The Sims Lover Forum - News, storie, guide, download sulla serie The Sims

Votes given by MistFolletto

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    mi piace perchè continuano ad arricchire il comportamento dei sim nei confronti dei loro simili e di ciò che succede intorno a loro
  2. .
    C'è sicuramente lo zampino di Soliman! Stava cercando proprio lui e scommetto che quei tre omoni sono al suo soldo.

    La storia si infittisce. 👀
  3. .
    Capitolo 2

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    I quattro giungono al Latinos y Caribs per le 9:20, come da programma. Il locale è ancora vuoto: ci sono solo alcuni giovani che attendono trepidanti l’apertura delle danze, prevista per le 9:45. D’altronde, è normale: buona parte dei sulanesi “se la prende comoda” nei giorni di festa, anche se si tratta di una celebrazione importante come il Dia de la Indipendencia.

    Estebana e Carmen approfittano della quiete per sedersi e mandare Josè e Fernando ad ordinare un’abbondante colazione. Per i due fratelli, dei pastelitos de la Selvadorada, fatti di guava e formaggio. Per i coniugi, invece, dei deliziosi platani fritti. Tutto accompagnato da un buon caffè sulanese, famoso per essere così forte da far restare in piedi chi lo ingurgita anche per un’intera giornata.

    Mentre i ragazzi si godevano il pasto, la gente aveva iniziato a riempire il locale. Orde di giovani stavano invadendo le sei piste da ballo, e il proprietario di tutta la baracca, un tale Felipe Gonzales, appena prima di lasciare il piedistallo al suo fidato DJ, si era lanciato in un discorso rivolto a tutti i partecipanti.

    Questo matinée è per tutti noi, che per i motivi più disparati non possiamo ancora tornare a casa, o forse non ci torneremo mai più. Oggi, 14 giugno di quasi centovent’anni fa, la nostra terra diventava una Nazione. Per quanto abbia continuato a soffrire per altri settant’anni tra presidenti corrotti e famiglie criminali che decidevano vita e morte di chiunque, la nostra era una Nazione libera dal dominio di Casa España. E quindi, se non possiamo festeggiare a casa con i nostri cari, festeggeremo e renderemo omaggio alla nostra terra qui e ora! Corred, sulaneses!

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    E il sipario si apre così, con un sacco di persone che si scatenano. Tra queste, ci sono anche alcuni residenti nei dintorni del locale e addirittura “gente da fuori”. Alcune voci incontrollate parlano, infatti, di un’Alberghini “infiltrata” nella grande festa! Non è escluso che stia frequentando qualche sulanese, in effetti.

    Tre ore di ballo quasi incessanti hanno certamente spompato i quattro amici, che decidono quindi di fermarsi un secondo in uno dei due bar per bere qualcosa. D’altronde, buona parte degli occupanti stava andando a sedersi per un boccone, oppure stava correndo in bagno.

    L’ordine dei drink chiesti è il seguente: un daiquiri per Estebana, due mojito per Fernando e Josè e un habana per Carmen. Questi dovevano fare da buon “antipasto”, cosicché i ragazzi potessero arrivare ai tavoli da pranzo, una volta svuotati, non esageratamente affamati.
    Infatti, il loro piano diabolico consisteva nel prendere qualcosa da bere e aspettare che la zona “lunch” cominciasse a liberarsi, così da poter mangiare senza tanta confusione e soprattutto da seduti.

    Carmen, nel frattempo, aveva iniziato a raccontare una delle sue barzellette più amate dal pubblico newcrestiano: “Ma sapete chi era arrivato a parcheggiare davanti al Palacio de Estado nel 1930?

    I tre ascoltatori, pur sapendo la risposta, fingevano di essere del tutto ignari alla battuta del secolo che stava per uscire dalla bocca del piccolo talento comico.

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    Carmen: “Ma come no?! Josè, tu dovresti saperlo!
    Josè: “Non mi ricordo, onestamente…
    Carmen: “Ma nostro nonno!!! Era arrivato lì di fronte, col suo mulo, e stava andando a trovare un suo amico lì vicino, che pescava tranquillo.
    Josè: “Porca miseria, hai ragione!
    Carmen: “Non ricordi? Appena fatti due passi verso la spiaggia, le guardie del presidente erano arrivati lì e gli avevano chiesto… ‘Ma cosa fa?! Non può lasciare la bestia qua!’

