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    CAPITOLO 18.3

    MARTEDì 4 NOVEMBRE – JHONATAN



    Ore 10.15
    Intervallo.

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    Alla terza ora avrei avuto Biologia.
    Presi il mio zaino dall’aula di letteratura e mi avviai verso l’armadietto e poi in laboratorio, ero quasi al limite dell’orario.
    Sulla soglia del laboratorio, Jennifer mi aspettava raggiante.
    La sera precedente mi aveva raccontato della sua giornata e del fatto che sarebbe stata il “nuovo volto del mese di dicembre”: ero molto felice per lei e per questa notizia.
    Ormai era passato più di un mese da quando avevamo iniziato a frequentarci e mi trovavo bene.
    Tuttavia, non potevo dire di stare bene del tutto: parlammo più di quanto visto al Parco delle Luci, io non tirai mai più in ballo l’argomento e lei faceva lo stesso.
    Ogni tanto mi capitava di pensarlo ma subito dopo succedeva qualcosa che mi togliesse quella scena dalla testa; tuttavia quella mattina non c’era niente che riuscisse a togliermelo dalla testa.

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    Non fui particolarmente attento alla lezione, tant’è che Jennifer mi beccò distratto più di una volta e non mancò nel farmelo notare.

    Jennifer: Jho, segui!

    Bisbigliò poco prima del suono della campanella.
    Non ne avevo proprio voglia, non che fosse una novità, io ero negato in Biologia.

    Jhonatan: Mh-mh..

    Dissi annuendo.
    Ero talmente distratto che non sentii il suono della campanella avvisare la fine della lezione.
    Jennifer volò fuori dall’aula per l’ora successiva, ma, vedendo che non mi muovevo, dovette risvegliarmi dai miei pensieri.

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    Jennifer: Hey, che ti prende? Stai bene?
    Jhonatan: Sì, sì, certo.. Sono solo un po’ stanco

    Mentii.
    Mi lanciò un’occhiata sospetta, non mi credeva.

    Jennifer: Mmh..
    Jhonatan: No, davvero, sono solo stanco Jen.. Piuttosto, ci vediamo dopo la scuola?
    Jennifer: Uhm.. Non posso, devo.. Ho già un impegno con mia madre più tardi.. A pranzo ci vediamo?

    Mi chiese in modo quasi imbarazzato.

    Jhonatan: Sì sì certo! Magari domani vieni a vedermi giocare, ti va? Ho allenamento
    Jennifer: Ne parliamo stasera! Ora vado, o farò tardi!

    Disse scoccandomi un bacio sulla guancia, mentre si avviava a lezione.
    Io le sorrisi mentre la guardavo andarsene.
    Avevo un’ora di Informatica e Sistemi di base ed, ovviamente, la avrei passata con il mio amico Teem, che già aveva notato qualcosa che non andasse in me.
    Mi si leggeva tutto in faccia, ero troppo espressivo.
    In quei giorni avevo cercato di evitare Terry come la peste: fortunatamente lei era troppo impegnata con il suo universitario per accorgersi che non ci vedevamo da un po’.
    In un’altra circostanza mi sarei sentito abbandonato o me la sarei presa un po’, ma in quel momento la cosa mi faceva sentire piuttosto sollevato.
    Mi avviai nell’aula di Informatica con un peso allo stomaco fin quando non vidi Teem seduto di fronte al suo computer.

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    Teem: Hey Jho! Com’è andata Biologia?

    Mi sedetti a fianco a lui.

    Jhonatan: Bene, sono stato un po’ distratto..
    Teem: Come al solito.. Allora, ti va di dirmi che ti prende o..?
    Jhonatan: No, non adesso. Te l’ho detto, sono solo stanco.

    Anche lui come la mia ragazza, annuì poco convinto della cosa.
    Anche la lezione di Informatica passò in fretta, non ascoltai una sola parola.
    Ovviamente Teem se ne accorse, perché dovette rispiegarmi tutta la sequenza di HTML da capo.
    Uscii dall’aula sempre con la solita poca voglia e Teem mi fermò fuori dall’aula..

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    Teem: Ehi Jho, fermati un secondo! Ora non te ne vai finché non mi dici che ti prende.
    Jhonatan: Ma che avete tutti oggi? Vi ho già detto che sono solo stanco!
    Teem: Fermati e non prendermi per il c_lo.
    Jhonatan: Non ti sto prendendo per il c_lo. Ora a dire il vero ho fame e vorrei andare a pranzo, vieni con me o..?

    Si arrese abbastanza facilmente e ci avviammo verso la sala comune.
    Jennifer era già seduta al tavolo.
    La sala era quasi vuota, c’erano pochissimi studenti.
    Theresa e Alicia erano in palestra, due ore di fila, alcuni erano in gita o a pranzo fuori, altri avevano attività di laboratorio a cui partecipare.

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    Teem: Almeno spero che tu abbia detto qualcosa alla tua ragazza..
    Jhonatan: Ancora che ricominci?
    Jennifer: Di che parlate?
    Teem: Di lui che è “stanco”..

    Disse mimando delle virgolette per aria.

    Jhonatan: Ma perché è vero!
    Jennifer: No non è vero, sei andato a dormire dopo le 21 ieri sera.
    Jhonatan: E tu che ne sai?
    Jennifer: Ti sei addormentato mentre eravamo al telefono Jho..

    Teem cercò di soffocare una risata ma senza successo.
    Io mi sentivo in imbarazzo e la mia ragazza se la ridacchiava.
    Ad un certo punto, il suo cellulare sul tavolo vibrò e si illuminò: riuscii ad intravedere il nome “Patrick” sullo schermo.

    Patrick?

    Jennifer e Teem, che stavano chiacchierando tra di loro: Teem sarebbe andato a cena da Alicia la sera stessa, avrebbe cucinato suo padre.
    Per un attimo non mi soffocai con la Coca Cola.
    Il telefono di Jennifer vibrò di nuovo e questa volta riuscii a leggere l’anteprima del messaggio..

    “Ok principessa, ti vengo a prendere io a scuola.”


    Veniva ancora da “Patrick”.
    Mi intromisi nel discorso..

    Jhonatan: Allora, se più tardi non ci vediamo posso almeno accompagnarti a casa?

    A quella domanda mi sembrò quasi preoccupata.

    Jennifer: Uhm no, torno da sola..

    Ma che diavolo..!?

    Notai che finse di guardare l’orario prima di avvisarci che avrebbe avuto lezione imminente.
    Mi sembrò strana questa fuga improvvisa.

    Più che altro, chi diavolo è Patrick? E perché chiama la mia ragazza “principessa”?

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    Teem la salutò ed io feci lo stesso.
    Mi scoccò il solito bacio sulla guancia e si dileguò.
    Teem a sua volta guardò l’orario e disse che doveva andare anche lui.
    Io avevo un’ora di Disegno Tecnico, che passò velocemente§: anche durante questa lezione la mia mente vagava tra i pensieri, ma questa volta mi chiedevo chi diavolo fosse Patrick.
    Ma soprattutto, perché Jennifer mi aveva palesemente mentito?
    All’uscita da scuola, Jennifer non c’era già più.
    Le scrissi un messaggio per capire se fosse ancora lì ma mi rispose quasi subito dicendomi che era già andata via.

    “Stasera ti chiamo”.


    Si affrettò a scrivere.
    Mi sentii più tranquillo, ma ancora una piccola parte di me si chiedeva per quale motivo lei mi avesse mentito.
    Mi avviai verso casa un po’ più tranquillo rispetto a quella mattina.

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    Mia sorella e mia madre dovevano essere ancora a scuola.
    Varcai la soglia d’ingresso e sentii delle voci provenire dalla camera di mia madre.

    Che strano.. Mamma dovrebbe essere al lavoro a quest’ora.

    Spalancai la porta e trovai davanti a me una scena che mai avrei voluto vedere..
    Mia madre era avvinghiata ad un uomo.
    Quell’uomo era il coach Stevenson.

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    Jhonatan: Ma che diavolo..!? Mamma?!
    Sharon: Jhonatan!
    Coach: Jho!

