Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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-Puoi sbrigarti? Ho fame-mi disse Derek arrabbiato. -Non posso portare tutti questi piatti insieme-risposi arrabbiata anche io-Potresti portare i tuoi. -E allora perché ti tengo con me per tutta la settimana?-abbozzò un sorriso orgoglioso. Che idiota. Fortunatamente mancavano solo due giorni prima della fine di quella stupida scommessa. Continuai a maledirlo fino ad arrivare al tavolo dove ci aspettavano Gis, Brit, Trevor e Duncan che non si resero conto della nostra presenza: Trevor stava spiegando a Gis in cosa consiste il calcio e Duncan stava aiutando Brit con i compiti. Lasciai i vari piatti facendo un rumore tale che tutti mi guardarono. -Stai attenta!-mi gridò Derek-Così mi sporchi!
-Non tentarmi perché ho voglia di stamparti il piatto in faccia. -Come va l’allegra coppietta?-chiese divertita Gis. La fulminai con lo sguardo e tornò a parlare con mio fratello. -Vieni qui-Derek diede qualche colpetto alla sedia accanto a lui e obbedii-Così mi piaci, principessa. -Smettila di chiamarmi principessa.
-Non smetterò mai di chiamarti così. Lo faccio da quando ti conosco e continuerò a farlo che ti piaccia o no-mi sorrise e si mise a mangiare-Mangia-mi disse con la bocca piena. -Almeno ingoia prima di parlare-contestai schifata-Come va?-chiesi a Brit guardando i suoi esercizi-Vedo che va sempre meglio. -Sì, Duncan è un genio-rispose sorridente-Se non fosse per lui…-guardò Duncan e abbozzò un sorriso timido. -Char!-mi girai verso la voce e vidi Dylan avvicinarsi sorridente-Sono tre giorni che ti cerco-guardò il resto del tavolo e salutò.
-Sono stata un po’ occupata-dissi guardo Derek-Che c’è?-chiesi alzandomi. -Volevo ricordarti che venerdì dobbiamo uscire-si avvicinò e spostò una ciocca di capelli dal mio viso-Così va meglio. -Non mi sono dimenticata. -Bene, passo a prenderti alle 7 per andare al cinema-annuii-Perfetto-mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. -E’ perfetto-disse Gis. Mi girai a guardarla e vidi Trevor guardarla male-Perfetto per tua sorella.
-Continuo a pensare che tu non debba uscire con lui-disse mio fratello. -Lasciami in pace-mi risedetti al mio posto-E Derek?-chiesi al non vederlo. Nessuno mi guardò in faccia e mi misi a cercarlo con lo sguardo. Era sparito. -Ci vediamo dopo-dissi alzandomi dal mio posto. Non ricevetti risposta. Percorsi tutti i corridoi silenziosi fino al mio armadietto per prendere il libro della lezione seguente. Mancava ancora del tempo così continuai a girare per i corridoi e sentii dei rumori venire dalla palestra. Aprii la porta lentamente e vidi Derek di spalle colpendo una palla.
-Mi avvicino?-chiesi a me stessa-Sì, dai. Camminai silenziosamente e mi avvicinai alle sue spalle senza fare rumore. -Che fai, Charlotte?-chiese senza girarsi. -Come sapevi fossi io?-chiesi sorpresa. -Riconoscerei il tuo shampoo alla vaniglia ovunque-si girò con un piccolo sorriso-Troppi anni in casa tua. -Credo non ti lascerò entrare in casa mia mai più-una piccola risata uscì dalla sua bocca-Continuerai a colpire la parete fino a farci un buco?
-Era il mio unico piano, ma ora che sei qui… -Non giocherò a calcio-risposi prima che dicesse qualcosa. -Certo che lo farai-si avvicinò a me e mi diede la palla-Mancano due giorni al venerdì e devi continuare a fare ciò che ti dico. -Io non sarei così cattiva con te-dissi triste. -Ti devo ricordare la volta che mi hai fatto vestire da ballerina per venire a lezione?
Iniziai a ridere al ricordare la scena: l’avevo battuto ad una partita a carte e il mio castigo doveva essere leggendario. -Che ricordi!-risposi malinconica. -Dai, a giocare. Dopo ti lascerò prepararmi dei biscotti per merenda. Misi il pallone davanti ai miei piedi ed iniziai a correre. Poco dopo, mi rubò il pallone e si mise a correre dalla parte opposta. Lo raggiunsi e lo tirai per il braccio. -Questo non vale!-gridò arrabbiato. -Certo che sì. Non vedi che l’ho fatto?-un sorriso divertito apparve sul mio viso e presi il pallone con le mani. -Con le mani no! -Tardi!-e mi misi a correre. Delle mani mi presero per la vita e mi sollevarono dal suolo. -Non vale!-gridai ridendo-Derek! Lasciami! -Non voglio-canticchiò ridendo. -Fallo ora stesso. -E se non volessi?-sussurrò nel mio orecchio. Un brivido percorse tutto il mio corpo mentre l’odore della sua colonia mi invase. -Ti ucciderò-dissi senza pensare. Mi lasciò e mi girò. -E’ un vendetta?-chiese. Annuii e iniziò a ridere. -Non ridere!-gli gridai e lo spinsi facendolo cadere-Stai bene?-chiesi preoccupata. -No, aiutami-disse allungando il braccio. Presi la sua mano, ma mi tirò facendomi cadere su di lui-Ora sto molto meglio-i suoi occhi mi guardavano e notai che le mie guance iniziarono a bruciare-Hai la faccia rossa-commentò divertito-Ti rendo nervosa?