    Fernando ed Estebana avevano assunto, nel frattempo, un’espressione mista tra il divertito e il curioso. Sembrava, infatti, che nessuno si ricordasse di questa massima. Carmen, intanto, proseguiva col monologo: “E nonno, allora, chiese il perché. Questi omoni grossi e ben armati risposero, ‘Qui ci passano diplomatici, onorevoli, persone di un certo livello… togli quel somaro!’. Di tutta risposta, nonno se ne era uscito così: ‘E dove sta il problema? Ha l’antifurto! Se provano a rubarmi anche questo, stavolta lo sento!’

    Il bancone era scoppiato in una grossa risata, quando all’improvviso, Josè nota un uomo che stava ballando con poche altre persone sulla pista. Era un signore magrolino, brizzolato, dagli occhi color ghiaccio. Sembrava godersi la festa, se non fosse per il fatto che non si tratta proprio di un “anziano” qualunque.

    Josè: “Ragazzi! Guardate chi c’è in pista! Ecco, però non giratevi tutti insieme!

    Estebana riesce ad individuarlo con la coda dell’occhio, mentre Carmen si volta quasi del tutto. L’uomo, però, sembrava non averla notata. Fernando evita di farsi scoprire e decide di fidarsi ciecamente del resto del gruppo.

    Carmen: “Ma è davvero lui?!
    Estebana: “Cosa ci fa un razzista ad una festa per sulanesi e gente normale?
    Josè: “Non saprei. È davvero strano… Che si fosse aspettato un tuo intervento, Carmen?
    Carmen: “In effetti non lo escluderei, anche se ieri non l’ho per niente visto.
    Josè: “Hai ragione: un razzista non partecipa a simili iniziative.

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    L’uomo, conosciuto come Soliman Duncan, è un imprenditore. O almeno, lui afferma di esserlo. Dice di essere originario di Windenburg e che qui ha trovato fortuna nel costruire e affittare appartamenti nei pressi di Llama Lagoon. Queste abitazioni, ad oggi, sembrano essere gestite da quattro dei suoi cinque figli, e si dice che siano abitate per la quasi totalità da sulanesi o selvadoregni.
    Che abbiano cambiato idea e abbiano cominciato ad essere un po’ più aperti di vedute? Molto probabilmente no: quando si tratta di soldi, si può essere generosi anche con chi si odia. Ecco perché hanno accettato di ospitare persone a loro sgradite.
    Il problema di fondo viene, però, dal fatto che questi signori, in particolare il capofamiglia Soliman, fa controllare spesso il suo piccolo impero immobiliare da strani energumeni che lui descrive come “vigilanza privata”… un servizio offerto dalla generosa famiglia Duncan affinché tutti stiano bene e tutto vada per il verso giusto.
    Non è fantastico?

    Intanto, il vecchio ha smesso di muovere i passi sulla pista e si avvia verso l’uscita. È rimasto nel locale per 20 minuti contati. I quattro ragazzi, dunque, trascorrono altri dieci minuti al bar e poi, finalmente, si dirigono verso l’area lunch per gustarsi un meritato pranzo.
    Oggi, la cucina offre una varietà di piatti sulanesi e selvadoregni unica nel suo genere. Ciò che mette d’accordo tutti, però, è una gigantesca ropa vieja di maiale accompagnata con peperoni, riso e pomodori. Una delizia per il palato di tanti. Nel mentre, però, Estebana ha voluto strafare, ordinando anche un po' di moros y cristianos, ossia del riso con fagioli neri.

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    Una volta consumata la prelibata pietanza, Fernando si rende conto che si sono fatte le 16:00. In preda all’ansia, avverte sua moglie che sarebbe il caso di mettersi in viaggio per andare a prendere Inocencia.

    Josè e Carmen, dunque, si offrono di accompagnare i due coniugi fino a una graziosa casetta situata a circa 20 minuti a piedi dal locale. Qui, infatti, vive l’amichetta della bambina di Fernando ed Estebana, che alla vista dei suoi e dei due fratelli era corsa ad abbracciare tutti i presenti.

    Nel frattempo, al Latinos y Caribs succede qualcosa di strano.
    Si presentano, infatti, tre omoni grossi come degli armadi, dalle espressioni quasi schifate. Scrutano la zona ballo in cerca di qualcuno, ma la pista era ancora poco gremita. Questi restano ai margini delle piste per circa due minuti, poi lasciano il locale, con la stessa espressione, continuando a guardarsi intorno, alla ricerca di chi… non si sa ancora.


