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Votes taken by KimbraFox

  1. .
    Ringrazio tutti per i commenti.
    Eccomi qui con il nuovo capitolo, entriamo in ottica cena, so che la state aspettando.



    Oggi era il giorno, era esausta. Non sapeva cosa aspettarsi. La cena con Marc l’aveva tormentata tutta la notte. Era stata una buona idea accettare quell’invito? Forse no.
    Di una cosa era sicura, non avrebbe permesso che quella cena si trasformasse in altro, non voleva.
    Mentre era a lavoro Marc le aveva detto che la sarebbe andata a prendere per le 8 e che l’avrebbe portata in un ristorante super esclusivo.
    -Prevedibile-pensò Vera. Non si aspettava nulla di più. Sicuramente aveva usato questa tattica con centinaia di ragazze prima di lei, perché lei sarebbe dovuta essere speciale? Marc cercava la stessa cosa in tutte.
    Però Vera, in fondo, sperava in qualcosa di più intimo. Ovviamente tutto ciò implicava sentimenti che Marc non provava per lei. Lussuria e attrazione erano le uniche emozioni che il gran Marc Boer sentisse per lei.
    Anche se non voleva riconoscerlo, quell’uomo si stava infilando nella sua vita, poco a poco si insinuava nella sua mente, e soprattutto, nel suo cuore.



    Erano le sette e mezza, e Vera aveva dubbi riguardo a quale vestito indossare. Aveva un armadio spettacolare, non era il problema. Il problema era che non sapeva quale scegliere. Voleva essere perfetta e non sapeva perché. Veramente lo sapeva, ma non l’avrebbe mai ammesso. Voleva stupirlo e voleva che lui non pensasse a nessuna delle sue amanti mentre era con lei.
    All’inizio quella cena era stata un obbligo, però ora era curiosa di sapere cosa sarebbe successo. Doveva essere assolutamente perfetta. Marc non l’avrebbe portata in un posto qualsiasi. Era una cena con Marc Boer, doveva essere all’altezza.
    Finalmente trovò un vestito bianco, si pettinò i capelli e si truccò.



    In un altro appartamento, non molto distante dal suo e molto più lussuoso, c’era lui, stava sistemando la cravatta davanti lo specchio. Voleva essere impeccabile. Un abito nero e una camicia celeste, il suo colore preferito da quando aveva visto gli occhi di Vera. Ogni volta che vedesse un celeste così intenso si ricordava di lei e dei suoi meravigliosi occhi.
    -Che cavolo hai? L’hai già fatto milioni di volte.
    Si diceva. Era un appuntamento qualunque con un’altra ragazza qualunque. Non sentiva nulla di speciale per lei. Però, perché era così nervoso? Gli sudavano le mani e il cuore gli batteva all’impazzata.
    Avrebbe potuto dire che quell’appuntamento fosse particolare, visto tutto ciò che gli era costato ottenerlo, ma alla fine il risultato sarebbe stato lo stesso, quella donna nel suo letto, e dopo essersi stufato l’avrebbe abbandonata e sarebbe andato in cerca di altro.



    Però, in fondo, non voleva abbandonare quella bellissima donna. E ciò non andava per niente bene.
    Quando arrivò davanti casa di Vera era agitato, stringeva il volante con forza provando a calmarsi. Non voleva che lei pensasse fosse nervoso come un bambino di 17 anni.
    Un minuto dopo Marc suonò il campanello e, dall’altra parte, Vera sospirò raccogliendo la borsa e aprendo la porta.
    Quando quella porta si aprì, Marc non poteva credere ai suoi occhi. Quella donna voleva farlo diventare matto. Il vestito, le scarpe, i capelli, il suo viso, tutto, la facevano così bella che non poteva crederci.
    Le sorrise e la prese per la vita per avvicinarla a lui senza smettere di guardarla negli occhi.
    -Sei bellissima, e questo non lo dico a tutte dolcezza.



    E ne era sicuro. Marc non era il tipo che facesse complimenti a una donna, non lo faceva mai. Però con Vera sentiva la necessità di farlo.
    -Ma guarda, che onore.
    Le sue parole erano cariche di sarcasmo. Marc le offrì il braccio e lei lo guardò intensamente prima di intrecciare il suo.
    Arrivati all’auto Vera desiderò avere il denaro per comprarne una uguale.
    -Ti piace?-le chiese Marc vedendo la sua faccia.
    -Bello-rispose guardando quel pezzo di arte convertito in automobile.
    -Come te-dopo quel commento Vera roteò gli occhi.
    -Prevedibile, devi lavorarci ancora-disse Vera divertita mentre gli sorrideva.
    -Va bene, come vuoi tu capo-disse Marc guardandola, era la prima volta che si sentisse così bene con una donna.



    Edited by KimbraFox - 25/4/2017, 00:24
  2. .
    CITAZIONE (mikako91 @ 2/10/2016, 13:23) 
    Kimbra la suspance è il tuo punto forte e questa cosa mi piace tantissimo xD la storia si fa davvero più intrigante, mi piacerebbe veder cuocere ancora di più il bel Marc e fargli abbassare il suo ego :shifty:

    Grazie :D
    Vedremo cosa capiterà a Marc e Vera nel prossimo capitolo

    CITAZIONE (playwithlife @ 2/10/2016, 16:29) 
    aspetto con ansia la cena!! anche se non sopporto l'arroganza di Marc, mi diverte vedere come cerca di conquistare Vera, quindi si, aspetto veraamente con impazienza la cena per vedere come si svilupperà il loro rapporto!
    Riguardo a Rick e Liza, non ho molto da dire in quanto non li conosco ancora bene! Si vedrà più avanti!

    Marc se le inventa tutte ahahahah

    CITAZIONE (Miwakoo93 @ 3/10/2016, 20:08) 
    Io mi aspettavo la cena cattiva u.u
    Riguardo a Rick e Liza, non saprei che dire...magari è veramente impegnato o magari i sospetti di Liza non sono sbagliati. Si vedrà più avanti quando ci svelerai di più ^_^
    Adesso però aspetto la cena come prossimo capitolo :P

    Sono perfida lo so ahahahah
    La cena arriverà, tranquilli :D
  3. .
    Ringrazio tutti per i commenti, perdonatemi se non riesco a rispondere a tutti quanti ma attualmente sono a corto di internet e riesco a collegarmi poco.
    Detto questo, vi posto un piccolo capitolo, piuttosto corto, ma spero vi piaccia lo stesso.



