Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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Stavo passeggiando in riva al mare con Adam Levine quando all’improvviso tirò fuori una chitarra e iniziò a cantare una canzone a me e solo a me. Quando la canzone terminò, si avvicinò lentamente e mise una sua mano sulla mia vita avvicinandomi di più al suo corpo. Le sue labbra si avvicinarono alle mie e… -Charlotte!-sentii il corpo di qualcuno sul mio-Principessa! -Derek? Che fai qui?-chiesi mentre provavo a respirare-Non posso respirare! -So già che la mia presenza ti lascia senza fiato, però sei la mia servetta per tutta la settimana e ho intenzione di usarti-sussurrò al mio orecchio.
-Però è lunedì ed è ancora presto. Ieri mi hai fatta correre un sacco di tempo con te e sono stanca-risposi quasi piangendo-Lasciami dormire altri cinque minuti. Vai a svegliare Trevor e dopo torna. -E’ già sveglio. E’ stato lui a svegliarmi affinché venissi qui a prendere il mio premio. -Va bene, mi alzo-si spostò da sopra di me e scesi dal letto scocciata. Mi girai a guardarlo e lo vidi con un sorriso malizioso-Perché mi guardi così, Miller?-chiesi arrabbiata. -Perché indossi il pigiama che ti ho regalato per il tuo compleanno l’anno scorso e non me lo ricordavo così corto-mi guardai: un paio di pantaloncini e una canottiera azzurra. -Sei un maiale!-presi un cuscino e glielo tirai, ma lo schivò rapidamente. -Allora non metterti quel pigiama.
-Idiota-entrai in bagno e chiusi a chiave. La radio si accese e iniziò a suonare No one di Alicia Keys. Mi infilai nella doccia e lasciai che l’acqua scorresse lungo il mio corpo mentre canticchiavo la canzone. Una volta terminato, uscii dal bagno con l’asciugamano e ignorai lo sguardo di Derek. -Puoi andartene? Voglio cambiarmi-dissi secca. -Ho già deciso cosa ti metterai-mi girai rapidamente e lo vidi con un paio di jeans e una maglietta in mano-Prendi-Li tirò sul mio letto e uscì dalla mia camera. Mi vestii. -Ma cosa…?-entrai in bagno correndo e lessi ciò che era scritto sulla maglia. ‘Sono la sua principessa’-Non può averlo fatto davvero… Scesi le scale correndo ed entrai in cucina. I miei genitori, Trevor e Derek mi guardarono e iniziarono a ridere.
-Non posso uscire così. -Certo che puoi-rispose Derek ridendo-Ti sta molto bene. -Anche a me piace-affermò mia madre. Si avvicinò a mi diede un bacio in fronte-Questo è ciò che succede quando si perde una scommessa. Chiedi a tuo padre cosa ha fatto con tuo zio Alex. -Che tempi!-esclamò malinconico-Quello si fosse un castigo in tutta regola. -Mi vendicherò per questo-dissi a Derek indicando la maglia.
-Ti sto aspettando-e tutti iniziarono a ridere. Mi sedetti al mio posto e mi misi a fare colazione ignorando i commenti di Derek e Trevor. -E tu che farai con Gis?-chiese mia madre a Trevor. -Mi comporterò un po’ meglio-rispose sorridente-Ma te lo racconto quando non ci sarà Char. -Papà, di a tuo figlio che quello che farà o non farà non mi interessa-risposi arrabbiata-E che smettano di prendermi in giro. -Trevor, alla prossima, ti vieto di uscire questa settimana-disse mio padre seriamente.
-Non puoi farlo, è una scommessa. -Certo che posso, io sono al di sopra di qualsiasi stupida scommessa-mi guardò e mi strizzò l’occhio. -Sei sempre dalla sua parte!-esclamò mio fratello. -Tu non mi lasci baciare mia moglie quando voglio-rispose con un sorriso divertito in faccia. -Ma è mia madre. -Bene, ma comando io, se voglio ti metto in punizione. -Mamma! -Non mi mettete in mezzo, ho un’operazione molto importante oggi e non voglio sapere niente-disse senza smettere di sfogliare la cartella clinica del paziente-Quello che dice tuo padre va bene. Confido nel suo criterio.