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  4. .
    Cinque giorni prima
    Capitolo 1

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    Erano le 17:20 di una calda giornata di sole, a Newcrest. Carmen era rientrata da un piccolo spettacolo che aveva tenuto nei pressi di Llama Lagoon, a ovest di Newcrest. Un po’ stizzita, probabilmente per il traffico, lascia andare il portone che, dunque, si chiude con una gran botta. Josè, in quel momento, si stava godendo la tv.

    Josè: “Oh, Carmen! Sei già qui!?”

    Si alza, quindi, e va ad abbracciarla.

    Josè: “Come è andato lo show a Llama Lagoon?”
    Carmen: “È andato tutto a gonfie vele! L’intero vicinato era lì. Ho anche riconosciuto alcuni dei nostri amici!”

    In quel momento, il viso di Josè era la rappresentazione celestiale della felicità.
    Ha sempre avuto un rapporto meraviglioso con sua sorella, complici anche i pochissimi anni di differenza, probabilmente. Si sono sempre sostenuti a vicenda e i litigi sono sempre stati una rarità. Non è cosa comune quando si ha fratelli o sorelle, che generalmente sprecano il loro tempo a litigare o a consumarsi per invidia o gelosia.

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    Carmen: “Cosa mi avevi promesso, per quando sarei tornata?”
    Josè: “Ah già! Andiamo di sopra!”

    Al piano di sopra, i due fratelli hanno avuto modo di costruire una sorta di minibar coperto dove Josè si è potuto esercitare negli ultimi due anni a preparare cocktail di ogni genere (e dove ha organizzato più di qualche festa col vicinato). E a quanto pare, Josè sembrava aver promesso a sua sorella il suo drink preferito: un Dos Hermanos. Una vera e propria coincidenza, visto che vuol dire proprio “i due fratelli”.

    Mentre lui preparava il cocktail, Carmen si lancia in una proposta, tutta da cogliere al volo.
    Carmen: “Domani sembra che vogliano fare un matinée al Latinos y Carib!”
    Josè: “Cosa? Un matinée?!”
    Carmen: “Guarda! Questa è la locandina dell’evento!”

    Effettivamente, guardando bene dal suo telefono, pare che i gestori di quel locale abbiano davvero organizzato un evento in pieno giorno. Il motivo sembra essere anche più semplice di quanto ci si possa immaginare. Infatti, sarebbe un modo per i sulanesi residenti a Newcrest di celebrare l’indipendenza di Sulani, che cade proprio il 14 di giugno.
    E qui, al Latinos y Carib, viene riproposto il Dia de la Indipendencia sulanese aprendo i cancelli del locale già dalle 9:30 del mattino e festeggiando fino a notte fonda. Non è un caso, tra le altre cose, che la maggior parte dei sulanesi di Newcrest sia praticamente “in ferie” quel giorno.

    Josè: “Oh oooh! Vedi i Gonzales cosa ci organizzano!”
    Carmen: “Sarebbe un vero peccato non andarci.”
    Josè: “Magari, possiamo sentire anche Fernando ed Estebana se vogliono unirsi a noi…”
    Carmen: “Ma con la bambina?! Conoscendoli, direbbero subito di no.”
    Josè: “Tentar non nuoce! Tra due minuti ci penso io!”

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    Una volta terminato il dos hermanos per Carmen, Josè ha alzato la cornetta e chiamato i due amici. Dalle sue colorite espressioni sembra che Fernando ed Estebana abbiano accettato di buon grado l’invito. A quanto pare, per la loro figlioletta devono aver già trovato una soluzione. Soprattutto, non inganna per nulla la frase di Josè prima di riattaccare:
    “Benissimo, allora ci vediamo domani alle 8:45 davanti casa vostra. A domani!”

    Nel frattempo, però, si erano fatte le 18. E quello che succede in questi casi può toccare l’assurdo: Josè, che deve essere al lavoro per le 19:30, va nel panico più totale. Deve ancora cambiarsi, sistemarsi in “tenuta da super-barman” e percorrere tre chilometri in così poco tempo. Considerando anche la relativa lentezza del ragazzo e il traffico cittadino che, tra le 17 e le 20, diventa ingestibile.

    Carmen: “Ma ogni volta che sei in ritardo devi fare così?! Mi sembri il Bianconiglio!”
    Josè: “Bianconiglio o meno, io devo precipitarmi in bagno e poi in strada!! O sennò…”
    Carmen: “Sennò cosa? Sono ancora le 18!”
    Josè: “Tu non hai idea del fiume di macchine che c’è adesso fino a ora di cena… arrivo in tempo solo per miracolo!!!”

