mirabilia ~ gli spettri del suhayl

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    M I R A B I L I A
    - GLI SPETTRI DEL SUHAYL -


    Estratto da
    MIRABILIA - VIAGGIO INTORNO ALL'INCUBO
    [...]
    Sebbene la foresta, avendo vita propria e una sua specifica volontà, rubi la scena a tutto il resto con la storia degli influssi magici e dei Cimiteri di Anime, non crediate che lontani dagli alberi secolari la storia sia differente.
    Quella regione è condannata ad essere speciale, in un senso nell'altro, sembra che sia la magia stessa a comporla e a decretare i destini di chi la popola - nel bene e nel male. Ma nel narrare di ciò che vedemmo presso la brughiera, mi preoccupa il fatto che pochissimi crederanno alle mie parole; i più crederanno fossimo ubriachi, o pazzi - o entrambe le cose - ma la verità è che gli spettri del Suhayl sono presenti, e non conoscono requie.



    { Suahyl, a due giorni di cammino dalla foresta; Crepuscolo }
    .pov - partecipanti

    La brughiera è uno strano luogo in cui trovarsi, specialmente quando la luce viene meno, le ombre si allungano, l'aria diventa umida e pesante e la nebbia impedisce di scorgere l'orizzonte condannandoti ad un eterno qui e ora senza una direzione e senza un futuro, bloccato in una versione amorfa dell'essere che confonde i sensi e le forme.
    Parlo dell'ora in cui il cielo si tinge di violetto e gli ultimi sprazzi di rosso stanno perdendo la loro tinta, assediati dalle nuvole e - solo talvolta - da una luna che pigramente fa capolino occhieggiando alla vallata che sembra sempre uguale e lì, su quella terra verde ma arida, fra l'erica e la ginestra, regna incontrastata la zanzara.
    La brughiera è davvero uno strano luogo in cui trovarsi.

    Spira un vento di ponente sulla collina, un venticello freddo non ancora abbastanza stizzoso da darvi fastidio. Non è difficile immaginare che quel vento prenderà a scemare nella prossima ora, lasciando il campo alla foschia e rendendo difficile proseguire il cammino.
    Lyria si trova sull'erta del colle, da lì riesce a dominare visivamente la zona: il sentiero è ormai perduto alle sue spalle, non si riesce nemmeno più a scorgerlo. Duecento metri più avanti, alle pendici del colle, una mulattiera costeggia il lago. Si tratta di un lago piuttosto grande ma di nessuna rilevanza geografica o politica, né militare. Su quella stradina si muove Morbùrkum, presumibilmente badando ai fattacci suoi.

    Sulla sua sponda orientale - quella opposta - si riesce appena a intravedere una casa, ma è difficile stabilire se sia abitata o meno.
    Spingendosi più a nord-est, è facile notare del movimento sulla collina di fronte, una piccola carovana e di tanto in tanto qualche fiaccola.
    Volgendo lo sguardo a sud, invece, a qualche chilometro di distanza si possono notare quattro alberi piuttosto grandi e antichi - qualcosa di piuttosto inconsueto, per quel luogo che è sì ricco di vegetazione, ma si tratta per lo più di rampicanti e piccoli arbusti, ma di piante dall'alto fusto.

    Il tempo della luce sta per finire, a breve la tenebra reclamerà il suo oscuro dominio su colline e valli.
    Le storie che avete sentito su quei luoghi, insieme ai lugubri ululati che riuscite a udire in lontananza, suggeriscono di trovare un riparo per la notte.
    Il bello delle storie, però, è che non devono essere ascoltate per forza,
    anche se nessuno si stanca mai di raccontarle.


    Here we go! Apertura veloce e con indicazioni di solo contesto, così siete liberi di raccontare come e perché vi trovate lì e descrivere il vostro incontro.
    Insomma, è il solito giro introduttivo; se credete, potete accordarvi fra voi per il dialogo delle presentazioni prima di proseguire.
    Però, è bene che cominciate già a farvi un'idea su dove preferite andare di preciso per trascorrere la notte (potete anche decidere di rimanere in girò, obv).
    Buon game!
     
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    mirabilia ~ gli spettri del suhayl
    Al solito, le missioni della Chiesa sono tanto poco dettagliate quanto difficili. Al di là dei lunghi viaggi, la ragazza era relegata ad un ennesimo viaggio senza compagnia se non quella della fauna locale e di qualche viandante bisognoso che si era fermata ad aiutare. Il problema di quei viaggi, specialmente in quel periodo, è che il buio arrivava sempre troppo presto, e con la notte nessuno sano di mente avrebbe viaggiato. Al di là della poca visibilità, i pericoli erano troppi, oltre ad animali e banditi, creature di ogni genere attendevano dietro l'angolo nella notte. Il sole, che ormai comincia a scomparire, lascia la zona illuminata di un rosso che rende cupo il tutto. Il venticello si insinua fra le giunture dell'armatura, una sensazione che ancora non era spiacevole, ma che lo sarebbe diventata ben presto, se non avesse acceso un fuoco o trovato un riparo. Normalmente avrebbe semplicemente montato un campo, ma da lì, dal suo punto di osservazione dall'alto della collinetta, scorgeva la vita muoversi.
    Da una parte, quattro alberi che erano curiosi anche nel mezzo a quel luogo, ma che come riparo avrebbe preferito evitare. Se dovesse piovere - e sperava di no - erano perfetti parafulmini. Non aveva intenzione di finire arrosto. La casa, invece, poteva essere un buon luogo di riparo, ma senza sapere se fosse abitata o meno, preferiva non andarci. Rimaneva l'opzione della carovana che scorgeva in lontananza, e le fiaccole che ogni tanto comparivano e sparivano, probabilmente di pattuglia, o solo in attesa di allestire le tende. Quella, alla fine, era l'opzione che più le andava di seguire in quel momento. Di solito non erano ecessariamente accoglienti con tuti, ma non doveva nemmeno aspettarsi troppa resistenza, a meno di criminali. Si mise quindi velocemente in cammino. Non poteva aspettare, non in quel momento.
    Durante il percorso, ormai vicina alle luci del suo obiettivo, la piccola paladina incrocia un figuro alto quasi il doppio di lei, con un fisico che praticamente le proietta addosso un'ombra, praticamente oscurando anche la poca luce che è rimasta. L'elmo ancora indosso nasconde la sua faccia perplessa, quando apre bocca in automatico. - Sono Lyria, cerchi un posto sicuro dove passare la notte anche tu? - Indicò di fronte a sè, continuando a camminare. - Penso che stiamo andando nella stessa direzione, in fondo. Sei un tipo da compagnia o preferisci bere da solo? - Era da sola da troppo tempo, e le parole uscirono naturali. Forse troppo.

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: ///

    Stato Fisico: Illesa
    Stato Mentale: Tranquilla, curiosa.
    Energia: 100%

    Tecniche Usate: ///

    Abilità Passive:
    Figli dell'Uno [Abilità Passiva][Auspex Magico Ambientale][1 Slot (Razziale)]
    Gli umani sono la prima grande popolazione del mondo di Atlas, lo hanno conosciuto prima degli stessi aspetti e godono di una intrinseca connessione alle forze magiche. Tutti gli umani sono in grado di percepire come tale i fenomeni e gli oggetti magici che non siano stati velati da un potere superiore a quello della loro capacità innata.


    Master of War [Abilità di Caratterizzazione - Power Up] [ Immunità alla Fatica (1) | Capacità di usare ogni arma alla perfezione (1) | Potenziamento Attive Magiche Offensive (Basso+Basso) (4) | Immunità a Veleni e Malattie (1) ] [7]
    Il Culto del Dio della Guerra è particolare, ancora di più considerando che ormai gli effetti benefici dovuti alla benedizione di una divinità non sono più gli stessi, quasi mai. Pur essendo l'Aspetto della Guerra, la violenza non è alla base del credo, ma bensì il rispetto per essa. Di fatto, è raro che un seguace, e ancor meno un membro delle autorità del culto, siano persone violente. In compenso vengono addestrati come militari, disciplina rigida, mente salda e sanno usare armi di ogni genere e sorta. Un gruppo piccolo, ma d'elitè. Nonostante questo, non si muovono per nessuno, se non per difesa o altre particolari circostanze. Gli allenamenti, in compenso, sono estremi a dir poco, praticamente inumani. Spinti ad affrontare mostri oltre le proprie capacità, o innumerevoli gruppi di malintenzionati, i Chierici ne escono vittoriosi e possenti, oppure seppelliti nella gloria. I benefici sono vari, sorpassata quella lunga serie di incontri con la morte che porta all'essere considerati membri effettivi. La fatica è un lontano ricordo, sia per il potere miracoloso che sono in grado di usare, sia per lo sforzo giornaliero a cui vengono sottoposti. Sanno usare ogni genere di arma, a volte anche se non ne hanno mai usata una, grazie ad un piccolo dono dell'Aspetto della Guerra.


    Faith resides in our Arms [Abilità di Caratterizzazione] [Conoscenza (Geografia) (1) | Conoscenza (Strategie di Combattimento) (1) | Conoscenza (Linguaggi) (1) | Conoscenza (Storia) (1) ] [4]
    Lyria è un po' diversa dagli altri chierici. Era la più giovane, ma anche la più debole. Contro ogni aspettativa, però, è sopravvissuta ad ogni prova. Grazie a questo estremo addestramente, riesce a far sembrare quasi senza peso l'armatura che indossa. Sebbene sia infatti di un materiale resistente e più leggero possibile, e con abbastanza giunture da risultare flessibile, risulta comunque più pesante di quanto le sue movenze fluide possano far sembrare. Inoltre la ragazza conosce, in parte per lo studio profondo concessole negli anni di nobiltà, in parte per un piccolo aiuto divino, molto dell'Atlas. Storia, geografia e lingue sono argomenti di facile apprendimento e di cui ha memorizzato molto da tempo, senza contare le tattiche militari e di guerriglia che ha imparato per aiutare in combattimento.



