Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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Mi buttai sul divano con Brittany e Giselle e sospirai. Finalmente era venerdì. Damon non aveva dato segni di vita negli ultimi tre giorni e la cosa mi aveva infastidita molto. Io non avevo intenzione di scrivergli. -Ragazze, usciamo?-suggerì Brittany-Mia cugina mi ha chiesto di andare con lei ad una festa. Non è una cattiva idea. -Non mi attira molto-dissi stanca-E’ stata un settimana pesante. -Dai, è da tanto che non facciamo qualcosa di divertente-disse Giselle-Dobbiamo svagarci un po’ e poi conosceremo sua cugina e le sue amiche. -E’ da tanto che mi chiedono di uscire con loro. Dai, Char.
-Ci divertiremo. -Va bene, va bene-accettai dandomi per vinta-Usciremo questa sera. -Festa! -Ho sentito la parola festa?-chiese mio fratello sporgendosi dalla porta del salone. -Festa fra ragazze, tesoro-gli rispose Giselle facendogli la linguaccia. -Non puoi venire-gli disse Brit. -Sei seria? -Vedi qualcosa sulla nostra faccia che ti faccia pensare non sia seria? Ci guardò varie volte e sbuffò. Una risata uscì dalle nostre bocche a sentirlo lamentarsi mentre saliva le scale. -Bene, saremo qui fra due ore. Ti va bene?-suggerì Brittany-La festa non è lontano da qui. -Perfetto. Mi salutarono e se ne andarono. Mentre mi preparavo qualcosa da mangiare sentii delle chiavi infilarsi nella serratura e mi avvicinai alla porta per vedere entrare mia madre. -Ciao tesoro, Esci?-chiese al vedermi.
-Con le ragazze, non tornerò tardi. -Bene, cellulare carico ed operativo nel caso accada qualcosa e abbia bisogno che ti veniamo a prendere. -Sembri stanca-dissi avvicinandomi a lei-Tutto bene? -Ho perso un paziente in sala operatoria dopo 10 ore di operazione. -Che è successo? -Era un’operazione delicata, ma ci sono state complicazioni e mi hanno chiamata-sospirò-Hanno fatto un errore durante l’operazione e non ho potuto fare niente. -Però non è colpa tua-mi avvicinai a lei e la abbracciai. -Lo so, ma vedere la sua famiglia piangere è stata la cosa peggiore del mondo. Rimanemmo abbracciate per un po’ fino a quando non arrivò mio padre. -State bene?-chiese preoccupato avvicinandosi a noi. -Una brutta giornata a lavoro-rispose mia madre separandosi da me-Vado in camera. -Vengo su a farti un massaggio-le diede un bacio sulla guancia e la guardò dolcemente.
-Grazie, tesoro-mi guardò e sorrise-Divertiti. -Lo farò. -Festa con le ragazze? -Sì-risposi sorridente. Mio padre rise e mi diede un bacio sulla fronte. -Se qualcosa non va, chiamami. -Sì, signore. Mangiai ed una volta finito andai in camera a prepararmi. Poco dopo suonarono al campanello e mi guardai un’ultima volta allo specchio prima di uscire. Aprii la porta e vidi Giselle e Brittany. -Siete bellissime!-esclamai al vederle.
-Tu sei di un’altra galassia, bellezza-mi disse Giselle. -Sei impressionante-disse Brittany facendomi girare. -Andiamo!-gridai chiudendo la porta dietro di me-E’ ora di far festa!-gridai emozionata. Camminammo qualche minuto fino ad arrivare alla casa in cui era stata organizzata la festa. -Ragazze!-ci salutò la cugina di Brittany-Siete bellissime! -E’ fantastico-disse Gis-Andiamo a prendere qualcosa da bere. Ci avvicinammo al bancone e ordinammo tre drink al ragazzo che stava servendo. -Brindiamo a noi-dissi alzando il bicchiere-Ad una vita insieme. -Ad una vita insieme-brindammo e bevemmo-Un altro giro. Dopo tre giri, mi sentivo rilassata e contenta. Presi le ragazze e ci mettemmo a ballare al centro del salone. All'improvviso due mani mi presero per la vita e mi separarono dalle ragazze. -Piccola-sussurrò al mio orecchio.
