Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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Dopo due settimane, era quasi tutto tornato alla normalità. Trevor provò a picchiare Dylan il giorno in cui ritornò a scuola, ma i ragazzi riuscirono a fermarlo e gli dissero che non ne valesse la pena. Giselle e Brittany lo fulminavano con lo sguardo ogni volta che ci passava accanto e lui accelerava sempre il passo e spostava lo sguardo. Fuggiva da Derek al vederlo e si diceva stesse pensando di abbandonare la squadra di calcio. Eravamo a lezione di educazione fisica e la professoressa aveva creato due squadre per farci giocare a calcio. La parte positiva? Nella mia squadra c’erano Brittany, Giselle, Trevor e Joe. La parte negativa? Nell’altra squadra c’era Amber con Derek e odiavo questa cosa. No, non ero gelosa.
-Non voglio falli e nemmeno entrate irregolari altrimenti vi faccio correre per il resto dell’ora-avvertì la professoressa prima di iniziare-Iniziamo-fischiò l’inizio e cominciammo la partita. Iniziarono loro, ma rapidamente Trevor rubò il pallone a Duncan e iniziò a correre. Mi misi a correre lungo il lato fino ad arrivare alla sua altezza. Mi passò il pallone e con una testata riuscii a fare gol. -Gol!-gridò mio fratello emozionato-Giocata portata avanti dai fratelli Maverick!-si avvicinò correndo e mi abbracciò alzandomi in aria.
-Dovrebbero farti giocare nella squadra-mi disse Joe. Continuammo la partita: stavamo vincendo 2-1. Era tutto molto divertente fino a quando… -Derek ha segnato!-gridò Amber dopo che Derek avesse segnato il secondo gol. Corse verso di lui e lo baciò.
Il mio viso si scompose e un’immensa voglia di vomitare mi fece star male. Derek era fermo e si separò da lei rapidamente. -Ma, che fai?-gli gridò arrabbiato. -Ci si congratula così con chi ha segnato. Non ti va bene?-si girò a guardarmi e abbozzò un sorriso perverso. Mi girai e camminai fino alla porta. Sapevo non fosse colpa sua, ma non sapevo come mai mi sentissi così male. Era come se mi avessero strappato il cuore senza pietà. Entrai nel primo bagno che incontrai e chiusi la porta arrabbiata. -Amber Williams!-gridai entrando-Non avevi altre ragazze a cui dare fastidio!-diedi un calcio al secchio del pattume scagliandolo verso l’altro lato del bagno-Devi sempre rovinare tutto!
-Char, stai bene?-chiese Gis preoccupata da dietro la porta. Mi sedetti sul pavimento e respirai profondamente. -Perché mi fa così male il cuore quando lo vedo con un’altra?-chiesi a Gis che si avvicinò a me e mi accarezzò i capelli dolcemente. -Perché mi fa male vedere tuo fratello con un’altra?-mi rispose con un’altra domanda. -Oh…merda-una piccola risata uscì dalla sua bocca.
La porta si aprì ed entrò una sorridente Brittany con le mani dietro la schiena. -Che hai fatto?-le chiese Gis divertita. -Io? Niente…-e abbozzò un sorriso.
NARRA BRITTANY Qualche minuto prima… -A cosa stavi pensando?-le chiese Derek arrabbiato-Sei diventata pazza? -Era solo un bacio, non esagerare-contestò lei indifferente. -Davanti Charlotte? Sul serio?-chiese Duncan guardandola schifato. -Be’, quello è stato un danno collaterale, ma non è colpa mia se se n’è andata correndo-abbozzò un sorriso. -Voglio che tu capisca una cosa-disse Derek avvicinandosi a lei-Sceglierò sempre Charlotte.
-Sul serio preferisci uscire con lei piuttosto che con me?-chiese incredula. -Non dovresti nemmeno chiederlo-rispose serio-Nemmeno fra un milione di anni sceglierei te piuttosto che lei. -Continuo a non capire cosa vedi in lei-si avvicinò a Derek-Io farei tutto ciò che mi chiedi. -Ti rispondo-si separò da lei senza smettere di guardarla-Vedo il lei tutto ciò che non vedo in te. -Mamma mia-aprì gli occhi e lo indicò-Sei innamorato di lei-una sonora risata uscì dalla sua bocca-Derek Miller innamorato di Charlotte Maverick. Incredibile.