    La povera Carmen assiste, perciò, alla tragicomica scena in cui suo fratello, dopo averla salutata frettolosamente, sta quasi per rotolare giù dalle scale. E il tutto mentre sorseggia il suo cocktail, tra l'altro talmente squisito da prendersi il titolo del "più buono di sempre".
    I due fratelli si salutano, di nuovo, circa 20 minuti più tardi, sempre precipitosamente.
    Carmen, quindi, si prepara una cena leggera, si gode un po’ di tv e, contro ogni aspettativa, alle 22:30 era già a dormire. Effettivamente, lo spettacolo che ha avuto nel pomeriggio l’ha sfinita più del previsto. Addirittura, non ha sentito affatto il rientro di Josè, tornato a casa per le una.

    La notte sembra passare in fretta, e la sveglia delle 7:40 suona imperterrita. Almeno, fino all’arrivo del pugno “di ferro” di Carmen, che a quanto pare deve averne provocato la rottura. Secondo le stime di suo fratello, la ragazza sembra aver distrutto almeno tre sveglie in un solo mese.
    I due, preparatisi in tempo record, riescono ad arrivare con un qualche minuto di anticipo davanti all’abitazione dei coniugi De La Cruz (alias Fernando ed Estebana), che, casualità, stavano uscendo proprio allora.

    Estebana: “Un tempismo impeccabile, Pachecos!”
    Josè: “Evento più unico che raro. Sapendo quanto voi ragazze…”
    Carmen: “Disse il ritardatario cronico… buongiorno, comunque!”
    Fernando: “Buondì a tutti.”

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    Il quartetto si incammina verso la fermata del bus più vicina, a circa 50 metri dalla casa dei coniugi. Carmen, però, si accorge che manca qualcuno...

    Carmen: “La bambina non viene con noi?”
    Estebana: “Oh, Inocencia si è fermata a dormire da una sua amichetta!”
    Fernando: “Ci siamo dimenticati di dirvi, infatti, che dovremmo andare via intorno alle 17 per riprenderla, ecco… non ci fermeremo tanto a lungo!”
    Josè: “Non preoccupatevi! Forse andremo via prima anche noi.”
  5. .
    Grazie a tutti e tutte 😀
    Sarò un po' lentina, ma cercherò di non deludervi!!
  6. .
    CITAZIONE (MistFolletto @ 27/7/2022, 09:09) 
    CITAZIONE (MistFolletto @ 4/7/2022, 12:01) 
    Non ho mai giocato con gli adolescenti perché non hanno mai avuto molto da fare, quindi onestamente non vedo l'ora di provare questa espansione, aggiunge davvero un mare di possibilità! 😍

    Io torno qua per dire che dai gameplay sembra ancora meglio di quanto me lo sto immaginando, quindi davvero sto facendo il conto alla rovescia per l'uscita! 😍

    Stavo pensando esattamente lo stesso! Manca solo 1 giorno 😍
  7. .
    Qualcosa di diverso finalmente!
  8. .
    CITAZIONE (MistFolletto @ 26/6/2022, 11:56) 
    Sono un BUONGUSTAIO ANNOIATO 😂 😂 😂 😂
    "Sigh. È troppo chiedere al mondo un po' di originalità? Un po' di creatività? Mentre molti sembrano felici di qualsiasi cosa gli venga servita, tu sei più esigente. Magari ti odieranno per questo, ma tu rimani fedele alle tue convinzioni. In fondo, il mondo ha bisogno di persone di gusto."

    Questo è fantastico!
  9. .

    Cap. 17.4 - NAOMI


    Mercoledì 22 Ottobre



    Ore 7.30

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    Che freddo.

    Era già tornato il freddo.
    Ci stavamo sempre più addentrando nell’Autunno: odiavo quella stagione.
    I colori, le temperature, la pioggia perenne.
    Mi faceva uno strano effetto, non in positivo.
    Mi sarei dovuto incontrare con Jane e Alicia quella mattina per far colazione tutte insieme, prima di andare all’evento per i Club della Scuola.
    Odiavo quell’evento: erano ormai 4 anni che Jane mi costringeva ad andarci e non ne potevo più. Quest’anno era riuscita a farmi promettere che sarei rimasta per più tempo, di solito restavo due ore prima di abbandonarla con i suoi “colleghi” di Giornalismo.
    Le avevo promesso, dunque, che sarei andata a dare un’occhiata alla proposta per il Club di Fotografia: ero sicura che non mi sarei iscritta, un’attività extra oltre alle mille cose che avevo da fare non mi serviva proprio. Quel mattino mi vestii pesante e mi resi conto del freddo che faceva solo quando erano ormai passati 10 minuti che aspettavo le mie amiche di fronte al bar dove avevamo concordato di incontrarci.