    Vera arrivò a casa esasperata. Quell’incontro con Marc l’aveva turbata.
    Perché era così perfetto? Le piaceva più di quanto avrebbe dovuto.
    Voleva buttarsi sul divano e rilassarsi guardando la televisione o leggendo, ma il destino aveva altri piani per lei.
    Entrando trovò la sua amica Liza sul divano.
    -Sua maestà è comoda? Necessita altro?- chiese guardandola a braccia incrociate.
    -Un bicchiere di vino non sarebbe male, se non ti dispiace.



    Si guardarono e sorrisero.
    -Che ci fai qui? E’ successo qualcosa?- chiese mentre andava in cucina a prendere del vino.
    -Non posso venire a trovare una mia amica?
    -Dai, ti conosco, non vieni a trovarmi se non è successo qualcosa, racconta.
    Liza posò la sua mano sul petto, come se l’avesse offesa. Andava a trovarla, poco, ma ci andava.
    -Va bene, ho qualche dubbio.
    -Riguardo a Rick?
    Liza annuì, non sapeva cosa fare con tutte le domande che le ronzavano in mente.
    -E’ che, credo mi stia ingannando-Vera si stupì. Quando li aveva visti insieme aveva notato lo sguardo innamorato di Rick quando la guardava. Sapeva fosse preso da lei.
    -Su cosa ti basi?
    Liza sospirò e raccontò a Vera i suoi sospetti.
    -Vedi, sono due giorni che non mi chiama, quando lo chiamo non risponde o dice che è occupato.
    Liza aveva quasi finito la pazienza, non sapeva cosa diavolo fare.



    -Però, è davvero molto occupato, non puoi farti paranoie solo per questo, sono sicura che non ha in testa nessuna donna che non sia tu.
    E per una volta Vera era veramente convinta di ciò che diceva, al cento per cento. Poteva anche essere un Boer, però era innamorato di lei.
    -Però sai, con le storie che ha alle spalle è difficile fidarsi del tutto.
    Vera non vedeva il problema. Era un imprenditore, era un uomo occupato.
    -Non preoccuparti, la gente può sempre cambiare.
    -E tu con Marc? Potrei dire la stessa cosa di lui, morirebbe per te.
    Vera sbuffò, il suo caso era completamente diverso.



    -Dai, Marc è Marc, me lo ha già detto, vuole sono venire a letto con me, non ci sono sentimenti.
    Liza la guardò, forse l’avrebbe uccisa dopo averle detto ciò che stava per dirle ma valeva la pena provarci.
    -E perché non lo fai? So che ti piace Vera-a sentire quella domanda quasi si soffocò con il vino.
    -Cosa dici? Non voglio avere una storia di una notte con un imprenditore stupido e coglione.
    Vera ne era sicura. Per quanto le piacesse Marc, fisicamente parlando, non voleva che si approfittasse di lei. Lo aveva promesso a se stessa.
    -Non offenderti, non volevo insinuare niente, solo che hai bisogno di scaricare la tensione.
    -Per questo c’è la yoga, funziona.



    Stava per rispondere ma Vera non glielo permise, non voleva parlare del tema. Le bastava sentirne parlare a lavoro, a casa non voleva sopportarlo.
    -Va bene, però dico, ti vedrei bene, è un suggerimento.
    Vera appoggiò il bicchiere e prima che potesse lanciarle una ciabatta lei era già uscita dalla porta.
    Liza era impazzita. Non voleva andare a letto con Marc, per scaricare la tensione? E’ uno scherzo?



    ________________________________________________________________________________________
    Vi aspettavate la cena? ahahah e invece no :P
    Tipico capitolo di passaggio ma dovevo terminare quella giornata che dura da 3 capitoli ahahah
    Se non capite i dubbi di Liza(visto che nel capitolo prima si vedono i due baciarsi) tenete in conto che loro due si frequentano da più tempo di quello che vi ho scritto.
    Prometto che nel prossimo si parlerà della cena ;)
  4. .


    -Sei stupido? Sapevo fossi un coglione ma non che fossi un Ken sottosviluppato!-gridò Vera perdendo totalmente i nervi. La tranquillità di Marc le dava fastidio.
    -Quindi mi trovi bello dolcezza?
    Disse lui con il più grande dei sorrisi. Vera non ne poteva più, era il momento di andarsene da lì, per potersi rilassare sul suo divano e dimenticarsi di quel coglione.
    -Che diavolo stai dicendo? Smettila con queste stronzate.
    Vera camminò verso la porta.



    -No dico, lasciando stare la parte del sottosviluppato mi hai chiamato Ken, quindi tu saresti la mia Barbie?
    Le risate di Marc facevano in modo che la furia di Vera aumentasse. Come poteva sentirsi attratta da un uomo che l’unica cosa che le provocava fosse la voglia di strangolarlo? Una domanda che non aveva risposta.
    -Sei un degenerato.
    I logo sguardi stavano combattendo una battaglia, così come i loro sentimenti. Marc si stava contenendo, voleva saltarle addosso e baciarla fino a quando non gli facessero male le labbra, ma no, non era il momento, prima doveva spianare il terreno.
    Vera, invece, aveva sentimenti confusi. Voleva ucciderlo, o ficcargli una penna in un occhio, o magari prima baciarlo e perdersi nei suoi addominali per poi cavargli gli occhi con la penna.
    -Lo prendo come un complimento-rispose ridendo. Vera non sapeva cosa dirgli, qualsiasi cosa dicesse gli faceva piacere, non voleva discutere con un imbecille.
    -Che ne dici se ti invito a cena dolcezza?
    Spalancò gli occhi, che razza di domanda era mai quella?



