Un PERFETTO idiota!

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    Buonasera (o buonAnotte, fate voi xD) ho richiesto questa sezione per le persone come me appassionate alle storie, che peró non hanno tempo a sufficienza per poter scattare le immagini con the sims. Quindi, eccomi qui alla mia prima fan fiction. Spero di portarla a termine ma, soprattutto, spero che vi piaccia.

    CH. 1 - DAVE MITCHELL

    Il mio nome è Dave, Dave Mitchell. Se siete anche voi di Riverton, il mio cognome probabilmente non vi risulterà nuovo. Mio padre, Benjamin Mitchell è proprietario di una catena di hotel a 5 stelle sparsi in tutto il mondo.
    Diciamo che io non sono esattamente il tipo di figlio che lui avrebbe desiderato e questo non manca di farmelo notare ogni sera a cena, davanti a mio fratello Josh. Lui avrebbe preferito un figlio spigliato ed economista che seguisse le sue orme, invece di uno timido, logorroico, ironico e (quasi) diplomato in cinematografia.
    Esatto, sono un appassionato di film di qualunque genere e lingua e sono anche un ottimo studente della Riverton High School. Questo, peró, chiaramente non ha inciso nelle mie relazioni sociali. Mio padre mi ha sempre detto che per essere ben visto e voluto dagli altri, come prima cosa bisogna avere un ottimo gruppo di amici, quindi io, praticamente sono nella merda, ma un po' di autoironia e sarcasmo ci sta.
    Dall'altro lato, c'èJosh, mio fratello, che è il mio opposto. Il nord e il sud. Il bianco e il nero. La destra e la sinistra. Ok, penso di aver reso bene l'idea.
    Alto, biondino, perennemente abbronzato, surfista e quarter back della squadra di football della scuola. Ah, dimenticavo, economista.
    Il primo giorno di liceo, quando la Signorina Watson presentó alla classe me e Josh come i fratelli Mitchell, lui con volto offeso la bloccó "Signorina Watson, io e mmm.. Dave siamo solo parenti alla larga, cugini di secondo o terzo grado, forse.." "Secondo, si" risposi leggermente rammaricato e con testa china. E la signorina "mi perdoni signor Mitchell, la vostra somiglianza mi aveva indotto a dare per scontato... Vabbè non importa, andiamo avanti"
    Come notó anche la signorina Watson, la somiglianza fisica tra me e Josh era evidente, eppure, io non avevo tutto il suo successo con le donne, o meglio, con le gazzelle, se vogliamo utilizzare un suo simpatico termine. Anzi, se vogliamo proprio dirla tutta, io non ne avevo minimamente.
    Come avete potuto capire, quindi, il mio fratellone non era proprio entusiasta di presentarmi come suo parente a scuola, anzi, quando mi sono preoccupato di chiedergli il motivo, mi ha risposto che la mia presenza era molto simile a quella di uno spaventapasseri ("spaventapassere" avrei corretto) in un campo di grano, facevo scappare tutte le gazzelle che incontravo sulla mia direzione e lui proprio non se lo poteva permettere di rimanere a bocca asciutta. Per carità.
    Dopo questa mia descrizione dettagliata, voi molto probabilmente mi avrete inserito nella categoria degli sfigati. Io, invece, quest'anno sono fiducioso. Basterà trovare qualcuno che abbia la pazienza di aiutarmi a cambiare giusto qualche cosa del mio carattere e, cosa complicatissima, basterà trovare una ragazza. Anzi, a dirla meglio, basterà convincere Alexis.
    Dunque Alexis è la mia vicina di casa, nonchè compagna dalle scuole elementari. Si, perchè dato che il signore e la signora Hopkins avevano deciso di iscrivere la propria figlia alla Riverton School, io l'estate precedente al primo anno di liceo passai 3 mesi a lavorare come sguattero in uno degli hotel di papà per iscrivermi, in cambio, alla Riverton, che secondo lui non è una delle piú prestigiose scuole d'America. Dite che sono cotto? È probabile, non ve ne darei tutti i torti, quindi è proprio per questo che vi delizieró raccontandovi la mia storia.
     
