Punti di vista

Grazie anche a te! Questo è la versione dei fatti...



Anche qui, buana lettura! Come vedrete si spiegano molte più cose adesso^^

Lo capii al primo sguardo che la amavo. Non avrei mai immaginato di poter essere romantico e schivavo tutte le romanticherie come se essere romantici o innamorati fosse una malattia, come se amare fosse da persone ingenue. Questo prima di conoscere lei, ovvio.
C'è una sera che ricordo particolarmente. Era il giorno del ballo scolastico, una cosa che odiavo e a cui non volevo partecipare. Lei mi costrinse ed io accettai di andarci. Ma non riuscimmo ad entrare nemmeno nella grande sala, presi dalla passione... io e lei eravamo così, istintivi, ci amavamo tantissimo e niente poteva fermare questo nostro amore, niente lo fermò mai.



Non avrei mai voluto partire, ma fui costretto a farlo. Nel nostro paese non c'era l'università è quello era l'unico modo per continuare a studiare. Partii con la promessa di rivederci presto e il tempo passò.
Per più di una settimana il mio telefono non funzionò, decisi di portarlo in assistenza e scoprii che qualcuno lo aveva manomesso... chiamai Denise cercando di spiegarmi, ma lei non mi perdonò.



C'era una ragazza che viveva con me e si chiamava Chiara. Viveva con me ovviamente nel senso che condividevamo la casa, ma io non provavo nulla per lei. Chiara era la migliore amica della mia ragazza e nonostante continuasse a lanciarmi frecciatine io la ignoravo volutamente. Lei sapeva che amavo Denise e il suo comportamento mi stava dando sui nervi.
Denise stava per arrivare ed incontrare LEI.
Fortunatamente Denise appena arrivata decise di ascoltarmi e lei mi spiegò che Chiara le aveva detto che non rispondevo di mia volontà. Andai per cercare Chiara, ma lei sparì nel nulla.



Passammo la notte insieme. Lei si addormentò così com'era, ed io rimasi a fissarla per un bel po'. Era bellissima, più di quanto avrei sperato di avere, più di quanto immaginavo. Avrei fatto di tutto per non perderla.



Passarono lentamente due mesi. Nel palazzo in cui abitavo c'era una bellissima piscina in cui si poteva entrare a pagamento a qualunque ora.
Ci andai senza accorgermi che Chiara mi seguiva.
Avevo lo sguardo perso nel vuoto quando Chiara arrivò:
<< Ti manca, eh?>> mi disse cercando il mio sguardo.
Sentivo i suoi occhi pesanti sul mio corpo. Non mi voltai.
<< Sì, mi manca tanto>>
<< Ti va una birra?>>
Potevo rifiutare una birra in un momento come quello?



...
Buio
...
Silenzio
...
Buio
...
Silenzio
...
Sentivo la mia testa pesarmi quando mi alzai di botto dal mio letto, trovando una brutta sorpresa.
<< Chiara, che ci fai qui?>>
<< Come che ci faccio qui? Abbiamo fatto sesso tutta la notte, mi hai detto che mi amavi e mi chiedi cosa ci faccio qui?>>
<< Vattene via subito, per favore!>>
<< Ok, ok, me ne vado!>>



...
Buio
...
Silenzio
...
Buio
...
Silenzio
...
Ed un anno era passato ed io tornai per l'estate nel mio piccolo paesino, dove trovai la mia Denise cresciuta, ma sempre la stessa di cui mi ero innamorato.
Io non ricordavo niente di quella notte, davvero. Non ricordavo proprio nulla, ero ubriaco.
Denise mi ascoltò e mi perdonò.
Troppo forte il nostro legame per spezzarsi.
Passarono alcuni giorni prima che qualcuno bussò alla nostra porta, era Chiara.
<< Toc, toc, famiglia felice? Caro Alex, quando imparerai a prenderti le tue responsabilità? Oh, non dirmi che non ti avevo avvertito... questa bambina è anche tua, ragazzo!>>



Il ciclo si ripeteva.
Buio e silenzio intervallati dal pianto di una bambina.
Quella bambina che non mi assomigliava affatto, cominciavo a chiedermi se fosse mia!
Ed infatti scoprii che non era mia.
Andai da Denise a dirglielo ma non trovai più la ragazza che avevo lasciato.
Lei era cambiata, aveva un'altro e chissà, forse mi aveva già dimenticato.



E' vero che quando non hai nulla non hai nulla da perdere, quando hai solo il buio ed il silenzio devi tenertelo stretto, perchè è già qualcosa che hai.
Decisi di non dire niente a nessuno, di non parlare della mia scoperta con Chiara o con Denise o con la bambina.
Decisi di convivere con il mio buio ed il mio silenzio e di non spezzare l'equilibrio che si era creato, se di equilibrio si può parlare.