    -Mi sembra un insulto da parte tua.
    Marc alzò le sopracciglia molto sorpreso, perché quella donna era così testarda?
    -Reputi un insulto che un uomo, incredibilmente bello, ti inviti a cena? Mi piacerebbe sapere che concetto hai di insulto perché il mio è diverso- l’ironia era percepibile nel suo tono di voce, come se tutto fosse normale. La stava prendendo in giro.
    -Vedo che la modestia non è il tuo forte-sbuffò Vera-e solo perché tu lo sappia, non sono un’altra delle tue donnine.
    Si chinò ulteriormente sulla scrivania fissando intensamente Marc con quegli occhi azzurri che non riusciva a smettere di guardare. Erano gli occhi più belli che avesse mai visto.
    -Se continui a stare così va a finire che ti strappi di dosso i vestiti che indossi-il sorriso che aveva stampato sul viso lo rendevano incredibilmente seducente. Il suo tono di voce era serio e il suo sguardo così profondo.



    -Provaci-disse lei provocandolo. Marc appoggiò i pugni sul tavolo. Una goccia di sudore scivolò sulla sua fronte. Voleva farsela, ora.
    -Non mi tenti dolcezza, mi piace fare le cose per bene.
    Ora quella che aveva il coltello dalla parte del manico era lei, adorava vederlo soffrire. Se lo meritava perché la stava trattando come una prostituta.
    -Se non hai altro lavoro da darmi, me ne vado, a domani.
    Vera andò nel suo ufficio a prendere la borsa mentre Marc provava a tranquillizzarsi. Quella donna faceva in modo che la sua adrenalina aumentasse il doppio del normale. Quando uscì Marc le bloccò il passaggio.
    -Levati-disse lei, voleva andarsene a casa.
    -No, solo quando accetterai di venire a cena con me-Marc si era appoggiato sulla porta, la sua unica via di fuga.



    -Non voglio venire a cena con te, ti ricordo che sei fidanzato, sai? La tipa siliconata, è lei no?
    Solo a pensare a quella donna le si rizzavano i capelli, la disprezzava, tantissimo.
    -Sei gelosa-affermò lui ridendo.
    Il cervello le stava giocando dei brutti scherzi. Non era arrabbiata per quel commento, perché la sua risata l’aveva distratta. Aveva una risata davvero bella.
    -Gelosa di cosa? La compatisco, deve sopportarti tutti i giorni.
    -Dai dolcezza, metti la tua gelosia da parte e vieni a cena con me, solo una cena.
    -Non sono gelosa!



    -Va bene, però devi accettare il mio invito, non sono un assassino.
    Vera sorrise. Avrebbe potuto esserlo, uno incredibilmente attraente. Ci pensò un po’. Era solo una cena, e magari dopo l’avrebbe lasciata in pace.
    -Va bene, se così mi lascerai in pace.
    Marc sorrise trionfante e si spostò dalla porta aprendola come un vero gentiluomo.
    Vera stava uscendo quando la prese per un braccio e avvicinò le labbra al suo orecchio.
    -Non vedo l’ora arrivi il nostro appuntamento dolcezza-le diede un bacio sulla guancia.
    -A domani-le disse lasciandola in confusione.
    Vera lo guardò per un secondo, quell’uomo la stava facendo impazzire.
    Marc la guardò mentre se ne andava. Il suo corpo, il suo viso, i suoi occhi. Era un regalo del cielo. Quando sparì dal suo campo visivo sospirò sollevato.
    -Ah dolcezza, cosa mi stai facendo?



    Edited by KimbraFox - 25/4/2017, 00:10
  5. .
    CITAZIONE (Miwakoo93 @ 26/9/2016, 18:49) 
    Ma guarda questi due -.-
    Brava Vera non farti infinocchiare da Marc !!
    Liza invece sembra proprio che se la passi moolto meglio della sua amica, beata lei ahahah

    Ma riuscirà a non farsi infinocchiare ancora a lungo?
    Liza ha sicuramente avuto fortuna, ha preso il fratello più intelligente ahahah

    CITAZIONE (playwithlife @ 27/9/2016, 10:59) 
    Ho appena letto tutta la tua storia e.. wow è bellissima! E anche se te lo avranno già detto in molti, te lo ripeto anche io: scrivi davvero bene *.* e anche le tue foto sono molto belle !
    Io sto con Vera! Deve farsi valere in mezzo a tutti questi maschi che la considerano come un oggetto da conquistare :sm:

    Ti ringrazio davvero tanto per i complimenti :D
    Vedremo cosa riuscirà a fare Vera ;)
  6. .
    CITAZIONE (mikako91 @ 26/9/2016, 15:00) 
    Kimbra capitolo corto che però ha lasciato tutti con gran curiosità, l'ho finito e adesso voglio vedere come continua questa "presa di posizione", la suspanse mi piace xD

    Mi dispiace per la lunghezza dei capitoli ma farne uno tutto unico sarebbe stato troppo lungo :ride:
    Aggiornerò presto ;)
  7. .


    Vera era stupita. Chi cavolo si credeva di essere? La rabbia stava prendendo possesso di lei e il suo respiro divenne più profondo.
    -Cosa cavolo stai facendo?-gridò Vera guardandolo negli occhi.
    Marc era furioso per l’immagine che aveva visto poco prima, quell’imbecille di Luis Foreman stava mettendo il naso dove non doveva?
    Avrebbe voluto cacciarlo via dalla sua impresa, ma non poteva, era uno dei migliori dipendenti che avesse e non poteva permettersi una perdita del genere.
    Marc inspirò prima di parlare.
    -Quel tipo è un maiale, stagli lontano, gioca sporco-la avvertì. Marc sapeva quante donne aveva alle spalle, e si chiedeva se Luis ne avesse avute tante quanto lui.
    -Ah, e tu sì?-rispose lei. Nella sua mente apparve l’immagine delle rose rosse di Marc.



    -E’ diverso, le donne sanno cosa faccio quando vengono con me dolcezza-iniziò ad accarezzare le labbra di Vera.
    Fin dal principio sapeva le intenzioni di Marc e si era permessa il lusso di illudersi.
    -Ho del lavoro da fare-si scusò Vera e si avviò al suo ufficio.
    Marc non capiva più nulla. Vera Torres era una donna molto curiosa, e voleva una donna come lei fra le sue coperte, costi quel che costi.
    C’era un sacco di lavoro da fare e tutti i dipendenti correvano con fogli in mano.
    Al contrario, Marc aveva altri piani in mente. Quando aprì la porta dell’ufficio vide subito quello stupido sorriso.
    -Ciao Boer, che sorpresa, come mai mi disturbi con la tua orribile presenza?