    Chiusi la porta di scatto mentre sentivo dei rumori provenire dall’altra stanza.

    Jhonatan: Non ho visto niente!! Uhm.. è meglio se vado a farmi un giro, ci vediamo più tardi.

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    Prima ancora che potessero rispondermi, ero già uscito di casa; corsi via, non avevo una direzione precisa, mi importava solo andarmene da lì.
    Perchè? Da quanto andava avanti quella storia?
    Quell’uomo mi ha visto crescere.. Da quanto si frequentavano?
    Avevo la sensazione che tutti attorno a me mi stessero mentendo.
    Il Coach, mia madre, Jennifer.. Il padre di Theresa..
    La testa mi girava, il cuore batteva fortissimo nel petto, l’adrenalina era a mille.
    Quelli che pensavo fossero ore erano minuti, secondi.
    Mi sedetti su una panchina: senza rendermene conto, stavo letteralmente correndo.
    Nella mia testa avevo solo una domanda: Perchè?
    Era davvero così facile mentire, per tutti?
    Mi sentii a disagio. Avevo bisogno di sfogarmi.

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    Mi incamminai verso la palestra, poco distante da lì: qualche tiro era quello che mi ci voleva.
    La porta era aperta: entrai e notai con mia piacevole sorpresa che non ci fosse nessuno all’interno.
    Tirai fuori il carrello con i palloni ed iniziai ad allenarmi; i minuti scorrevano veloci e io spingevo sempre di più, schiacciavo, tiravo da metà campo, saltavo, urlavo.
    Buttai fuori tutta la frustrazione di quei giorni.
    All’ennesima schiacciata sentii la porta della palestra aprirsi.

    ???: E’ così che ci si allena adesso, in solitaria?

    Mi voltai per riconoscere quella voce familiare.

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    Jhonatan: Coach.. c-che ci fa lei qui..?
    PJ: Potrei farti la stessa domanda.. Mi ha chiamato Stevenson mi ha raccontato quello che è successo e-
    Jhonatan: E lei si è scomodato a venirmi a cercare? Beh, non doveva.

    Risposi secco.
    Sentii la rabbia tornare e feci un’altra schiacciata.
    PJ non rispose, si limitò a fissarmi.

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    Jhonatan: Se non vuole unirsi a me per qualche tiro, se ne può anche andare.


    Non se lo fece ripetere due volte si legò i lunghi capelli rossi in una coda alta e prese un pallone.
    Alternammo tiri liberi a terzi tempi, dribbling a scontri uno a uno.

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    Mi insegnò a mantenere meglio la posizione di difesa, a migliorare l’entrata e la schiacciata.
    Quando guardai fuori, ormai era buio pesto; avevo il fiatone, ero stanco morto e lui se ne accorse.

    Jhonatan: Time-out..

    Dissi con un filo di voce.

    PJ: Direi più “basta per oggi”, che dici?

    Annuii.

    PJ: Dai, prendiamo da bere.

    Ci avviammo verso le macchinette all’entrata.
    Inserii cinque Simoleon all’interno della macchinetta ma questa se li mangiò senza darmi la bibita.

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    Iniziai a scuoterla con l’intento di far scendere quanto avevo selezionato, ma questa si bloccò.
    Sentii dietro di me PJ ridacchiare..

    Jhonatan: Che c’è di tanto divertente?
    PJ: Nulla.. Potresti prendere una bibita da questodi frigorifero, anziché fissarti sulle macchinette mangiasoldi.

    Disse indicando il minibar.

    Jhonatan: Se avessi la chiave, lo farei

    Tirò fuori dalla tasca della tuta un mazzo di chiavi ed aprì il lucchetto del frigo-bar.
    Solo il coach e lo staff della palestra ne avevano accesso e dimenticavo che anche lui facesse parte dello staff.
    Mi allungò una soda al lime e si mise a sedere sulla panca dietro di noi, facendomi segno di seguirlo.

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    PJ: Allora.. che è successo?

    Ma perché continuate a chiedermelo tutti?

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    Jhonatan: Niente, non è successo niente.
    PJ: A giudicare da questo allenamento, non si direbbe “niente”..

    La sua preoccupazione sembrava sincera.
    Inizialmente mi aveva dato l'impressione di essere solo un pallone gonfiato, uno spaccone, ma il suo tono di voce era calmo e gentile.
    In quel momento sentivo che volesse davvero togliermi un peso di dosso, così decisi di parlargli di ciò che era successo quel pomeriggio.

    Jhonatan: Ho beccato mia madre e.. il coach..
    PJ: Oddio spero non a fare cose..?
    Jhonatan: Per carità, no!

    Rise.

    PJ: E quindi? Li hai beccati a darsi un bacetto?

    Disse tirandomi una spallata.

    Jhonatan: Non c’è niente da ridere.. Mia madre è..
    PJ: Una donna adulta in grado di intendere, di volere e di scegliere per sé stessa?
    Jhonatan: Sì, però..
    PJ: Però è il tuo coach?
    Jhonatan: Sì, anche..

    Calò il silenzio per qualche secondo.

    PJ: In effetti non so come avrei reagito io se avessi beccato mia madre con il mio coach, alla tua età..
    Jhonatan: Tuo padre è..?
    PJ: Uno stronzo, per quello che mi riguarda.. però lui e mia madre si vogliono ancora bene dopo tanti anni..
    Jhonatan: Cosa devo fare?

    Chiesi più a me stesso che a lui.

    PJ: Da quanto va avanti?
    Jhonatan: Non lo so.. è questo il punto.. Io sono entrato, ho visto e sono scappato via.. non so..
    PJ: Beh.. io parlerei con tua madre prima di tutto.. E poi, a seconda di quello che ti dice, vedi come ti senti.. Però ricordati che tua madre è una donna adulta, non deve per forza chiederti il permesso o l'approvazione.
    Jhonatan: Già..

    PJ rise di nuovo ed io risi imbarazzato a mia volta.

    PJ: Andiamo, ti riaccompagno a casa.

    Annuii ed uscimmo dalla palestra: parcheggiato fuori un grosso pick-up rosso fiammante ci stava aspettando. Intuì fosse la sua macchina perché mi fece segno di saltare su.
    Pochi minuti dopo mi lasciò davanti alla porta di casa mia. Le luci erano ancora tutte accese; ormai erano passate le 21 di sera, avevo fatto tardi senza rendermene conto; probabilmente mia madre era furiosa, visto che il giorno dopo avrei avuto scuola.

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    Quando varcai la porta di casa, trovai il coach seduto sul divano e mia madre seduta al PC del salotto.
    Si voltò a guardami con aria apprensiva, non era per nulla arrabbiata, anzi, sembrava aver appena finito di piangere; la cosa mi spezzò il cuore.
    Uscii sul retro e mi sedetti a terra.
    Subito dopo sentii la porta riaprirsi e chiudersi nuovamente: il coach si sedette di fianco a me e restammo in silenzio per diversi minuti.

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    Jhonatan: Allora..
    Coach: Chiedimi quello che vuoi..

    Non sapevo da dove cominciare.
    PJ mi aveva consigliato di parlare con mia madre, ma penso che anche il coach mi dovesse delle risposte tanto quanto lei, anche lui mi aveva visto crescere.

    Jhonatan: Quando è iniziata?
    Coach: Circa tre anni fa..

    Sentii i nervi tirare di nuovo. Tre anni?
    Mi appoggiai con la testa contro la parete.

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    Jhonatan: E’ una cosa seria?
    Coach: Sì.. Sì, Jhonatan è-è una cosa seria.. Io e tua madre te ne avremmo parlato tra qualche giorno.. Non volevamo di certo che-
    Jhonatan: Che lo scoprissi aprendo la porta della sua camera? Lo credo bene..

    Rimase in silenzio, l’imbarazzo si poteva sentire nell’aria.

    Coach: Jhonatan ascolta.. Io amo tua madre.. Ma capisco se tu non sei d’accordo e non andrò oltre senza la tua approvazione..

    Ma sono io il sedicenne o mi sono perso qualcosa?