Un sorriso apparve sul mio viso nel sentire le parole di mia madre. -Me la pagherai-mormorò. -Ti sto aspettando-dissi stringendo il braccio di mio padre. Papà mi diede un bacio in fronte e continuò a leggere il giornale. Una volta finito, tornai in camera mia e finii di prepararmi. Presi la borsa e scesi le scale dove Trevor e Derek parlavano di calcio, come sempre. -Possiamo andare-aprii la porta e salii diretta sull’auto di mio fratello. -Dove vai?-chiese Derek-Tu vieni con me.
-Ma io…-sbuffai e mi incamminai verso la moto di Derek. Tirai fuori il casco dalla sua moto e me lo misi prima che arrivasse. -Sei pronta?-chiese sorridente. Annuii e salii sulla moto. Strinsi la sua vita con le mie braccia, ma lui non partì. -Che succede? -Mi stai tirando la giacca-prese le mie mani e le mise sotto la sua maglia-Così va meglio. -Sei stupido? -Se non posso muovere la moto potremmo avere un incidente-rispose provando a trattenere le risate. Accese la moto e strinsi ancora più forte il suo corpo. Notai i suoi addominali marcati e le mie guance tornarono a bruciare. Non sapevo fosse così forte. Dieci minuti dopo arrivammo a scuola e mi aiutò a scendere dalla moto. -Grazie-risposi senza pensare. -Dammi almeno un bacio, no?-mi girai sorpresa. -Come?
-Sì, un bacio-indicò la sua guancia e buttai fuori tutta l’aria che avessi nei miei polmoni. -E’ necessario? -Credo di sì-un sorriso apparve sul suo viso. -Idiota-sussurrai mentre mi avvicinavo. Misi la mano sulla sua spalla e mi avvicinai alla sua guancia. Mosse un po’ il viso e le mie labbra finirono per essere molto vicine alle sue. -Credo sarà una bella giornata-mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò lasciandomi sola nel parcheggio.
-Miller!-gridai qualche secondo dopo, ma era già troppo lontano-Che idiota!-presi la mia borsa dal suolo e andai verso la scuola il più velocemente possibile. Infilai la borsa nell’armadietto e presi il quaderno e l’astuccio. Quando chiusi l’armadietto mi spaventai nel veder apparire Amber. -Ciao Charlotte-disse con un sorriso sul viso-Salutate ragazze. -Ciao-salutarono April e Alisson, le sue migliori amiche. -Che vuoi?-chiesi stanca-Arriverò tardi in classe. -Non ci vorrà molto-le due ragazze restarono indietro e Amber si avvicinò-So che uscirai con Coleman.
-Questo non ti importa. -Certo che mi importa se si tratta del mio ex, ma la questione non è questa-spostò una ciocca di capelli dal viso e la mise dietro l’orecchio-Quindi Derek è disponibile, no? -Derek non uscirà con te-risposi sulla difensiva. Un’ondata di gelosia invase tutto il mio corpo. Lei non poteva uscire con Derek. Qualsiasi ragazza tranne lei…be’, nemmeno nessun’altra ragazza.
-E perché no? Sono più bella di te e so soddisfare un uomo-April e Alisson risero-Invece, tu… -Invece lei ha dei neuroni-Amber si girò e trovò Gis e Brit-Perché non vai nello sgabuzzino con qualche ragazzo della squadra di calcio? -Pensavo ci fossi tu e non volevo disturbare-rispose arrabbiata. -No cara, preferisco sapere il suo nome prima-un sorriso trionfante apparve sul viso di Gis-Vattene. -Stai attenta, continuo ad essere il capitano delle cheerleaders. -Bene, parla con l’allenatrice e poi fammi sapere, comunque è mia zia e dubito voglia cacciarmi.