    -Smettila Foreman e dimmi cosa vuoi da Vera.
    Marc si avvicinò alla sua scrivania. Non era dell’umore giusto. Voleva la lasciasse in pace, perché lei era solo sua.
    -Da Torres? Non saprei, tu a cosa pensi?-il suo sorriso faceva in modo che Marc perdesse i nervi, ma doveva mantenere la calma.
    -Ti dico una cosa, io l’ho vista per primo, ma quando ho finito con lei se vuoi te la regalo.



    Le loro menti erano così disturbate che non davano conto al danno che causassero a tutte quelle donne che avrebbero voluto stare con loro.
    Luis si alzò e si mise di fronte a Marc.
    -No, così non va, facciamo decidere a lei con chi le va di stare no?
    Le parole di Luis tranquillizzarono Marc. Era sicuro al cento per cento che Vera preferisse lui a Foreman. Come lo sapeva? Facile, sapeva che Vera lo desiderasse, anche se provava a nasconderlo.
    -Va bene, ma non venire a piangere da me come una bambina quando verrà a letto con me-disse Marc con un sorriso trionfante sul volto prima di andarsene.



    Si suppone che il lavoro sia il miglior modo di occupare la mente, no? Pare che a Vera la cosa servisse poco.
    La sua mente non smetteva di pensare a lui. Sentiva stesse tradendo se stessa, che avesse rotto la sua promessa di non voler avere a che fare con coglioni, e ora si ritrovava ad avere a che fare con il peggiore.
    Lei era incantata da lui, era il sogno che aveva sempre tenuto nascosto. I suoi capelli scuri, gli occhi marroni, profondi e seducenti, il suo corpo da sogno e il suo sorriso, quel sorriso che gli permetteva di mettere tutti ai suoi piedi. Questo era Marc Boer, tanto perfetto fuori quanto coglione dentro.



    -Esci dalla mia mente!-gridò Vera alzandosi e uscendo dall’ufficio. Fortunatamente Marc non c’era.
    Aveva bisogno di aria e di pensare, non poteva gestire i suoi pensieri se aveva la mente invasa da quell’uomo.
    Uscendo dall’edificio vide la sua migliore amica abbracciata a Rick Boer. Era uguale al fratello.
    Magari si sbagliava, ma pensava che i sentimenti della sua amica le avessero fatto perdere il sesto senso per le persone che erano innamorate, ma vide una bellissima coppia quando li guardò.
    Vera sapeva fosse un Casanova, ma questo non voleva dire che non sentisse qualcosa di profondo per la sua amica. Gli uomini sono ovvi e quando sono innamorati di una donna si nota da come la guardano.
    I due si separarono e si salutarono con un piccolo bacio.



    -Siete così carini-a sentire quelle parole il sorriso di Liza divenne più grande.
    -Smettila, mi fai vergognare-e tornarono nei loro uffici.
    -Uno in meno-si diceva Vera mentre terminava di inviare degli ordini. Mancava mezz’ora prima che potesse andarsene a casa e dimenticarsi di una giornata così pesante. Ma il destino aveva altri piani per lei.
    La porta del suo ufficio si aprì ed entrò la receptionista con un bellissimo mazzo di rose rosse.
    -Un’altra volta no- pensò Vera mentre le sorrideva.
    -Sembra che tu abbia un ammiratore segreto-disse la ragazza prima di andarsene.
    -Non è così segreto-sussurrò Vera prima di prendere un foglietto bianco che si trovava fra le rose.



    Tirò le rose frustrata ma subito se ne pentì. Erano belle e non era colpa loro se chi le inviava non le andasse a genio. Le raccolse e sistemandole al meglio uscì dal suo ufficio in cerca di Marc.
    Per fortuna, stava entrando dalla porta. Prima che potesse dire qualcosa Vera gli appoggiò le rose al petto e queste caddero al suolo.
    -Qualcosa non ti è chiaro? Non voglio che mi invii nulla.



    Voleva mantenere la calma, ma era impossibile.
    -Che brontolona, non posso nemmeno conquistarti-disse incrociando le braccia e avvicinandosi pericolosamente. Il suo tono di voce era dolce, si stava divertendo.
    -Sei un malato, vai con la tua ragazza e lasciami in pace-gridò. L’unica cosa che ottenne fu un sorrisetto. Quest’uomo non prendeva nulla sul serio?
    -Andiamo dolcezza, che voglia o no, ottengo sempre il mio premio.
    L’arroganza delle sue parole facevano in modo che l’odio crescesse in lei. Ora era un premio? Un oggetto?
    -Va all’inferno.
    -Vieni con me.



    Edited by KimbraFox - 25/4/2017, 00:06
  8. .
    CITAZIONE (Miwakoo93 @ 23/9/2016, 18:19) 
    Qualcuno è geloso :ride: mi sa tanto che Luis si metterà in mezzo ai due.
    Mi piace molto l'amicizia che c'è tra Vera e Liza, non si giudicano e si aiutano l'una con l'altra (:
    Chissà cosa dirà adesso Vera a Marc, secondo me un bel due di picche hahahah

    Povera Vera ahahah Le capitano tutte.
    Lei e Liza sono due amiche fantastiche, si supportano a vicenda.
    Scopriremo cosa dirà Vera a Marc ;)
  9. .
    CITAZIONE (Richard Dunn @ 22/9/2016, 22:18) 
    Uu a quanto pare qualcuno è geloso qui, finalmente il Marc che volevo si sta facendo sentire, meglio che Luis si faccia da parte prima di trovarsi disoccupato e con qualche dente in meno!! Capitolo semplice e scorrevole, non vedo l'ora di continuare

    Sono tutti un po' gelosi qui ma nessuno vuole ammetterlo ahahahah
    Chissà cosa combinerà Luis.
  10. .
    E anche a questo giro ringrazio tutti quanti per i commenti che mi avete lasciato e per aver perso 5 minuti del vostro tempo a leggere il frutto dei miei viaggi mentali. :)
    Quindi, ecco a voi il capitolo 4! E' un po' corto, lo so, ma diciamo che questi capitoli di transito ogni tanto ci saranno, mi servono a farvi capire un po' meglio la situazione.