-Non dire stupidaggini!-esclamai provando ad alzarmi, ma la sua mano mi prende velocemente per la vita-Che fai? -Io…-qualcuno ci interruppe. -Derek!-gridò una voce-Ho bisogno di parlare con te. -Quanto la odio-sussurrai. Un sorriso apparve sul viso di Derek. -Sono un po’ occupato, Amber-rispose Derek senza smettere di guardarmi. -Credo che sia più importante che giocare in palestra con lei.
-Non sono molto d’accordo-gli sorrisi e mi alzai. -Non fa niente-risposi guardando Amber-Non ho bisogno di fare niente per attirare l’attenzione. Camminai fino al corridoio. Amber aveva deciso che quel giorno dovesse essere al centro dell’attenzione e non le avrei rovinato la giornata. -Char! Dove eri finita?-chiese Brit-Pensavamo ti avessero rapita. -Che esagerata. Stavo solo parlando con Derek. -Derek?-chiese Gis-Com’è andata? -Il solito fino a quando non è arrivata Amber-risposi un po’ arrabbiata. Andammo a lezione di Lingua e letteratura. -Bene ragazzi, ho deciso che farete una piccola rappresentazione in coppia. -Rappresentazione?-chiese una ragazza. -Sì-il professore lasciò il suoi libri sul tavolo e aprì un quaderno-Vi assegnerò un’opera teatrale e rappresenterete il frammento che più vi piace. E no, non farete voi le coppie. Alla fine della lezione vedrete con chi dovrete lavorare e su cosa.-si sedette sulla sedia e guardò l’elenco-Qualcuno ha letto qualche poesia di Pablo Neruda?-Tutti si guardano fra di loro e nessuno disse niente-Sembra di no. Bene, come castigo, dovrete imparare una sua poesia.-iniziarono le lamentele, ma a me andava bene: era il mio poeta preferito e sapevo la maggior parte delle sue poesie-La prossima settimana vorrò ascoltarle tutte. Bene, ora cominciamo con la lezione… Suonò la campanella e tutti si alzarono per guardare la lista appesa all’uscita. Mi avvicinai tranquillamente, sicura che mi avesse assegnato un compagno decente e lavoratore. -Charlotte Maverick…-trovo il mio nome e seguo il mio dito-Con…Derek Miller?-chiesi esasperata.
-Ti è toccato Derek!-gridò una ragazza accanto a me-Che invidia!-la fulminai con lo sguardo e lei se ne andò correndo. -Ragazza antipatica-disse Brit accanto a me-A me è toccato tuo fratello-disse sorridendo-Almeno starò con qualcuno di simpatico. -A me tocca farlo con Joe-mormorò Gis-Mi toccherà sopportare tutti i suoi stupidi intenti di provarci con me. -Mia amata Giselle!-gridò alle sue spalle Joe-Faremo la rappresentazione più bella del mondo-la prese per il braccio e la tirò verso di se.
-Non vedo l’ora-rispose in un sussurro. Tornai a guardare il foglio. -Romeo e Giulietta? Deve essere uno scherzo-mi lamentai. -Vedo che ci tocca rappresentare una storia d’amore-sussurrò Derek al mio orecchio. -Storia d’amore? La loro storia d’amore non durò più di tre giorni e alla fine morirono tutti e due-risposi arrabbiata-Potresti aprire un libro qualche volta invece di dare calci ad un pallone. -Non fare così, principessa-lasciò cadere il suo braccio sulle mie spalle-Ci divertiremo.
-Non credo si divertirà molto con te, Miller. Non poteva avergli detto questo. Mi girai rapidamente e vidi Dylan guardarci. -Non hai niente di meglio da fare, Coleman?-rispose arrabbiato. -Quando si tratta del mio appuntamento del venerdì, no. Guardai entrambi senza sapere cosa dire. Derek era sempre più arrabbiato e Dylan aveva quel sorriso che faceva arrabbiare Derek solo di più. Credevo che prima o poi si sarebbe lanciato al suo collo. -Coleman, non dovevi andare a parlare con l’allenatore?-chiese mio fratello arrivando accanto a noi-Mi pare di ricordare ti avesse detto di andare da lui al termine delle lezioni.
-Vado-rispose secco. Non aveva mai avuto una buona relazione con Trevor. Provò a diventare il suo migliore amico ma lui era sempre stato uno molto aperto e non gli era mai piaciuto avere qualcuno che lo seguisse tutto il tempo. Mi girai verso Derek che aveva ancora la stessa espressione sul viso: dura e addolorata. -Trevor, porta con te tua sorella. Ho delle cose da fare-mi guardò un’ultima volta e se ne andò. -Ma io…-volevo venire con te pensai.
