Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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Delle grida mi svegliarono. Mi alzai di soprassalto e guardai da tutte le parti, ero da sola nella mia stanza.
Mi infilai le ciabatte ed uscii dalla camera. Le grida arrivavano dalla cucina da mio fratello e mio padre. Perché discutono questa volta? pensai. Scesi le scale ed entrai sbadigliando. Chiusi la bocca rapidamente al vedere Derek, Trevor e i miei genitori fissarmi. -Tesoro, stai bene?-chiese mia madre avvicinandosi a me rapidamente-Hai qualcosa di rotto?-accarezzò la mia guancia e mi guardò preoccupata. -Certo che sto bene-guardai Derek che spostò lo sguardo-Glielo hai detto?-chiesi. -Non è molto normale vederlo uscire dalla tua stanza-disse mia madre guardandomi teneramente.
-Non è la prima volta che dorme in questa casa-risposi arrabbiata. -Vedi, di solito lo sappiamo-accarezzò di nuovo la mia guancia e si voltò-Vado a prendere del ghiaccio. -Ghiaccio?-chiesi senza capire-Perché ho bisogno di ghiaccio? Presi il vassoio d’argento che avevamo in cucina e lo usai come specchio. Un livido era comparso nel mio zigomo sinistro. -Io lo uccido-gridò mio padre infuriato-Gli romperò ogni osso senza pietà.
-E dopo lo daremo da mangiare ad una famiglia di leoni-affermò mio fratello furioso. Mia madre si sedette su una sedia, io mi misi accanto a lei, ed appoggiò la borsa con il ghiaccio sul mio viso. -Nessuno farà niente-disse mia madre qualche minuto dopo. -Perché no?-chiesero insieme. -Perché mi hanno detto che alle 4 del mattino è arrivato in ospedale un ragazzo con qualche osso rotto a causa di brutali colpi che gli sono stati inferti nel parcheggio di un centro commerciale-mia madre guardò Derek che abbassò lo sguardo.
-Lo hai picchiato senza di me?-chiese mio fratello a Derek-Avresti potuto chiamarmi-gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise-Mi dispiace averti colpito questa mattina dopo averti visto uscire dalla stanza di mia sorella. -E a me dispiace averti colpito in testa-disse mio padre. Iniziai a ridere, avrei voluto vedere quella scena. Mio padre mi guardò divertito e mi baciò la fronte. -Andrò in ospedale a parlare con il ragazzo, non voglio che denunci Derek-mia madre si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia-Grazie.
-Posso accompagnarti?-chiese mio padre. -Non dovresti, ma un piccolo aiuto non guasta mai.-disse uscendo dalla cucina con mio padre. -Ti fa male?-mi chiese mio fratello avvicinandosi a me. -Non è niente. Non me n’ero nemmeno resa conto-gli diedi la borsa col ghiaccio e mi guardò preoccupato-Trevor sto bene. -E’ tutta colpa mia. Dovevo venirti a cercare quando non ti ho vista tornare a casa-chiuse la porta del congelatore e si sedette sul pavimento-Sono un fratello terribile.
-Non è vero-mi alzai dalla sedia e mi avvicinai a lui-Sei il miglior fratello del mondo, semplicemente esistono cose che non si possono predire. -Avrei dovuto saperlo. -Ma non lo sapevi e non fa niente-gli offrii la mano e lo aiutai ad alzarsi-Fortunatamente il tuo migliore amico era lì-guardai Derek e abbozzai un piccolo sorriso-E’ un ragazzo forte. Trevor mi abbracciò con tutte le sue forze e sentii i suo corpo tremare.
-Fortunatamente non ti è successo niente-sussurrò al mio orecchio-E a te devo qualche birra-disse indicando Derek-Forza, vieni qui-Derek si unì al nostro abbraccio-Non so cosa farei senza voi due. Il telefono di Trevor iniziò a suonare e si separò da noi sbuffando. -E’ Giselle-disse leggendo il nome-Vado a parlare con lei e le dico che stai bene. -Comunque, vuoi vedere come mi ha buttato al suolo tuo fratello questa mattina?-disse Derek guardandomi. -Io…Non hai fame?-chiesi provando a cambiare discorso. -Principessa, non cambiare discorso-mi guardò con un sorriso divertito-Ti fa piacere vedermi dolorante?-guardai il suo addome e vidi i lividi. -Certo che no-mi avvicinai a lui e accarezzai il suo viso-Semplicemente mi piace vedere mio fratello e mio padre minacciarti. -Sei cattiva con me-rispose triste. -Ma solo con te-gli strizzai l’occhio e mi sedetti sulla sedia per fare colazione sotto il suo attento sguardo-Non mi guardare così. Dovresti sentirti importante. Iniziò a ridere e mi unii alle sue risa.