    Ripensai alle parole di PJ: mia madre era adulta e sapeva prendere una decisione da sola.
    Non aveva bisogno che suo figlio adolescente le facesse una ramanzina o le impedisse di uscire con chi voleva; e poi il coach mi aveva visto crescere, lo consideravo ciò che di più vicino c'era ad un padre..

    Jhonatan: La mia approvazione? E a che ti serve? Ormai state insieme, o no?
    Coach: Beh-
    Jhonatan: Coach..

    Sospirai.

    Jhonatan: Non ricordo molto di mio padre.. Uno dei pochi ricordi che ho che lo riguardano, è del suo funerale. Mia madre ha dovuto crescere me e mia sorella da sola, senza alcun aiuto. Penso che si meriti un po’ di felicità. Lei è in grado di dargliene?

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    Lui annuì deciso, senza rispondere verbalmente.
    Io tirai un altro sospiro e chiusi gli occhi.

    Jhonatan: Bene. Allora non abbiamo nient’altro da dirci. Io voglio che lei sia felice.
    Coach: Ti ringrazio. Però, che ne dici se ci sediamo su quelle belle sedie comode?

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    Risi e mi alzai con calma, lui fece lo stesso.
    Ci accomodammo al tavolo e pochi minuti dopo ci raggiunse anche mia madre, che mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia.
    Passammo la successiva mezz’ora a chiacchierare: raccontai loro del pomeriggio con il vice, PJ e dei trucchetti che mi aveva insegnato, fin quando il coach non si alzò per tornare a casa.
    Io andai a fare la doccia e subito dopo in camera mia.
    Mi distesi sul letto, esausto e mi addormentai in pochi minuti.

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    Questa è una dinamica che non gioco mai, ma se non vado errato, come ti hanno detto sopra, è un vero e proprio lavoro per la tua SIM e l'attività non parte se non è presente...ma prendi il tutto con le pinze!
  3. .

    CAPITOLO 18.2


    LUNEDI’ 27 OTTOBRE - NAOMI



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    Ore 8.03.
    Le lezioni sarebbero iniziate da lì a 10 minuti
    Era appena iniziata un’altra settimana, ma quel giorno ci sarebbe stata una novità per me: avrei dovuto iniziare il “corso” di fotografia, con quella ragazza antipatica che avevo conosciuto la settimana precedente.

    Non vedo l’ora..

    Continuavo a pensare a quella foto: quel ragazzo, Mark, mi aveva mostrato come inviare quella foto in anonimo, ma c’era qualcosa che non mi piaceva.. Forse avrei dovuto lasciar perdere, Alicia era una mia grande amica e prima o poi qualcuno sarebbe riuscito a risalire a me, la foto era stata scattata alle Terme. Jane sicuramente se ne sarebbe ricordata e avrei fatto soffrire anche lei..

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    Jane: Che lezione hai stamattina?

    Jane mi risvegliò dai miei pensieri..
    Stavamo davanti agli armadietti a chiacchierare.

    Naomi: Matematica..
    Jane: Non vedi l’ora eh?
    Naomi: Già.. Tu che lezione hai?
    Jane: Letteratura
    Naomi: Sembra interessante..
    Jane: C’è di meglio..

    Il telefono di Jane iniziò a squillare improvvisamente.

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    Jane: Ma chi è a quest’ora? Si, pronto? Sì, sono io.. Sì, certo.. Ok, per le 15 va benissimo. Grazie mille, a più tardi.
    Naomi: Chi era?
    Jane: La segreteria della palestra.. sai, per la festa di Halloween..
    Naomi: E..?
    Jane: E niente, oggi pomeriggio vediamo di trovare una soluzione.. Ho paura che salti tutto..

    In quel momento suonò la campanella, per avvisarci dell’inizio delle lezioni.

    Jane: Ci vediamo dopo le lezioni?
    Naomi: No, ho il corso di Fotografia..
    Jane: Ah, giusto! Va beh allora ti chiamo più tardi, va bene?

    Annuii e ci avviammo a lezione.

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    La mattina proseguì in maniera abbastanza monotona.
    Matematica, Arte per due ore, Pausa di dieci minuti, Biologia e Lingue Straniere.
    Odiavo il Lunedì: non perché fosse il primo giorno della settimana, ma perché le materie erano fondamentalmente noiose. Speravo che il Club di Fotografia mi facesse passare questa “noia” generale che sentivo.

    Finalmente arrivarono le 14 (finalmente?).
    Mi avviai verso l’aula assegnata al Club: stava al piano superiore, era appena stata sistemata e riassegnata. Era piccola, ma luminosa: sicuramente non poteva accogliere più di dieci persone per volta.
    Mi chiesi come fosse possibile che gli iscritti fossero una ventina e come avremmo potuto fare a stare tutti insieme in questa stanza, ma la risposta non tardò ad arrivare: Meghan era in aula insieme ad un paio di ragazzi.

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    Meghan: Eccoci qua! Benvenuti!

    Iniziarono ad entrare in classe sempre più persone..

    Meghan: Allora ragazzi, come avrete notato quest’aula è piccolina. Per adesso vi chiedo di dividervi in due gruppi, in ordine alfabetico per cognome, dalla A alla M sarà il primo gruppo, tutti gli altri faranno parte del secondo gruppo.

    Poco meno di una decina di ragazzi uscirono dalla classe, io mi unii a loro (il mio cognome inizia per “S”).
    Aspettammo poco più di venti minuti fuori: quando uscirono, notai che si erano formate una sorta di “coppie” o gruppi. La cosa mi incuriosiva.
    Entrai insieme ai miei compagni e Meghan ci chiese di sederci tutti a terra in cerchio.
    Tirò fuori un vaso dentro la quale inserì dei bigliettini tutti piegati su sé stessi.

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    Meghan: Molto bene. Allora, intanto vi ringrazio per esservi iscritti, io e la direzione nutriamo grandi speranze per questo Club. E’ il nostro primo anno e quindi abbiamo un grandissimo margine di miglioramento. A proposito di questo, oggi non faremo molto, anzi, sarete liberi già dalla prossima mezz’ora.

    Indicò il vaso con i bigliettini.

    Meghan: qui dentro ho segnato i vostri nomi. Per la prossima settimana vi chiedo di preparare degli scatti, che farete tra di voi; questo per verificare il vostro livello. Le coppie verranno formate dall’estrazione di questi bigliettini. Bene, iniziamo.

    Prima del mio nome ne vennero estratti altri quattro: due coppie prima della mia erano state formate.

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    Meghan: Ora è il turno di.. Sandler!

    Mi lanciò un’occhiata quasi divertita.

    Meghan: Che sarà in coppia con.. Wayne!

    Wayne? Con la coda dell’occhio notai una ragazza con le trecce che mi fissava.

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    Fantastico, ci mancava solo lei.


    Jennifer Wayne, la nuova amica di Theresa.
    Le rivolsi uno sguardo neutro e tornai a guardare l’estrazione.
    Una volta terminata, Meghan ci diede i “compiti” per la volta successiva.

    Meghan: Ottimo! Allora, come vi anticipavo, vorrei verificare il vostro livello: so che alcuni di voi sono più avanti di altri e vorrei controllare insomma. Per la volta prossima vi chiederei dei ritratti, che vi farete tra di voi: usate la fantasia, le luci, non abbiate paura di osare. Tutti i ritratti li appenderemo qui in aula Lunedì prossimo. Siete liberi di andare adesso, ci vediamo Lunedì!

    Ci alzammo tutti per uscire ed io mi avviai direttamente verso le scale ma fui interrotta da Jennifer.

    Jennifer: Naomi! Aspetta!

    Mi fermai in corridoio..

    Naomi: Sì?
    Jennifer: Quando riusciamo a vederci per questo progetto? Mi piacerebbe farlo il prima possibile.. Sai, la post-produzione e tutto il resto prende tempo..
    Naomi: Tu quando sei libera?
    Jennifer: Già oggi!

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    Disse entusiasta.
    Mi infastidiva tutto questo entusiasmo, però concordavo con lei: anche io volevo concludere questo progetto il prima possibile.

    Naomi: Beh, direi che è perfetto. Sai dove abito?

    Tentennò per qualche secondo.

    Naomi: Evidentemente no. Ti mando il mio indirizzo, il tuo numero?