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    Ma dove caz.o sono?

    Mandai un messaggio a Jane che puntualmente non mi rispose.
    Decisi di entrare senza aspettarle, stavo congelando.

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    Mi sedetti al primo tavolino libero, da 4 posti e di fronte all’ingresso in modo che loro mi vedessero subito. Il locale non era molto distante da dove abitava Alicia: era un posticino in stile Industrial, molto accogliente e luminoso. Le luci interne erano soffuse, non c’era troppa gente e dal bancone provenivano aromi di caffè tostato e brioches alla crema molto intensi. Scrissi un messaggio ad Alicia che mi rispose quasi subito, avvisandomi che sarebbe arrivata da lì a 5 minuti.

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    Ordinai per me un cappuccino e una ciambella all’amarena mentre aspettavo l’arrivo delle mie amiche. Dopo esattamente 5 minuti, Alicia entrò nel bar tutta trafelata e con la borsa in spalla, mi vide subito e venne verso di me, accomodandosi al tavolino.

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    La cameriera si avvicinò subito a lei e le chiese cosa volesse ordinare: come al solito prese un succo di Mirtillo fresco, un Caffè e un Pain au Chocolat (il suo preferito).

    Naomi: Dov’è Jane?
    Alicia: Non lo so, non l’hai sentita?
    Naomi: Credevo fosse con te..
    Alicia: Hai provato a scriverle?

    Annuii. Per chi mi aveva presa? Certo che le avevo scritto, ero fuori a congelare mentre le aspettavo! Presi il telefono e chiamai subito Jane che rispose dopo tre squilli.

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    Naomi: Dove diavolo sei Jane, si può sapere??
    Jane: Scusa Naomi, sono corsa a scuola. C’è stata un’emergenza al Club e ho dovu-
    Naomi: Va bene va bene, non c’è bisogno che mi spieghi niente. Ci vediamo dopo.

    Riattaccai. Decisi di ordinare anche per lei un cappuccino a una brioche da portare via, che le avrei portato più tardi.
    Alicia: Che succede?

    Alicia sembrò preoccupata.

    Naomi: Niente, emergenza a scuola.
    Alicia: Che vuol dire?? Cos’è successo?
    Naomi: Calma Ali, sono sicura che non sia niente. Probabilmente avranno sbagliato qualche data di pubblicazione per qualcosa.. Che ne so, sono sicura che comunque non sia nulla di grave, non preoccuparti.
    Alicia: Se Jane dice “emergenza” penso che sia successo qualcosa di grave Naomi..
    Naomi: Conosco Jane meglio di sé stessa, rilassati. Piuttosto, come stai?

    Come sta Papino?

    Pensai.

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    Alicia: Bene bene, grazie! Sono un po’ stanca perché sono rimasta sveglia a studiare fino a tardi ieri, questa settimana faccio una prova al ristorante di mio padre per il Lounge e voglio farmi trovare pronta.
    Naomi: Ah, davvero? Che bello!
    Alicia: Sii, non vedo l’ora!

    Nascosi il mio disappunto dietro a un breve ma intenso sorso di cappuccino con cacao.
    Non mi entusiasmava l’iea che il padre di Alicia le avesse trovato un posto nel suo ristorante, più che altro per via della situazione che io e Jane avevamo scoperto: quando la cosa si sarebbe venuta a sapere, cosa avrebbe fatto Alicia? Avrebbe guardato suo padre come prima?
    Di certo quella che stavo per sganciare era una bella bomba.
    Dovevo trovare al più presto qualcuno a cui chiedere per l’invio di questo MMS anonimo.
    La mia popolarità e la mia posizione economica mi avevano permesso di entrare in possesso di tutti i numeri di cellulare e delle mail della scuola ma ovviamente i destinatari potevano vedere il mittente del messaggio/mail. Dovevo quindi trovare qualcuno ignaro delle reali intenzioni che avevo e che mi insegnasse solo il passaggio mancante.
    Ci alzammo dal tavolo dopo una buona mezz’ora passata a chiacchierare, io mi alzai e ritirai l’ordine di Jane, poi uscimmo entrambe dal locale.