    Equipaggiamento:

    War God Armor [Difensivo, Lv.1]
    L'armatura che indossa Lyria è un'armatura completa di pregiata fattura. Un po' dovuto ai suoi nobili natali che le hanno concesso di poter usufruire dei suoi averi per potersi comprare un'armatura che le stesse bene, e in parte per aiuto dell'ordine, l'armatura è creata da materiali resistenti e al contempo articolata e flessibile. Nonostante sia più leggera di altre armature complete, il peso non è indifferente, ma la ragazza riesce a farla sembrare al pari di un'armatura leggera. Persenta vari segni di battaglie, ma è estremamente lucida, come se nonostante quei segni sia completamente nuova e lucidata. Di fatto, tutti i "ricordi" degli scontri sono stati lasciati volontariamente.


    Warmaster Rod [Magico Offensivo; Lv.1]
    Ogni Chierico sa usare ogni genere di arma, ma l'addestramento di Lyria è finito in una maniera un po' più particolare. L'arma che ha acquisito durante una delle missioni a cui ha partecipato le permette letteralmente di avere una qualsiasi arma fra le sue mani. Normalmente, è un bastone bianco lungo circa cinquanta centimetri, metallico e cilindrico, che tiene al suo fianco, stretto ben saldo. L'arma può assumere dunque qualsiasi forma l'utilizzatore desideri, permettendo così di poter cambiare arma e stile di combattimento anche mentre affronta un pericolo.




     
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    Morbùrkum
    - araldo della signora delle lapidi -


    Mana: 100% | Salute: 40/40

    Basso 4,5%, Medio 9%, Alto 18%, Critico 36%.

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    _ __ Mirabilia – gli spettri del Suhayl



    Aveva visto alberi per settimane prima di riuscire a vedere anche solo un minimo sfoltimento delle fronde in concomitanza con l’arrivo verso le propaggini della foresta di Suhayl. Quasi gli era sembrato che il bosco non volesse lasciarlo andare, come se Carmilla avesse ordinato alle ombre di chiuderglisi addosso ed impedirgli la fuga. Anche dopo tutto quel tempo passato a vagare ancora temeva di trovare la sua vecchia padrona ad attenderlo all’ombra di un albero.
    Fortunatamente, tuttavia, solamente il vago spettro della paura rimase a far compagnia al mezzo gigante. Paura di Carmilla ma, soprattutto, paura di ciò che era divenuto. La solitudine gli aveva lasciato molto tempo da passare con sé stesso e i ricordi erano affiorati come una marea improvvisa e inarrestabile: volti di uomini, donne e bambini lo visitavano in sogno, ricoperti di sangue o brucianti fra le fiamme di una guerra senza senso contro il continente tutto. Per la prima volta si rendeva conto del significato delle parole di Hesperia. Un nodo gli afferrò la gola, ripensando a lei: non si sarebbero mai più rivisti e le ultime parole scambiate non erano certo state le più liete. Ciò in cui si era trasformato era del tutto diverso dal vecchio mercenario che combatteva per una causa tanti anni addietro e mal s'addiceva ad una vita tranquilla.
    Con questi pensieri aveva iniziato a calcare le pianure del Suhayl in una sera d’autunno, una lieve brezza che gli carezzava il volto, carica di promesse di nebbia e umidità. Camminando quasi senza pensare a dove metteva i piedi – intento solo ad allontanarsi il più possibile in una direzione casuale – era arrivato a costeggiare un lago. Aveva un nome? Poco importava, fintanto che l’avesse portato lontano. Si fermò un attimo, conscio della necessità di considerare per un attimo i dintorni: era in fuga, ma ciò non significava che avrebbe potuto abbassare la guardia in un posto come quello. I nemici della notte erano molti e non vi era bisogno di lanciarglisi in bocca a testa bassa.
    A Sud, un curioso quartetto di alberi secolari faceva la guardia alla pianura, silenti giganti di legno e foglie indifferenti ai turbamenti dei semplici mortali ma decisamente inquietanti per qualche motivo. Sull’altra sponda del lago, una casa era appena visibile. Difficile dire se fosse o meno abitata, ma in ogni caso era lontana per decidere di usarla come riparo per la notte. Non che ne avesse effettivamente bisogno, dal momento che nel suo zaino vi era tutto l’occorrente per un piccolo accampamento. Avrebbe solo dovuto trovare un posto adatto. Verso Nord, invece, vi era il punto che Morbùrkum stava cautamente seguendo da un po’: una piccola carovana, si sarebbe detto, o perlomeno così pareva a giudicare dalle fiaccole che apparivano ad intermittenza.
    Con un sospiro il mezzo gigante fu lì per mettersi in marcia quando dei passi alle sue spalle catturarono la sua attenzione. Lo sferragliare di un’armatura gli disse tutto ciò di cui aveva bisogno circa lo status di un probabile avversario.
    Strinse il manico dell’ascia, pronto a sferrare un brutale fendente verso il misterioso attaccante, ma una voce lo fermò, lasciandolo perplesso ad ascoltare una presentazione e un’implicita offerta di compagnia.
    Il colosso abbassò l’arma lentamente, riflettendoci su.
    “Nessun posto è sicuro qui fuori, Lyria. Non di notte. Specialmente così vicini alla Foresta.” rispose con tono cupo. Non aveva voglia di compagnia, men che meno di quella donna: cos’era, una nobile annoiata in cerca d’avventura? Fu sul punto di scacciarla in malo modo, ma le parole di Hesperia lo colpirono di nuovo. “Sei diventato nessuno… hai sacrificato le memorie di chi ti ha accompagnato ed amato come un fratello… tu hai voluto dimenticare...”.
    Indicò con l’arma la carovana.
    “Loro sembrano preparati. Che te ne pare?” propose quindi, cercando di suonare cordiale, ben sapendo che probabilmente non lo sembrava affatto. Si rimise quindi in marcia, senza aspettare una risposta, desideroso solo di proseguire per il momento. Rallentò poi il passo, tuttavia, sospirando. “Puoi chiamarmi Morbù, ad ogni modo”, concesse quindi.
    Forse, dopotutto, un po’ di compagnia non gli avrebbe fatto così male.




    MORBURKUM
    Morb-rkum-3-rsz-spoiler
    Salute: 40/40
    Mana: 100%
    Energia: Gialla

    Fisico:
    Mente:

    Equipaggiamento:

    - Ascia di Urgon [Ascia ad una mano lvl. 5] [8/8]
    - Armatura del Razziatore [Armatura lvl. 4] [8/8]
    - Caudimordax [Spada ad una mano e mezza lvl. 1] [8/8]

    Passive:

    ˟[+8pt Salute]
    ˟[+1pt Forza]
    ˟[+1pt Riflessi]
    ˟[Insensibilità al dolore]

    Tecniche:


    Altro:

    .Fase difensiva:

    .Fase offensiva:



    Edited by Alastor Krane - 14/10/2021, 11:06
     
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    { Suahyl, a due giorni di cammino dalla foresta; Crepuscolo }
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    Quella che a prima vista e da una certa distanza, complice la nebbia, poteva sembrare una normalissima carovana, mostra il suo vero volto quando siete ormai prossimi a raggiungerla.
    Vi trovate circa a metà dell'erta della collina e, guardando in su, iniziate a dare connotati più definiti alle ombre che vedete muoversi; a pensarci, sarebbe ben difficile pretendere che quelle ombre appartengano a degli esseri umani.
    La luce delle fiaccole - che non sono fiaccole, ma fuochi fatui portati in giro da esseri piccoli e tarchiati - rivela i volti e i dettagli: più che una carovana, sembra vi troviate di fronte a una lunghissima colonna di rifornimenti, composta principalmente di carri coperti di ogni foggia e dimensione, trainati da cavalli il cui manto nero e duro come l'ossidiana sembra in alcuni punti fratturarsi lasciando intravedere delle venature scarlatte, pulsanti. Da quel che siete riusciti a vedere, i carri sembrano tutti privi di cocchiere e le briglie dei cavalli sono tenute insieme da una corda che lega il muso di un carro alla parte posteriore del successivo.

    Il crepuscolo sta terminando e la notte si presenta a voi come una terribile promessa che potrebbe richiedere molto tempo per essere mantenuta. La luce è quasi del tutto morta e la nebbia sta rapidamente salendo - al momento arriva fin quasi alle vostre ginocchia - e forse è proprio la nebbia a farvi sentire freddo. O forse è semplicemente la più normale delle reazioni per ciò che vedete.

    A fare ala al passaggio dei carri, disposti in fila ordinata, c'è tutto un codazzo di gatti neri e spiritelli, incubi e demonietti, tutti ugualmente affaccendati, pronti a gridarsi l'un l'altro o a riferire gli ordini che vengono dalla testa della colonna, lì dove è facile presumere che si trovi il comandante di quella colonna infame.

    Avete fatto la vostra scelta ed eccoci qui: quella che sembrava una semplice carovana è in realtà una colonna di spiritelli e demonietti
    Lyria, grazie alle sue conoscenze linguistiche, riconosce la lingua dei rinnegati come quella utilizzata dai membri della colonna.
    A voi la mossa.
     