    Le allungai il mio telefono in modo che mi segnasse il suo numero di cellulare.

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    Naomi: Bene, ti mando subito il mio indirizzo e ti aspetto da me per.. le 16?
    Jennifer: Perfetto, a dopo!

    E corse via anche più entusiasta di prima.
    Mi avviai anche io verso casa.

    DUE ORE PIU' TARDI



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    Erano le 15.50 quando, mentre aspettavo l’arrivo di Jennifer, mi feci una tisana.
    Stava iniziando a fare sempre più freddo, era quello che ci voleva.
    Ero a casa da sola, ma di lì a poco sarebbe tornata mia madre con mia sorella, da scuola.
    Speravo solo di non incontrarle finché c’era Jennifer a casa: mia madre era un’attrice famosa ed ero abituata ad avere attorno persone che mi dessero attenzioni solo per sfruttare la possibilità di conoscerla. Era una sensazione che non mi piaceva e mi infastidiva parecchio.

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    Alle 16.02 suonò il campanello di casa.
    La porta d’ingresso si trovava al piano superiore: salii le scale ed aprii alla mia compagna di gruppo.
    Si era cambiata e stava sulla soglia con un sorriso smagliante.

    Jennifer: Ciao Naomi!

    Ma che problemi ha questa? Sorride sempre così?



    Naomi: Ciao.

    Risposi semplicemente.
    La invitai a entrare e le chiusi la porta alle spalle.
    Lei si guardava intorno, come per esaminare la casa: la sua reazione non era come quelle che avevo vista in precedenza, sembrava non curarsi delle foto di mia madre appese all’ingresso o degli oggetti costosi di cui eravamo pieni.
    Sembrava quasi ne fosse abituata.

    Che strano..


    Jennifer: Allora, dove ci mettiamo?
    Naomi: Vieni, abbiamo uno studio qua fuori..
    Jennifer: Uno studio?
    Naomi: Sì.. Per mia madre, sai..

    Dissi indicando le innumerevoli foto che c’erano appese ai muri.

    Jennifer: Oh.. E’ un’attrice?

    Ma dove vive questa?


    Naomi: Uhm.. S-si..?
    Jennifer: Uao, che bello!

    Non risposi e le feci strada verso lo studio: una stanza che ospitava un vero e proprio set di fotografia, con luci, fotocamere di ogni tipo. Semplice ma funzionale.
    Mia madre la aveva fatta realizzare quando ero piccola per non assentarsi da casa quando doveva lavorare, ospitando fotografi e giornalisti quando ce ne fosse necessità.

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    Jennifer: Uao, una sala per fotografi!
    Naomi: Già.. Allora, chi inizia a fare foto?
    Jennifer: Mmh, se vuoi inizio io!
    Naomi: Va bene..

    Montai il cavalletto e le diedi una mano a settare correttamente le luci.
    Iniziò a fare qualche foto: in totale credo ne scattò una cinquantina.

    Jennifer: Ottimo! Trasferisco tutto sul mio computer e poi le fai tu?
    Naomi: Certo, aspetta, tolgo la schedina dalla macchina.

    Per comodità stavamo usando una delle mie macchine fotografiche.
    Trasferimmo tutte le foto sul suo computer e sistemai la macchina per il mio turno di scatti.

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    Iniziai io a scattare: da subito sembrò che Jennifer sapesse cosa fare, sapeva come muoversi e come posare. Sicuramente aveva del talento: oltre che essere molto bella era anche portata per fare la modella.
    Scattai anche io una cinquantina di foto, era impossibile scegliere tra quelle migliori: lei era perfetta in tutte, anche se si trattava di semplici ritratti.
    Dovevamo sceglierne tre a testa, sarebbe stata una vera impresa.

    Jennifer: Abbiamo finito?
    Naomi: Si, direi che abbiamo finito. Pensi possano bastare?
    Jennifer: Secondo me sì.. Eventualmente possiamo rivederci nei prossimi giorni, no?
    Naomi: Aspetta, vai già a casa? Se vuoi possiamo anche post produrre le foto, almeno finiamo subito.

    Erano quasi le 17.30, avevamo fatto anche abbastanza in fretta.

    Jennifer: Sì, forse hai ragione..
    Naomi: Posso offrirti del the?

    Sembrò entusiasta.

    Jennifer: Certo! Grazie! Ci mettiamo qui?
    Naomi: No, andiamo in sala. Accendo la stufa, così stiamo al caldo.

    Mia madre e mia sorella probabilmente erano uscite di nuovo: ricordavo che ci fossero gli allenamenti di nuoto e mia madre la aveva accompagnata.
    Stava iniziando a fare buio e quindi anche freddo.

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    Entrammo in sala, di fronte alla cucina e ci posizionammo al tavolo, ognuna con il proprio laptop.
    Misi l’acqua calda a fare per il the.
    Non appena mi sedetti davanti al computer, mi squillò il cellulare: era Jane.

    Naomi: Hey Jane.. Che? Aspetta, calmati, che stai dicendo? Che significa annullato? No, non va bene per niente Jane.. Sì. Sì. Ok, ci sentiamo domani. Ciao.
    Jennifer: Tutto bene?

    Chiese visibilmente preoccupata.

    Naomi: Sì.

    Risposi secca.

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    Jennifer: Che succede?
    Naomi: Ho detto che è tutto a posto.
    Jennifer: No, non lo è. Dai, dimmi.

    Ma che problemi ha?


    Naomi: La festa di Halloween è annullata.
    Jennifer: Come annullata?
    Naomi: Già. La segreteria della scuola non vuole avere a che fare con feste studentesche fuori programma come quella di Halloween. Non è mai stata in calendario, la abbiamo proposta noi.

    La notizia mi aveva innervosita molto: non avevamo nuove date o altre disponibilità al di fuori della scuola. La palestra scolastica era l’unica possibilità che potessimo sfruttare.

    Jennifer: Mi dispiace.. Ci deve essere un altro modo..
    Naomi: No, non c’è.

    Risposi secca.

    Naomi: E chiudiamo qui l’argomento. Grazie.

    Jennifer si rabbuiò.
    Provai un leggero senso di colpa e mi scusai.

    Jennifer: Non preoccuparti, capisco che fosse una cosa importante per voi..

    Annuii.
    Aprii le foto ed iniziai la post produzione: erano una più bella dell’altra, non sapevo scegliere.
    Sicuramente ci sarebbe voluto più tempo: mi promisi di dedicarci altri giorni durante la settimana per fare un bel lavoro. La frustrazione data dalla telefonata con Jane mi aveva motivata a finire bene questo compito, sebbene non si trattasse di un’attività obbligatoria.
    Alle 19.20 Jennifer se ne andò per tornare a casa: mi disse che suo fratello era venuto a prenderla.
    Fu un pomeriggio piacevole, quella ragazza era molto gentile, tutto sommato non mi dispiaceva.
    Poco dopo che se ne andò tornarono mia sorella e mia madre con la cena.

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    Subito dopo tornai in camera con il laptop per continuare un po’ il lavoro ma mi soffermai su un’altra tipologia di foto: quella al padre di Theresa e Alicia.
    Non potevo tenerla sul cellulare, se mi fosse partita per sbaglio sarebbe stato un disastro.
    La spostai sul laptop, in una cartella personale: dopotutto solo io avevo accesso al mio laptop.
    Verso le 23 mi addormentai: sognai luci a neon e set fotografici.

    IL LUNEDI SUCCESSIVO: LUNEDI 3 NOVEMBRE - NAOMI

    Pomeriggio: Club di Fotografia



    Passò una settimana.
    Mi dedicai parecchio a quelle foto, erano rari i casi in cui mi entusiasmavo per un progetto scolastico che non comprendesse organizzare una super festa, ero abbastanza soddisfatta del risultato: la mattina stessa passai da Meghan a lasciarle le stampe e lei mi confermò che le avrebbe appese.
    La mattinata passò abbastanza in fretta: avevo le solite ore noiose, speravo tanto che il pomeriggio mi desse qualche soddisfazione.
    Dopo pranzo salii le scale e mi avviai verso l’aula di fotografia, ma mi bloccai in corridoio: Meghan aveva appeso tutte le foto e sulla parete centrale c’erano le mie.

