Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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NARRA MAVERICK Venerdì pomeriggio -Sicuro sia il suo ragazzo?-mi chiese West per la terza volta. -Certo che lo è-risposi-Ha detto che è l’unico uomo della sua vita. Avrebbe potuto dirmelo! -Magari è un cugino o un vecchio amico. -Dubito sia un vecchio amico-sospirai-Che possibilità ho contro un militare?
-Non c’è niente da fare-disse West. -Sempre di sostegno. -Il problema è che non vuoi riconoscere che sei geloso. -Geloso io? Sarei geloso se mi piacesse, ma non è così. Almeno potrò concentrarmi di più nei miei piani. -Continui con questa storia? Sei pazzo di lei. -Non dire stupidaggini, West-parcheggiai l’auto e scesi-Io non mi innamoro mai. -Questo è ciò che dici, c’è sempre una prima volta. -Non sarà questa-attraversammo la strada e andammo in palestra-Credi veramente che non possa competere con un militare?
-Maverick, è un militare. -Certo che puoi…-dissi imitando la sua voce. -Si chiama sincerità!-entrammo nello spogliatoio per cambiarci-Corriamo un po’ e poi facciamo un po’ di boxe?-mi chiese. -Certo, è sempre utile scaricarsi con qualcuno-dissi colpendogli lo stomaco. -Sei un tipo manesco!-mi gridò. Dopo aver corso un po’, ci mettemmo a praticare un po’ di colpi con un sacco. -Non può essere…-vidi Alex con il suo amico Mike e sorrisi-Guarda chi c’è.-West si girò-Ora ci divertiamo.
Alex camminò verso di noi e si fermò a pochi metri da me. -Che fai qui?-chiese. -Tranquillo, non sono venuto per te, Cooper. -Ci sono tante palestre in città-mi disse serio. -Ma questa è più vicina alla casa di Tori-diventò serio e non potei evitare di ridere-Andiamo, stavo scherzando. -Lasciala in pace, Maverick.-stava per avvicinarsi ma il suo amico non glielo lasciò fare. -Ne abbiamo già parlato, Alex-gli disse Mike. -A meno che tu non voglia lottare un po’, vattene-dissi dando un po’ di colpi al sacco. -Dammi i tuoi guanti-ordinò a West-Saliamo sul ring. -Se insisti. -Colin…-West mi prese per il braccio e mi fermò-Non ti mettere nei guai.
-Tranquillo. Salii sul ring con Alex e mi fermai ad aspettare che si mettesse i guanti. -Non ho tutto il giorno-gli misi fretta-Hai bisogno di aiuto? -Eccomi. Pronto, Maverick? -Sempre, Cooper. Cominciò a colpire lui, ma lo schivai con facilità. Provai io, ma anche lui schivò. Dopo più di 20 minuti avevamo ricevuto tutti e due vari colpi, ma senza lasciare nessun segno. -Colpisci bene, Cooper-dissi recuperando il respiro in uno degli angoli. -Dico lo stesso, Maverick. Non è stato male. -Mi dispiace interrompere la tregua, ma devo andare.-disse Mike-Liz deve trovare una cravatta che si abbini al suo vestito in modo che la gente capisca che siamo una coppia.
-Mi dispiace-lo consolò West. -Vado-Alex mi guardò ancora una volta-Finiremo questa cosa prima o poi, Maverick. -Non aspetto altro-risposi prima che se ne andasse. Scesi dal ring e mi avvicinai a West che mi aspettava sorridendo. -Credo ti sia divertito-mi disse. -Andiamo a farci la doccia, devo andare alla cena aziendale di mia mamma. Mi feci una doccia in palestra, lasciai West a casa sua e me ne tornai a casa. -Colin, sei tu?-chiese mia madre dopo che chiusi la porta.
-Non credo che un ladro entri con le chiavi di casa-scherzai-Vado a riposarmi un po’ sul divano. Mi buttai sul divano e mi addormentai poco dopo. -Colin…-sentii qualcuno sussurrare-Svegliati Colin…-cominciai a sentire qualcuno muovermi-Colin devi prepararti… -Altri cinque minuti. -Me lo hai detto anche quindici minuti fa. Dai alzati-aprii gli occhi e vidi il sorriso di mia madre-Eri stanco. Forza, alzati e fatti bello-mi diede un bacio in fronte e se ne andò in camera sua. Mi alzai dal divano e andai in camera dove trovai il mio completo sul letto. Mi infilai la camicia e i pantaloni, mi misi la cravatta nera e la annodai con cura. Finii di prepararmi e mi guardai.
