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Accompagnai Livet al suo appartamento,aiutandola con i bagagli e poi feci un salto al supermercato.
Avevo lo stomaco chiuso in realtà, ma non potevo saltare la cena.
Tornato a casa, feci una bella doccia rigenerante e indossai abiti comodi.
Cercai di preparami qualcosa di leggero,ma di tanto in tanto mi incantavo, fissando il vuoto.

Sapevo perfettamente che Livet sarebbe arrivata, ma non mi ero ancora mai soffermato a pensare a quello che avrei provato.
Il periodo trascorso ad Undredal era stato il più bello di sempre, nonostante i vari momenti bui.
Avevo conosciuto delle persone fantastiche, che mi avevano fatto sentire parte di una vera famiglia.
La fatidica notte di Natale, in cui conclusi il mio libro Il Gelo Che Hai Nel Cuore, fu come se si chiuse una parentesi della mia vita si chiuse.
Dopo quel Natale presi in gestione il Cafè Bjorn, al posto di Aksel, che insieme a Lys si era trasferito a Oslo.
Ogni giorno Livet passava a trovarmi o per restare a studiare o semplicemente per bere una tazza di caffè.
La sua incredibile forza di volontà le aveva permesso di rimettersi in fretta dalla malattia,uscendone più forte che mai. Cresceva come qualunque altra adolescente, tra scuola, hobbies e primi amori. Suo padre Ingvar cercava di passare più tempo con lei, anche perchè erano rimasti solo loro due a casa.
Organizzavamo cene della domenica o a casa Hansen o a casa mia, e spesso ci raggiungevano Lys e Aksel.
Io intanto avevo inviato il mio manoscritto a moltissime case editrici, convinto però che nessuna avrebbe preso in considerazione il mio lavoro.
Trascorsero quasi due anni prima di ottenere una risposta positiva da qualcuno. Dopo una sfilza di rifiuti, una casa editrice molto importante di Winderburg mi contattò. Decisero di pubblicare il libro, apportando qualche modifica qua e là, ma senza stravolgere la storia e la descrizione dei personaggi.
Non avrei mai permesso a nessuno di modificarne i contenuti. La primissima persona ad averlo letto, quando era solo un manoscritto appena concluso, era stata Liv, che era rimasta entusiasta da come avevo raccontato la sua storia. Mi disse che l'avevo ispirata a inseguire i suoi sogni e a buttarsi nella scrittura.
Di tanto in tanto mi portava delle bozze di articoli o favole, per sapere la mia opinione, e subito riconobbi il suo talento.
Quando il libro venne pubblicato, iniziò il periodo di promozione, che mi portò a viaggiare da una parte all'altra del mondo,facendomi sentire come un nomade.

Il gorgoglio del mio stomaco interruppe per un istante i miei pensieri.
Mi scoppiava la testa.

Consumai rapidamente la mia insalata, per ritornare poi al mio rimuginare sul passato.

Conclusasi la promozione, dovetti affrontare la realtà e decidere del mio futuro.
Non mettevo piede ad Undredal da diverso tempo e non avevo intenzione di tornare a Londra.
Fu un'offerta di lavoro improvvisa a decidere del mio futuro : una famosa rivista di Winderburg cercava uno scrittore che scrivesse articoli su diversi argomenti.
Accettai, comprando quindi casa in questa grande città, a me del tutto estranea. Cominciai scrivendo articoli su viaggi e cultura generale, e dopo un anno e mezzo il direttore decise di andare in pensione, eleggendo il suo successore : me.
Secondo lui eravamo molto simili, e il fatto di non avere ancora una mia famiglia mi rendeva più libero e dedito al lavoro.
Ed eccomi qua, direttore della rivista "New People", nella mia casa di Winderburg, solo e abbandonato ai miei pensieri.
L'improvvisa necessità di assumere stagisti, conduce a Livet. La rivista aveva pubblicato annunci dappertutto, e tra le candidature arrivò anche quella di Livet.
Io, insieme al mio staff, analizzammo i migliori candidati, e caso volle che Liv avesse inviato un articolo nel quale apparivano tutte le sue capacità. Si meritava questo posto al cento per cento, e non c'entrava il fatto che la conoscessi.
Averla davanti ai miei occhi dopo 3 anni aveva davvero sconvolto la mia giornata.
Eravamo rimasti sempre in contatto, ma non ci vedevamo da tanto.
Lei era la mia piccola Liv, quasi una sorella minore, che adoravo con tutto il cuore.... E vederla così cresciuta mi fece subito pensare a sua sorella Lys. Quando l'avevo conosciuta sembrava Livet adesso.
Lys, Lys....
Senza rendermene conto, quello che c'era stato tra di noi, o quello che ci sarebbe potuto essere, era svanito in un soffio.
Lei era destinata a stare con Aksel. Lui è l'amore della sua vita.
Ma forse se quel giorno, durante l'intervento di Liv, mi fossi dichiarato io al posto di Aksel, le cose sarebbero state diverse...

Lui è il mio migliore amico e sono felice per lui come mai prima, ma allo stesso tempo lei aveva significato così tanto per me.