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    Un gruppo di ragazzi stazionava esattamente al centro della parete, guardando estasiati ciò che si trovava davanti a loro: le foto che avevo scattato. Aspettai che se ne andassero per osservare a mia volta.
    Le foto degli altri membri non avevano attirato tutta questa attenzione, ma probabilmente sarà stato il soggetto ritratto: Jennifer era oggettivamente bellissima.
    Meghan stava passando per il corridoio quando mi vide e mi venne incontro visibilmente contenta..

    Meghan: Naomi! Ti stavo cercando! Devo complimentarmi con te, queste foto sono fantastiche, hai un vero talento!
    Naomi: Grazie..
    Meghan: Oh, ma ecco la nostra modella.

    Jennifer stava salendo le scale e si avviò verso di noi: anche lei, come Meghan, radiosa in viso.

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    Meghan: Eccola! Allora ragazze, devo farvi i miei complimenti. Jennifer, è evidente che la fotocamera ti ama. Naomi, queste foto sono bellissime. Avrei una cosa da proporvi, avete qualche minuto prima di iniziare?
    Naomi: S-sì, certo..
    Jennifer: Certo!
    Meghan: Dunque.. Jennifer, con il Club di Giornalismo stiamo cercando il nuovo volto per il magazine del prossimo mese, te la sentiresti di fare da modella a Naomi ancora una volta?

    Jennifer sembrò entusiasta all’idea.
    Immaginai che quella fosse anche la mia novità, invece..

    Meghan: Naomi, per te invece ho pensato a qualcosa di ancora più interessante. Oltre ad occuparti del Magazine con Jennifer e Jane, avrei un favore da chiederti.
    Naomi: Ook..?
    Meghan: Allora, l’università di Foxbury sta cercando giovani talenti nell’ambito della Fotografia per la pubblicazione di un editoriale interno. Hanno contattato il nostro liceo offrendo la possibilità di effettuare un tirocinio presso l’ateneo, ovviamente questo ti permetterebbe di ottenere dei crediti extra..

    Restai in silenzio per quelli che credo fossero una ventina di secondi.
    Non ero una secchiona ma nemmeno una lavativa, me la cavavo.
    Non avevo mai vinto un concorso o preso il voto più alto della classe.
    Sì, ero brava ad organizzare eventi e feste, ero appassionata di Moda e di Fotografia, ma niente di più.
    Di solito non mi emozionavo, tentavo di mostrarmi quanto più possibile apatica ed infastidita per allontanare le persone: quella notizia non solo mi stava facendo emozionare, mi aveva proprio lasciata senza parole.

    Meghan: Naomi..

    Si fece più seria, come quando ci siamo incontrate, probabilmente mi aveva letto nel pensiero..

    Meghan: Lascia che ti dica una cosa.. Tu hai del talento, del vero talento. Credimi.. So che siamo partite con il piede sbagliato e che io probabilmente non ti piaccio più di quanto di piaccia a me, ma riconosco il talento quando lo vedo. E tu ne hai parecchio. Pensaci su, il direttore dell’Università attende una risposta entro Mercoledì pomeriggio.

    Ci liquidò con un saluto e si avviò verso la classe di Fotografia.

    Jennifer: Naomi! Ma è una notizia bellissima! Ci andrai vero?
    Naomi: N-non lo so.. Dovrei?
    Jennifer: Se dovresti?? Ma certo che dovresti! Stai scherzando vero? Le foto che hai scattato sono bellissime!
    Naomi: Tu credi?

    Ma che mi prende? Da dove viene tutta questa insicurezza?



    Jennifer: Naomi tu non mi sembri proprio il tipo che si faccia intimidire da una cosa come questa, anzi, mi sei sembrata piuttosto arrogante fin da subito. Che ti prende adesso?
    Naomi: Non lo so, non sono abituata a questo genere di complimenti.

    Dissi più sicura.
    Jennifer aveva ragione, non potevo farmi vedere così fragile dovevo mostrarmi come sempre.

    Naomi: Va bene, ci penserò. Ora andiamo.

    Jennifer sembrò convincersi alle mie parole e mi parve più tranquilla.
    Ci avviammo in aula e notai da subito che la metà dei ragazzi presenti la volta precedente, non c’erano.
    Meghan ci comunicò che molti avevano abbandonato ancora prima di iniziare: ecco spiegato il motivo per cui trovammo molte meno foto al nostro arrivo.
    Il pomeriggio passò velocemente tanto quanto la mattina.
    Quando tornai a casa mi fiondai in doccia per lavare via la giornata e distendere la mente: non sapevo esattamente cosa provare. Dovevo essere fiera? Contenta di quella proposta?
    Non avevo ancora preso in considerazione l’idea di iscrivermi all’Università di Foxbury, a dire il vero ero più propensa per Britechester, ma non sapevo esattamente a che indirizzo affidarmi.
    Sicuramente quello era una possibilità molto valida.
    Mi decisi la sera stessa: scrissi un messaggio a Meghan confermandole la mia intenzione a partecipare al tirocinio.
    Non rispose, probabilmente mi avrebbe avvicinata il giorno successivo o avrei avuto sue notizie in qualche modo.
    Quando mi coricai per dormire, mi addormentai quasi subito.

    MARTEDI’ 4 NOVEMBRE - JANE



    Bip bip bip bip bi-

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    Jane: Maledetta sveglia.

    Erano le 7.00 del mattino.

    Che sonno, vorrei restare ancora un po’ a letto..


    Pensai tra me e me prima di alzarmi dal letto.
    I miei si erano già alzati e probabilmente mia madre era già uscita per andare al lavoro.
    Mamma era un’insegnante elementare mentre papà era un famoso giornalista scandalistico.
    Mia sorella aveva appena iniziato la prima elementare e frequentava la scuola di Oasis Springs.
    Anche la sorellina di Jhonatan la frequentava ed erano in classe insieme.
    A dire il vero, mia madre e la sua lavoravano insieme.

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    Mi alzai riluttante dal letto ed andai in bagno a lavarmi: la settimana era appena iniziata ed io sembravo già un cadavere vivente.

    Ottimo.


    Cercai di darmi una sistemata, presi di vestiti puliti dalla cabina armadio ed andai al piano di sotto a fare colazione.
    Erano le 7.30.
    Ero in ritardo.

    Strano, di solito sono sempre in orario.


    Ormai Naomi ci aveva fatto l’abitudine: ero sempre in ritardo.
    Quella mattina fortunatamente non ci saremmo dovute incontrare, altrimenti avremmo davvero rischiato una nota di demerito a causa del mancato rispetto degli orari di lezione.
    La sera prima mi aveva scritto per raccontarmi cosa fosse successo al pomeriggio: ero così contenta per la mia amica.
    Conoscevo Naomi da abbastanza tempo per sapere che quella notizia le avesse fatto un certo effetto e lei non era certo una persona che si faceva emozionare facilmente, anzi, proprio l’opposto.
    E poi avremmo lavorato insieme molto più spesso: il club di Giornalismo avrebbe sicuramente avuto bisogno di qualche Fotografo per il nuovo Magazine della scuola.
    Meghan, che stava a capo del club di Fotografia, mi aveva mandato le foto che aveva scattato Naomi a Jennifer: erano meravigliose. Jennifer sarebbe passata quel pomeriggio da me a vedere qualche idea per il Magazine.
    Io avevo già in mente di usare una delle foto già scattate per il numero di Dicembre.

    Un turbinio di idee!



    Non erano neanche le 8 e già stavo pensando a mille cose insieme.
    Finii di fare colazione: erano le 7.50.

    Jane: Sono decisamente in ritardo!

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    Corsi fuori con lo zaino in spalla sperando di non arrivare ancora in ritardo alla lezione di Scrittura Creativa: ormai la professoressa non ne poteva più di vedermi entrare in classe come una ladra per non interrompere la sua lezione.
    Durante il corso della mattinata non avevo ancora incrociato Naomi: non avevamo corsi insieme, ma capitava di beccarci in corridoio durante la pausa.
    Quella mattina non la vidi per niente e nemmeno nel pomeriggio.