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    hahahha che simpatico Dave sono curiosa di leggere che combina con la ragazza dei suoi sogni :P
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    CITAZIONE (Limoncella83 @ 15/7/2014, 13:19) 
    hahahha che simpatico Dave sono curiosa di leggere che combina con la ragazza dei suoi sogni :P

    Grazie :) tra un po' aggiorno :P
     
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    CH. 2 - ALEXIS HOPKINS

    Il primo giorno di scuola del penultimo anno è davvero eccitante. Ieri sera ho programmato la sveglia all'alba perchè per prepararmi ho bisogno di tutto il tempo necessario. I giocatori della squadra di football devono cadere ai miei piedi quest'anno, anche se mi basterà pure solo Josh Mitchell.
    Come al solito, il bagno è occupato da mia madre. Una donna che Pensa e vive in funzione dei soldi. Ha sposato mio padre solo per quello, ma lui è troppo innamorato per ammetterlo. Dopo qualche minuto per fortuna ha avuto pietà di me e mi ha lasciato il bagno libero. Dunque, il primo step sarà una doccia calda e rilassante, per cominciare l'anno al meglio. Ho per caso detto rilassante? Fate come se non l'avessi detto perchè sento già mia madre sbraitare il mio nome dal piano di sotto. Cerco di ignorarla con tutte le forze, ma continua ad urlare il mio nome come fosse un disco rotto quindi, non mi resta che urlarle un secco "che diavolo vuoi?" "la macchina, i vicini, strappo a scuola" sono le uniche parole che riesco a capire. Decido ancora una volta d'ignorarla e per fortuna mi va bene, la sento uscire di casa. Forse sarà andata a prendere la colazione (non è una cuoca provetta) e poi tornerà per accompagnare me e mio fratello a scuola. Dopo la mia lenta routine mattutina che prevede capelli, trucco e smalto sulle unghie, finalmente scendo al piano di sotto e libero il bagno a Dawson, mio fratello. Poverino, ha meno di venti minuti per prepararsi. Scendo al piano di sotto e non solo la strega non è ancora tornata, non ha lasciato nemmeno la colazione. "Dawson non c'è nulla di pronto ed'è tardi, dobbiamo avviarci. Vuoi chiamare la mamma?" Per tutta risposta lui scende ancora con l'asciugamano in vita, tutto bagnato e con sguardo assente mi dice "non tel'ha detto? È dovuta uscire presto, quindi ci faremo dare uno strappo da Josh e Dave. Cioè, mi correggo, io vado con Josh e tu con Dave chiaramente".
    Impallidii. Se il buongiorno si vede dal mattino...
    Li conosceva proprio tutti i metodi quell'arpia di mia madre per rovinarmi la vita. Vi starete forse chiedendo cosa c'è di male ad accettare il passaggio dal mio vicino Dave? Vi tolgo subito ogni dubbio.
    Dave Mitchell è il mio vicino di casa e compagno di scuola dall'elementari. Ho addirittura saputo che per capitare nel mio stesso liceo qualche anno fa ha fatto lo sguattero in uno degli hotel di Benjamin, il padre. Credo che abbia una cotta per me e la trovo una cosa disgustosa. Tral'altro è la persona piú logorroica che abbia mai conosciuto in vita mia quindi, in sintesi, posso dire che non poteva capitarmi un primo giorno di scuola peggiore di questo. Per non parlare dell'imbarazzo che mi colpirà quando dovró scendere dalla sua Volkswagen e mi vedranno Brittany e Jane, le mie migliori amiche. Non voglio nemmeno pensarci. Mentre mangio una misera e arrangiata colazione seduta all'angolo del tavolo in cucina, sento il clacson di un'auto bussare. Mi affaccio e vedo il volkswagen nero di Dave. Voglio sprofondare. Come gli è venuto in