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    Ci avviamo verso il parco che era stato scelto per l’allestimento di questo – stupido – evento, quanto intravidi lo stand di dove si trovava il gruppo di Jane. Erano tutti indaffarati: lei stava parlando con una ragazza animatamente, sembrava furibonda per qualcosa. Decisi di avvicinarmi e capire cosa stava succedendo, ma in un batter d’occhio la ragazza si allontanò con un’espressione mortificata in volto. Quando Jane si girò verso la mia direzione, sembrò rilassarsi e mi sorrise, uscì dallo stand e venne verso di me..

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    Naomi: Che sta succedendo?
    Jane: Niente, seccature per le pubblicazioni, qualcuno ha sbagliato l’orario per l’inizio di oggi, così verranno tutti in ritardo di almeno un’ora e dovremo chiudere più tardi!

    Lanciai un’occhiata verso Alicia che mi ricambiò.

    Gliel’avevo detto.

    Naomi: Beh, io e te non abbiamo proprio la stessa definizione di “emergenza” in mente, ma va bene così, l’importante è che si sia risolto tutto.
    Jane: Non posso stare qui fino alle 20 di stasera Naomi, ho altre cose da fare cavolo!
    Alicia: Significa che ti daremo una mano a smontare! Vero Naomi?

    Mi fece l’occhiolino.
    Non avevo intenzione di stare a perdere tempo in quel modo.
    Avevo delle cose da fare e non solo per quella maledetta foto.
    Quando non vide in me una reazione, Alicia mi tirò un pizzicotto al braccio: sapevo che non avrebbe smesso finché non avrei accettato. Non avevo via di fuga, dovevo restare con le mie amiche.

    Jane: Ragazze siete le migliori, non saprei proprio come farei senza di voi.

    Tirò un sospiro di sollievo e ci abbracciò.
    Maledii Alicia con il pensiero per quello che mi stava costringendo a fare, io non ne avevo proprio voglia, soprattutto visto che avrei dovuto aiutare a smontare degli stand o sicuramente a trasportare qualcosa. Speravo mi dessero solo poche cose da fare.

    Naomi: Quindi, che devi fare? Devi stare qua tutto il giorno?
    Jane: No, fortunatamente farò il giro degli stand ed intervisterò qualche studente, sai, per i feedback sul giornale scolastico..
    Alicia: Se vuoi io faccio da volontaria come prima intervistata!

    Alicia era davvero estasiata per questa storia delle interviste.
    Si mise d’accordo con Jane per aiutarla con le domande: Jane avrebbe tenuto la videocamera e il registratore, mentre Alicia avrebbe intervistato gli studenti.
    Io, invece, avrei fatto un giro per i vari club, fingendo interesse per tutti i referenti.
    Avevo un solo obiettivo per quel giorno: scoprire il modo per mandare l’MMS in modo anonimo a tutti i numeri della scuola, insegnanti e preside compresi.
    Prima o poi la povera signora Ransom sarebbe venuta a conoscenza della cosa e a quel punto sarebbe stato solo questione di tempo; inoltre, i pettegolezzi fanno più male di qualsiasi cosa.
    O quantomeno, questo era quello che mi aveva insegnato il vivere con un’attrice famosa come mia madre.

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    Mia madre era un’attrice molto richiesta, era bravissima in quello che faceva.
    In quel periodo stava girando una serie TV crime, nei panni di una detective eccezionale; mi capitava molto spesso di andar con lei sui set e di vedere come lavoravano fotografi e registi insieme a lei, per questo mi ero appassionata di fotografia ed anche per questo motivo Jane mi chiedeva spesso una mano per girare i vari documentare o le interviste che doveva fare per il giornale, le davo qualche dritta per creare dei filmati interessanti.
    Tornando a mia madre: ci fu un pettegolezzo quando ero piccola che le provocò molti problemi, soprattutto in famiglia. Mi ricordo che raccontai ad un’amichetta di aver visto mia madre far entrare un collega in casa.
    Lei lo disse alla madre, che, pettegola com’era una donna di paese da quattro soldi, vendette la notizia ai giornali. Mia madre attraversò un periodo molto difficile, tra lei e mio padre le cose si fecero sempre più fredde ed il rapporto in qualche modo si ruppe. Il tradimento non fu mai confermato ma nemmeno mai smentito. Però, il potere di un pettegolezzo può distruggere delle famiglie.