-Forza, andiamo a casa-Trevor mi spinse dolcemente verso la porta-Gis, ti porto a casa. Camminai a testa bassa per i corridoi pensando a Derek. Tutto era perfetto fino a quando non era arrivato Dylan che gli aveva ricordato il nostro appuntamento. -No!-gridai. Tutti mi guardarono in modo strano-Ciao-dissi prima di uscire in strada correndo. Non potevo permettergli di andarsene arrabbiato e non ne sapevo nemmeno il motivo. Cercai con lo sguardo la moto di Derek che stava partendo e gli tagliai la strada per evitare che se ne andasse. Lui mi vide all’ultimo e frenò.
-Sei diventata pazza?-chiese togliendosi il casco-Avrei potuto investirti! -Ma non l’hai fatto-risposi con un piccolo sorriso. -Dimmi cosa vuoi, Charlotte. Ho fretta-notai continuasse ad essere arrabbiato. -Non puoi andartene.
-Perché? -Perché dobbiamo preparare i biscotti per merenda. Te ne sei dimenticato? Perché non puoi dirmi che faremo i biscotti e poi darmi buca. Gli amici non fanno così, Miller-mi guardò sorpreso e abbozzò un piccolo sorriso. -Forza sali-tirò fuori l’altro casco e me lo mise in testa-Sei unica, principessa. -Lo so-salii dietro di lui e strinsi le braccia alla sua vita. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla sua schiena e sorrisi. La cioccolata è la migliore tentazione per qualsiasi essere umano e Derek non era da meno. _______________________________________________________ -Ragazzi! I biscotti sono pronti!-gridai dalla cucina. Alla fine tutti vennero a fare merenda a casa e cucinai i biscotti insieme a Gis e Brit mentre i ragazzi giocavano alla play. Presi delle tazze, dei piatti e del latte per inzuppare i biscotti e misi tutto sul tavolo. -Sono buonissimi, ragazze-disse Duncan dopo aver dato un morso. -Ha ragione-affermò Joe-Belle, intelligenti e cucinano bene.
-Ha fatto tutto Char. Noi abbiamo solo seguito i suoi ordini-disse Gis sorridente. -Vado a prendere una sedia-dissi vedendo che non erano rimasti posti, ma Derek mi prese per il braccio e mi tirò a lui. -Vieni qui-mi fece sedere sulle sue gambe e mise un suo braccio sulla mia vita-Così va meglio. -Ma starai scomodo così-dissi a voce bassa affinché nessuno mi sentisse-Non mi costa niente andare a prendere una sedia. -Sto bene così-prese un biscotto e diede un morso-Vedi?-disse con la bocca piena. -Avresti potuto ingoiare prima-sclamai divertita. Diede un altro morso e iniziò a darmi baci per tutta la faccia macchiandomi-Derek, smettila! -Che schifo-disse Gis accanto a me guardando la scena divertita, però per poco. Trevor la prese per la vita e iniziò a fare lo stesso. -Brit…-disse Joe, ma Brit lo interruppe rapidamente. -Non appena ti avvicini un centimetro di più alla mia faccia ti taglio i coglioni e li do da mangiare alle tigri-si alzò dal tavolo e diede dei pizzicotti a Derek e Trevor per farli smettere-Bene, ora andiamo a fare i compiti-la guardammo sorpresi. -Vuoi fare i compiti?-chiesi incredula. -Stai bene, tesoro?-Gis si avvicinò a lei e accarezzò il suo viso. -Sto bene!-gridò spostando la sua mano-Andiamo, forza.
Si alzarono tutti dal tavolo e uscirono dalla cucina lamentandosi. -Io sistemo qui. Se avete qualche dubbio, avvisatemi-annuirono e se ne andarono. Accesi la radio e iniziò a suonare Heartbeat Song di Kelly Clarkson-This is my heartbeat song and I’m gonna play it been so long I forgot how to turn it up up all night. Oh up up all night long.-canticchiai. Pulii il tavolo e sistemai il latte nel frigorifero. Mi misi a fare giravolte mentre continuavo a cantare la canzone. Delle mani mi presero per la vita e mi spaventai.
-Tranquilla, sono io-sussurrò Derek al mio orecchio. -Derek, mi farai venire un infarto-mi girai e vidi il suo viso molto vicino al mio-Hai bisogno di qualcosa? -Non voglio che tu esca con Coleman-disse senza pensarci su. -Perché? -Perché no. Non mi fido di lui. -Andremo al cinema, e niente più. -Per favore-supplicò. -No-mi separai da lui e lo guardai arrabbiata-Io non ti ho mai detto con chi potessi uscire e con chi no e credo che tu debba fare lo stesso.
-Sono le tue ultime parole?-annuii. Uscì dalla cucina arrabbiato e pochi secondi dopo sentii la porta chiudersi. Guardai dalla finestra come se ne andava arrabbiato nella casa accanto. Respirai profondamente e mi sedetti su una sedia. Perché doveva rendere sempre tutto così complicato?
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