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    Alla quarta ora le mandai un messaggio per chiederle se fosse tutto ok.
    Quando arrivarono le 14.00, sgattaiolai nell’aula del Club di Giornalismo: era una stanza molto illuminata, con tavoli, librerie, vecchi magazine e due stampanti: a prova di studente del liceo.
    Stavo catalogando dei manuali quando sentii qualcuno bussare alla porta alle mie spalle: era Jennifer.
    Mi accolse con un sorriso e pensai che fosse una ragazza molto solare: ogni volta che la incrociavo per i corridoi sorrideva o rideva con qualcuno, era difficile non apprezzarla e non andarci d’accordo.
    Inoltre sarebbe diventata il nuovo volto per il numero di dicembre, era anche molto bella.
    Appena entrò in aula mi presentai: nessuno ci aveva ancora presentate e non avevamo mai avuto modo di fare due chiacchiere, quello era un buon modo per cominciare.

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    Jane: Hey ciao! Piacere, io sono Jane.
    Jennifer: Ciao Jane, piacere, io sono Jennifer. Uao, è molto bello qui, niente a che vedere con l’aula di fotografia!
    Jane: Già, vero? Quando mi sono iscritta qui al primo anno, anche noi avevamo quell’aula, poi nel corso del tempo ci hanno affidato questa qui. Probabilmente la cambieranno presto anche a voi! E’ una specie di rito.

    Dissi ridendo e lei rise a sua volta.

    Jennifer: Allora, cosa posso fare per te?
    Jane: Giusto! Meghan ti ha accenato qualcosa?
    Jennifer: Sì, ha parlato di un Magazine..?
    Jane: Esatto! Allora, hai visto le foto di Naomi, si?
    Jennifer: Sì sì
    Jane: Benissimo, volevo chiederti se ti andasse di darmi una mano a scegliere quella da inserire in copertina e quelle per l’articolo di Dicembre
    Jennifer: Certo!

    Ci sedemmo alla scrivania ed accesi il computer.
    Ci impiegammo un’ora a selezionare tutte le foto per l’articolo, anche avrebbe occupato un paio di facciate della rivista. Le anticipai che avremmo anche avuto bisogno di una foto del Club di Fotografia al completo, con tutti gli iscritti e mi sembrò entusiasta.
    Verso le 17, quando fuori si stava avvicinando il buio, spensi il computer e continuammo a chiacchierare.

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    Ad un certo punto mi squillò il cellulare: era Naomi.
    Risposi e ci accordammo per trovarci da me poco più tardi.
    Anche a Jennifer vibrò il telefono: mi disse che suo fratello la stava aspettando fuori.
    Chiusi l’aula a chiave e mi avviai con Jennifer verso l’uscita, ci salutammo e la vidi correre verso una grossa auto rossa, parcheggiata vicino al marciapiede, mentre io mi avviavo a piedi verso casa.

    DUE ORE DOPO



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    Erano le 19 quando Naomi varcò la soglia della mia porta di casa.
    Io mi ero già messa il pigiama e da lì a poco avrei cenato: conoscendo mia madre avrebbe proposto a Naomi di restare per cena e lei, conoscendola, avrebbe gentilmente rifiutato.
    Ci sistemammo nella stanza degli ospiti a fare i compiti e a guardare le foto che avevo scelto insieme a Jennifer.
    Naomi sembrava tranquilla, meno scazzata del solito: la proposta del tirocinio le aveva fatto bene.

    Naomi: Bene, questa era l’ultima foto.
    Jane: Sono tutte bellissime!
    Naomi: Lo hai già detto non so quante volte, Jane. Piuttosto, che ne pensi della ragazza nuova?
    Jane: La ragazza nuova ha un nome, Naomi..

    Ed eccola tornata la Naomi di sempre.

    Naomi: Si va beh, hai capito dai.
    Jane: E’ molto simpatica, sorride sempre.. perché me lo chiedi? Tu cosa ne pensi?
    Naomi: Penso lo stesso.
    Jane: Potremmo invitarla a qualche serata, che dici?
    Naomi: Oddio, vista la reazione che ha avuto vedendo Santos all’ultima festa, non penso sia proprio il caso..
    Jane: Non parlavo delle serate di Santos! Possibile che pensi solo a lui??

    Sapevo che Naomi avesse una cotta per quel ragazzo, anche se non lo ammetteva mai.
    Non capivo come fosse possibile che uno come lui esercitasse un tale potere su di lei: sembrava che lei pendesse dalle sue labbra. Non mi piaceva andare alle feste che lui organizzava, casa sua era sempre piena di gente losca e con qualche bustina per le tasche o gente ubriaca che sveniva per le scale.

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    Naomi: Non penso sempre a lui! Lo sai che non mi piace!
    Jane: Sì sì, come no.. Pensavo più ad invitarla a cenare con noi e Alicia, che ne dici?
    Naomi: Ah, sì, certo.. So che lei e Ali vanno molto d’accordo..
    Jane: Esatto!
    Naomi: Va beh, poi ci pensiamo. Ora devo prepararmi per il colloquio con il direttore della Foxbury.
    Jane: Andrai benissimo, le tue foto parlano da sole! Sai già che cosa ti faranno fare?
    Naomi: No, so solo che devo portarmi la macchina fotografica già da domani, probabilmente mi vorranno mettere da subito alla prova.
    Jane: Andrai alla grande! Poi fammi sapere com’è andata

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    Ci alzammo da terra e dopo pochi secondo entrò mia sorella, che mi chiese di giocare con lei.
    A Naomi non piacevano molti i bambini: ammetto che mia sorella fosse un po’ iperattiva, ma non era poi così male e poi mia sorella la adorava (Naomi).

    Naomi: Io vado, ci sentiamo domani.

    Entrò mia madre impedendo a Naomi di uscire dalla stanza e come volevasi dimostrare, la invitò a cena ma lei rifiutò.
    Salutai la mia amica ed andai a cenare con la mia famiglia.
  4. .
    Mmh allora credo che questo valga come vero e proprio lavoro :caffe:
  5. .

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    EPISODIO 9
    GENERAZIONE 3


    Siete curiosi di sapere perché Tosha ha telefonato Tank? Cosa vorrà dirgli?
    Vediamo...


    01-Tosha-lascia-Tank

    Tank: Pronto...

    Tosha: Ciao. Sono Tosha.

    Tank: Tosha! Ciao! Come stai? Volevo chiamarti prima, ma ero un po' troppo occupato in... come dire... cose universitarie. Sai com'è. Tu ti sei iscritta ad Aridia?

    Tosha: Si. Alla facoltà di Medicina.

    Tank: Ah, hai scelto Medicina. Tosta. Brava. Io ho scelto Filosofia.

    Tosha: Capisco. Quindi ti sei integrato stabilmente lì.

    Tank: Ma che è successo?

    Tosha: In che senso?

    Tank: Non so. Ti sento fredda. É successo qualcosa da te?

    Tosha: In effetti devo parlarti.

    Tank: Ah. Devi parlarmi? E di cosa?

    Tosha: Di noi. Del fatto che mi aspettavo un comportamento diverso da te.

    Tank: Non capisco... ho fatto qualcosa?

    Tosha: Ti sembra normale che io sono ad Aridia e tu, pur avendo l'università ad Aridia hai preferito andare a quella di Bellavista? La mia città nativa tra l'altro!

    Tank: Ma... me l'hai suggerita tu!

    Tosha: Non te l'avevo suggerita. Te ne avevo solo parlato, ma tenevo per scontato che per stare con me avremmo frequentato la stessa università. Eravamo tutti e due ad Aridia e potevamo frequentare entrambi l'università di Aridia.

    Tank: Sono stato confinato ad Aridia per tutta la vita! Non vedevo l'ora di poter andare via e con l'università è arrivata la mia occasione!

    Tosha: Andare via da cosa? Non stavi bene con me?

    Tank: Si, ma io voglio viaggiare! Lo sai!

    Tosha: Non potevi farlo nel weekend tra un esame e l'altro all'università di Aridia?