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    mirabilia ~ gli spettri del suhayl
    Mentre l'altro si presentò come Morbù e si dimostrò di meno parole di quanto poteva mai pensare, la nebbia, inesorabile, puntava di attimo in attimo a sommergere i due individui, rendendo la visione ardua. Ma non ardua abbastanza, non ancora almeno, per impedire ai due viaggiatori di riconoscere da più lontano le sagome che avevano scambiato per una carovana. Almeno su quella parte avevano ragione, ma non era umana, o di qualche razza comune, ma una serie di demoni di varie specie e gatti, mentre le fiaccole risultarono infine essere fuochi fatui. Lyria si fermò all'improvviso, volse gli occhi al cielo e sospirò. Da lontano, riuscì a riconoscere la lingua dei rinnegati, quella del vecchio Tovis. Non erano sue memorie, era parte di quelle conoscenze acquisite da tramite divino, il cui uso e significato venivano più istintivi che dall'averle imparate. Si voltò verso il compagno. - Morbù, giusto? Questi potrebbero essere quelli per cui sono venuta qui. Ho bisogno di prove, però. Devo parlarci. - Sospirò. - Non avertene a male, ma preferirei non prendere un granchio, a costo di rischiare un attacco. - Gli lanciò uno sguardo, ma dall'elmo l'altro poteva vedere probabilmente ben poco. L'altro, dal canto suo, non sembrava particolarmente convinto, o felice, della cosa. Come biasimarlo. - Puoi provarci, ma non mi sembra un'ottima idea. Potresti evitare grane adesso e chiedere al prossimo villaggio se sanno qualcosa. Se sono loro, li rivedrai presto. - Lyria si guardò indietro, poi ribattè. - Non sarà un'ottima idea, ma tornare indietro adesso ci farà rimanere allo scoperto. Almeno so di avere un nemico di fronte - Fa cenno con la testa verso la strada da dove stavano venendo. - Non troveremo in tempo un posto dove stare con le spalle coperte. - Dal canto suo, Morbù sembra ancora poco convinto della cosa, anche se più rassegnato. - Siamo in pianura, la foresta è a due giorni di distanza. Siamo comunque con le spalle scoperte. Se questa è la tua missione, non sarò certo io a fermarti. Ne sei certa, quindi?
    La ragazza osserva la carovana, poi l'uomo, e ancora la coda lunga di esseri a cui stavano andando contro. - In realtà comincio a pensare che non siano loro, ma devo comunque sincerarmi della cosa. Al massimo, posso sempre usare tattiche di guerriglia. - Ed era vero. Era brava, ed era una tattica sicura. Non avrebbe permesso loro di circondarla e poteva fuggire, a mali estremi. Rise, ma si interruppe velocemente. - Non ti trascinerò in mezzo se non vuoi, nonostante una mano non dispiaccia mai. L'Aspetto della Guerra non rifiuta mai i propri alleati. - Dopo di che la ragazza incrocia le braccia ammantate di metallo, osservando l'uomo, prima di fare la sua mossa. Lo vide esitare, ma non ci dava peso. Quando aprì bocca, si aspettò di sentire un saluto, ma ottenne ben altro. - Il tuo sprezzo del pericolo finirà per farti ammazzare. Ma ti terrò d'occhio le spalle... non c'è bisogno che ci lasci le penne perchè ti ho negato aiuto. - Sotto l'elmo, Lyria sorrise, annuendo. Era un buon segno aver incontrato qualcuno del genere proprio in quel momento. Almeno non era da sola. Ancora si chiedeva perchè avessero mandato solo lei. - Bè, che aspettiamo? - La voce dell'uomo le fece scuotere la testa. - Ci penso io. - Mise mano all'arma, ancora in quella piccola e verosimilmente innocua forma di bastone, il braccio rilassato. Alzò l'altra mano, e poi parlò la loro stessa lingua. Era il momento della verità. Combattere o meno? - Dove andate di bello?

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: ///

    Stato Fisico: Illesa
    Stato Mentale: Tesa, Concentrata
    Energia: 100%

    Tecniche Usate: ///

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    Figli dell'Uno [Abilità Passiva][Auspex Magico Ambientale][1 Slot (Razziale)]
    Gli umani sono la prima grande popolazione del mondo di Atlas, lo hanno conosciuto prima degli stessi aspetti e godono di una intrinseca connessione alle forze magiche. Tutti gli umani sono in grado di percepire come tale i fenomeni e gli oggetti magici che non siano stati velati da un potere superiore a quello della loro capacità innata.


    Master of War [Abilità di Caratterizzazione - Power Up] [ Immunità alla Fatica (1) | Capacità di usare ogni arma alla perfezione (1) | Potenziamento Attive Magiche Offensive (Basso+Basso) (4) | Immunità a Veleni e Malattie (1) ] [7]
    Il Culto del Dio della Guerra è particolare, ancora di più considerando che ormai gli effetti benefici dovuti alla benedizione di una divinità non sono più gli stessi, quasi mai. Pur essendo l'Aspetto della Guerra, la violenza non è alla base del credo, ma bensì il rispetto per essa. Di fatto, è raro che un seguace, e ancor meno un membro delle autorità del culto, siano persone violente. In compenso vengono addestrati come militari, disciplina rigida, mente salda e sanno usare armi di ogni genere e sorta. Un gruppo piccolo, ma d'elitè. Nonostante questo, non si muovono per nessuno, se non per difesa o altre particolari circostanze. Gli allenamenti, in compenso, sono estremi a dir poco, praticamente inumani. Spinti ad affrontare mostri oltre le proprie capacità, o innumerevoli gruppi di malintenzionati, i Chierici ne escono vittoriosi e possenti, oppure seppelliti nella gloria. I benefici sono vari, sorpassata quella lunga serie di incontri con la morte che porta all'essere considerati membri effettivi. La fatica è un lontano ricordo, sia per il potere miracoloso che sono in grado di usare, sia per lo sforzo giornaliero a cui vengono sottoposti. Sanno usare ogni genere di arma, a volte anche se non ne hanno mai usata una, grazie ad un piccolo dono dell'Aspetto della Guerra.


    Faith resides in our Arms [Abilità di Caratterizzazione] [Conoscenza (Geografia) (1) | Conoscenza (Strategie di Combattimento) (1) | Conoscenza (Linguaggi) (1) | Conoscenza (Storia) (1) ] [4]
    Lyria è un po' diversa dagli altri chierici. Era la più giovane, ma anche la più debole. Contro ogni aspettativa, però, è sopravvissuta ad ogni prova. Grazie a questo estremo addestramente, riesce a far sembrare quasi senza peso l'armatura che indossa. Sebbene sia infatti di un materiale resistente e più leggero possibile, e con abbastanza giunture da risultare flessibile, risulta comunque più pesante di quanto le sue movenze fluide possano far sembrare. Inoltre la ragazza conosce, in parte per lo studio profondo concessole negli anni di nobiltà, in parte per un piccolo aiuto divino, molto dell'Atlas. Storia, geografia e lingue sono argomenti di facile apprendimento e di cui ha memorizzato molto da tempo, senza contare le tattiche militari e di guerriglia che ha imparato per aiutare in combattimento.



    Equipaggiamento:

    War God Armor [Difensivo, Lv.1]
    L'armatura che indossa Lyria è un'armatura completa di pregiata fattura. Un po' dovuto ai suoi nobili natali che le hanno concesso di poter usufruire dei suoi averi per potersi comprare un'armatura che le stesse bene, e in parte per aiuto dell'ordine, l'armatura è creata da materiali resistenti e al contempo articolata e flessibile. Nonostante sia più leggera di altre armature complete, il peso non è indifferente, ma la ragazza riesce a farla sembrare al pari di un'armatura leggera. Persenta vari segni di battaglie, ma è estremamente lucida, come se nonostante quei segni sia completamente nuova e lucidata. Di fatto, tutti i "ricordi" degli scontri sono stati lasciati volontariamente.


    Warmaster Rod [Magico Offensivo; Lv.1]
    Ogni Chierico sa usare ogni genere di arma, ma l'addestramento di Lyria è finito in una maniera un po' più particolare. L'arma che ha acquisito durante una delle missioni a cui ha partecipato le permette letteralmente di avere una qualsiasi arma fra le sue mani. Normalmente, è un bastone bianco lungo circa cinquanta centimetri, metallico e cilindrico, che tiene al suo fianco, stretto ben saldo. L'arma può assumere dunque qualsiasi forma l'utilizzatore desideri, permettendo così di poter cambiare arma e stile di combattimento anche mentre affronta un pericolo.




     
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    _ __ Mirabilia – gli spettri del Suhayl