    Era incazzata. Così si sentiva Vera dopo l’incontro con Marc un’ora prima. Durante tutto quel tempo, concentrarsi le era costato tanto, ma era riuscita a lavorare.
    -Diventerò matta con tutti questi numeri-disse Vera a voce alta continuando a guardare le tabelle che Marc le aveva dato da revisionare.
    Qualcuno bussò alla porta e Vera interiormente si disse ‘che non sia Marc, che non sia Marc’.
    Non era dell’umore per affrontarlo e l’unica cosa che volesse fare era dargli un pugno.
    -Ciao Vera!-disse Liza. Vera tirò un sospiro di sollievo-E’ ora di pranzo, sono venuta a prenderti prima che Marc possa precedermi-disse facendole l’occhiolino.



    -Non parlarmi di Marc, perché mi viene voglia di legarlo e metterlo in un forno a 200 gradi-Liza rise per l’esagerazione dell’amica.
    -Forza, forza! Andiamo a pranzo e mi racconti.
    Vera prese la sua borsa e uscirono. L’ufficio di Marc era vuoto e automaticamente pensò fosse con la tipa siliconata, o dovrei dire, la sua ragazza.
    Non capiva perché la sua testa le gridasse di fermare tutto, ma le sue emozioni le facessero salire il desiderio. Tutto ciò che provasse non poteva portare a nulla, si sarebbe solo scontrata con un muro di mattoni.
    Mentre pensava non si rese conto che fossero arrivate al ristorante.
    -Bene, cara, dimmi tutto-disse Liza ansiosa di sentire la storia dell’amica.
    -Semplice, Marc è un coglione.
    -Sì, cara, però voglio i dettagli-sottolineò Liza aspettando ansiosa.
    -Ieri, dopo aver finito di parlare con te, e dobbiamo ancora finire, mi è arrivato un mazzo di rose rosse da parte di Marc.



    Liza era a bocca spalancata per lo stupore e un sorrisetto apparve sul suo viso.
    -Sembra che tu gli sia piaciuta-Vera sbuffò al commento dell’amica.
    -Sì, come tutto il resto degli esseri che portano una gonna.
    -Quindi gli piacciono anche gli scozzesi?
    Vera ridacchio, come poteva avere un’amica come lei? La faceva sempre ridere nei momenti opportuni e sapeva ascoltare. Non aveva bisogno di altro.
    -Però perché hai un umore così pessimo?
    Nella sua mente apparve la faccia della tipa siliconata, la stupida ragazza di Marc.
    -Conosci una certa Sandra?
    Una smorfia apparve sulla faccia della sua amica.


    E' il meglio che sono riuscita a ottenere dalle pose di the sims D:


    -Vedi, da dove posso iniziare, è una puttana, questa è la base-Vera rise e lasciò che continuasse-è la ragazza di Marc, ma lui le avrà fatto le corna con mezza impresa. Si chiama Sandra Barlow, e Marc sta con lei perché suo padre ha una delle imprese associate alla sua. Se si lasciassero, tutto andrebbe a puttane, capito?- Vera ci pensò.
    -E’ una puttana-affermò facendo sorridere la sua amica.
    -Sei gelosa-il sorriso sparì dalla faccia di Vera. Ovvio che non lo fosse. Per lui non voleva avere nessun tipo di sentimento, e non lo aveva. Di più, aveva tutte le informazioni per non avercelo.
    -Non ti emozionare-rispose mentre mangiava-Cambiamo discorso, cosa facevi la scorsa notte signorina?



    -Non sono stata del tutto sincera con te, sono innamorata di Rick.
    -Ok, va bene che ti piace però, è così serio?
    Era terrorizzata. Non voleva la sua amica stesse male per un coglione, ancora meno per un Boer.
    -Non ho potuto evitarlo, e ieri mi ha invitata ad uscire e ho accettato, abbiamo solo parlato ed è stato molto attento e galante.
    Vera dubitò un istante, può essere che Rick non fosse tanto orribile quanto Marc.
    -Va bene, però stai attenta.
    Finito il pranzo tornò in ufficio.
    Vera stava per entrare nell’ufficio di Marc quando una mano la fermò.
    -Ciao Vera-sentì la voce di Luis.



    -Ciao-sorrise amichevolmente.
    -Volevo chiederti il numero, magari qualche volta potremmo vederci o altro-lui le fece l’occhiolino e lei si sentì un po’ incomoda.
    Non che Luis fosse brutto ma non le andava. Gli diede comunque il suo numero, per gentilezza, diceva.
    Luis le diede due baci sulle guance e le accarezzò un braccio prima di tornare al suo ufficio.
    Quando Vera entrò nell’ufficio di Marc per andare al suo, sentì qualcuno chiudere la porta e metterla contro la parete.
    Vide quei bellissimi occhi marroni e quel viso così bello.
    -Credo che quell’imbecille debba imparare che quello che è mio non si tocca.



    Edited by KimbraFox - 25/4/2017, 00:01
  11. .
    Ancora una volta ringrazio tutti per i commenti che mi lasciate :) sono contenta che vi piaccia la mia storia.
    Buona lettura!

    cap1

    Vera si avviò velocemente verso la sua auto sotto l’attento sguardo di Marc, che la stava osservando dalla finestra del suo ufficio. Solo lui poteva distinguere la sua minuta figura dall’altezza in cui si trovasse, non poteva smettere di guardarla con attenzione.
    Per quanto strano possa sembrare, Vera si sentiva fissata e si girò verso la finestra del suo ufficio, senza vederlo.
    Come poteva essere che una donna fosse riuscita a mandarlo in confusione soltanto guardandolo? Non era abituato a quelle sensazioni. Manteneva sempre la calma e aveva sempre il controllo delle situazioni.

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    Arrivata al suo appartamento si tolse le scarpe e si buttò sul divano con un bicchiere di vino in mano e subito si ricordò dei fogli che le aveva dato Marc.
    -Oh Marc- sospirò Vera, totalmente presa da quell’uomo.
    Era insolito. Si era promessa di non voler impegnarsi con nessun uomo, ancora meno con uno come lui. Aveva già sofferto abbastanza.
    -Forza Vera, che ti prende? Ti comporti come una stupida adolescente.
    Si arrabbiò con se stessa appoggiando il bicchiere sul tavolo. Non voleva nessuno, né come Marc, né come nessun altro uomo che le si parasse davanti.