mente che avrei potuto accettare un suo passaggio il primo giorno di scuola?! E non posso nemmeno rifiutarlo, chissà quanto si monterà la testa, non posso crederci. Dawson ride dall'altro lato del tavolo, quindi implorante, gli chiedo "ti prego ti prego ti prego lasciami venire in macchina con te e Josh. Non posso presentarmi il primo giorno di scuola con quello sfigato. Qualcuno potrà addirittura pensare che ci ho passato l'estate insieme" e Dawson, per tutta risposta "Sorellina lo sai che non posso. Josh non si presenterebbe mai il primo giorno di scuola con una ragazza, mi dispiace" e continua a sghignazzare come se stesse vedendo un film comico.
    Sento il Volkswagen ingranare la retromarcia, Dave come tutti gli altri anni avrà pensato che non accetteró mai il suo passaggio e non ha tutti i torti ma stamattina ne ho davvero bisogno. Mi fiondo fuori e con un sorriso forzatissimo mi avvio verso la portiera.
    Eccolo li, Dave Mitchell, il solito sfigato, nemmeno l'estate lo rende migliore, mi fissa come si fa con i pazzi, che nervi.
    "Ciao Dave, tutto bene la tua estate?" mi scappa un risolino piuttosto ironico.
    "Mmm si Ale, sono stato un po' in giro niente di che. Ti porto a fare colazione?" lo fulmino con un'occhiataccia. Proprio come pensavo, chissà quanto si sta montando la testa solo perchè ho messo piede nella sua auto!
    "No grazie, sono apposto cosí." Gli rispondo senza nemmeno guardato, anzi con lo sguardo rivolto verso il finestrino.
    "Che mi dici della tua estate Ale? Festini, alcool, bei ragazzi, il solito?" Mi chiede con un sorrisetto smaliziato. Adesso finge anche di conoscermi alla perfezione come se davvero, in tutti questi anni che ci conosciamo, fossimo stati grandi amici. È il solito logorroico che straparla, non ce la fa proprio a tenere a freno la boccaccia.
    "ha ha" fingo una risata isterica quanto ironica "chiedilo a tuo fratello Josh" gli rispondo sopprimendo una risata, questa volta spontanea. 1-0 per me. Deve esser stato un colpo basso perchè rimane in silenzio e senza parole. Dura meno di qualche frazione di secondo, come immaginavo.
    "Mio fratello Josh è stato con me e la mia famiglia alle Hawaii, non mi sembra di aver visto anche te.." dice sorridente. 1-1, cavolo! Resto in silenzio, con la speranza di terminare qui la conversazione. Speranza resa vana da Dave dopo un minuto.
    "Dunque Ale, siamo quasi arrivati. Cosa inventerai per le magnifiche Brittany e Jane quando ti vedranno scendere dal mio Volkswagen?" continua sorridente e con un fare "splendido" che proprio non gli si addice.
    "La verità Dave, che mia madre è uscita via prima questa mattina e non sapevo come raggiungere la scuola"
    2-1 per me e mi sa che per oggi finisce qui, sono riuscita veramente a zittirlo. Finalmente siamo arrivati nel parcheggio della scuola, Dave è rimasto silenzioso e pensieroso nell'ultimo tratto di auto. Apro lo sportello e per fortuna non mi vede nessuno scendere da quell'auto, forse allora la giornata non è proprio da buttare.
    "Sei contenta Ale? È come se nella mia macchina non ci fossi mai stata. Nessuno a parte me e te ti ha visto" ancora? Ma questo non si spegne?!
    "Grazie del passaggio Dave, è stato davvero... Piacevole" gli rispondo chiaramente ironica e sfoderando il sorriso piú finto che abbia mai fatto.
    "Ti accompagno in classe?"
    Che temerario quest'uomo, proprio non ha vergogna di umiliarsi. "Non ci pensare nemmeno Dave" lo fulmino con uno sguardo e mi avvio a passo svelto verso l'entrata.