    Purtroppo la nebbia aveva loro giocato un crudele scherzo.
    Si era levata rapidamente da quando la cavaliera lo aveva raggiunto… troppo rapidamente, in effetti, arrivando praticamente all’altezza della vita della donna. Guardando verso la cima della collina, quindi, essa copriva in gran parte la visuale, imbrogliando lo sguardo dei due viandanti che avevano preso ad inerpicarsi sul fianco dell’altura.
    A poca distanza dalla fila di carri Morbùrkum arrestò bruscamente il passo quando notò che di umano quella carovana aveva ben poco: piccoli esseri tarchiati trasportavano lanternine con dentro globi di luce che parevano in qualche modo vivi, mentre cavalli che parevano fatti di vetro nero trainavano i veicoli apparentemente senza sforzo. Nessun cocchiere era in vista, tuttavia una masnada di gatti neri, spiriti e altre piccole creature che parevano uscite dalla pancia del Divoratore accompagnavano la colonna, schiamazzando e gridando mentre si affaccendavano introno al convoglio.
    Lo stupore del mezzo gigante fu però piuttosto contenuto: gli anni trascorsi con Carmilla lo avevano abituato a viste ben più terrificanti e i demoni che aveva visto alla Cittadella Nera erano molto più spaventosi di qualche fantasmino e carro senza cocchiere. Per un istante la vista gli si riempì di cadaveri scuoiati e grondanti sangue, costrutti d’ossa sproporzionati, esseri in grado di estrarre l’anima dal corpo di un vivente semplicemente con lo sguardo.
    La voce di Lyria lo riportò alla realtà, sebbene vi fosse poco senso in ciò che diceva. Per qualche strano motivo pensava che fosse possibile parlare con una carovana di creature demoniache senza ripercussione alcuna. Le domande sul suo conto aumentarono nella testa del mezzo gigante: che fosse nobile era ormai certo. La sua occupazione invece era meno certa: una cacciatrice di mostri? Un’affiliata di qualche culto? Un’inviata dell’Accademia?
    Abbassò lo sguardo su di lei, annuendo leggermente per confermare il proprio nome. “Puoi provarci, ma non mi sembra un'ottima idea. Potresti evitare grane adesso e chiedere al prossimo villaggio se sanno qualcosa. Se sono loro, li rivedrai presto” propose quindi riluttante. Era vero che non sembravano essere in pericolo per il momento, ma non si poteva mai sapere.
    La ragazza, però, era piuttosto cocciuta.
    Quanti anni poteva avere? Difficile dirlo senza poter vedere sotto la celata dell’elmo. In ogni caso sembrava avere poca esperienza sul campo o poco sale in zucca. Voleva evitare di avere un possibile nemico alle spalle tornando sulla strada, ma dimenticava che erano ad ormai pochi metri da un faccia a faccia con l’intero convoglio e ancora non era successo niente: erano ancora in tempo per girare al largo e portarsi ad una distanza di sicurezza. Avrebbe potuto seguirli con comodo anche da mezzo chilometro più indietro.
    “ Siamo in pianura, la foresta è a due giorni di distanza. Siamo comunque con le spalle scoperte” commentò laconico, ormai del tutto convinto che la giovane non aspettasse altro se non saltare addosso a quello che aveva deciso essere il nemico. Ma, se quella era la sua missione perché avrebbe dovuto impedirle di portarla a termine? Sembrava in grado di badare a sé stessa, dopotutto e non pareva intimorita nonostante ciò potesse essere colpa dell’inesperienza.
    La ragazza osservò la carovana, poi di nuovo Morbùrkum e poi di nuovo la marmaglia demoniaca.
    “In realtà comincio a pensare che non siano loro, ma devo comunque sincerarmi della cosa. Al massimo, posso sempre usare tattiche di guerriglia.”, ridacchiò, ma non sembrava troppo convinta della cosa. Morbùrkum sollevò un sopracciglio, senza distogliere lo sguardo. No, non era stupida, solo estremamente dedicata al proprio lavoro e, per qualche motivo, da sola. In quel momento la donna gli parve molto più fragile di quanto non volesse dare a vedere con i suoi modi di fare, molto più dubbiosa di quanto non gli fosse apparsa all’inizio del loro incontro. Sembrava voler dimostrare qualcosa a qualcuno… forse a sé stessa. Di sicuro sapeva che se la sua decisione avesse portato ad una brutta piega degli eventi non avrebbe potuto nascondersi o fare proprio un bel niente, soprattutto applicare tattiche di guerriglia in un campo aperto. Non passarono che pochi istanti prima che arrivasse un’implicita richiesta di aiuto – o forse era solo la semplice proposta di fare come preferiva.
    Lasciarla sola e togliersi dai piedi oppure Restare e guardarle le spalle?
    Per alcuni istanti il mezzo gigante giocò con la tentazione di scrollare le spalle e lasciarla andare incontro al proprio destino. Se la sua dedizione al Dio della Guerra – o chiunque fosse l’entità in cui credeva – era così grande da richiedere anche il suicidio in casi estremi perché la cosa avrebbe dovuto interessarlo? Era la via che aveva scelto lei, dopotutto.
    Qualcosa però lo punzecchiava, un pensiero fastidioso che gli ronzava nel cranio più tempo passava a considerare la cavaliera. Quella non era la strada che aveva deciso di intraprendere, non era il voto che si era fatto una volta lasciata alle spalle la Nera Cittadella. Il vecchio Morbù non avrebbe esitato a lasciarla sola nelle sue decisioni. Il nuovo Morbù, tuttavia, stava riscoprendo che sotto agli strati di acciaio e muscoli, una coscienza c’era. E non era per niente d’accordo a lasciar andare da sola Lyria verso una probabile morte.
    “Il tuo sprezzo del pericolo finirà per farti ammazzare. “ sentenziò sollevando leggermente l'ascia. “Ma ti terrò d'occhio le spalle... non c'è bisogno che ci lasci le penne perchè ti ho negato aiuto. concluse poi, lasciando cadere a terra la grossa bisaccia per evitare che lo intralciasse in un eventuale scontro. Sciolse quindi i muscoli, facendole cenno di avanzare. “Bè, che aspettiamo?”
    Per tutta risposta la ragazza mise mano alla sua arma, un piccolo bastone all’apparenza innocuo, per poi sollevare il braccio intimandogli di lasciarla fare.
    Una voce orripilante uscì dalla sua bocca, riempiendo l’aria degli stessi suoni che le bestiacce della carovana stavano usando fino a poc’anzi per gridarsi contro l’un l’altro. Una lingua violenta, gutturale e dal suono antico.
    “Dove andate di bello?”
    Morbùrkum sospirò, portandosi una mano sulla faccia.
    Probabilmente avrebbero dovuto combattere.









    MORBURKUM
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    Mana: 100%
    Energia: Gialla

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    Equipaggiamento:

    - Ascia di Urgon [Ascia ad una mano lvl. 5] [8/8]
    - Armatura del Razziatore [Armatura lvl. 4] [8/8]
    - Caudimordax [Spada ad una mano e mezza lvl. 1] [8/8]

    Passive:

    ˟[+8pt Salute]
    ˟[+1pt Forza]
    ˟[+1pt Riflessi]
    ˟[Insensibilità al dolore]

    Tecniche:


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    Le parole di Lyria vengono accolte con un certo imbarazzo dai presenti, o almeno dai demonietti che vi sono più prossimi. Uno è basso e tarchiato e regge in mano una fiaccola, mentre il suo compare è uno spilungone che arriva addirittura al metro di altezza. Nessuno dei due ha una faccia particolarmente sveglia, i loro sguardi passano dal volto di Lyria a quello di Morbùrkum con una certa rapida. Finiscono per guardarsi fra loro e sollevare le spalle - non sembrano averci capito molto.
    «Andiamo nel Tovis» dice lo spilungone.
    «Sì, nel Tovis!» gli fa eco il compare, con una certa enfasi.
    «A portare le riserve alle sorelle.»
    «...alle sorelle!»
    Palesemente, a nessuno dei due è venuto in mente di chiedervi chi siete e cosa vogliate da loro. Li vedete un po' stralunati, come se essere interrotti nel corso delle operazioni gli avesse inceppato il cervello e ora non sapessero più da che parte ricominciare a fare ciò che stavano facendo - qualunque cosa fosse.
    A toglierli d'impiccio arriva un miagolio svogliato, a metà fra il rimprovero e lo sbadiglio.
    I due si irrigidiscono immediatamente in un saluto militare eseguito male, ma nei loro occhi potete leggere il terrore.
    «Capitano!»
    «...'tano!»

    sCuaa6A

    Felix il Tenero
    Il capitano è un soggetto di circa ottanta fuffolosi centimetri d'altezza, un galzani dalle fattezze feline di un gatto dal pelo tigrato su toni di arancione e con un carinissimo musetto bianco. Arriva su due zampe mentre si gratta distrattamente un orecchio, vi scruta con il suo occhio giallo - uno solo, il destro, mentre l'altro è coperto da una spessa benda di cuoio nero. Il suo nome è Felix 'il Tenero', ma qualcosa nella sua aria spiccia e nei suoi modi suggerisce che il soprannome non gli sia stato dato per il suo buon carattere.
    Dopo avervi osservati solleva il muso e in tripudio di vibrisse annusa l'aria - è un po' come se stesse annusando voi, in effetti.
    «Riposo, riposo...» dice, rivolto ai demonietti, quindi si rivolge a voi due, nella lingua comune:
    «Stranieri. Puzzate di morte.»
    Con una velocità di cui non lo avreste mai pensato capace si avvicina, solleva la zampa destra e - dopo aver accarezzato appena la testa di Lyria - infila un biscotto in bocca a Morbùrkum.
    Dopo essersi allontanato, in piedi sulla cima di un masso coperto di muschio, torna a scrutarvi.
    «Già meglio. Adesso vorreste dirmi chi siete e che gatto ci fate qui?»

    Indicazioni per questo turno: in assenza di difese dalle malie passive, sentite entrambi un irrefrenabile desiderio di coccolare questo adorabile gattino guercio. Però forse sarebbe meglio non farlo.

    Lyria: Il tocco su di te, oltre che un pat-pat sul capino, ti ha semplicemente fatto cambiare odore. Adesso profumi vagamente di salmone.
    Morbù: Il biscotto che ti ha dato è davvero buono.
     
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    Morbùrkum
    - araldo della signora delle lapidi -


    Mana: 100% | Salute: 40/40

    Basso 4,5%, Medio 9%, Alto 18%, Critico 36%.

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    _ __ Mirabilia – gli spettri del Suhayl