    Erano ormai passate due ore da quando ero arrivata sul posto con Alicia.
    Lei si era già separata da me per unirsi a Jane ed io mi annoiavo su una panchina.
    Il piccolo giardino era ormai stracolmo di studenti: chi urlava per attirare nuovi iscritti, chi passeggiava, chi studiava sul prato. Intravidi lo stand del Club di Informatica e vidi che anche Teem era tra i ragazzi. Sembrava essere addirittura quello che prendeva le candidature.

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    Avrei dovuto aspettare che se ne andasse o avrebbe sentito tutto.

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    Bene, dovrò passare qui anche il pranzo..

    Tanto valeva che andassi a parlare per davvero con quelli del Club di Fotografia.
    Mi avviai verso il loro Stand, e con mia sorpresa vidi tantissimi ragazzi e ragazze che si approcciavano ai già membri.
    All’interno erano presenti tre cavalletti per macchine fotografiche e sui tavoli c’erano alcune fotocamere. Una ragazza dai capelli neri e corti e con il rossetto scuro, era intenta a compilare moduli su Ipad rosa.
    Capii che era lei la persona a cui dovevo rivolgermi per avere informazioni, pensai che fosse lei ad aver fatto richiesta per l’ufficialità di quel nuovo Club.
    Mi avvicinai a lei..

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    Naomi: Ciao, avrei bisogno di alcune informazioni in merito a questo Club, posso chiedere a te?

    Alzò lo sguardo dal suo Ipad per guardarmi e fece una smorfia strana, alzando il sopracciglio.

    ???: Si?

    Che snob..

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    Naomi: Si, vorrei avere qualche informazione in merito al vostro club, ho sentito che vi serve un certo numero di iscrizioni per essere riconosciuti come attività extracurricolare ufficiale.

    Cercai di mantenere un tono pacato, per quanto mi fosse possibile in quel momento, di fronte a quella che sembrava la str.nza dell’anno.

    ???: E da quando in qua Naomi Sandler si interessa a qualcosa che non sia Moda, Ragazzi o feste da Urlo?

    Ma che caz.o?

    Naomi: Ascolta, non ho voglia di perdere tempo e sto iniziando a trovarti maleducata. E’ meglio se chiedo a qualcun altro.

    ???: Ferma.

    Mi fermai per ascoltare quello che aveva da dire.
    Sapevo di non essere molto apprezzata da certi personaggi (come questa qui) ma poco mi interessava.
    Volevo davvero avere qualche informazione in più a proposito di questo Club, poteva rivelarsi qualcosa di interessante, ma questa tizia mi stava facendo cambiare idea.

    ???: Puoi chiedere a me. Anche se non so come possa interessarti questa attività, sarò lieta di darti informazioni.

    Disse sarcasticamente.
    Str.nza.

    Naomi: Sorvolerò su questo tuo insulto molto velato e sottile, dato che non mi conosci nemmeno per sbaglio. Quindi?
    Meghan: Il mio nome è Meghan, ed ho fondato io questo Club, quindi se dovessi iscriverti, dovrai fare riferimento a me. Io resto in aula dalle 14 fino alle 18, se serve posso trattenermi anche oltre. Collaboriamo con alcune università e riviste e saremo a stretto contatto con i ragazzi di Giornalismo, immagino che tu conosca chi gestisce il loro Club, visto che molto spesso fanno fatica a gestire tutto ciò che riguarda le foto. Hai domande?

    Annuii quando mi accennò a Jane, era ovvio che la conoscevo, tutti lo sapevano.

    Naomi: All’inizio di cosa ci occuperemo, hai già qualcosa in mente?
    Meghan: Bene, ti vedo interessata. Si, ho già qualche incarico per chi si vuole iscrivere, ma ovviamente non posso anticiparti nulla, a meno che tu non voglia firmare qui.

    Mi mostrò il suo Ipad rosa Barbie e ci ticchettò sopra con le sue unghie nere opache.

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    Lo presi senza pensarci due volte: nella sua voce percepivo un tono molto sarcastico, come se secondo lei non potessi far parte della sua “setta”. Ma mi piaceva molto la Fotografia e volevo vedere cosa avesse da offrirmi questo Club, se non fosse andato bene, avrei sempre potuto lasciare.
    Firmai per l’adesione e notai con mia grande sopresa che avevano ampiamente superato il numero minimo di iscritti.

