Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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-Sicuro che non vuoi entrare?-chiesi un’altra volta a Derek. -Non posso-prese il mio casco e lo mise sulla moto-Ho allenamento e sono già in ritardo. -Bene-mi avvicinai a lui e gli diedi un piccolo bacio sulle labbra-Chiamami dopo. -Lo farò. Prese il mio viso fra le sue mani e baciò lentamente le mie labbra, come se si fossero potute rompere con un movimento troppo rapido.
Mi separai da lui, ma provò a baciarmi di nuovo. -Hai allenamento-commentai ridendo. -Ho cambiato idea, non voglio andare. -Vai-mi separai completamente da lui e camminai verso casa. -Ciao, principessa-salì sulla moto e si mise il casco. Alzò la mano per salutarmi e se ne andò. Salii le scale del portico e aprii la porta senza fare rumore. Camminai fino alla cucina e presi del latte e della torta al cioccolato e me ne andai in salotto a vedere un po’ di televisione. Iniziai a mangiare la torta tranquillamente mentre cercavo un canale interessante. All’improvviso, il notiziario interruppe le trasmissioni per lasciare spazio alla notizia di un immenso incidente stradale. -Dio mio-mi dissi-Mamma dovrà lavorare tutta la notte.
Alzai il volume e inizia ad ascoltare ciò che stesse dicendo il giornalista. -Un impressionante incidente è stato causato sulla M-40 quando un veicolo ha superato il limite di velocità in una curva pericolosa. L’auto si è ribaltata e si è schiantata contro l’auto di uno dei più grandi imprenditori della città-suonò il campanello e mi alzai dal divano senza smettere di guardare la tv-Ci hanno rivelato che l’imprenditore non fosse altro che il signor Colin Maverick-impallidii in un secondo e le lacrime iniziarono a cadere lungo il mio viso-Lo stanno trasportando ora stesso in un ospedale vicino… Un grido di disperazione uscì dal più profondo del mio corpo e caddi in ginocchio senza smettere di piangere. La porta si aprì ed entrarono due poliziotti in uniforme che si avvicinarono a me correndo.
-Sta bene?-chiese uno dei due preoccupato. -Ha bisogno di qualcosa?-chiese l’altro-Beva un po’-mi diede il bicchiere di latte, ma lo rifiutai. -Venga con noi-disse l’altro aiutandomi ad alzarmi-La portiamo dalla sua famiglia. Uscimmo in strada e salii in auto senza smettere di piangere. Non potevano togliermi ciò che avessi di più importante nella mia vita.
NARRA TREVOR Avevo la sensazione che stesse per accadere qualcosa. Finii di indossare la divisa per l’allenamento e uscii in campo dove mi aspettavano tutti i miei compagni, tranne Derek che era andato a lasciare Char a casa. -Bene ragazzi, iniziamo con 10 minuti di corsa-disse l’allenatore. Iniziammo a correre e mi sommersi nei miei pensieri. Si trattava di Giselle? Se le fosse successo qualcosa…Non ero stato capace di chiederle di uscire, ma se qualcuno fosse stato al mio posto mi avrebbe capito. Lei era così bella, aveva un sorriso che avrebbe fatto innamorare chiunque e i suoi occhi, ad ogni sguardo, mi ipnotizzavano. Lei era perfetta, ma non me la meritavo.
-A cosa pensi?-chiese Derek. -Quando sei arrivato? -3 secondi fa-rispose ridendo-Pensavi ancora a Giselle? -Penso sempre a lei. Continuammo a correre fino a quando l’allenatore non ci assegnò addominali e flessioni da fare. -Hai lasciato Char a casa? -Certo. Sembri preoccupato. -Ho un brutto presentimento-risposi sospirando. -Sicuramente ti sbagli-mi diede una pacca sulla spalla e continuò a fare addominali. -Lo spero. Ci mettemmo a fare flessioni fino a quando non arrivò il direttore con due poliziotti. -Viene qui-dissi a Derek alzandomi.
Il direttore mi guardò triste e camminò verso di me. -Trevor-disse con voce tremante-Ha avuto un incidente. -Che incidente?-chiese Derek al mio posto. -Tuo padre. -Che è successo?-chiesi con la poca voce che mi fosse rimasta. -Un’auto si è ribaltata e ha colpito l’auto di tuo padre-rispose un poliziotto-Ti portiamo in ospedale. -E mia sorella? -Sono già andati a prenderla. Annuii e camminai dietro i due poliziotti. -Vado alla moto-disse Derek-Ci vediamo in ospedale-mi diede un abbraccio e andò correndo verso la moto. Salii in auto e appoggiai la testa sul finestrino. -Maledetti presentimenti.
