova di Arcana di difficoltà 8 sull'artefatto con la forma della triplice corona.

    Note.
    //


     



    Edited by Angrboða - 2/12/2022, 00:51
     
    .
  15.     +2    
     
    .
    Avatar


    Group
    Gestore
    Posts
    2,668
    Reputation
    +1,186
    Location
    mnemonia

    Status
    Offline
    Il nugolo di farfalle raggiunge la corona e per un istante tutto diventa bianco, travolto dalla luce abbacinante che proviene dall'arcano che levita a pochi metri da te. Il contatto con la magia di cui sei la fonte dà vita a un fenomeno di risonanza, le due fonti magiche sembrano riconoscersi come complementari. La corona non è più una corona, ma sembra essere regredita alla sua forma primordiale, un globo luminoso e palpitante che sembra pulsare sempre allo stesso ritmo, come se tentasse di comunicare con te.

    Lo vedi ingigantirsi, poi divenire più piccolo e infine appiattirsi simile a una stringa sottile e dorata che inizia a piegarsi su se stessa, fino a divenire un accrocchio indisciplinato e confuso, per infine risorgere in una sarabanda di policrome iridescenze - come un cristallo attraversato dalla luce del sole - nella forma di uno sciame di farfalle dorate del tutto identiche alle tue; permane in quella forma statica per alcuni istanti, prima di ridivorare le farfalle e tornare al suo stato di quiete. Stato che perdura solo per alcuni secondi, giusto il tempo che occorre all'artefatto per elaborare le informazioni ricevute: prima ha replicato la magia con cui è venuto in contatto, il passo successivo può facilmente essere immaginato.

    TNsLj4K
    Di nuovo l'energia dorata si piega su sé stessa, si allunga e inizia a espandersi, mantenendo il suo pulsare ritmico cui corrispondono lampi di luce più violenti che illuminano solo te, ignorando tutto il resto del mondo rimasto immobile intorno a voi, intrappolato nel ghiaccio. Riesci a definire la nuova forma della creatura: prima le gambe, poi le braccia, infine una testa che porta sul capo un diadema; se prima ha replicato la magia, adesso ne replica la fonte. La creatura che hai di fronte è identica a te, ha persino replicato la forma dei tuoi abiti, sebbene tutto in lei sia composto di pura energia magica, filamenti dorati della trama arcana. La sola differenza è il volto: perfettamente liscio, opalescente, attraversato da cromature che virano al bronzo; in quel viso scevro di connotati si riflette il tuo. «Vincimi» dice la Replica, con una voce innaturale e metallica, come proveniente da un guscio d'oro, e si pone in quella che sembra una posizione di combattimento.

    E ti è chiaro, ti era chiaro dall'inizio di quel processo di metamorfosi, dal momento stesso in cui le farfalle hanno toccato la corona, che ti trovi davanti a uno degli Arcani Maggiori. E che, ti piaccia o meno, dovrai combatterlo.


    Il contatto delle farfalle incantate con la corona ti permette di superare la prova di Iniziativa. Ottieni quindi iniziativa non piena: solo per il primo turno di combattimento, potrai utilizzare una singola azione; diventeranno le canoniche tre dal prossimo turno.
    L'effetto risonanza generato dal contatto con una fonte magica ha portato l'Arcano che stai sfidando a replicare prima la forma della tua magia, quindi la sua fonte, ovvero la stessa Ezra. Di seguito la scheda del PNG in questione.


    Ezra (Replica)
    Unico

    Risorse: ??/?? (salute) - ??/?? (energia);
    Classi di Difesa: ?? - ?? - ??
    Competenze: ??? - ???
    Passive : ???, ???
    Attive : Combatte corpo a corpo.


    Trattandosi di un PNG dal Tratto Unico, le sue risorse rimangono occultate fino alla sua prima azione.
     
    .
27 replies since 31/10/2022, 02:15   1383 views
  Share  
.
Top