    Edited by ch? - 23/7/2014, 01:18
     
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    Anche se è una settimana che non aggiorno non ho abbandonato la storia =) Comunque mi piacerebbe che lasciaste un commento, anche negativo se la storia non vi piace, così da capire se ha senso proseguire o meno ^^ Detto ciò, vi lascio al terzo capitolo!




    CH. 3 - IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
    Sono appena sceso dall’auto nel cortile della scuola e Alexis Hopkins era sul sedile del passeggero. Non posso crederci, non avrei potuto desiderare primo giorno di scuola migliore di questo. Il motivo per cui ha accettato un passaggio nel mio volkswagen non mi interessa, o almeno fingo che non mi interessi, l’importante è che dopo tutti questi anni tra me e lei ci sia stato un contatto ravvicinato. Questa mattina rimarrà nella storia, devo stamparmi bene in mente il suo sorriso visto a 20 centimetri di distanza perché non sono sicuro che mi ricapiterà più, a meno che di proposito non decida di bucare le ruote della macchina della signora Hopkins. Mentre penso a quest’idea folle sento qualcuno che si avvicina a passo svelto e quindi riemergo dai miei pensieri.
    X: <ciao>
    Io: <ciao>
    Il mio tono di voce risulta del tutto stupito per fino a me, ecco, sicuramente avrò fatto un’ottima impressione.
    X: <come mai sei stupito?>
    Io: <veramente ero sovrappensiero, perdonami, non mi sono nemmeno presentato. Il mio nome è Dave Mitchell>
    X: <spero di non averti disturbato, io sono Jenna Lee e sono nuova.>
    La fisso incredulo. Non conosce il mio cognome, questo è meraviglioso. Vuol dire che si è avvicinata non per il mio conto in banca. Ma cos’è il mio giorno fortunato oggi?
    Jenna: <di nuovo sovrappensiero?>
    Io: <scusami, davvero, il primo giorno di scuola mi manda fuori fase. E’ un piacere conoscerti, se mi mostri il tuo orario posso aiutarti a trovare le aule. Anzi, per farmi perdonare se ti va possiamo pranzare insieme.>
    Jenna: <mi conosci da 5 minuti e già mi inviti a pranzo?> Mi risponde anche lei stupita ma sorridente.
    Io: <haha no Jenna, qui funziona che c’è la pausa pranzo a mezzogiorno e nella scuola c’è la mensa in cui solitamente i ragazzi pranzano e poi ritornano a seguire le lezioni…>
    Sono sicuro di averla imbarazzata perché vedo il suo viso avvampare. Eppure mi sembrava ironica prima quando pensava la stessi invitando a pranzo.
    Jenna: <mi dispiace, nella mia vecchia scuola non funziona così, per me è tutto nuovo…>
    Io: <non devi giustificarti, figurati..> le dico sorridente e addirittura le allungo una pacca sulla spalla. <allora Jenna, le prime due ore le seguiamo insieme, oggi è il tuo giorno fortunato..> Che simpatico che sono, mio fratello dice che ho un pessimo approccio con le ragazze e forse non ha torto ma questo è il mio modo di fare e non posso cambiarlo. Sarà che ho trovato la ragazza che fa per me? Già inizio a farmi film, sono una ragazzina.
    Jenna: <haha fantastico, senza il mio Cicerone mi perderei, questa scuola è immensa..> Dice voltandosi a destra e sinistra per ammirare la scuola che si erge imponente di fronte a noi. In effetti non ha tutti torti e questo è uno dei motivi per cui mi chiedo per quale motivo mio padre la trovi poco prestigiosa. Forse semplicemente perché quell’estate aveva bisogno di uno sguattero. Vabbe, lasciamo stare.
    Jenna:< Ehiiiii ci sei?> Mi dice schioccandomi due dita davanti agli occhi. <sembri perso…>
    Io: <non farci caso, sono fatto così ma ti abituerai…> Le dico alzando un indice quasi fosse una minaccia. Lei sorride per tutta risposta. <dunque siamo arrivati all’aula, li invece c’è quella di culture straniere che seguiremo dopo pranzo> Le dico indicandole l’aula di fronte alla nostra e lei annuisce per assentire.
    Nel frattempo entriamo in aula, che è già piena, e prendiamo posto. Generalmente cerco di sedermi quanto più vicino ad Alexis ma stamattina visto che sono in buona compagnia posso anche evitare.
    Dalla porta dietro alle nostre spalle una figura bassina e anzianotta si fa strada per avviarsi alla cattedra. Visto che vedo Jenna seguirlo con gli occhi perplessa, mi affretto a dirle
    Io: <si, questo è il signor Millard, il professore di cinematografia. E’ anziano e bassino però fa bene il suo dovere. Almeno la sua lezione non è di una noia mortale come quella della signorina Curty che è invece l’insegnante di Culture straniere.>
    Jenna: <capisco>
    Sig. Millard: <ragazzi, è iniziato un nuovo anno scolastico e voi siete scontenti quanto me di rivederci> Dice, seguito da una risata generale di tutti i ragazzi che sono in aula. <il programma di quest’anno sarà più interessante dello scorso…>
    Io: <non credergli, lo dice tutti gli anni.. > Sussurro a bassa voce a Jenna avvicinandomi al suo orecchio per farmi sentire. Cavolo, ha proprio un buon odore.