NARRA COLIN Accesi l’auto e iniziai a guidare. -Dobbiamo denunciarlo-dissi arrabbiato-Quel piccolo coglione…
-Pensi ch’io non voglia? Ma se lo facessimo Derek ne risentirebbe più di lui. Lo ha picchiato per bene-rispose lei. -Lo so, ma mi sento così frustrato-colpii con forza il volante. -Devi tranquillizzarti-mi disse Tori appoggiando la sua mano sopra la mia. -Non posso-risposi-E’ la mia piccola e qualcuno ha provato a farle del male. Non ero lì per proteggerla… -Non puoi essere sempre con lei, Colin. -Lo so, però quando ho visto quel livido sul suo viso…-sospirai-L’ira ha percorso tutto il mio corpo. -Guarda il lato positivo: Derek era lì per aiutarla-rispose lei con un sorriso.
-Meno male. Hai visto come è ridotto? -L’altro ragazzo sta peggio di lui. La mia piccola…Non so cosa faremmo senza Derek. -Dovrò ricompensarlo in qualche modo-commentai ridendo-Come fa Charlotte a non rendersi conto di quanto lui sia pazzo di lei? -La nostra ragazza è molto intelligente quando si tratta di studiare, ma poco attenta al resto. -Mi ricorda te.
Parcheggiai l’auto nel parcheggio dell’ospedale e scendemmo. Tori si avvicinò a me e mi prese per mano. -Ricordati che non puoi picchiarlo, capito?-mi disse prima di entrare. -Proverò a comportarmi bene-baciai la sua guancia ed entrammo. -Dottoressa, cosa fa qui? Aveva il fine settimana libero-le chiese un’infermiera alla reception. -Lo so, ma mi hanno chiamata per vedere un paziente. Non rimarrò molto.
Continuammo a camminare e chiamammo l’ascensore. Entrammo e Tori premette il bottone del quarto piano. -Ti ricordi quando hai iniziato a fare il tirocinio qui?-le chiesi divertito. -Non so di cosa tu stia parlando-rispose lei. Le sue guance cominciarono a diventare rosse. -No? Perché io ricordo si fosse bloccato l’ascensore e che qua dentro iniziò a fare parecchio caldo-misi le mani sulla sua vita e la avvicinai a me-Molto caldo. Potremmo rifarlo. Le porte si aprirono e lei uscì rapidamente dall’ascensore. Iniziai a ridere e corsi per raggiungerla. -Liz-disse ignorando le mie risate-Come va il turno? -Bene-si girò la stessa ragazza che anni prima avevo conosciuto in università. La migliore amica di Tori da sempre: Liz Hood-Colin! Quando sei tornato?
-La settimana scorsa-risposi sorridente-Come sta Mike? -Bene, dovrebbe essere con Nick al parco. -Come sta il ragazzo di ieri?-chiese Tori. -Bene, erano solo colpi superficiali. Nessun danno all’interno-Tori sospirò sollevata-Ma continua a dire di voler sporgere denuncia. -Fra poco gli passerà la voglia-dissi arrabbiato.
-Colin Maverick, calmo-mi ordinò Tori seria-Facciamo le cose per bene. -Ma, cosa è successo?-chiese Liz senza capire. Tori le raccontò la storia e l’ira tornò a invadere tutto il mio corpo. Non potevo ascoltare un’altra volta ciò che quel ragazzo avesse provato a fare alla bambina dei miei occhi. -E ora vuole denunciare Derek-finì di raccontare Tori. -Ho un’idea-disse Liz con un sorriso sul viso-Mettiti il camice e danne uno a Colin. Faremo una piccola visita al nostro paziente. Io e Tori ci guardammo senza capire, ma subito il viso di mia moglie si illuminò e tirò fuori due camici da un armadietto. Camminammo tranquillamente fino a fermarci davanti la camera 432. Liz bussò ed entrammo. Un ragazzo era steso sul letto a guardare la televisione. La sua faccia era piena di lividi. Non capivo come Derek fosse riuscito a picchiare quel ragazzo: era un po’ più alto e molto più forte di lui, ma in ospedale c'era lui. Mi sarei congratulato con Derek dopo.