-Smettila-sbottò infuriato-Non pronunciare il suo nome. -Non ricambierà mai e lo sai-rispose sorridente. -E’ meglio che tu te ne vada-disse Trevor stanco-Se ne sono già andati tutti e anche tu dovresti farlo. -No, posso stare dove voglio-rispose vittoriosa. -Be’, non durerà per molto-affermò Joe con un sorriso divertito. Amber lo guardò senza capire fino a quando la mia voce non risuonò per tutta la palestra. -Amber Williams hai tre secondi per uscire da qui prima che ti tiri quei capelli ossigenati!-gridai arrabbiata avvicinandomi a lei.
-Tu non mi toccherai-rispose timorosa-Lo dirò alla professoressa. -Vedi la professoressa qui?-guardò da tutte le parte e negò-Se non vuoi finire come l’ultima volta, è meglio che tu te ne vada-dissi avvicinandomi sempre più velocemente. -E che mi farai? Mi picchierai con la tua roba del mercatino o mi lancerai una delle tue scarpe comprate al negozio di seconda mano? Mi fermai e la fulminai con lo sguardo. Amber Williams sapeva distruggere una persona con una semplice frase. Era vero venissi da una famiglia umile e che stessi studiando grazie ad una borsa di studio…be’, me la pagava la Signora Maverick, ma è lo stesso. Mi sforzavo tanto per aiutare la mia famiglia e non permettevo a nessuno di parlarne male. -Corri-le dissi. Mi lanciai su di lei e iniziai a tirarle i capelli mentre Amber piagnucolava.
Dopo qualche minuto i ragazzi riuscirono a fermarmi e Amber uscì correndo.
NARRA CHARLOTTE
-E ora ho delle nuove exstension-disse tirando fuori una ciocca di capelli finti sicuramente proveniente dalla testa di Amber. Ci alzammo sorprese e iniziammo a ridere. -Sei una leonessa-disse Gis ridendo. -Forza, andiamo in caffetteria a mangiare. Uscimmo dal bagno e ci dirigemmo alla caffetteria sotto l’attento sguardo di varie compagne di classe. -Perché ci guardano così?-chiesi a voce bassa. -Non ne ho idea-rispose Gis. Entrammo in caffetteria e ci mettemmo in coda. -Avete sentito che Amber si è lanciata fra le braccia di Miller e che Charlotte l’ha picchiata?-commentò una ragazza alle nostre spalle. -Non è andata così. Amber ha provato a baciare Miller e lui le ha detto che ama solo Charlotte e Brittany, presa da un attacco di gelosia, le ha tirato i capelli-rispose un’altra. -Non avete altro da fare nella vostra vita?-chiesi girandomi-Se non sapete cosa è successo, è meglio che chiudiate la bocca. Prendemmo i nostri vassoi e ci sedemmo al nostro solito tavolo. -Charlotte, posso parlare con te?-mi girai e vidi Dylan.
-Vattene-rispose al mio posto Brittany. -Per favore-supplicò-Solo un secondo. Mi allontanai un po’ dal tavolo con lui. -Hai un minuto-dissi arrabbiata. -Volevo solo scusarmi-iniziò a dire-Mi sono comportato con un idiota e ti ho fatta star male. Non so cosa mi sia preso, ma me ne pento davvero tanto. Char, siamo sempre stati buoni amici e ho rovinato tutto. -Continuo a non capire come tu mi abbia potuto fare una cosa del genere-risposi-Mi hai fatto molto male. -Io…ero geloso-disse abbassando lo sguardo. -Geloso? Di cosa?-chiesi senza capire. -Di Miller-lo guardai stupita-Sì, di Miller. Ironico, vero?-chiese ridendo-Dylan Coleman, il capitano della squadra di calcio, uno dei ragazzi più desiderati della scuola, geloso di Derek Miller-sospirò.