    Sig. Millard: <so che è una frase che ripeto spesso ma quest’anno sarà veramente così. La scuola ha avuto dei fondi dallo stato e passeremo molte più ore di laboratorio blablablabla..>
    Insomma tra una chiacchiera e l’altra del Sig. Millard che il primo giorno di scuola si perde sempre in tante parole, si è fatta ora di pranzo. Per questo ci avviamo a passo svelto verso la mensa sennò sarà difficile trovare un posto, anzi due, oggi. Stento ancora a crederci.
    Io: <allora, come ti sembra la riverton school?>
    Jenna: <piena direi. Nella mia vecchia scuola c’erano al massimo 400 o 500 studenti, qui direi che siamo almeno il doppio, cavolo..>
    Io: <come mai hai cambiato?>
    Jenna: <mio padre ha avuto un aggancio di lavoro qui a Riverton e quindi abbiamo deciso di trasferirci tutti. Insomma non ci andava di dividere la famiglia. Mia sorella è ancora piccola e non è bello crescere vedendo il padre solo una o due volte al mese..> Dice felice della scelta dei genitori.
    Io: <bhè mi sembra ottimo. Guarda, quel tavolo è vuoto, possiamo appoggiarci li> Le dico indicandole un tavolo per due libero.
    Jenna: <veramente credevo che ci saremmo uniti al tavolo del tuo gruppo di amici>.
    Il mio gruppo che? Ci risiamo. E adesso? Passerò da sfigato dicendole tutta la verità oppure mi invento una super mega balla? Vada per la seconda, tanto Jenna sicuramente entro una settimana si stancherà di me e chi si è visto si è visto.
    Io: <veramente i miei amici sono fuori per una specie di vacanza-scuola che è cominciata la settimana scorsa e finirà la prossima.> Non è male come balla penso tra me e me. Generalmente quando devo prepararle così velocemente escono delle balle che sembrano idiote e pietose persino a me stesso.
    Jenna: <figo, capisco. Allora vada per il tavolo per due>
    Dopo aver lasciato le borse al tavolo ci avviamo verso la mensa per prendere da mangiare e ci incanaliamo verso la fila.
    Alexis: <guarda, Dave Mitchell è con una ragazza> dice a Brittany con un risolino ironico.
    Io: <ah Ah, anche stamattina in auto ero con una ragazza> Mi sa che siamo 1-0 per me ma ale mi pietrifica con un’occhiata.
    Brittany: <ale, che intende?> si rivolge all’amica con aria incredula.
    Alexis: <ehm.. non lo so, sai come è fatto, si capisce da solo> arranca quasi a parlare e arrossisce visibilmente in volto, ma Brittany non sembra accorgersene e se la beve.
    Alexis: <che maleducata, non mi sono presentata. Piacere, Alexis> Si rivolge a Jenna per cambiare discorso.
    Jenna: <io sono Jenna, il piacere è mio>
    Brittany: <se vi va, potete unirvi al nostro tavolo. Oggi Jane e Mitchum sono malati, quindi ci sono due posti liberi>
    Assolutamente sconvolti da quella proposta, io e Alexis le mandiamo un’occhiata al contempo. Io chiaramente di stupore, se non ci fosse stata Jenna non mi avrebbe mai invitato al suo tavolo. Lei di follia semplicemente.
    Alexis:
    La blocco subito prima che finisca la frase e soprattutto prima che intervenga Jenna che già sta avvampando in volto dalla vergogna. Chissà cosa avranno pensato che ci sia tra me e lei.
    Io: <nono saremmo felici di pranzare con voi. Oggi per Jenna è il primo giorno di scuola alla riverton quindi sarà felice di stringere nuove amicizie>
    Insieme a Brittany io e Jenna ci avviamo verso il suo tavolo. Alexis invece, rossa di rabbia, è rimasta dietro impietrita e senza parole.
    Io:
    Brittany: <a Jenna Mitchell. Mi sembra una tipa simpatica, non capisco come sia possibile che se la faccia con te.>
    Jenna: <veramente l’ho conosciuto stamattina..> Dice per discolparsi, quasi come se volesse giustificarsi di essersi fatta trovare in giro per la scuola con me. Ci sono rimasto visibilmente male e quindi le rivolgo un’occhiata offesa. <nono, non intend….>
    La blocco subito con un secco <lascia stare> aggiungendo anche un movimento con la mano. Nel frattempo Alexis si decide ad accettare la mia presenza al suo tavolo e quindi si avvicina per prendere posto.
    Io: <ale, allora, ti sei decisa a sederti?>
    Lei semplicemente mi ignora e allora faccio finta di nulla e mi concentro sul mio piatto.
     
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  6. †Paola
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    Brava! Mi piace il tuo modo di scrivere :D
     
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    CITAZIONE (†Paola @ 1/8/2014, 21:02) 
    Brava! Mi piace il tuo modo di scrivere :D

    Grazie mille paola :) spero di aggiornare presto!
     
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  8. Giuggiolasims3
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    bellissimo!
     
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    Wau che bella idea, sembra più di leggere un libro che una storia di the sims per come siamo abituati ma è davvero una cosa simpatica. Spero di leggere presto il sequel :)
     
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