    La reazione degli individui della carovana più vicini colse di sorpresa il mezzo gigante.
    Nessuno schiamazzo di guerra, niente urla bellicose o artigli e zanne snudate in procinto di macellarli. Al contrario sguardi imbarazzati impressi su facce poco sveglie li accolsero, accompagnati da una scrollata di spalle.
    Lo scambio verbale fu rapido, con il più alto dei due demonietti che pareva fare eco al suo amico più tarchiato.
    Nella sua memoria Morbùrkum non trovò immagini che corrispondessero all’aspetto delle due creature che aveva ora davanti. D’altro canto Carmilla non si sarebbe mai servita di creaturine così patetiche per svolgere i propri compiti, se non forse per pulire la Cittadella o al massimo per i lavori più bassi immaginabili. Diamine, perfino il servitore personale che Carmilla gli aveva donato – Malachia – era un demone nel vero senso della parola e molto più convincente nell’aspetto di queste creaturine.
    Osservò i bizzarri interlocutori guardarsi intorno spaesati, apparentemente incapaci di decidere cosa fare, finché l’arrivo di un nuovo figuro non li obbligò in quello che era chiaramente un saluto militare, sebbene raffazzonato.
    Un galzani dalle fattezze feline si avvicinò, parlando in tono pigro ai suoi sottoposti, probabilmente mandandoli a fare qualcosa di più utile che perdere tempo con degli estranei. Il pelo rossiccio sembrava incredibilmente morbido, una lanugine ben tenuta che Morbùrkum dovette dominarsi dal non toccare immediatamente. Non credeva avrebbe mai voluto un gatto, ma in quel momento la sua sola sicurezza fu che, se ma iavesse avuto un animale da compagnia, sarebbe stato un felino. Forse proprio quel felino lì. Allo stesso tempo, tuttavia, qualcosa gli diceva che allungare una mano per strofinare le orecchiotte del galzani non sarebbe stata una buona idea.
    “Stranieri. Puzzate di morte.” sentenziò l’adorabile palla di pelo.
    Beh, che dire, era vero.
    Il mezzo gigante aveva letteralmente vissuto circondato dai morti per diversi anni oramai, non era strano che ne avesse addosso l’odore. LA giovane accompagnatrice pure non sembrava avulsa alla guerra e alla carneficina, bardata com’era, quindi non si stupì dell’affermazione nemmeno nei suoi riguardi.
    Non fece in tempo a replicare, tuttavia, che il felino scattò in avanti a velocità sovrumana. I muscoli del mezzo gigante guizzarono, istintivamente pronti a reagire all’attacco con un’asciata. Ma come poteva? Quel galzani era semplicemente troppo carino per meritarsi una cosa simile. Mosse così semplicemente il braccio non armato cercando di intercettare la creatura per proteggersi da un eventuale attacco, che tuttavia non arrivò.
    Si trovò in compenso, come per magia, con un biscotto infilato in bocca e il micio che parlava loro dalla cima di un masso, gli occhi intenti a fissarlo con talmente tanta intensità da fargli credere che volesse sondargli l’anima.
    Morbù aggrottò la fronte, confuso dalla velocità di esecuzione e da quell’istinto quasi irrefrenabile che aveva di prendere il galzani e coccolarlo. Si portò lentamente una mano alla bocca, afferrando il biscotto e dando un morsetto timoroso.
    Era una delizia.
    In pochi grandi morsi il mezzo gigante consumò il biscotto, strofinandosi poi il dorso della mano sulla barba per ripulirsi dalle briciole.
    “Ad essere del tutto sincero passavamo di qua per caso in cerca di un riparo per la notte.” rispose abbassando del tutto l’ascia. “Non pensavamo di certo di imbatterci in un convoglio dell’oltremondo. O qualsiasi cosa sia questa festicciola”, prosegue poi, osservando la colonna di carri accanto a loro. “Voi, piuttosto, che intenzioni avete?” domandò a propria volta, corrugando la fronte.
    Per quanto il galzani sembrasse carino, qualcosa diceva al mezzo gigante che c’era poco da fidarsi. Demoni e galzani nello stesso convoglio? Generalmente improbabile, avrebbe detto. Bisognava solo capire qual era il piano losco dietro a tutto questo.









    MORBURKUM
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    Salute: 40/40
    Mana: 100%
    Energia: Gialla

    Fisico: Illeso
    Mente: Combatte la voglia di coccolare il micio di casa, ma è comunque dubbioso su cosa stia succedendo

    Equipaggiamento:

    - Ascia di Urgon [Ascia ad una mano lvl. 5] [8/8]
    - Armatura del Razziatore [Armatura lvl. 4] [8/8]
    - Caudimordax [Spada ad una mano e mezza lvl. 1] [8/8]

    Passive:

    ˟[+8pt Salute]
    ˟[+1pt Forza]
    ˟[+1pt Riflessi]
    ˟[Insensibilità al dolore]

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    mirabilia ~ gli spettri del suhayl
    La presa salda sul bastone le dava sicurezza, più di quanta non ne avesse nella mossa che aveva fatto. Non era sicura di quanto parlare con esseri del genere potesse essere la mossa giusta. Non importava, però, perchè era l'unica mossa. Che si rivelò più fortunata di quanto non potesse pensare. Due esseri, uno tarchiato e l'altro spilungone, rispondono alla sua domanda, uno facendo l'eco all'altro. Dicevano di andare nel Tovis, a consegnare delle riserve alle sorelle. Sorelle che erano soggetti sconosciuti. Voleva continuare a chiedere, ma un gatto dalle dimensioni ragguardevoli si parò davanti a loro, e con vigore i due lo salutarono col titolo di "capitano". - Buono a sapersi. - Fu il primo pensiero, seguito da un'irrefrenabile voglia di dargli una serie di carezze con la stessa lena che riservava al suo animale domestico. - Stranieri. Puzzate di morte. - Le parti, però, vennero apparentemente ribaltate quando sentì la zampa pelosa atterrare sul suo elmo. Non fece in tempo a vederlo, o reagire. Quando aveva messo la mano sull'arma, il galzani era tornato già al punto di partenza. Con una rapida annusata, la ragazza si accorse di avere un odore... particolare. Pesce. Salmone. Non odiava il pesce, ma di certo non era bello puzzare con lo stesso odore. E dire che si era pure lavata di recente. Digrignò i denti, ma non disse niente. Poteva sempre ottenere qualcosa. - Mi chiamo Lyria, e sono sulle tracce di un gruppo di mostri che attacca villaggi e persone. - Sospirò, lasciando ora la presa sull'arma e incrociando le mani dietro la schiena. - E vi avevo scambiato per una carovana umana, cercando un posto dove dormire la notte, come diceva lui. - Fissò dritto negli occhi il felino troppo cresciuto, indicando Morbù, poi continuò. - Se sapete qualcosa dei primi, sarebbe un gran favore, ma non è necessario. - Poi scostò lo sguardo sui due subordinati, e le ritornarono finalmente a mente le loro parole. - Adesso sarò indiscreta. Dovete portare qualcosa verso il Tovis? - La curiosità era stata più potente di quanto non avrebbe dovuto esserlo, in quella situazione che già era strana di suo. - È molto che siete in viaggio?

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: ///

    Stato Fisico: Illesa
    Stato Mentale: Allertata, curiosa.
    Energia: 100%

    Tecniche Usate: ///

    Abilità Passive:
    Figli dell'Uno [Abilità Passiva][Auspex Magico Ambientale][1 Slot (Razziale)]
    Gli umani sono la prima grande popolazione del mondo di Atlas, lo hanno conosciuto prima degli stessi aspetti e godono di una intrinseca connessione alle forze magiche. Tutti gli umani sono in grado di percepire come tale i fenomeni e gli oggetti magici che non siano stati velati da un potere superiore a quello della loro capacità innata.


    Master of War [Abilità di Caratterizzazione - Power Up] [ Immunità alla Fatica (1) | Capacità di usare ogni arma alla perfezione (1) | Potenziamento Attive Magiche Offensive (Basso+Basso) (4) | Immunità a Veleni e Malattie (1) ] [7]
    Il Culto del Dio della Guerra è particolare, ancora di più considerando che ormai gli effetti benefici dovuti alla benedizione di una divinità non sono più gli stessi, quasi mai. Pur essendo l'Aspetto della Guerra, la violenza non è alla base del credo, ma bensì il rispetto per essa. Di fatto, è raro che un seguace, e ancor meno un membro delle autorità del culto, siano persone violente. In compenso vengono addestrati come militari, disciplina rigida, mente salda e sanno usare armi di ogni genere e sorta. Un gruppo piccolo, ma d'elitè. Nonostante questo, non si muovono per nessuno, se non per difesa o altre particolari circostanze. Gli allenamenti, in compenso, sono estremi a dir poco, praticamente inumani. Spinti ad affrontare mostri oltre le proprie capacità, o innumerevoli gruppi di malintenzionati, i Chierici ne escono vittoriosi e possenti, oppure seppelliti nella gloria. I benefici sono vari, sorpassata quella lunga serie di incontri con la morte che porta all'essere considerati membri effettivi. La fatica è un lontano ricordo, sia per il potere miracoloso che sono in grado di usare, sia per lo sforzo giornaliero a cui vengono sottoposti. Sanno usare ogni genere di arma, a volte anche se non ne hanno mai usata una, grazie ad un piccolo dono dell'Aspetto della Guerra.


    Faith resides in our Arms [Abilità di Caratterizzazione] [Conoscenza (Geografia) (1) | Conoscenza (Strategie di Combattimento) (1) | Conoscenza (Linguaggi) (1) | Conoscenza (Storia) (1) ] [4]
    Lyria è un po' diversa dagli altri chierici. Era la più giovane, ma anche la più debole. Contro ogni aspettativa, però, è sopravvissuta ad ogni prova. Grazie a questo estremo addestramente, riesce a far sembrare quasi senza peso l'armatura che indossa. Sebbene sia infatti di un materiale resistente e più leggero possibile, e con abbastanza giunture da risultare flessibile, risulta comunque più pesante di quanto le sue movenze fluide possano far sembrare. Inoltre la ragazza conosce, in parte per lo studio profondo concessole negli anni di nobiltà, in parte per un piccolo aiuto divino, molto dell'Atlas. Storia, geografia e lingue sono argomenti di facile apprendimento e di cui ha memorizzato molto da tempo, senza contare le tattiche militari e di guerriglia che ha imparato per aiutare in combattimento.



    Equipaggiamento:

    War God Armor [Difensivo, Lv.1]
    L'armatura che indossa Lyria è un'armatura completa di pregiata fattura. Un po' dovuto ai suoi nobili natali che le hanno concesso di poter usufruire dei suoi averi per potersi comprare un'armatura che le stesse bene, e in parte per aiuto dell'ordine, l'armatura è creata da materiali resistenti e al contempo articolata e flessibile. Nonostante sia più leggera di altre armature complete, il peso non è indifferente, ma la ragazza riesce a farla sembrare al pari di un'armatura leggera. Persenta vari segni di battaglie, ma è estremamente lucida, come se nonostante quei segni sia completamente nuova e lucidata. Di fatto, tutti i "ricordi" degli scontri sono stati lasciati volontariamente.


    Warmaster Rod [Magico Offensivo; Lv.1]
    Ogni Chierico sa usare ogni genere di arma, ma l'addestramento di Lyria è finito in una maniera un po' più particolare. L'arma che ha acquisito durante una delle missioni a cui ha partecipato le permette letteralmente di avere una qualsiasi arma fra le sue mani. Normalmente, è un bastone bianco lungo circa cinquanta centimetri, metallico e cilindrico, che tiene al suo fianco, stretto ben saldo. L'arma può assumere dunque qualsiasi forma l'utilizzatore desideri, permettendo così di poter cambiare arma e stile di combattimento anche mentre affronta un pericolo.