-Continuo a non capire. -Ciò che voglio dire è che Derek, solo guardandoti, ti piace più che il bacio che ti ho dato quella sera-accarezzò la mia guancia-Mi piaci da molto tempo e pensavo potessi sentire lo stesso, ma tu vuoi solo Derek. -Io non lo voglio. -Certo che sì. Sorridi ogni volta che lo vedi, ma non te ne rendi conto-abbozzò un sorriso e spostò una ciocca di capelli dal mio viso-Mi dispiace averti fatto del male e non me lo perdonerò mai.
-Io… -Non dire niente, ok? Quando vuoi, parleremo. Non ho fretta-mi diede un bacio sulla guancia-Ciao Char-e se ne andò. Rientrai in caffetteria sorpresa e vidi Brit e Gis guardarmi allo stesso modo. -Charlotte!-Trevor si avvicinò correndo-Stai bene? Ti ha fatto qualcosa? Lo uccido. -Tranquillo, si è solo scusato. -Sicura? Non voleva altro?
-No-gli sorrisi-Va tutto bene. Venite a sedevi con noi. Dov’è Derek? -E’ andato in biblioteca a fare non so che cosa-rispose indifferente. Dopo pranzo, andammo verso la lezione seguente: Lingua e letteratura. Ci sedemmo in fondo alla classe e Amber si girò a fulminarci con lo sguardo, ma Brittany tirò fuori la ciocca di capelli. Si girò bruscamente e iniziammo a ridere. Secondi dopo entrarono Derek e Trevor che si sedettero davanti a noi. Derek provò a guardami, ma schivai il suo sguardo.
-Bene ragazzi-disse il professore entrando in classe-Oggi ascolterò le vostre poesie di Pablo Neruda-guardò la lista della classe-Signor Clayton. -Io… -Sa una poesia o no?-negò-Si segga. Miller, tocca a lei. Cosa recita? -Bella-rispose lui. -E’ lunga e complessa-commentò il professore guardandolo provando a capire se fosse uno scherzo o no. -Posso recitare i versi che mi sono piaciuti di più?-il professore annuì. Derek si girò e mi guardò. -Bella, dalle fini mani e dai piedi sottili come un cavallino d’argento, che cammina, fiore del mondo, così ti vedo, bella. Bella, con un nido di rame intricato sulla testa, un nido color miele cupo dove il mio cuore arde e riposa, bella. Bella, gli occhi non ti stanno nel volto, gli occhi non ti stanno nella terra. Vi son paesi, vi son fiumi nei tuoi occhi, io cammino in mezzo ad essi, essi danno luce al mondo dove io cammino, bella. Bella, non v’è nulla come i tuoi fianchi; forse la terra possiede il qualche luogo occulto la curva e l’aroma del tuo corpo, forse in qualche luogo, bella. Bella, mia bella, la tua voce, la pelle, le tue unghie, bella, mia bella, il tuo essere, la luce, la tua ombra, bella, tutto è mio, bella, tutto è mio, mia, quando cammini o riposi, quando canti o dormi, quando soffri o sogni, sempre, quando sei vicina o lontana, sempre, sei mia bella, sempre. Non fui capace di dire nulla. Lui abbozzò un piccolo sorriso al rendersi conto di avermi lasciata senza parole.
-Magnifico Derek-disse il professore incantato-Perché hai scelto questa poesia? -Perché è il preferito della mia futura ragazza-mi guardò un’ultima volta e si sedette. -Ti ha dedicato una poesia…-canticchiò Giselle al mio orecchio. -E anche la tua preferita…-canticchiò Brittany dall’altra parte. -Smettetela-risposi. Un’ora dopo, la campanella suonò e tutti si alzarono per andarsene. Io rimasi ferma al mio posto. -Char? Andiamo?-chiese Trevor-Sono andati via tutti e hai lezione di musica. -Glielo hai detto tu che è la mia poesia preferita?-chiesi ignorando ciò che mi avesse detto. -No, immagino ti abbia visto leggerlo e recitarlo per casa, si sarà ricordato. -Può essere, può essere.
Mi alzai dal mio posto e camminai verso l’uscita insieme a mio fratello, in silenzio. E’ sempre riuscito a sorprendermi e quella volta, non era stato da meno.
E se fossi veramente innamorata di Derek? Finalmente te ne sei resa conto, bellezza. Ancora tu? Sono nella tua testa, non posso andare da nessuna parte. Smettila.
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