-Finiremo di parlare io e te-mi disse. -Non abbiamo nulla di cui parlare-risposi. -Allora spero ti vada bene con Coleman perché ti assicuro che farò di tutto per prendermi Miller-abbozzò un sorriso falso e se ne andò con le sue due amiche. -Che ti ha detto?-mi chiese Brit. -Niente, stupidaggini-Sorrisi-Andiamo in classe. Provai a smettere di pensare a ciò che mi avesse detto, ma non ci riuscii. Sperai che Derek fosse abbastanza intelligente da non calcolarla. ____________________________________ -Muoviti!-gridai a Derek-Arriverò tardi! -Tranquillizzati, principessa-la scena era la seguente: camminavo per i corridoi della scuola con Derek che mi teneva e la sua stupida maglietta addosso-C’è tempo. -Tempo? Se non arrivo in 15 minuti, giurò che ti ucciderò con le mie stesse mani. -Va bene, come vuoi-mi prese in braccio.
-Ma, che fai?-chiesi. -Mi sbrigo-iniziò a camminare più velocemente e uscì dalla scuola-Non avevi fretta? -Sì, però posso camminare-risposi scocciata. -Hai le gambe molto corte-colpii la sua testa con la mano-Non mi picchiare! -E allora lasciami andare!-mi mise sulla moto e mi misi il casco-Vai. -Vado, vado-lo presi per la vita come prima e accese la moto-Berklee College of Music-lesse dieci minuti dopo il cartello che si trovava sulla facciata dell’edificio. Scesi dalla moto e entrai correndo ignorando le sue grida. -Puntuale come sempre-mi disse il professore al vedermi entrare-Iniziamo?
Annuii e lasciai le mie cose su una sedia. Mi sedetti di fronte al piano e iniziai a suonare la canzone che avevo iniziato a provare la settimana prima. Chiusi gli occhi e lasciai che le mie mani si muovessero da sola, senza controllo. -Magnifico-disse dopo un po’ il professore-Continua così. Devo andare via prima, ma puoi rimanere a fare pratica fino alla fine della lezione. Andrà benissimo il giorno della rappresentazione-prese la sua valigetta e andò via. Dopo qualche minuto, tirai fuori dalla mia borsa un nuovo spartito e iniziai a suonare. -Come on skinny love just last the year. Pour a little salt you were never here.-iniziai a canticchiare la canzone mentre continuavo a suonare-And I told you to be patient, and I told you to be fine. And I told you to be balanced, and I told you to be kind.-un applauso interruppe il mio momento. -Perfetta-disse Derek entrando nella sala.
-Che fai qui? Come sei entrato? -Dalla porta come la gente normale. -Idiota, chi ti ha lasciato entrare?-chiesi arrabbiata. -La signora che è seduta qui fuori. Le ho detto fossi venuto a vedere la mia fidanzata e mi ha lasciato passare-si sedette accanto a me e iniziò a schiacciare i tasti-Sono troppo bello, nessuno mi direbbe di no. -Vattene, mi sto esercitando. -Una volta mi lasciavi sedermi accanto a te e suonare con te-disse ignorandomi-Ricordi? -Certo, come potrei dimenticarlo?-risposi sorridendo-Solo che il tuo cervello funzionava bene-diedi qualche colpetto alla sua testa. -Potremmo provare a rifarlo-suggerì timoroso. Mi guardò provando a decifrare qualcosa, ma non sapevo cosa.
-Va bene. Tu usa questi tasti in questo modo e io penso al resto. Qualche minuto dopo stavamo suonando insieme. Una piccola risata uscì dalle mie labbra quando fece un piccolo errore. -Stai ridendo di me?-chiese smettendo di suonare. -Io? Come puoi pensarlo?-chiesi offesa, ma una risata uscì dalla mia bocca. -Sei cattiva-rispose unendosi alle mie risate-Ti riporto a casa? -Certo. Mi alzai e presi la mia borsa prima di uscire con lui. -Com’è bello il tuo fidanzato, Charlotte-mi disse la segretaria che si trovava vicino la porta. -E’ anche molto idiota-risposi sorridente-Ciò che ha di bello gli manca nel cervello.
-Ha visto come mi tratta male?-affermò Derek piagnucolando. -Dai, andiamo-lo tirai per il braccio e uscii fino ad arrivare alla sua moto. Salii dietro come sempre e lo presi per la vita senza ascoltare nemmeno una lamentela da parte sua.
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