Mi girai e vidi quegli occhi verdi e scuri a pochi centimetri dai miei. -Mi stai seguendo? -Ti piacerebbe-rispose divertito-Balliamo? -No, grazie. Continuerò a ballare con le mie amiche-mi girai ma avevo perso di vista le ragazze-Merda. -Credo ti abbiano lasciata qui con me. Mi liberai dalla sua presa e uscii in giardino. -Gis? Brit?-le chiamai ma non riuscii a vederle. -Continuerai a fuggire da me?-chiese Damon avvicinandosi. -Lasciami in pace. Mi allontanai da lui e continuai a cercare le ragazze. Tornai a cercarle all’interno fino a quando due mani mi presero per la vita e mi alzarono dal suolo.
-Lasciami!-lo vidi camminare verso la piscina-Per favore, no. Damon, fermati-non mi ascoltava-Aiuto! -Sembri pazza quando gridi-commentò divertito. -Ho il cellulare dentro la borsa. Sentii le sue mani aprire la mia borsa e tirare fuori il cellulare-Fatto-lo lanciò sulla sua maglia e la richiuse. -Damon, ti supplico. -Tardi. Saltò e pochi secondi dopo sentii il mio corpo immergersi nell’acqua. Nuotai verso la superficie e mi aggrappai al bordo. Lo vidi tirare fuori la testa dall’acqua, ma tornò sotto quando mi guardò, immagino la mia faccia arrabbiata fosse il motivo. Uscii dall’acqua e guardai il mio vestito grondare, Damon uscì ridendo e mi guardò divertito.
-Sei un idiota!-lo spinsi con forza facendolo cadere un’altra volta. Una risata uscì dalla mia bocca, ma la smorzai rapidamente. -Almeno stai ridendo. Comunque, quel vestito ora ti stanno meglio-mi guardai e vidi il vestito diventare sempre più trasparenti. -Merda. -Ehi bella, se vuoi ti aiuto a toglierti quei vestiti-disse un ragazzo ubriaco avvicinandosi a me-Non sia mai che ti venga freddo. -Vattene-disse Damon arrabbiato. -E’ colpa tua-gli dissi arrabbiata quando vidi il povero ragazzo correre via. -E’ colpa tua se ti metti cose così sexy-scosse la testa e prese la maglia ed il mio cellulare da terra-Toglitelo e mettiti la mia maglia. -Pensi che mi cambierò davanti a tutta questa gente? -Ti copro io-si avvicinò a me e mi circondò con le sue braccia. -Chiudi gli occhi. -Sul serio?-mi guardò incredulo e annuii-Va bene, va bene-chiuse gli occhi e passai una mano davanti al suo viso. Mi tolsi il vestito rapidamente e mi misi la sua maglia. I suoi occhi si aprirono prima che glielo dicessi e lo colpii. -E questo perché? -Per avermi lanciata in piscina e per aver aperto gli occhi prima che te lo dicessi.
Iniziò a ridere e non potei evitare di ridere con lui. La sua risata era così contagiosa che non ero capace di resistergli. Mi prese per mano e mi portò verso delle sedie un po’ più distanti dalla gente. Appoggiai il mio vestito accanto alla stufa e rimasi lì, in piedi. -Siediti-disse-Non ti mordo. Sospirai e mi sedetti accanto a lui, ma un po’ più distante.
-Non mi hai scritto per tutta la settimana-dissi poco dopo. -Dovevo seguire la regola dei tre giorni-rispose tranquillo -L’ho fatto per chiederti un secondo appuntamento. Lo guardai stranita, lui era completamente serio. -Perché?-chiesi incrociando le braccia. -Perché cosa? -Prima alla fermata dell’autobus, poi all’uscita da scuola e ora mi lanci in piscina. Ti sembra normale fare tutto ciò ad una ragazza che conosci da pochi giorni? -E’ bello fare pazzie-abbozzò un sorriso e respirò-Dimmi che non sono stato originale. -E pazzo-risposi ridendo. -Con una risata così bella, non capisco perché lasci che qualcuno ti faccia piangere. -Piangere?-chiesi senza capire. -Ti ho vista piangere alla fermata dell’autobus, per questo mi sono fermato-confessò. Smisi di guardarlo e guardai difronte a me-Non mi dici perché piangevi?