NARRA TORI -Ha avuto un incidente sulla M-40-gridai entrando in ospedale-Ci sono molti feriti quindi voglio che lavoriate tutti bene, capito? Un sì risuonò per tutta la stanza e lo staff iniziò a prepararsi prima di scendere in strada ad aspettare le ambulanze. Arrivò la prima e con lei il primo ferito. -Donna, 34 anni. Trauma cerebrale-iniziò a dire il medico. -Ci penso io-disse la ragazza che era con me. Altra ambulanza e scese un giovane di 25 anni con una gamba spezzata. -Andate da Callie-gridai al medico che si trovava davanti a me-Deve essere lui il colpevole-dissi vedendo la polizia con lui. -Dottoressa, deve venire con me-disse un’infermiera.
-Scusa?-chiesi senza capire. -Ordini-rispose pronunciando bene la parola. -Ordini?-chiesi incredula-Chi può darmi ordini se sono io il capo? Sei diventata pazza? -Tori-disse Liz dietro l’infermiera-Devi entrare-i suoi occhi erano rossi ed era al punto di piangere. -E’ successo qualcosa? Prima che rispondesse, arrivò un’ambulanza e aprì la portiera di colpo. Mi girai. -Uomo, 45 anni-portarono giù il lettino e il mio viso sbiancò. Il medico iniziò a parlare, ma non sentii nulla-Arresto cardiaco! Mi avvicinai al lettino ignorando le grida di Liz e mi buttai sul suo corpo provando a rianimarlo. -Preparate il defibrillatore!-gridai sul bordo del pianto. -Tori, non puoi-disse Liz seguendo il lettino-Lascia fare a me.
-Non posso! E’ mio marito!-le lacrime iniziarono a cadere lungo le mie guance senza controllo. Scesi dal lettino e presi il defibrillatore-Libera!-lo appoggiai sul suo petto che si alzò-Sali a 200!-tornai a fare lo stesso, ma il polso non tornava-Sali a 300! -Tori… -Smettila! Libera!-provai a rianimarlo un’altra volta e finalmente il polso tornò. Qualcuno mi prese e mi trascinò fuori dalla sala-No! Lasciami! -Dottoressa conosce le regole-disse la voce alle mie spalle-E’ in buone mani. -Mio marito-dissi singhiozzando-Che è successo? -Un’auto ha superato il limite di velocità e in una curva ha perso il controllo. Suo marito era dietro di lui. Il mio petto si fermò per qualche momento e l’aria smise di arrivare ai miei polmoni. Iniziai a respirare più velocemente mentre tutti mi guardavano spaventati. -Non…posso…respirare…-mormorai.
-Calma!-gridò Liz avvicinandosi a me-Guardami e respira al mio ritmo. Andrà tutto bene, ok?-il mio respiro tornò alla normalità-Ci penserò io. Annuii e camminai fino alla sala d’aspetto. -Mamma!-gridò qualcuno. Alzai la testa e vidi Trevor insieme a Derek-Stai bene?-mi alzai e mi abbracciò. Iniziai a piangere mentre mi stringeva fra le braccia. -Non posso-dissi singhiozzando-Non posso vivere senza di lui. -Tranquilla-rispose accarezzandomi i capelli-Andrà tutto bene.
-E la mia bambina?-chiesi. -Sta arrivando. Sediamoci-ci sedemmo e notai Derek accanto a me, mi accarezzava la mano. -I miei piccoli-mi asciugai le lacrime e abbozzai un triste sorriso-Siete così grandi. -Ma saremo sempre i tuoi piccoli-affermò Derek dandomi un bacio sulla guancia. -Che cos’è?-chiese una signora accanto a noi al sentire delle grida lungo il corridoio-Chi può gridare così in ospedale? -Papà!-si sentì gridare. -Non può passare di qua!-gridò un’infermiera. -Charlotte-dissi senza pensare. Ci alzammo e ci avvicinammo all’infermiera che aveva una guancia rossa. -E’ entrata lì-disse toccandosi la guancia-Credo fosse sua figlia. Entrai seguita da Trevor e Derek e camminai fino alle sale operatorie. Aprii le porte e la vidi attaccata ad una finestra a piangere come quando era piccola e suo padre partiva per un viaggio di lavoro.
-Tesoro, non puoi stare qui-le dissi con il tono più dolce che potessi avere-E’ pericoloso-ma non mi rispose. Mi avvicinai a lei e accarezzai i suoi capelli dolcemente. -Perché?-mi chiese all’improvviso-Perché a lui? -Non lo so-risposi provando a non piangere. -E’ un uomo buono. Non se lo merita-accarezzò il vetro e mi girai a vedere come lo stessero operando. -Ce la farà. Il monitor segnava un arresto cardiaco. -Papà!-gridò Charlotte. Si avvicinò alla porta ma Trevor la fermò-Non toccarmi! Lasciami! -Non posso farlo. Prese il suo braccio e gli diede un morso, lui la lasciò ma lei non si mosse. -Non posso…Senza di lui non posso-disse prima di cadere svenuta.
_____________________________ Perdonate il ritardo ma ho avuto un sacco da fare con le lezioni. Comunque ecco qui il nuovo capitolo...spero vi sia piaciuto
Edited by KimbraFox - 13/5/2017, 15:31
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