Uscii dalla stanza e andai all’entrata ad aspettare mia madre. Qualche minuto dopo sentii il rumore delle sue scarpe contro il pavimento. -Già pronto?-mi chiese apparendo in salotto. -Sei incredibile.
-Lo dici perché sei mio figlio-si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia-Grazie. Presi le chiavi dell’auto-Oggi sarò il suo autista-aprii la porta-Dopo di te. -Sei un tesoro. Le aprii la portiera. Sapevo che questa notte fosse importante per lei e il non avere mio padre accanto la rendeva nervosa. -Quando smetterai di metterti la cravatta nera? E’ passato tanto tempo. -Non il tempo sufficiente-la guardai e sorrisi-Terrò lontani tutti gli uomini che ti si avvicinano. -Al massimo sarò io a tenere lontane le ragazze da te.
-So che speri che un giorno arrivi a casa con una ragazza e ti dica che è la mia fidanzata. -E’ diverso. Comunque, sai che il mio capo ha un figlia molto bella? -Mamma-la avvertii. -Va bene, non dirò nient’altro-si tappò la bocca e risi. Arrivammo all’hotel. Mi avvicinai a mia madre e le porsi il braccio per entrare insieme. Accettò incantata e un uomo ci portò fino al ristorante. -Vedo che al tuo capo piace celebrare le cose in grande. -Si nota, vero? Il ristorante era pieno di gente che non conoscevo, ma rimasi vicino a mia madre nel salutare tutti e nel presentarmi. Poco dopo, ci chiesero di sederci al nostro posto e apparve un uomo insieme a sua moglie. -Benvenuti anche quest’anno a questa meravigliosa cena benefica organizzata dalla mia fantastica sposa-ricevettero un caloroso applauso da parte di tutti gli invitati-E’ un piacere avervi tutti qui e spero che anche quest’anno sia un gran anno-tutti applaudirono di nuovo e io feci lo stesso-Il vicedirettore Hood arriverà un po’ più tardi. A quanto pare, lui e sua figlia avevano pareri discordanti riguardo al colore della cravatta che dovesse indossare-tutti risero-Scherzo…o comunque è ciò che preferisco pensare-abbozzò un sorriso.
-Voglio presentarvi i miei due figli: mio figlio Ryder-la mia faccia si fece seria nel vedere lo stesso ragazzo che aveva abbracciato Tori in università-Se non lo aveste notato, è un militare-disse ridendo nel vederlo con l’uniforme-E la mia bellissima figlia Victoria. Idiota. Ero un idiota. Come non avevo potuto notare la somiglianza? Osservai Tori e provai a incidere nella mia mente ogni dettaglio: il suo vestito lungo color azzurro, i suoi capelli che le cadevano lungo le spalle, quel sorriso timido e i suoi occhi verdi…quegli occhi verdi che mi trasmettevano tanta pace interiore.
-Colin, ti cola la bava-mi sussurrò mia madre nell’orecchio-Te l’avevo detto fosse molto bella. -Bellissima-dissi senza pensare-Voglio dire, la conosco già. -Allora non so cosa aspetti nel chiederle di uscire. -Se solo sapessi… Guardai mia madre che aveva un enorme sorriso sul viso e tornai a guardare verso i suoi genitori, ma lei non c’era più. -E’ seduta là con vari ragazzi della sua età. -Ragazzi?-mi girai rapidamente e la vidi seduta con Liz e Mike-Mamma, sono suoi amici. -Ti vedo un po’ geloso-disse divertita. -Non sono geloso. -Puoi ripetertelo quanto vuoi, ma sai che non è vero. Mi misi a mangiare ignorando mia madre che, finalmente, si era messa a parlare con i suoi colleghi e si era dimenticata del tema. Dopo la cena, il signore e la signora Brooks si misero a ballare al centro della sala e varie coppie si unirono a loro. Guardai Tori e vidi suo fratello insistere nel chiederle di ballare con lui, ma lei negò fino a quando lui non si diede per vinto e se ne andò a ballare con un’altra ragazza. -Andiamo, Colin. Non so cosa aspetti-mi chiese mia madre. -Non ballerà con me. -Se non provi a chiederglielo non lo saprai mai.