    Tank: Tosha, io ho scelto di continuare l'università per poter stare fuori! Se fossi stato obbligato a restare ad Aridia, non mi sarei nemmeno iscritto all'università...

    Tosha: Ma saresti stato con me! I tuoi viaggi sono più importanti di me? Non li puoi fare dopo l'università ad Aridia con me?

    Tank: Io volevo viaggiare già alle elementari e non ho potuto farlo solo perché ero piccolo!

    Tosha: E che ti costava aspettare un altro poco? Sei proprio un egoista!

    Tank: Ma io...

    Tosha: É finita! Non mi cercare mai più!

    E questo è quanto. La storia d'amore tra Tank e Tosha è finita.
    Rimarrà però nel cuore di Tank per sempre. Si sa che il primo amore non si scorda mai. Ha fatto la sua esperienza ed ora è il tempo di leccarsi le ferite prima della ripresa.


    02-Mi-dispiace

    Zoe: Mi dispiace...

    Tank: Io non ho ancora capito cosa ho fatto. Ma perché voi donne siete così strane?

    Zoe: Non siamo noi ad essere strane... siete voi uomini che non sapete osservare. Tosha ti avrà pur dato qualche segnale e tu semplicemente non sei stato capace di coglierlo.

    Tank: Adesso ti ci metti pure tu...

    Zoe: Non è colpa mia. Certe cose funzionano così. Però dai... ci sta visto che eri alla prima esperienza. Sbagliando si impara. Ora non ti serve altro che un po' di distrazione per non pensarci. Non avevi lezione di Breakdance al club oggi?

    Tank: Si, hai ragione! Sei la mia agenda vivente!

    In questo caso il Club Breakdance è proprio ciò che fa al caso suo. Quando si è afflitti non c'è niente di meglio che una buona dose di danza!

    03-OC-gli-da-il-benvenuto-alla-lezione

    O.C.: Ehi bro! Benvenuto alla tua prima lezione di Breakdance! Oggi sarò io il tuo insegnante. Cominciamo con un po' di riscaldamento e poi inizierà la lezione vera e propria!

    Tank non immaginava che lo stretching fosse così impegnativo. Ha faticato molto, ma in compenso ora i suoi muscoli sono belli allungati e pronti per le evoluzioni della breakdance! Pronto? Viaaaa!!

    04-Lezione-di-Breakdance

    O.C.: E 1... 2... 3... 4... 5... 6... 7... 8! Di nuovo!

    Tank: Ehm... non ho capito il 7 e 8 cosa devo fare.

    O.C.: Incrocio e pugno. Così, guarda. Incrocio il piede destro davanti al sinistro, spingo il tallone a terra e automaticamente giri... e infine pugno, come se stessi tirando un pugno a qualcuno di fronte a te.

    Tank: Così?

    O.C.: Ehm... più o meno... ti ci vorrà sicuramente un po' di pratica!

    Tank: Ok.

    05-Dovresti-cambiare-un-po-il-look

    O.C.: Ed ora che ti osservo meglio, mi sa che ti ci vorrebbe anche un cambio di look. Questa roba da fighettino non è adatta nè per la lezione nè per la break, bro. Devi trovare qualcosa di più comodo e possibilmente più figo.

    ... e menomale che non ha visto il look da scaricatore di porto con cui è arrivato all'università! O forse l'avrebbe apprezzato?
    Comunque in effetti ha ragione... ma si può ballare la breakdance vestito come un manichino? Menomale che, come aveva detto Tank stesso, c'è molta movida a Bellavista, quindi gli è bastato fare un giretto a piedi dopo la lezione per trovare un sacco di negozi.
    Mamma Benny gli ha ricaricato la carta come ogni mese, quindi si può dare alla pazza spesa!


    06-scelta-vestito

    Tank: Non so proprio che scegliere... qui nessuno sembra sapere qualcosa di breakdance. Vediamo... come sono vestiti O.C., J.C. e Jad5? Qualcosa del genere... boh... provo a prendere questi. Chissà se almeno la commessa sa dirmi qualcosa a riguardo.

    07-dovrebbe-essere-adatto

    Tank: Scusi... ho bisogno di un consiglio.

    Commessa: Mi dica.

    Tank: Ho appena iniziato un corso di breakdance e vorrei trovare dei vestiti adatti... pensa che questi vadano bene?

    Commessa: Vediamo... ehm... non so. Non credo che c'entrino qualcosa con la breakdance questi vestiti. Sono un po' troppo eleganti e scomodi per danzare. Ci vuole qualcosa di più... come dire... si accomodi in camerino. Facciamo prima.

    Tank: Ok... ho combinato un disastro... eheh... va bene.

    Ah, mi ricordo il giorno in cui ho creato quella commessa. Le ho messo una bella dose di gusto estetico e passione per la moda. É già ben dotata, quindi dovrebbe riuscire da sola a trovare il look giusto per il nostro Tank, ma come si dice: aiutati che la Dea ti aiuta. Lei ha il talento... al resto ci penso io.

    08-look-cambiato

    Tank: Come sto?

    Commessa: Come un vero Breaker!

    Tank: Bene! Allora prendo tutto! Posso uscire direttamente così? Non ho voglia di andare a rimettermi i miei vestiti di prima...

    Commessa: Si lasci almeno scannerizzare i codici a barre e togliere il dispositivo anti-taccheggio!

    E così... con un po' di difficoltà logistica e un minimo di contorsionismo, la commessa è riuscita a battere cassa con i vestiti addosso a Tank. Le mancava solo di mettere l'aspirante breaker dentro una busta!
    Tornato all'università, il nuovo look di Tank non è affatto passato inosservato.


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    Scarlett: Ciao Tank! Hai cambiato look, vedo!

    Tank: Ciao Scarlett! Si, ci voleva... i vestiti che avevo prima non erano molto adatti per la breakdance e ora che ci penso, mi stanno molto meglio questi. Credo che comprerò più outfit in questo stile. Potresti informare già le tue amiche del Gossip Club di questa intrigante notizia! Eheh

    Scarlett: Un cambio look non è certo quello che si dice un pettegolezzo succulento, ma... meglio di niente.

    Il nuovo look ha attirato anche nuove conoscenze.

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    Asya: Ciao... che fai?

    Tank: Stretching... mi serve per allungare i muscoli. Tu?

    Asya: Niente. Sto seduta. Mi chiamo Asya e mi piace il contatto con la Madre Terra che ci ha generati.

    Veramente vi ho generati io... vabbè... ormai sono abituata all'ingratitudine di certi Sim...

    Tank: Ah ecco... beh... buon... come dire... buon contatto.

    Asya: Grazie.

    Il giorno dopo l'università sembra essere in festa. A quanto pare il giovane John si è laureato!
    I professori sono tutti eleganti e gli amici del ragazzo sono in festa.


    12-John-si-laureato-beato-lui-ho-dimenticato-che-devo-studiare

    Tank: Beato lui che ha finito tutto il percorso di studi ed ora è libero di fare quello che vuole! Penso che io appena finito di laurearmi mi farò regalare un bel viaggio da qualcuno. Magari da mamma.

    13-festaaaa

    E dopo la tesi di laurea di John... si festeggia! Tutti a ballare!
    Bella questa università... lezioni di breakdance, feste, negozi nei dintorni... proprio bella la vita universitaria!


    11-ogni-tanto-si-studia-anche

    Ah, dimenticavo. Giusto per precisare, ogni tanto Tank studia, eh...
    Non sembra, ma ogni tanto studia e dà anche gli esami. Solo che questa è la parte più noiosa e meno particolare della sua storia, quindi penso che Tank stesso preferirebbe non raccontarla o raccontarla poco, ma nel caso in cui qualcuno si stesse preoccupando o si stesse chiedendo: "Ma tra una lezione di breakdance e una chiacchierata... almeno un libro fin ora l'ha aperto?" la risposta è si.
    Sono una Dea precisa, devo riconoscerlo. Devo mettere sempre le cose in chiaro.


    14-devo-studiareeee-come-faceva-mamma-a-sapere-tutto-giocando-a-scacchi

    E sempre per mostrarvi il lato "serio" di Tank, ogni tanto si cimenta anche con gli scacchi per imparare a sviluppare la sua abilità di Logica.