La notte porta consiglio.
Questo è ciò che si dice in giro, ed in effetti era vero, ma mi ci vollero ben due notti.
Dopo aver trascorso un paio di nottatacce, mi svegliai al mattino finalmente di buon umore.
I miei pensieri relativi al periodo trascorso ad Undredal, e a Lys, sembrarono dissolversi, come lo zucchero nel caffè bollente.
Mi sentii piuttosto in colpa per quello che avevo pensato quella sera. Aksel è il mio migliore amico e mi aveva subito accolto come un fratello quando ero arrivato al suo villaggio... Mi aveva procurato un impiego al suo cafè e mi aveva fatto sentire ben accetto.
E io che avevo fatto?
Mi ero messo a pensare a come sarebbero potute andare le cose tra me e sua moglie.
Che grandissimo co****e che ero!
Erano trascorsi anni ormai e la mia vita era cambiata. Adesso avevo un lavoro e una vita qui, e non aveva alcun senso rimuginare sul passato.
Anzi, avevo solo un lavoro, perchè al di fuori di quello non avevo proprio niente.
La posizione di direttore della rivista, e in precedenza la pubblicazione del mio libro, mi avevano reso popolare, e questo comportava moltissimi aspetti negativi, tra cui la mancanza di una vita privata.
Quel mattino mi recai in ufficio di buon'ora, per godermi la mia tazza di caffè in tranquillità, mentre leggevo un quotidiano.
Entrando in ufficio però, scorsi una figura famigliare seduta su una poltrona.
"Liv buongiorno! Che ci fai gà qui?"

"Lucas, buongiorno a te!Scusa se mi sono permessa di piazzarmi nel tuo ufficio, ma la guardia all'ingresso ci stava provando con me!" Rise sotto i baffi, mentre con rapidità digitava un messaggio sul suo cellulare.
"Quale guardia? Albert? E' bravo nel suo lavoro, ma è fatto così. Anche con Maria, la mia segretaria fa così!"
"E non sei geloso?" Rispose distrattamente, senza alzare lo sguardo dal telefono.

"Non direi!" Mi accomodai dietro alla scrivania, con la mia tazza di caffè e il giornale.
Rimanemmo diverso tempo in silenzio, ognuno concentrato su quello che stava facendo.
Liv finse un colpo di tosse per attirare la mia attenzione.
"Credo che presto avrò visite qui a Winderburg!"
La guardai con aria interrogativa.
"Mia sorella. Lys.. Credo verrà a trovarmi presto... Sai, ora che ha "più tempo libero" " Calcò quelle ultime parole, ma non ci feci particolarmente caso.
La notizia mi lasciò un attimo paralizzato, ma mi ero da poco ripromesso di andare oltre a tutta questa faccenda.
Lys ed io siamo rimasti ottimi amici, nonostante tutto, però nell'ultimo anno ci sentivamo tutti con meno frequenza.
Sentivo molto la mancanza sua e di Aksel.
"Oh, davvero? Vorrei incontrarla anche io se ne avrò modo...Dopo tutto questo tempo!Verrà anche Aksel?"
"Non ne ho idea, dipende dal lavo..." Venne interrotta da qualcuno che bussò alla porta.
"Avanti!"
"Direttore Berg, buongiorno! E' arrivata anche la seconda stagista, è qua fuori." La mia segretaria fece capolino nell'ufficio.

"Ciao Maria! Sì certo certo falla accomodare!" Non mi ero reso conto che il tempo efosse volato e che l'ufficio intanto si era ripopolato.
"Salve! Io sono Chloe Evans!" Una ragazza mora,scortata da Maria, entrò nella stanza inciampando sui suoi piedi.

Arrossì violentemente per il movimento goffo e si fermò distante dalla scrivania.
"Salve signorina Evans! Un'entrata trionfale eh!". La ragazza mi osservò con gli occhi sbarrati, arrossendo ulteriormente.
Quella che voleva essere una battuta per sciogliere il ghiaccio, mi uscì più come un commento strafottente.
"Prego?" Domandò, mantenendo quello sguardo perso.
"Scherzavo, scherzavo, non si preoccupi! Ehm... Benvenuta tra di noi! allora"

"La ringrazio!" Sembrò subito sciogliersi non appena mi vide sorridere, e di conseguenza sfoggiò un sorriso a trentadue denti.
"Mi dia pure del tu direttore! Sa', io sono una sua grandissima ammiratrice. Leggo sempre i suoi articoli su "New People" e ho amato il suo libro... I personaggi sono molto ben delineati e i paesaggi sono descritti così accuratamente!" Appariva sinceramente entusiasta mentre lo diceva e provai leggero imbarazzo anche io.
Liv, ancora seduta sulla poltrona, osservava la ragazza con un sorriso curioso.
"Oh, ti ringrazio molto signorina Evans!"
"Chloe, mi chiami pure Chloe!"
"Ciao Chloe, io sono Livet Hansen!" Liv si infilò nella conversazione, rivolgendo alla ragazza un saluto gentile e comprensivo, che sembrò allentare ulteriormente la tensione della nuova arrivata.

"Piacere! Devi essere l'altra stagista,vero?"
"Ebbene sì!"
Chloe osservò con gli occhi leggermente socchiusi Liv. "Signor Berg, se mai decideranno di rendere il suo libro, una pellicola cinematografica, Livet dovrebbe assolutamente interpretare il ruolo di Lena Johansen (il nome del personaggio di Lys nel mio libro)". Rise, con naturalezza e dolcezza mentre lo diceva,mentre io e Liv, senza essere notati, ci scambiammo un'occhiata stupita.

Nessuno doveva sapere che era Liv in realtà era proprio la ragazzina di cui raccontavo la storia nel mio libro, e in un paio di minuti questa ragazza ci era andata molto vicino involontariamente.

L'articolo che aveva inviato per le selezioni era favoloso, e dietro i suoi occhi vispi vedevo una persona molto intelligente e sveglia.
Livet avrebbe avuto filo da torcere, perchè alla fine solo una di loro sarebbe stata assunta definitivamente.