Mi alzai e mi avvicinai a lei dubbioso. Stava giocando con le sue mani e non potei evitare di sorridere. -Ti dedichi a questo durante le feste? Pensavo che almeno ballassi un po’-le sussurrai all’orecchio. Si girò e mi guardò sorpresa. -Colin! Che ci fai qui? Inizio a pensare che mi pedini. -Mia madre lavora per l’impresa di tuo padre, ma se vuoi puoi pensare che ti pedini…-le strizzai l’occhio e lei sorrise-Non balli?-negò-Perché? -Perché non so fare-disse a bassa voce. -Sicuramente non è vero-le porsi la mano-Balla con me. -E’ vero che non so fare… -Prometto di non ridere.
Dubitò un momento, ma finì con il prendere la mia mano e si alzò. Ci unimmo al resto delle coppie e misi la mia mano sulla sua vita mentre lei metteva la sua sulla mia spalla, presi la sua mano e iniziai a muovermi. -Quello era il mio piede-commentai quando mi pestò il piede. -Ti avevo detto che non so fare-rispose nervosa. -Smettila di guardarti i piedi e guarda me-alzò la testa e mi guardò-Lasciati trasportare. -Va bene. Mi pestò di nuovo un piede, ma non dissi niente. Poco a poco iniziò a muoversi con più scioltezza e smise di pestarmi i piedi.
-Sei bellissima-le dissi avvicinandola ancora un po’ a me. -Tu stai bene-rispose un po’ timida-Voglio dire che stai molto bene, ma non volevo dirti bellissimo perché è strano dirlo a un ragazzo, sai? Credo di stare parlando troppo-le sue guance si arrossarono un po’ e sorrisi. -Vedo che continuo a renderti nervosa-scherzai. -Idiota-mi guardò male, ma poco dopo sorrise-Posso chiederti una cosa? -Certo-risposi dubbioso. -Ieri ti sei ingelosito quando ho abbracciato mio fratello? -Perché dici così? -Perché sei sparito senza salutare. -Non ero geloso…-alzò un sopracciglio e sospirai-Va bene, ma solo perché ha detto di essere l’unico uomo della tua vita e questo non è vero. -Dovresti preoccuparti di altre cose…-indicò dietro di me e vidi suo fratello fissarci.
-Vuole uccidermi. -Solo un po’-sorrise e rimasi a fissare le sue labbra…-Colin Maverick è geloso. -E lo dice la ragazza che si ingelosì per prima. -Non è vero. -Sicura? Perché nella tasca della giacca ho vari numeri di telefono-aprì la bocca sorpresa e iniziai a ridere-Quando mi lascerai il tuo? -Perché me lo chiedi? Hai già i numeri di tutte quelle ragazze. -Ma a me interessa solo il tuo-sussurrai nel suo orecchio. Tornai a guardarla e vidi fosse completamente rossa-Me lo darai?
-Scusa, posso ballare con mia sorella?-chiese suo fratello prima che Tori mi rispondesse, comunque sembrò più un ordine. -Certo-guardai un’ultima volta Tori prima di separarmi e allontanarmi da lei. Non andai molto lontano perché mia madre mi fermò e mi chiese di ballare con lei prima che arrivasse l’uomo che le era stato vicino tutta la sera. Avrei scambiato quattro chiacchiere con quell’uomo dopo… -Bene…-iniziò a dire mia madre-Hai ballato a lungo con la figlia del mio capo. -Abbiamo solo ballato, mamma. -Deve essere stato un bel ballo perché la ragazza non smette di fissarti-mi mossi un po’ con mia madre e finii per guardare Tori-Balla così bene? -Io…non lo so-Tori abbozzò un piccolo sorriso e tornò a guardare suo fratello che le stava dicendo qualcosa. -Devi chiederle di uscire. -Mamma… -Va bene, non insisto, ma sembra una brava ragazza. Ballammo ancora un po’ e poi decidemmo di andarcene. Presi le nostre giacche e tornai da mia madre. -Colin, ti presento il signor Brooks-gli strinsi la mano. -Vedo che sei già un uomo-commentò sorridente-Tua madre mi ha detto che studi a Stanford. -E’ vero, signore.
-Sicuramente hai visto qualche volta mia figlia lì-annuii e sorrise-Studi Economia e commercio, vero? -Sì, signore. -Quando finisci gli studi, vieni a parlare con me. Hai un posto assicurato nella mia impresa. -Molte grazie, signore. -Qualsiasi cosa tu abbia bisogno, non dubitare nel chiedermelo, ok?-disse la signora Brooks a mia madre-Ci rivedremo presto. -Buona serata. -Un piacere-salutai e accompagnai mia madre all’uscita. Arrivati a casa me ne andai in camera e mi buttai sul letto. Chiusi gli occhi e mi misi a pensare a Tori fino ad addormentarmi.
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