-Non credo sia il tema giusto per iniziare a parlare, te lo assicuro. -Come vuoi. -Grazie per esserti fermato. -Lo rifarei. -Ora-mi sistemai sul divanetto-Raccontami da dove sei uscito, Damon. Farai qualcosa nella vita. -Piccola, invitami a bere qualcosa prima-rispose divertito. -Stupido-colpii la sua spalla e risi-Domande e risposte? -Domande e risposte-confermò. -Età? -20. -18. -Che giovane. -Che vecchio-risposi. -Touché. -Futuro? -Il miglior ingegnere del mondo-rispose divertito-Tu? -Vorrei andare alla Julliard. -Ho davanti un prodigio della musica? -Qualcosa del genere.
Non so per quanto rimasi a parlare con lui, ma fu incredibile. Finalmente iniziavo a conoscerlo sul serio. -Pensavo che la cosa più produttiva che facessi fosse andare in palestra. -Vedo che hai notato il mio torso muscoloso-risi. -Non molto-mentii. Certo che l’avessi notato: addominali marcati e braccia abbastanza muscolose. Spostai il mio sguardo dai suoi occhi e toccai il vestito per vedere se fosse asciutto-Bene-mi alzai dal divano e lo presi per mettermelo. Damon mi prese per il braccio-Qualcosa non va? -Aspetta-mi girai e mi avvicinai a lui-Il ragazzo che ti ha fatta piangere è il tuo fidanzato? -Come sai che si tratta di un ragazzo? -Ti ho già detto che ho una sorella più piccola. -Non è il mio fidanzato, è il mio ex-risposi. -E allora non gli importerà se faccio questo-si avvicinò a me e unì le sue labbra alle mie. Per un attimo rimasi rigida, ma quando la sua lingua accarezzò il mio labbro superiore, il mio corpo si rilassò completamente e le mie labbra risposero al suo bacio. Una scarica elettrica percorse il mio corpo, era da tanto non sentissi una cosa del genere e la cosa mi piaceva.
Mi separai da lui per prendere fiato e lo vidi sorridere. -E allora?-chiese senza smettere di sorridere. -Credo gli importi per un semplice motivo: non mi è piaciuto. -Piccola, lo hai adorato. -Stupido-mi separai da lui disposta ad andarmene, ma mi prese per i fianchi e mi fece girare di nuovo. Mise le sue mani sulle mie guance e mi baciò di nuovo, ma molto più intensamente rispetto a prima. Stavo così bene… -Charlotte!-mi separai da lui e vidi Giselle correre verso di noi-Noi andiamo. -Va bene, arrivo subito. Mi fece l’occhiolino e se ne andò correndo. Ridiedi la maglia a Damon. -Bene…-dissi sitemandomi. -Bene…-mi imitò divertito-Andiamo?
-Certo. Camminammo fino ad arrivare alla porta dove mi aspettavano le ragazze. -Ancora tu-disse Brit al vedere Damon-Vuoi che mi liberi di lui? -Credo voglia il contrario-rispose Gis. -Giselle!-esclamai indignata. -Prova a negarlo. Una risata uscì dalla bocca di Damon e lo fulminai con lo sguardo. -Sei molto bella quando mi guardi così. -Smettila-non potei evitare di sorridere e colpii dolcemente il suo braccio-Andiamo ragazze. -Non mi saluti?-chiese mentre mi allontanavo da lui. Mi fermai e sospirai. -Ridete ancora e giuro che vi uccido-le minacciai. Mi girai e camminai verso di lui-Ciao, Damon. -Ciao, piccola-si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia-Non ti bacerò davanti le tue amiche, ma non perché io non voglia ma solo per farti venire voglia di vedermi ancora. -Stupido-mi girai e tornai dalle mie amiche che mi aspettavano sorridenti-Per favore, non dite niente.
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