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    Però per quanto se lo ripetesse sembrava non fare effetto. Poggiò la mano sulla suo schiena e la accarezzò, sentiva il calore del suo tatto.
    Il suono del suo cellulare interruppe i suoi pensieri.
    -Ciao Liza.
    -Vera, come è andata? Ti hanno presa?-non sentiva bene ciò che le stesse dicendo.
    -Sì, mi hanno presa-rispose Vera-senti, ma dove sei? Non riesco a sentirti.
    -Sono al café The Mood-rispose la sua amica.

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    -Il café The Mood? Ma quel posto è carissimo! Che cosa ci fai lì?
    Quella caffetteria era una delle più esclusive della città, solo le alte cariche, i famosi e i ricchi potevano permettersi il lusso di entrarci.
    -Ho un appuntamento-rispose Liza nervosa.
    -Un appuntamento? E dimmi, con chi? Sicuramente è un pezzo grosso.
    -Sono con Rick Boer.
    Vera per poco non si soffocò con la sua stessa saliva a sentire quel nome.
    -Cosa?!-gridò Vera-Liza, hai perso il senno? Quell’uomo ti vuole per ciò che desidera, non lasciare che ti faccia del male, per l’amor di Dio.

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    Liza si aspettava il sermone di Vera quando le era venuto in mente di chiamarla. Forse non era stata del tutto sincera con lei, ma sapeva quale potesse essere la sua reazione se le avesse confessato il suo amore per Rick.
    Il campanello di casa suonò e Vera si vide costretta a salutare la sua amica.
    -Io e te abbiamo una discussione in sospeso signorina-le disse Vera come fosse sua madre. Non voleva vedere la sua amica con il cuore spezzato, ancora meno per colpa di qualcuno come uno dei Boer.
    Vera si diresse alla porta e trovò un uomo sui sessant’anni che teneva in mano un mazzo di rose rosse.
    -Lei è Vera Torres?-chiese l’uomo. Vera annuì.
    -Questo è per lei, firmi qui.
    Vera prese il mazzo, firmò e chiuse la porta.
    Rimase bloccata in mezzo al salone, chi le mandava un mazzo di fiori tanto belli? Trovò un foglietto tra i rosso dei fiori.

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    -Ma che diavolo succede?

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    -Un’altra volta- pensò Vera.
    Si trovava di nuovo davanti a quell’imponente edificio. Era inquietante. Anche se non voleva riconoscerlo, era entusiasta, non solo per cominciare una nuova ed emozionante tappa della sua vita, ma anche perché un certo coglione, come lei lo aveva catalogato, le aveva regalato un bellissimo mazzo di rose rosse la sera prima.
    Non voleva pensarci troppo a quel gesto che sicuramente aveva fatto con tutte le ragazze che l’avevano preceduta.
    Non ci diede più conto ed entro nell’edificio, salutò la receptionista e si avviò verso il suo primo giorno di lavoro.
    Mentre saliva le scale non riuscì a non notare l’uomo che le diede una piccola spinta mentre correva su. Al sollevar della vista vide un uomo molto bello, ma non quanto Marc.
    -Perché lo sto confrontando con Marc?-si chiese completamente stupita.
    -Mi scusi, non guardavo dove stessi andando.
    -No, la colpa è mia, ero un po’ distratta-rispose Vera con il migliore dei suoi sorrisi.
    -Credo non ci abbiano presentato, sono Luis, Luis Foreman-disse tendendo la mano che Vera strinse.

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    -Un piacere, sono Vera Torres-a sentire il nome rimase stupito.
    -Quindi sei tu la nuova segretaria di Marc?
    -Esatto-rispose con un sorriso.
    -Tienilo lontano, morde-Vera rise di gusto e lui si congedò per andare in ufficio.
    Quando Vera arrivò in ufficio trovò una sorpresa non molto gradita. C’era una donna che stava baciando Marc, con una scollatura pronunciata e un rossetto rosso che gridava ‘puttana’ da tutte le parti.
    -E tu chi diavolo sei? Non sai che è cattiva educazione entrare senza essere annunciati?-la sua voce era insopportabile. Vera sentiva che le sarebbero esplosi i timpani se quella donna non avesse smesso di parlare.

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    -Mi dispiace molto-si scusò. Le scuse non erano sincere. Non si sentiva in colpa per quella donna, che non conosceva e già detestava, e nemmeno per Marc, sapeva che sarebbe successo. Non c’era da illudersi con tipi come lui.
    -Non preoccuparti Vera, se ne stava andando-annunciò Marc quasi spingendo via la donna.
    Vera fu costretta a trattenere una risata.
    -Marc, amore, ricordati che questa sera abbiamo una cena con i miei genitori-disse lei sistemandogli il colletto e la cravatta.
    Un attimo, cena con i suoi genitori? Quindi era la sua ragazza? Ora si che era incazzata.
    -Sì, Sandra. Ti chiamo dopo, ok? Ora devo lavorare-disse spostandola.
    Ma sembrava che lei volesse marcare il territorio ancora un po’, lo baciò appassionatamente e si diresse verso Vera. Mentre Marc era distratto, si avvicinò e parlò abbastanza piano da non farsi sentire da lui.

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    -Hai visto? E’ mio, e nessuna come te me lo porterà via.
    Vera rimase sbalordita. Il suo tono di voce faceva capire quanto fosse una donna arrogante. Era perfetta per quel coglione del suo capo. Era così curiosa che avrebbe chiesto di Sandra a Liza più tardi.
    Vera spostò poi lo sguardo su Marc e si incazzo ulteriormente. Era un sudicio e patetico imbroglione. La cosa peggiore è che lei si era illusa. Era la prima volta che un uomo le mandava dei fiori.
    Accelerò il passo verso la porta del suo ufficio ma non fu abbastanza rapida e sentì una mano prenderla per il braccio e fermarla.
    -Perché tanta fretta?-chiese lui.
    -Ho da lavorare.