-Buongiorno-salutò Liz con il viso serio-Abbiamo cattive notizie. -Che succede?-chiese sua madre. -Non so come dirvelo…-sospirò e guardò la cartella che aveva in mano-Forse dovremo togliergli un testicolo. Mi girai rapidamente e mi tappai la bocca prima che le mie risate risuonassero per tutta la stanza. -Come?-chiese il ragazzo incredulo. -Come è possibile? Non può essere-disse sua madre singhiozzando.
-Venga con me-disse Liz portando fuori la madre. Quando la porta si chiuse, Tori abbozzò un piccolo sorriso. -Quest’operazione è un problema per te?-gli chiese. -Be’ sì-rispose arrabbiato-Non voglio. -E perché? -Perché non è giusto che mi debbano togliere un testicolo per un motivo stupido come questo. -Ah sì?-si avvicinò a lui e lo guardò-E perché ti hanno picchiato questi ragazzi? -Non sono stato picchiato da tanti ragazzi…-disse imbarazzato-Solo uno. -E perché l’ha fatto?-si appoggiò sulla sua gamba e il ragazzo urlò-Scusa. -Per nessun motivo in particolare-gli avrei staccato le gambe. -Sicuro che non ci fosse un motivo?-insistette lei-Perché un ragazzo non ti picchierebbe con tale violenza senza motivo.
-Se solo conoscesse quel ragazzo…-disse schifato. -Guarda, conosco quel ragazzo-il ragazzo guardò stupito Tori-E ti dirò di più, è il migliore amico di mio figlio Trevor-il viso del ragazzo diventò pallido e spalancò gli occhi-Sicuramente conosci anche mia figlia Charlotte, vero? -Sì, signora-disse con voce tremante. -Sai come mi sono sentita quando ho visto mia figlia con un livido sul viso?-chiese infuriata-Sei stato fortunato che non sia stato mio marito ad averti trovato perché ti assicuro che ora non saresti qui e sei stato fortunato che non ci fossi io ieri di guardia perché avresti pianto tutta la notte a causa del dolore. -Io…-lo interruppe.
-Tu niente-gridò-Sei stato fortunato che non abbia chiamato la polizia. No, veramente è Charlotte che non vuole farlo perché se fosse per me, saresti ora stesso diretto al carcere. Sai quanti anni ti potrebbero dare?-il ragazzo negò-Molti-si avvicinò a lui-Te lo dirò solo una volta: se provi a denunciare Derek, ti assicuro che non la passerai liscia. Lo guardò con odio un’ultima volta e uscì dalla stanza sbattendo la porta. -Lei non le dice nulla?-mi chiese spaventato. -Sai qual è il problema?-dissi avvicinandomi a lui-Non posso contraddire mia moglie-il suo viso diventò ancora più bianco-Vediamo se hai capito ciò che devi fare. Cosa non farai?-lo presi per il collo del pigiama.
-Non denuncerò Derek. -Perché se lo farai… -Andrò in carcere-rispose. -E che altro?-mi guardò senza sapere cosa rispondere-Non proverai più ad avvicinarti a mia figlia perché se lo farai ti staccherò le gambe con le mie stesse mani. E’ tutto chiaro?-annuì-Voglio sentirlo! -Sì, signore. -Bene-lo lasciai bruscamente e camminai verso la porta-Stai attento a Trevor, on gli piace vedere la sua sorellina ridotta in quel modo-uscii dalla stanza e chiusi la porta dietro di me. -Posso entrare?-chiese sua madre preoccupata.
-Sì, signora-risposi provando a tranquillizzarla-Non gli toglieremo il testicolo e lo dimetteremo presto. Camminai per il corridoio e mi avvicinai a Liz e Tori. -E’ ancora vivo?-mi chiese Liz. Annuii e sospirò sollevata. -Meno male fossi lì con me-disse Tori abbracciandomi-Stavo per tirare fuori il bisturi. -Sarò sempre con te, dolcezza-le tirai su il viso e baciai le sue labbra dolcemente-Comunque, è divertente essere un medico e il camice mi sta molto bene. -Vediamo di toglierti tutto tranne il camice-disse Tori prendendomi per mano e portandomi verso una porta con il suo nome sopra. -Mi sembra una gran idea-sussurrai al suo orecchio prima di chiudere la porta del suo ufficio alle mie spalle.
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