     
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    Felix il Tenero
    Il capitano Felix ascolta un po' distrattamente le vostre parole, senza mai smettere di grattarsi l'orecchio. Alla fine, dissimula uno sbadiglio in un miagolio, si dà una leccata sul dorso della zampina e guarda i due demonietti rimasti lì impalati poco più indietro.
    «Beh? Non avete niente da fare voi due?» domanda, facendogli cenno con la zampa di togliersi di torno.
    Torna quindi a rivolgersi a voi.
    «Ducento anni» dice. «Siamo in viaggio da duecento anni. Lustro più, lustro meno.»

    Osserva con soddisfazione Morbùrkurm pulirsi la barba e, per tutta risposta, come per magia tira fuori un altro biscotto da dietro l'orecchio e con una schicchera decisa lo lascia partire come un proiettile e quello - con assoluta precisione - arriva fra le labbra del mezzo gigante.
    «Buoni, vero?»

    Il suo sguardo da ciclope torna a concentrarsi su Lyria.
    «Fai davvero parecchie domande, tu» dice appoggiandosi con il gomito a un carro che si ferma appena dietro di lui.
    E nel dire queste parole, solleva una zampa e - con la stessa rapidità mostrata in precedenza - disegna con un artiglio una forma per aria, generando un glifo luminescente. Una nuova schicchera e dal glifo parte un raggio di luce accecante diretto verso il torace di Lyria.
    Perché ci sono due cose che Felix il tenero non sopporta: gli stranieri che puzzano e chi gli fa domande quando è appena sveglio.

    Lyria: l'attacco contro di te è un immenso, macro-gruppo magico. Per ora, preoccupati solo di restare viva.

    Morbù: Il secondo biscotto è anche meglio del primo, praticamente irresistibile.
     
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    mirabilia ~ gli spettri del suhayl
    Duecento anni. Decisamente non una normale carovana. In confronto, era appena nata. Il che gli venne dimostrato dal fare incurante del felide, che con aria annoiata velò una minaccia. Minaccia palesata immediatamente dopo in pericolo potenzialmente fatale. Una luce bianca parte dal glifo creato dal galzani, che si dirige ad alta velocità contro di lei. Le pupille si concentrano immediatamente sull'attacco, l'energia rossa copre completamente l'armatura, addirittura decorando l'armatura con un drappo che la riveste. Eppure non fu abbastanza. La difesa che era in grado di proteggerla anche da attacchi praticamente mortali venne infranta come se nulla fosse dall'attacco. Aveva appena avuto il tempo di spostarsi abbastanza per evitare che colpisse organi vitali, ma l'armatura venne passata da parte a parte, aprendo un sanguinolento foro sulla parte sinistra del petto. Inalò, affamata d'aria. il fiato che sembrava uscire da solo. Era abituata alle ferite, ma subirne una di quell'entità all'improvviso era qualcosa al di fuori delle sue capacità, non senza far enemmeno una piega. Un grugnito bestiale, un urlo a denti stretti, poi mosse un passo in avanti, pesante, scaricando la forza sul terreno, per togliersi dalla testa il dolore e riconcentrarsi. Il respiro si fece immediatamente più veloce, mentre i suoi occhi fissavano il capitano come se fosse una preda. - Immagino che questa sia la mia risposta, dunque. - Deglutì pesantemente, mentre l'adrenalina cominciava ad entrare in circolo. L'arma venne impugnata immediatamente, mentre prendeva la forma di una lancia. Si sforza per alzare il petto, raddrizzarsi. - Ma se devo morire, non sarà così. - Un senso di spossatezza la assalì. Quello era per l'energia usata per difendersi. Per quanto lieve, non era proprio il momento di rimanere vulnerabili.


    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: ///

    Salute: 16/32
    Stato Fisico: Danno Critico al petto.
    Stato Mentale: Allertata, curiosa.
    Energia: 64%

    Tecniche Usate: The Shield protects the Body [Critico]
    L'armatura offre protezione ai chierici, ma non è l'unica cosa in grado di difenderli. Un'energia magica rossastra avviluppa il metallo come un secondo strato, che può variare da un pallore roseo ad un'intenso scarlatto, che aumenterà le capacità di protezione da attacchi di natura fisica e magica.
    [Difensiva; Magica; Variabile]

    Abilità Passive:
    Figli dell'Uno [Abilità Passiva][Auspex Magico Ambientale][1 Slot (Razziale)]
    Gli umani sono la prima grande popolazione del mondo di Atlas, lo hanno conosciuto prima degli stessi aspetti e godono di una intrinseca connessione alle forze magiche. Tutti gli umani sono in grado di percepire come tale i fenomeni e gli oggetti magici che non siano stati velati da un potere superiore a quello della loro capacità innata.


    Master of War [Abilità di Caratterizzazione - Power Up] [ Immunità alla Fatica (1) | Capacità di usare ogni arma alla perfezione (1) | Potenziamento Attive Magiche Offensive (Basso+Basso) (4) | Immunità a Veleni e Malattie (1) ] [7]
    Il Culto del Dio della Guerra è particolare, ancora di più considerando che ormai gli effetti benefici dovuti alla benedizione di una divinità non sono più gli stessi, quasi mai. Pur essendo l'Aspetto della Guerra, la violenza non è alla base del credo, ma bensì il rispetto per essa. Di fatto, è raro che un seguace, e ancor meno un membro delle autorità del culto, siano persone violente. In compenso vengono addestrati come militari, disciplina rigida, mente salda e sanno usare armi di ogni genere e sorta. Un gruppo piccolo, ma d'elitè. Nonostante questo, non si muovono per nessuno, se non per difesa o altre particolari circostanze. Gli allenamenti, in compenso, sono estremi a dir poco, praticamente inumani. Spinti ad affrontare mostri oltre le proprie capacità, o innumerevoli gruppi di malintenzionati, i Chierici ne escono vittoriosi e possenti, oppure seppelliti nella gloria. I benefici sono vari, sorpassata quella lunga serie di incontri con la morte che porta all'essere considerati membri effettivi. La fatica è un lontano ricordo, sia per il potere miracoloso che sono in grado di usare, sia per lo sforzo giornaliero a cui vengono sottoposti. Sanno usare ogni genere di arma, a volte anche se non ne hanno mai usata una, grazie ad un piccolo dono dell'Aspetto della Guerra.


    Faith resides in our Arms [Abilità di Caratterizzazione] [Conoscenza (Geografia) (1) | Conoscenza (Strategie di Combattimento) (1) | Conoscenza (Linguaggi) (1) | Conoscenza (Storia) (1) ] [4]
    Lyria è un po' diversa dagli altri chierici. Era la più giovane, ma anche la più debole. Contro ogni aspettativa, però, è sopravvissuta ad ogni prova. Grazie a questo estremo addestramente, riesce a far sembrare quasi senza peso l'armatura che indossa. Sebbene sia infatti di un materiale resistente e più leggero possibile, e con abbastanza giunture da risultare flessibile, risulta comunque più pesante di quanto le sue movenze fluide possano far sembrare. Inoltre la ragazza conosce, in parte per lo studio profondo concessole negli anni di nobiltà, in parte per un piccolo aiuto divino, molto dell'Atlas. Storia, geografia e lingue sono argomenti di facile apprendimento e di cui ha memorizzato molto da tempo, senza contare le tattiche militari e di guerriglia che ha imparato per aiutare in combattimento.



    Equipaggiamento:

    War God Armor [Difensivo, Lv.1]
    L'armatura che indossa Lyria è un'armatura completa di pregiata fattura. Un po' dovuto ai suoi nobili natali che le hanno concesso di poter usufruire dei suoi averi per potersi comprare un'armatura che le stesse bene, e in parte per aiuto dell'ordine, l'armatura è creata da materiali resistenti e al contempo articolata e flessibile. Nonostante sia più leggera di altre armature complete, il peso non è indifferente, ma la ragazza riesce a farla sembrare al pari di un'armatura leggera. Persenta vari segni di battaglie, ma è estremamente lucida, come se nonostante quei segni sia completamente nuova e lucidata. Di fatto, tutti i "ricordi" degli scontri sono stati lasciati volontariamente.


    Warmaster Rod [Magico Offensivo; Lv.1]
    Ogni Chierico sa usare ogni genere di arma, ma l'addestramento di Lyria è finito in una maniera un po' più particolare. L'arma che ha acquisito durante una delle missioni a cui ha partecipato le permette letteralmente di avere una qualsiasi arma fra le sue mani. Normalmente, è un bastone bianco lungo circa cinquanta centimetri, metallico e cilindrico, che tiene al suo fianco, stretto ben saldo. L'arma può assumere dunque qualsiasi forma l'utilizzatore desideri, permettendo così di poter cambiare arma e stile di combattimento anche mentre affronta un pericolo.




     
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    Morbùrkum
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    Mana: 100% | Salute: 40/40

    Basso 4,5%, Medio 9%, Alto 18%, Critico 36%.