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    Non aveva voglia di scherzare. Sapeva che se fosse rimasta lì con lui gli avrebbe fatto saltare i denti.
    -Ti sono piaciuti i fiori?
    Quella domanda era patetica e assurda da parte sua. Cosa voleva gli dicesse dopo averlo visto con quella donna? Maledetto imbecille.
    -No, ora se mi permetti…-Vera si liberò dalla sua presa e andò nel suo ufficio.
    Doveva dimenticarsi di quella, non voleva un uomo così manipolatore e astuto come lui.
    Marc, al contrario, era stordito. Non gli avevano mai dato una risposta negativa. La sua strategia era semplice, fiori, appuntamento e sesso, non c’era nulla di complicato.
    -Sembra che tu sia un osso duro Torres-disse a voce alta-ma non ti preoccupare, mi piacciono le sfide.

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    Edited by KimbraFox - 24/4/2017, 23:50
  12. .
    Ed eccomi qui con un luuuuunghiiissimo capitolo ahahah
    Spero non risulti noioso ma tutto inizierà a ingranare la marcia dal capitolo 4/5, forse è per questo che sono riuscita a scrivere 31 capitoli+epilogo :ride:
    Detto questo vi ringrazio per i commentini che mi avete lasciato, sono contenta di aver catturato la vostra attenzione.
    Buona lettura!

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    UN MESE PRIMA

    Vera tremava davanti all’imponente edificio che aveva di fronte. Forse non era stata una buona idea accettare la proposta della sua amica Liza e andare a lavorare per i Boer.
    Aveva sentimenti e pensieri contraddittori. Ci fu un momento in cui pensò di tornare sui suoi passi e andare al suo appartamento, ma avrebbe voluto dire tradire la sua amica e rinunciare a quella fantastica opportunità che le era stata offerta.

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    Tutto cominciò quando Vera e Liza si riunirono un pomeriggio come gli altri, per chiacchierare.
    Vera aveva terminato l’università e cercava un lavoro, mentre Liza aveva già una laurea e lavorava per l’impresa dei Boer.
    Liza pensò, che con il brillante curriculum della sua amica, sicuramente l’avrebbero accettata a lavorare per loro.
    Fra un sorso di caffè e un morso alle sue madeleines(queste), espose la sua idea.
    -Potrei raccomandarti al mio capo, sono sicura che rimarrà colpito dal tuo curriculum.
    Vera spalancò gli occhi. Conosceva i fratelli Boer, non personalmente, ma li aveva visti in milioni di riviste e in televisione, soprattutto Marc.
    -Non so, non vorrei che tu avessi problemi per colpa mia.

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    Non conosceva Marc ma poteva intuire che fosse un coglione, di quelli che Vera odiava, tanto arroganti, presuntuosi e con la pazienza così bassa che sfiorava i numeri negativi.
    -Sono sicura che me ne sarà grata.
    Forse lavorare lì non sarebbe stato così male.
    -Come sono?
    Chiese Vera. La curiosità la invadeva. Voleva sapere se i suoi sospetti riguardo a Marc fossero giusti.
    -Non li conosco tanto, lavoro lì da appena un mese, però posso dirti che so quello che pensi, ed è giusto.
    Vera lo sapeva. Tipici imbecilli con i soldi che si credevano i re del mondo.
    -Però posso dirti che Rick è meno antipatico di Marc.
    -A cosa ti riferisci?

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    Chiese Vera mischiando il caffè, ora la conversazione era di suo interesse.
    -Rick, in un centro senso, è più amichevole. Ci saluta sempre amichevolmente, senza mai abbandonare la sua caratteristica freddezza ovviamente-Sorseggiò il caffè e continuò-Al contrario Marc è un altro mondo. E’ freddo, tentatore e arrogante, però incredibilmente intelligente e un gran manipolatore, per questo è arrivato dove è ora.
    -E’ un coglione-affermò Vera provocando la risata della sua amica.
    -Lo hai detto tu.

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    Vera era sicura che fosse andato a letto con più della metà dell’impresa, perché era chi era, e aveva una reputazione piuttosto sinistra.
    -Bene, gli darò il tuo curriculum, ok?
    Vera annuì e entrambe si alzarono per pagare e uscire dalla caffetteria.
    Arrivata nel suo appartamento Vera si cambiò e si tuffò sul divano.
    -Può essere che non sia così coglione come si dice-pensò-o potrebbe essere molto peggio.

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    Effettivamente, come Liza immaginava, Marc rimase sbalordito dal curriculum di Vera e voleva che cominciasse a lavorare per lui il prima possibile, prima che qualche altra impresa la assumesse. Nella sua mente, Marc sperava fosse sexy, provocante e sensuale. Non immaginava che l’avrebbe respinto e nemmeno immaginava che potesse essere così bella.

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    E lì era Vera Torres. Il pensiero era sempre quello, non conosceva Marc personalmente ma aveva un brutto presentimento.
    Inspirò ed espirò profondamente per calmarsi. Infine si decise, iniziò a camminare verso quella porta di cristallo con la scritta Boer Enterprise sopra.
    All’entrata, rimase meravigliata e un po’ spaventata. Tutta l’eleganza che si trovava nell’atrio la travolse.
    Si guardò e si risollevò a vedersi addosso uno dei suoi vestiti migliori, azzurro scuro con una preziosa collana al collo. I suoi capelli scuri li portava raccolti e un po’ spettinati e ai piedi aveva dei tacchi molto comodi.
    Il suo sguardo viaggiò per quel lussuoso e elegante atrio. Tutte le impiegate erano incredibilmente belle, come uscite dalla rivista Vogue.
    Alcuni impiegati la guardavano dalla testa ai piedi e Vera si sentiva disturbata da quegli uomini che sembravano predatori invece che umani. Il suo sguardo si posò sulla reception dietro la quale si trovava una ragazza dai capelli rossi e dagli spettacolari occhi castani.
    -Scusi, buongiorno-salutò amichevolmente Vera con il migliore dei suoi sorrisi. La ragazza alzò gli occhi da alcuni fogli e le sorrise.

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    -Buongiorno, come posso aiutarla?
    Il suo tono di voce era pacato e dolce.
    -Ho un appuntamento con il signor Boer-affermò Vera strofinando le mani che iniziavano a sudare sul vestito.
    -Lei è Vera Torres?-chiese guardando l’agenda. Vera annuì-Si trova all’ultimo piano.
    Vera ringraziò e cominciò a camminare finché la voce della ragazza la fermò.
    -Buona fortuna-le disse. Vera sorrise e continuò a camminare verso l’ufficio.
    Mentre si avviava un sacco di dubbi la invasero. Poteva essere fosse un tipo piacevole o poteva essere fosse peggio di quanto si fosse immaginata. Sperava di essersi sbagliata, anche solo un poco.

