Di che colore è il cielo?

-Ti odio papà!-chiudo la porta della mia stanza sbattendola. Questa si apre all’istante e mio padre entra nella mia stanza.

-Se ti dico no è no!-le sue grida rimbombano in tutta la casa. Quella poveretta di mia madre entra dopo mio padre con lo sguardo basso.

-Ascolta tuo padre, tesoro-mi dice con la sua dolce voce, piena di pazienza.



Le lacrime iniziano ad uscire dai miei occhi. Inizio a tirare fuori vestiti dal mio armadio e a tirarli dentro valigia con rabbia. Non guardo nemmeno cosa sto mettendo, l’unica cosa che voglio è evitare lo sguardo di mio padre.

-Ho detto che andrò!-grido anche io.

Fortunatamente, mia sorella minore non è in casa, in questo modo può evitare di assistere a questo dramma familiare.

Con la coda dell’occhio vedo come mio padre porta la mano alla testa e inizia a girare per la stanza.

-Fino a quando vivrai in questa casa farai ciò che ti dico!

Mia madre guarda prima me e poi mio padre senza sapere cosa dire.

-Perfetto-chiudo la valigia in fretta-Da questo momento non vivo in questa casa.



Passo oltre i miei genitori e mi dirigo alla porta di casa. Papà rimane nella mia stanza gridando “Non provarci nemmeno Andrea!” mentre mia madre mi segue fino alla porta.

-Non farlo, tesoro-mi supplica con lo sguardo-Guarda che tempaccio.

Ha ragione. La pioggia cade così fitta che non lascia vedere nulla. Ogni tanto, nella notte irrompe il suono di qualche tuono seguito dalla sua luce.

Ma ho già preso la mia decisione.

So che lei non centra niente, ma il mio orgoglio è più forte della mia volontà. Non faccio caso al consiglio di mia madre e metto la valigia nel bagagliaio dell’auto per poi salire e avviare il motore. Credo mi dica dell’altro ma con il rumore del motore e della pioggia non la sento. Accelero e rapidamente mi lascio alle spalle casa mia.

E’ del tutto ingiusto. Anche loro hanno vissuto la loro adolescenza e sicuramente si saranno comportati allo stesso modo. Le lacrime scorrono senza controllo lungo le mie guance. Cazzo, mi sono rovinata il mascara. Avanti Andy, non ti deprimere, le cose miglioreranno.



Ora tutto andrà bene.

E quasi senza volerlo, ricordi inondano la mia mente.

Nonostante l’inverno, oggi c’è un sole splendente. Non fa molto caldo, ma abbastanza da scaldarti se stai esposta al sole.

-A Parigi? Sei diventato pazzo?-gli occhi di Sam mi osservano entusiasti.

E’ da un po’ che siamo sdraiati sul prato del nostro parco preferito e inizio a pensare seriamente che i raggi del sole gli abbiano fritto qualche neurone.

-Pensaci un attimo. Tu. Io. La Tour Eiffel. In un hotel-mi bacia la guancia-Sarà il primo viaggio che faremo insieme.

Lui continua ad osservarmi con i suoi bellissimi occhi. Di solito sono color ambra, ma in giorni come questo dove i raggi del sole bagnano ogni angolo del mondo con la loro luce, il contorno diventa un po’ verde. La verità è che sono molto belli.



Io preferisco spostare lo sguardo sulle nostre mani unite. E’ difficile sostenere il suo sguardo.

-Potremmo andare nella città vicina.

-Oh dai Andrea! Sei così romantica che se Shakespeare ti avesse conosciuta l’opera di Romeo e Giulietta si sarebbe ridotta ad un pugno di pagine.

-Ah sì? E perché?-gli chiedo divertita.

-Se il personaggio di Giulietta fosse basato su di te, saresti passata accanto all’amore della tua vita e non ti saresti resa conto fosse lui. Semplicemente avresti pensato “fra qualche giorno mi accorgerò di lui, al momento sono occupata a guardarmi le unghie”.

Un sorriso si fa largo sul mio volto.

-Sei l’amore della mia vita?

-Direi di sì-mi sorride.



Il mio sorriso scompare, sapendo che in realtà non faremo quel viaggio.

-Non posso, i miei genitori non mi lasceranno-se solo fossero più flessibili come i genitori delle mie amiche.

Ma Sam non si dà per vinto.

-Parla con loro. Spiega loro che non sei una bambina, sei maggiorenne, Andy. Io ti appoggerò in tutto. Non ti preoccupare, le cose andranno bene.

Ma come al solito, i miei genitori non hanno capito. Non vogliono che la loro bambina di 18 anni stia con quel ragazzo. Sam ed io stiamo insieme da due anni ed in tutto questo tempo non l’hanno accettato.

Ciò che non sanno è che Sam ed io ci amiamo profondamente. Siamo fatti l’uno per l’altra, lo so. E’ la mia anima gemella. Un giorno ci sposeremo e avremo dei figli. Dovranno accettarlo con il tempo, devono farlo.

Sorrido.

Andrò avanti. Andrò a Parigi con il fidanzato perfetto. Quando tornerò parlerò con loro, se non sono di mal umore, altrimenti rimarrò da Sam qualche giorno. I suoi genitori, a differenza dei miei, sono d’accordo con la nostra relazione e mi invitano a casa loro ogni volta che ne hanno la possibilità. Sono così simpatici.

Guido con cautela a causa della pioggia. Fra i nuvoloni e l’oscurità della notte, non vedo quasi niente. L’aereo parte fra due ore, ma abbiamo deciso di andare lì in anticipo nel caso in cui qualche cosa non andasse per il verso giusto. Ovviamente, cosa può andare storto?



La musica che suona in radio è deprimente. Sposto lo sguardo un secondo per cambiare la stazione. Se continuo ad ascoltare questa roba rischio di non arrivare in aeroporto.

Nel secondo in cui cambio emittente, sento il suono di un clacson e delle luci mi abbagliano.

E all’improvviso, l’oscurità inonda tutto.