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    _ __ Mirabilia – gli spettri del Suhayl



    Il micio sembrò ignorare la sua domanda, preferendo invece rispondere a quella di Lyria e affermando di essere in viaggio da duecento anni.
    “Una spedizione un po’ lunga...” commentò Morbùrkum finendo di masticare. Cercò nella memoria leggende o racconti popolari che riguardassero carovane spettrali, ma a parte la Caccia Selvaggia non gli venne in mente nulla… e quelli tutto sembravano tranne la Caccia Selvaggia.
    Non fece in tempo a desiderare di poter avere un altro dolcetto che il galzani sembrò leggergli nel pensiero facendo comparire un nuovo biscotto e lanciandoglielo precisamente in bocca. Diamine, erano davvero buoni. Gli ricordavano vagamente i dolcetti al miele che di rado aveva mangiato da bambino. Quando la sua tribù scendeva a costeggiare la foresta del Suhayl, dall’altra parte delle montagne, capitava trovassero dei favi e che ne facessero dei dolcetti con l’avena per tutto il clan. Quelli erano, solitamente, giorni di festa, dato che il lusso del miele era qualcosa che capitava forse una volta ogni quattro o cinque stagioni.
    Il mezzo gigante prese a sgranocchiare il biscotto, stavolta più coscienziosamente: voleva che gli durasse più a lungo del precedente.
    Qualcosa, tuttavia, cambiò d’improvviso.
    Il guerriero poté avvertirlo nell’aria prima ancora che qualcosa succedesse. Quando il galzani volse l’unico occhio su Lyria la tensione salì immediatamente alle stelle, come se la ragazza avesse fatto qualcosa per risvegliare un malumore appena celato nel loro interlocutore.
    “Fai davvero parecchie domande, tu”, sentenziò quello con un miagolio, disegnando un glifo in aria. Una sensazione pessima attanagliò lo stomaco del mezzo gigante che smise immediatamente di mangiare, la mano stretta con forza sull’impugnatura dell’ascia. Non era un mago, ma non ci voleva certo un genio a capire che era all’opera un incantesimo… diretto proprio sulla sua nuova compagna di viaggio.
    Sfortunatamente non riuscì ad intervenire in tempo, nonostante fosse a pochi passi da lei. In quei pochi attimi che intercorsero fra la comparsa del glifo e l’inizio dell’incantesimo una miriade di pensieri invase la testa di Morbùrkum.
    Era strano – qualcuno avrebbe detto “crudelmente ironico” – come sembrava essere sempre in ritardo per salvare chi era con lui. Era successo con Hesperia, era successo con i suoi uomini… ed ora con Lyria. Certo, non aveva lo stesso legame con l’ultima, ma per un istante il suo cuore saltò un battito pensando che aveva promesso di guardarle le spalle proprio per evitare qualcosa di simile.
    Portò la mano libera davanti agli occhi quando il lampo invase il suo campo visivo, tentando di sbirciare tra le dita, inutilmente. Per alcuni secondi fu cieco anche dall’occhio sano.
    Un urlo di dolore pervase l’aria e quando si riebbe Lyria aveva mosso un passo avanti, il petto squarciato sul lato sinistro da parte a parte. Due grosse macchie di sangue si allargavano sul suo corpo ora e il mezzo gigante fu lesto a sollevare l’arma, scagliando istintivamente il braccio verso il galzani e mettendosi davanti alla ragazza a mo’ di scudo improvvisato. Non una parola provenne dalla sua bocca, solo un basso ringhio che avrebbe fatto pensare al suono che poteva avere la voce di una montagna millenaria.
    “Cosa significa tutto questo?", domandò quindi con voce tetra, i lineamenti del viso deformati in una maschera rabbiosa.
    Non pensò di poter effettivamente arrecare danni al galzani, quanto piuttosto di distrarlo quel tanto che poteva bastare a Lyria per riprendersi e offrirgli un altro bersaglio. Non aveva forse qualche Dio dalla sua che poteva aiutarla, dopotutto?
    La risoluzione della ragazza però non sembrò essere intaccata quanto il suo corpo. La sua voce di sfida riecheggiò nelle orecchie di Morbùrkum, sovrapponendosi al rombo del suo cuore che aveva preso a pompare sangue come impazzito.
    Stupito dal fatto che la sua compagna di viaggio fosse ancora viva, il mezzo gigante voltò poi leggermente la testa, senza perdere d’occhio quel dannato gatto.
    “Riesci a camminare?”, le chiese senza mezzi termini.
    Si limitò a fissare il nuovo avversario, stralli di energia oscura che iniziavano a risalirgli il braccio e ad immergersi sotto la sua pelle. Cristalli di ghiaccio ricoprirono la lama dell’ascia, mischiati ad volute di pura oscurità che le davano un’aria spettrale.
    La fuga si prospettava ancora possibile, a conti fatti. Forse avrebbe dovuto caricarsi in spalla la ragazza nel caso avessero dovuto correre sul serio, probabilmente, ma non sarebbe stato troppo infattibile. Magari avrebbero anche potuto combattere, ma se quel galzani non fosse stato solo – e probabilmente non lo era, visto come l’attacco era stato portato con tanta noncuranza – non avrebbero potuto resistere a lungo prima di venir completamente annientati.
    Perchè il galzani aveva aggredito Lyria? E cosa aveva protetto lui, invece, dall’ira casuale della creatura? Qualunque fosse il motivo, Morbù sarebbe rimasto in piedi fra il micio e la ragazza, lascia pronta a calare di nuovo sul potenziale nemico.
    Non era sfuggito alla Cittadella Nera per morire, dopotutto.





    MORBURKUM
    Morb-rkum-3-rsz-spoiler
    Salute: 40/40
    Mana: 100%
    Energia: Gialla

    Fisico: Illeso, in stato adrenalinico.
    Mente: In subbuglio, agguerrito, pronto ad uccidere se necessario.

    Equipaggiamento:

    - Ascia di Urgon [Ascia ad una mano lvl. 5] [8/8]
    - Armatura del Razziatore [Armatura lvl. 4] [8/8]
    - Caudimordax [Spada ad una mano e mezza lvl. 1] [8/8]

    Passive:

    ˟[+8pt Salute]
    ˟[+1pt Forza]
    ˟[+1pt Riflessi]
    ˟[Insensibilità al dolore]

    Tecniche:


    Altro:

    .Fase difensiva:

    .Fase offensiva: Un attacco base portato con l'ascia.

     
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    Felix il Tenero
    Tutto si svolge in maniera piuttosto rapida; dal momento in cui il raggio di luce trafigge Lyria a quando l'attacco di Morbùrkum viene parato generando un glifo simile al precedente trascorrono solo brevissimi istanti. Quando l'arma del mezzogigante tocca il glifo produce un tintinnio, come una cascata di monete d'oro. Il glifo lentamente scompare e il capitano Felix non fa nulla - non ha mai nemmeno smesso di stare appoggiato al carro alle sue spalle.
    Vi osserva per qualche secondo come se dovesse prendere una decisione, e in quell'unico occhio giallo scorgete un luccichio a metà strada fra la soddisfazione e il sollievo. Ora che ci fate caso, tutto l'aspetto del galzani è improvvisamente più rilassato.
    «Ostinati» dice «ma non pericolosi».
    Abbandona l'appoggio del carro e solleva la zampa destra.
    «Desolato, ragazzi, ma la prudenza non è mai troppa, di questi tempi.»

    La nebbia intanto si è sollevata completamente e riesce difficile scorgere qualcosa a più di un paio di metri di distanza.
    Vedete alcuni demonietti e cuccioli galzani fissare le ruote dei carri e agitare le braccia per aria mormorando strane parole di cui non riuscite a comprendere il significato.
    Vi sembra evidente che la carovana sta fermandosi per la notte.

    Volta le spalle e con un segno della zampa vi invita a seguirlo.
    «Forza, venite. Vediamo cosa possiamo fare per quella ferita, prima che la tua amica muoia dissanguata.»
    Così dicendo, inizia a camminare verso sinistra - ovvero verso la testa della carovana.
    «Uno dei due comandanti è assente, e dobbiamo preoccuparci di salvaguardare la nostra gente. Quella che vedete non è una semplice carovana, è un intero popolo.»
    Si volta verso di voi e nello specifico si rivolge a Morbùrkum:
    «Mi hai chiesto cosa significa tutto questo» dice. «Io sono Felix il Tenero, capitano della seconda compagnia. E voi due vi siete imbattuti nel Serpente del Suhayl».
    Ghigna, mettendo in mostra i canini.
    «Benvenuti».

    Occhèi, la situazione è abbastanza tranquilla adesso. Il micio ha parato l'attacco ma non ha cercato di finirvi (né ne ha mai avuto l'intenzione). Diciamo che vi ha messi alla prova e aveva le sue ragioni. Passiamo alle indicazioni.

    Morbù - Il nome pronunciato da Felix ti ricorda qualcosa: c'è un racconto presso la tua tribù e parla di quando il Serpente del Suhayl combatté al fianco dei giganti del Tovis.

    Lyria - Le tue conoscenze sono utili: sai che il Serpente del Suhayl è il soprannome con cui era famosa una compagnia mercenaria circa duecento anni fa. Ai tempi, era una delle più grandi e potenti compagnie presenti su Atlas, ma da un certo punto in poi le notizie a riguardo sembrano come sparire nel nulla. Tuttavia, sai per certo che al massimo del suo splendore la compagnia sfiorava i diecimila effettivi. Questa carovana non sembra nemmeno avvicinarsi a quei numeri.

    Una preghierina per entrambi: se nello spoiler poteste inserire da qualche parte un link alla scheda ve ne sarei molto grato. Grazie <3
     
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    mirabilia ~ gli spettri del suhayl
    Per quanto fosse abituata a subire ferite anche piuttosto ingenti, subirne una del genere mentre l'altro sembrava non aver fatto nemmeno uno sforzo per bloccare l'attacco del corpo colossale che aveva Morbù le aveva dato uno smacco all'orgoglio. Non abbassò la lancia neanche quando, per un attimo, lo stupore le fece mancare la forza nelle braccia. Forse era la perdita di sangue. L''uomo le chiese se poteva camminare, al che rispose semplicemente. - Sì. Fa un male cane, ma ho visto di peggio. - Non aveva paura a mostrare il dolore, era la sconfitta che le faceva veramente paura. O la morte. - Non sono abbastanza stupida da rifiutare una mano in queste condizioni però. - Tossì, il dolore che iniziava a farsi strada anche attraverso l'adrenalina. Poi rivolse il suo sguardo coperto a Felix. - Prima mi attaccate e poi volete curarmi. È un modo strano di cercare collaborazione. - Scosse la testa, sperando di avergli fatto cogliere l'ironia della cosa. Non era una minaccia, quanto una semplice ed ovvia constatazione.
    Poi sentì un nome familiare. Capitani, compagnie, Serpente del Suhayl. I suoi occhi si tinsero di rosso cremisi per un attimo, e le informazioni cominciarono ad incastrarsi da sole. Era un'ipotesi, ma era strana. Doveva pur esserci un motivo però. - Ranghi, leader, quel nome... Mi ricorda qualcosa di molto famoso. Ma anche di molto più numeroso e antico. - Fu un modo per testare il galzani. La reazione di prima rendeva ovvio che non si preoccupasse solo di proteggerli fisicamente. Le informazioni sul gruppo mercenario erano sparite, e probabilmente un motivo c'era. Lo fissò, perchè sapeva che poteva essere vittima di un'ulteriore assalto, se avesse toccato il tasto sbagliato. Poteva benissimo finirla invece di curarla, a questo punto. Ormai erano circondati, in un certo senso.