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    Arrivata al piano trovò una ragazza dalle gambe chilometriche che la accompagnò attraverso l’unica porta presente sul piano, il suo ufficio.
    -Signor Boer, è arrivata la Signorina Torres.
    Quella donna non aveva nulla a che vedere con l’amichevole receptionista del piano terra. La donna che le bloccava la vista era molto più fredda.
    -Falla passare.
    Quando Vera sentì la sua voce sentì un brivido lungo tutto il corpo. Era roca, oscura, tentatrice e seducente. Non poteva credere che con il solo suono della voce fosse riuscito a farla tremare.
    La donna se ne andò e lasciò il passaggio libero per Vera.
    Trovò Marc di spalle, osservava la città da quella enorme vetrata. Vera lo esaminò.

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    Aveva un abito nero, le spalle ampie, i capelli scuri e un po’ spettinati, le mani dentro le tasche.
    Esaminando l’ufficio, Vera rimase meravigliata. Era semplice, pulito e semplicemente perfetto.
    Marc si voltò e fu quello il momento in cui rimase stupito, ma lo nascose così bene che Vera non riuscì a notarlo. Non aveva mai visto una ragazza così incredibilmente bella come quella che era di fronte a lui. Era castana, con gli occhi azzurri e un corpo da sogno.
    La osservò e se la immaginò nel suo letto, avvolta dalle lenzuola e si perse in quel bellissimo corpo coperto da quel vestito.
    -E’ un piacere conoscerla Signorina Torres, mi hanno parlato molto di lei.
    Vera era totalmente paralizzata davanti la bellezza e la mascolinità di quell’uomo.
    -Per me è lo stesso Signor Boer.

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    Quando lei rispose, si sentì al settimo cielo. La sua voce era musica per le sue orecchie. Melodiosa e dolce, a volte potente e decisa.
    -Per favore, si segga-le indicò una delle sedie che si trovavano davanti alla sua scrivania.
    Vera si sedette, sentendo il penetrante sguardo di Marc che seguiva i suoi movimenti. Si sentiva incredibilmente attratta da quell’uomo, come mai lo era stata.
    Marc si accomodò aprendo il bottone della giacca. Vera alzò gli occhi e i loro sguardi si incrociarono. Lui non batté ciglio, la esaminava con attenzione con i suoi occhi incollati a quelli di lei.
    -Bene, l’ho chiamata perché, come saprà, la sua amica mi ha mostrato il suo curriculum e devo dirle che è uno dei migliori che abbia mai visto-Vera sorrise e si sentì incredibilmente lusingata.

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    -Mi piacerebbe che lei lavorasse con me nella mia impresa, sarebbe un piacere averla con noi.
    -Anche a me piacerebbe lavorare qui-rispose Vera-che posto occuperei?-chiese nervosa.
    -Vorrei fosse la mia segretaria personale, ho bisogno di qualcuno efficiente e che voglia lavorare, e credo che lei abbia i requisiti necessari.
    Sarebbe stata la sua segretaria personale. Quel posto era importantissimo e portava con se un sacco di responsabilità. Non sapeva se fosse all’altezza o no.
    -Quindi accetta il posto?-chiese Marc sperando in una risposta affermativa. Desiderava quella donna e voleva conoscerla. Non poteva resistere.

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    -Sì-rispose Vera sicura di ciò che stesse facendo. Era una gran opportunità che non avrebbe sprecato.
    -Fantastico, qui c’è tutto ciò che deve sapere, la aspetto domani nel mio ufficio alle nove in punto-disse Marc-La accompagno alla porta.
    Si alzò dalla sedia e si chiuse la giacca. Quando Vera si alzò e si incamminarono verso la porta, Marc posò una mano sulla sua schiena. Vera si irrigidì e Marc sorrise perché aveva verificato che la sua presenza e il suo tocco la rendevano nervosa. Non lo sorprendeva, provocava sempre quell’effetto nelle donne.
    Aprì la porta dell’ufficio e Vera iniziò a incamminarsi. Si girò un attimo e vide Marc appoggiato al muro con le braccia incrociate. I loro sguardi si incrociarono ancora una volta e poi Vera si decise ad andarsene.
    Nessuno dei due sapeva che quel primo incontro avrebbe marcato la loro vita per sempre.

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    Edited by KimbraFox - 24/4/2017, 23:46
  13. .
    CITAZIONE (Alea° @ 16/9/2016, 23:47) 
    Ciao, ti seguo volentieri anch'io perché.. wow è davvero un bellissimo inizio coinvolgente. Brava non vedo già l'ora di leggere il seguito ;)

    Grazie mille :)
    Sostanzialmente ho già il secondo e terzo capitolo pronti con tanto di foto ma vanno un po' sistemate, con the sims 4 è difficile fare delle foto decenti visto che a volte devo usare le pose delle interazioni di gioco ahahah
    Vedrò di aggiornare il prima possibile!
  14. .
    Ed eccomi con la mia nuova storia! Spero vi piaccia, a me piace da morire come è venuta!
    Non vi do alcuna anticipazione ma posterò il primo capitolo il prima possibile, per ora vi lascio con la copertina :D

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    Capitolo 1
    Capitolo 2
    Capitolo 3
    Capitolo 4
    Capitolo 5
    Capitolo 6
    Capitolo 7
    Capitolo 8
    Capitolo 9
    Capitolo 10
    Capitolo 11
    Capitolo 12
    Capitolo 13
    Capitolo 14
    Capitolo 15
    Capitolo 16
    Capitolo 17
    Capitolo 18
    Capitolo 19
    Capitolo 20
    Capitolo 21
    Capitolo 22
    Capitolo 23
    Capitolo 24
    Capitolo 25
    Capitolo 26
    Capitolo 27
    Capitolo 28
    Capitolo 29
    Capitolo 30
    Epilogo

    Edited by LadyDeath - 11/8/2017, 13:35
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928 replies since 23/7/2012
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