    Tank: Appena mi telefona mamma le devo chiedere come caspita fa a giocarci tutti i giorni con sti cosi!!

    Ma... perché non la chiama lui? Deve sempre aspettare che la chiami lei! Povera Benny...
    Comunque non so cos'hanno quei vestiti nuovi. Perché da quando ce li ha, stanno succedendo cose strane come questa...


    15-sono-rimasta-incantata-dai-tuoi-occhi-verdi-come-le-piante-della-nostra-terra

    Asya: Comunque volevo dirti che sono rimasta incantata dai tuoi occhi verdi come le piante della nostra terra.

    Tank: Ah. Grazie. Anche tu hai... dei bei capelli.

    16-balliamo

    Asya: Balliamo? Mi fai vedere qualcosa di breakdance?

    Tank: Ehm... volentieri... ma questo non è un movimento della breakdance. Di solito la break si danza senza strusciarsi... eheh...

    Asya: Non ti piace?

    Tank: No... cioè si... cioè volevo dire che se volevi che ti insegnassi la break... ecco... non è proprio quella. Guarda me. Ti insegno.

    E dopo l'improvvisata lezione di breakdance, ecco un altro strano fenomeno. Qualcosa mi dice che quei vestiti devono essere magici.

    17-sei-un-ballerino-meraviglioso-Zoe-e-gelosia-di-Asya

    Zoe: Tank! Non mi avevi mai fatto vedere come danzi! Sei proprio un ballerino fantastico!!

    Asya: Aaaaaaaaahhhh!!!!!

    Tank e Zoe: Oddea!!!!

    Siiii?

    18-come-osiiiii-ma-mica-siamo-fidanzati

    Asya: Brutto traditore!! Come osi??? Ti sei preso gli anni migliori della mia vita e poi mi hai buttata via come un fuscello! Tra noi è finita! Per sempre!! Buuahaaahahhhhh...

    Tank: ...

    Zoe: ...

    ... sono senza parole anche io!

    19-Zoe-sei-impazzita-volevo-lezioni-di-break-e-c-era-bisogno-di-fare-questo

    Zoe: Non sapevo fosse la tua ragazza.

    Tank: Infatti non è la mia ragazza! Non capisco cosa è finito tra noi!

    Devo andare a ripescare l'archivio di creazione della commessa di quel negozio... può essere che mi sia sfuggito un pizzico di paranormale? Perché ho il sospetto che sia una strega in grado di intingere filtri d'amore o di altro genere nei vestiti delle persone.

    Zoe: Ad ogni modo, meglio così che se ne sia andata. Mi era antipatica.

    Tank: A me invece era simpatica... cioè... prima di essere riempito di schiaffi. Era... particolare...

    Zoe: Particolare.

    Tank: Gelosa?

    Zoe: Io?! Macchè... forse solo della lezione di breakdance.

    Tank: Ah beh... se è per questo, possiamo recuperare!

    20-guarda-quanta-roba-ho-imparato

    Tank: Guarda che so fare!

    Zoe: Wow! Io però non lo faccio! Non sia mai... potrei prendermi un colpo della strega!

    Sono sempre più convinta che quella commessa sia una strega...

    Tank: In effetti questo è un movimento che ho studiato da poco e me lo sto ancora esercitando. Il mio corpo non si è ancora del tutto abituato ad eseguirlo, infatti ora che ci penso, mi è venuto qualche dolorino. Forse l'ho fatto con troppo impulso!

    Zoe: Ahahah... sei proprio scemo! Dai... andiamo fuori a prendere una boccata d'aria e magari ti faccio un bel massaggio...

    21-massaggio

    Un bel massaggio... o una scusa per palpare il nostro Tank?
    Modestamente l'ho creato che è davvero un bijou, ma ancora non mi capacito di questa cosa dei vestiti. Quando aveva il vecchio look, non se lo cacava nessuna e ora che ha cambiato, Asya che si autoproclama sua fidanzata ad insaputa di Tank, Zoe che passa ai massaggi... che voglia mirare oltre? Non si sa. Lo vedremo nel prossimo capitolo.

  6. .
    Bene, sono felice che tu abbia trovato la soluzione. Buon gioco~
  7. .
    Francisca90 tutto ok? Sei riuscita a risolvere?
  8. .
    Prova a cancellare la cache, qui ti dice quali sono i file (dalla cartella dei documenti) che devi eliminare.
  9. .

    Ciao, il percorso è questo:

    Oggetti per funzione (la sediolina che trovi a sinistra) -> Elettronica (dal menù a tendina) -> Altro (sarebbero i 3 puntini).

    png

    In alternativa puoi cercare 'video' nella barra di ricerca, come illustrato qui sotto:

    png

    Quando non hai le idee chiare su come si chiami un oggetto o cerchi una tipologia in particolare basta scrivere il nome dell'oggetto (ad es. sedia) e cliccare su 'Ricerca di testo per: sedia'.

  10. .
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    Un vuoto di memoria.
    Dieci anni da riempire.
    Sueli ha ventisei anni, ormai è una donna, ma gli ultimi ricordi che ha sono di una sedicenne.
    Dovrà fare i conti con un fidanzato che ai suoi occhi sembra suo padre.
    La sua vita si intreccerà ben presto con quella della sua migliore amica, June.


    Schede pg

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    Eccomi con un'altra storia, cliccando sul tasto - nuovo topic - ho sorriso.
    È iniziata una nuova avventura.
    Spero vi emozionate perlomeno un quarto di quanto abbia fatto io in questi mesi lavorandoci su.
    Ho sempre interiorizzato le mie storie, ci tengo a far sapere a chi legge quanto io per prima mi senta coinvolta nella trama tanto da toccarmi a livello emotivo ( tutte le mie storie sono totalmente inventate, non c'è nulla di autobiografico, ci tengo a dirlo XD )

    A presto 😘


    Capitolo 1 - Sueli

    Capitolo 2 - Sueli
    Capitolo 3 - June
    Capitolo 4 - Shane
    Capitolo 5 - June
    Capitolo 6 - Lawrence
    Capitolo 7 - Sueli
    Capitolo 8 - Lawrence
    Capitolo 9 - June
    Capitolo 10 - Shane
    Capitolo 11 - Sueli
    Capitolo 12 - Sueli
    Capitolo 13 - June
    Capitolo 14 - Sueli




    Edited by kihaad - 22/2/2022, 15:19
  11. .

    E CHI LO SA..




    Theresa: Ok allora, pronti? Al mio tre!
    Jonathan: Hey aspetta fammi mettere meglio!
    Teem: Prontissimo!
    Theresa: Uno, due, tre!
    Jonathan: ASPE...

    Click!

    SELFIE4_0

    Eccoci qua, un'altra estate se n'è andata.
    Anche se in questa foto non eravamo molto affiatati (o almeno così non sembrerebbe), la considero la mia preferita.
    Io e i miei due migliori amici, stavamo per iniziare un nuovo anno scolastico, il quarto anno.
    Ricordo quella sera, ci eravamo trovati per studiare, Jonathan aveva indietro alcune materie e molti argomenti non li aveva ancora capiti a pieno. Io e Teem, sebbene frequentassimo corsi diversi, volevamo dargli una mano.
    Del resto, essere un piccolo prodigio nel basket non gli consentiva di avere delle lacune nelle altre materie.
    Mamma diceva che il quarto anno era quello più difficile e che dovevo tenermi pronta.
    Ma pronta per cosa?

    Beh, ancora non lo sapevo e probabilmente non lo sapeva nemmeno lei..

    ...nessuno di noi lo sapeva.

    CAPITOLI


    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12 - Parte uno

    Capitolo 12 - Parte due

    Capitolo 13

    Capitolo 14


    Capitolo 18.2

    Edited by PokeElysa - 19/3/2023, 16:14
  12. .
    Ho deciso di fare tante mini-storie sulle fiabe più conosciute.

    Hansel&Gretel
    Cappuccetto Rosso
    La Bella e la Bestia (Disney)

    Edited by Angel of Moon - 14/6/2016, 12:17
12 replies since 28/10/2020
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