    Lyria Schmidt
    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: ///

    Salute: 16/32
    Stato Fisico: Danno Critico al petto.
    Stato Mentale: Inquisitiva, attenta
    Energia: 64%

    Tecniche Usate: ///

    Abilità Passive:
    Figli dell'Uno [Abilità Passiva][Auspex Magico Ambientale][1 Slot (Razziale)]
    Gli umani sono la prima grande popolazione del mondo di Atlas, lo hanno conosciuto prima degli stessi aspetti e godono di una intrinseca connessione alle forze magiche. Tutti gli umani sono in grado di percepire come tale i fenomeni e gli oggetti magici che non siano stati velati da un potere superiore a quello della loro capacità innata.


    Master of War [Abilità di Caratterizzazione - Power Up] [ Immunità alla Fatica (1) | Capacità di usare ogni arma alla perfezione (1) | Potenziamento Attive Magiche Offensive (Basso+Basso) (4) | Immunità a Veleni e Malattie (1) ] [7]
    Il Culto del Dio della Guerra è particolare, ancora di più considerando che ormai gli effetti benefici dovuti alla benedizione di una divinità non sono più gli stessi, quasi mai. Pur essendo l'Aspetto della Guerra, la violenza non è alla base del credo, ma bensì il rispetto per essa. Di fatto, è raro che un seguace, e ancor meno un membro delle autorità del culto, siano persone violente. In compenso vengono addestrati come militari, disciplina rigida, mente salda e sanno usare armi di ogni genere e sorta. Un gruppo piccolo, ma d'elitè. Nonostante questo, non si muovono per nessuno, se non per difesa o altre particolari circostanze. Gli allenamenti, in compenso, sono estremi a dir poco, praticamente inumani. Spinti ad affrontare mostri oltre le proprie capacità, o innumerevoli gruppi di malintenzionati, i Chierici ne escono vittoriosi e possenti, oppure seppelliti nella gloria. I benefici sono vari, sorpassata quella lunga serie di incontri con la morte che porta all'essere considerati membri effettivi. La fatica è un lontano ricordo, sia per il potere miracoloso che sono in grado di usare, sia per lo sforzo giornaliero a cui vengono sottoposti. Sanno usare ogni genere di arma, a volte anche se non ne hanno mai usata una, grazie ad un piccolo dono dell'Aspetto della Guerra.


    Faith resides in our Arms [Abilità di Caratterizzazione] [Conoscenza (Geografia) (1) | Conoscenza (Strategie di Combattimento) (1) | Conoscenza (Linguaggi) (1) | Conoscenza (Storia) (1) ] [4]
    Lyria è un po' diversa dagli altri chierici. Era la più giovane, ma anche la più debole. Contro ogni aspettativa, però, è sopravvissuta ad ogni prova. Grazie a questo estremo addestramente, riesce a far sembrare quasi senza peso l'armatura che indossa. Sebbene sia infatti di un materiale resistente e più leggero possibile, e con abbastanza giunture da risultare flessibile, risulta comunque più pesante di quanto le sue movenze fluide possano far sembrare. Inoltre la ragazza conosce, in parte per lo studio profondo concessole negli anni di nobiltà, in parte per un piccolo aiuto divino, molto dell'Atlas. Storia, geografia e lingue sono argomenti di facile apprendimento e di cui ha memorizzato molto da tempo, senza contare le tattiche militari e di guerriglia che ha imparato per aiutare in combattimento.



    Equipaggiamento:

    War God Armor [Difensivo, Lv.1]
    L'armatura che indossa Lyria è un'armatura completa di pregiata fattura. Un po' dovuto ai suoi nobili natali che le hanno concesso di poter usufruire dei suoi averi per potersi comprare un'armatura che le stesse bene, e in parte per aiuto dell'ordine, l'armatura è creata da materiali resistenti e al contempo articolata e flessibile. Nonostante sia più leggera di altre armature complete, il peso non è indifferente, ma la ragazza riesce a farla sembrare al pari di un'armatura leggera. Persenta vari segni di battaglie, ma è estremamente lucida, come se nonostante quei segni sia completamente nuova e lucidata. Di fatto, tutti i "ricordi" degli scontri sono stati lasciati volontariamente.


    Warmaster Rod [Magico Offensivo; Lv.1]
    Ogni Chierico sa usare ogni genere di arma, ma l'addestramento di Lyria è finito in una maniera un po' più particolare. L'arma che ha acquisito durante una delle missioni a cui ha partecipato le permette letteralmente di avere una qualsiasi arma fra le sue mani. Normalmente, è un bastone bianco lungo circa cinquanta centimetri, metallico e cilindrico, che tiene al suo fianco, stretto ben saldo. L'arma può assumere dunque qualsiasi forma l'utilizzatore desideri, permettendo così di poter cambiare arma e stile di combattimento anche mentre affronta un pericolo.




     
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    Morbùrkum
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    _ __ Mirabilia – gli spettri del Suhayl




    Come aveva temuto, l’attacco non sortì alcun effetto. Sfortunatamente il galzani nemmeno si allontanò come invece il mezzo gigante aveva anticipato, motivo per cui tutta l’azione si risolse nell’inutilità: la traiettoria dell’ascia, infatti, fu interrotta bruscamente dall’apparizione di un glifo contro cui il metallo dell’arma cozzò generando una cascata di scintille ma lasciando entrambi i contendenti – se il galzani si poteva considerare tale – illesi.
    “Sì. Fa un male cane, ma ho visto di peggio. Non sono abbastanza stupida da rifiutare una mano in queste condizioni però.”
    Nonostante la voce di Lyria fosse piena di dolore la sua reattività nel rispondere tranquillizzò non poco il mezzo gigante che già temeva sarebbe morta di lì a poco. Ma forse lo sarebbero stati entrambi, vista l’ovvia disparità di potere tra loro e il galzani.
    Mentalmente, Morbùrkum calcolò quanto ci avrebbe potuto mettere a voltarsi, afferrare Lyria e correre a più non posso in direzione opposta a quella in cui si trovavano.
    La risposta, sfortunatamente, era semplice: troppo. Nel momento in cui avesse perso di vista il galzani quest’ultimo avrebbe potuto lanciargli un incantesimo dritto nella schiena, rendendo così inutile il tentativo di fuga. Avrebbe dovuto indietreggiare lentamente e tenere la ragazza dietro di sé in modo da continuare a proteggerla finché non fossero stati fuori pericolo.
    Nulla di tutto ciò fu necessario.
    Nessun contrattacco seguì l’azione e il micio rimase immobile appoggiato al carro e l’unica cosa che Morbùrkum notò fu che l’altro si rilassò visibilmente. Inusuale in un combattimento.
    “Ostinati, ma non pericolosi.” sentenziò prima di scusarsi con loro in modo tutt’altro che soddisfacente.
    Cosa intendeva dire?
    Nel frattempo un tramestio di piedi e voci segnalò che la carovana stava fermandosi per la notte. D’altro canto, la nebbia era ormai troppo alta per proseguire e a quanto pareva perfino una carovana in vita da più di duecento anni necessitava di riposo.
    Sempre ammesso che i suoi occupanti fossero effettivamente dell’oltremondo, come pareva a prima vista.
    Come se non avesse appena assistito alla quasi-esecuzione della sua compagna di viaggio Morbùrkum seguì meccanicamente il galzani insieme, ascoltandolo blaterare riguardo alla mancanza di uno dei comandanti e di come la carovana fosse un popolo, più che un semplice gruppo di viaggiatori. Si offrì inoltre di curare la ferita di Lyria, come se la cosa fosse perfettamente normale.
    “Perchè dovremmo fidarci di te? Chi ci assicura che non ci farete fuori con comodo una volta che ci avrete portati dove volete voi?” domandò senza troppi preamboli. La consapevolezza di poter venir ucciso sul posto con una sola folgore accecante l’aveva reso molto meno cauto riguardo a ciò che diceva.
    La voce del loro anfitrione gli fece però dimenticare i propri dubbi, almeno momentaneamente.
    Il Serpente del Suhayl.
    Da un luogo lontano nella sua testa riemerse il ricordo di una vecchia leggenda della sua gente. Una storia di eroi, di guerra e di fratellanza che suo padre gli raccontava prima di andare a dormire. La leggenda di come un enorme Serpente si alleò con i Giganti per sconfiggere un terribile mostro.
    Morbùrkum aveva sempre pensato che si trattasse solo di una storia, eppure nel corso degli anni ne aveva sentito parlare diverse volte, perfino da qualche fonte autorevole – o presunta tale. C’era chi affermava si trattasse di una bestia mitica, lunga chilometri e chilometri e dal corpo fiammeggiante come il sole. Altri ancora, meno fantasiosi, parlavano di un incantesimo di qualche sciamano dei giganti che li aveva aiutati a respingere una migrazione di Aberranti.
    Ora, dopo innumerevoli generazioni, Morbùrkum poteva finalmente scoprire la verità. Una verità ababstanza deludente a dire il vero, visto che il Serpente del Suhayl non era altro che un convoglio da battaglia, almeno a giudicare dall’utilizzo del termine “compagnia”.
    “Tra la mia gente siete una favola della buonanotte. Ma non mi sembrate particolarmente bene in arnese. Secoli duri?” domandò ironico, sempre seguendo il micio.
    Tanto valeva fare domande, già che c’era.



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    - Ascia di Urgon [Ascia ad una mano lvl. 5] [8/8]
    - Armatura del Razziatore [Armatura lvl. 4] [8/8]
    - Caudimordax [Spada ad una mano e mezza lvl. 1] [8/8]

    Passive:

    ˟[+8pt Salute]
    ˟[+1pt Forza]
    ˟[+1pt Riflessi]
    ˟[Insensibilità al dolore]

    Tecniche:


    Altro:

    .Fase difensiva:

    .Fase offensiva:

     
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