    Meghan: Molto bene, allora ci troviamo Lunedì pomeriggio nella vecchia aula di Pittura, mi raccomando puntuale alle 14.
    Naomi: C’è l’obbligo di presenza per tutti i giorni?
    Meghan: Inizi già con queste domande? Non credo tu possa durare molto..
    Naomi: E’ solo una domanda, prendi uno Xanax mamma mia. Se dovessi avere un impegno e non ci potessi essere? Che si fa?
    Meghan: Non è un problema, ovviamente. A dire il vero chiedo la presenza almeno per due giorni a settimana, a rotazione. Sono solo io che garantisco di esserci sempre, salvo casi eccezionali.
    Naomi: Tutto chiaro. Bene, c’è qualcos altro che devo sapere? Devo procurarmi l’attrezzatura o..?
    Meghan: Non penso tu abbia problemi a procurartela da sola, no?

    Santo cielo che nervoso.

    Meghan: Sto scherzando, ti prendo solo un po’ in giro. Certo che ne hai proprio poca di pazienza. Ne parleremo Lunedì, con tutti gli iscritti. Per ora siamo una ventina, te compresa.
    Naomi: Va bene. Ci vediamo allora, grazie.

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    Mi allontanai e guardai l’orologio: erano appena passate le undici.
    Tornai sulla panchina dove mi ero messa al mattino e guardai i miei coetanei passare da uno stand all’altro, entusiasti all’idea di iniziare quel nuovo anno scolastico con delle novità.
    Sapevo che Teem sarebbe andato a pranzo con Alicia di lì a poco, quindi decisi di aspettare per darmi un’altra occhiata in giro.
    Lo vidi mentre parlava divertito con dei compagni.
    Sembrava credere davvero in quello che faceva e trasudava passione.

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    Dopo mezz’ora passata a guardare il prato e ad annoiarmi, vidi Alicia andare da Teem per trascinarlo via verso la pausa pranzo. Ormai molti studenti se ne eran andati a mangiare, persino Jane se l’era svignata per andare a pranzare con i suoi “colleghi” del Club. Mi alzai dalla panchina solo quando fui del tutto sicura che Alicia a Teem se ne fossero andati: mi avviai verso lo stand e notai che era rimasto solo un ragazzo all’interno, come in tutti gli altri stand. Mi avvicinai..

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    Naomi: Hey, ciao

    Il ragazzo (sapevo si chiamasse Mark), che era seduto alla scrivania alzò lo sguardo verso di me e, alquanto sorpreso, balzò in piedi per venire verso di me.

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    Mark: C-ciao Naomi! C-c-come stai??
    Naomi: Non c’è male, grazie! Ascolta, avrei bisogno di un aiuto con una cosa, ti disturbo?
    Mark: Ma n-no, certo, c-come posso aiutarti?
    Naomi: Ecco, vedi.. Jane, la mia amica, conosci Jane, giusto?

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    Annuì. Certo che la conosceva, tutti la conoscevano.

    Naomi: Bene, ecco vedi, sta cercando di mandare notizie in maniera anonima attraverso gli MMS, e ho promesso che l’avrei aiutata ma sono una frana con la tecnologia e mi chiedevo se potessi darmi una mano, ecco..
    Mark: Oh, si, certo.. se mi mandi la notizia che dovete mandare posso farlo io!
    Naomi: Uh, no, ecco, volevo chiederti se mi potessi spiegare come si fa, non vorrei disturbarti di continuo per una cosa così stupida, ecco..

    Finsi imbarazzo per la richiesta che stavo facendo: sapevo che avrebbe reso il tutto più credibile.

    Mark: S-si, certo! Allora.. Ecco, non posso assentarmi dalla mia postazione a dire il vero..
    Naomi: Non preoccuparti, se vuoi posso entrare io, è una cosa veloce, giusto?
    Mark: S-si! Allora, vieni pure..

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    Entrai nello Stand, sulla scrivania c’era un grande computer e tanti soprammobili, sembrava il rifugio dei Nerd.

    Prese il mio cellulare mentre apriva il browser per andare su un sito che permetteva di inviare messaggi anonimi, dato uno o più numeri di cellulare. Potevano essere inviati messaggi normali o immagini: mi aveva mostrato tutto ciò che mi serviva. Gli chiesi il nome del sito e lui me lo scrisse su un post-it che misi in tasca.

    Mark: Ecco qua. Allora..

    Ti prego non chiedermelo..

    Mark: Ti andrebbe di uscire uno dei prossimi giorni?..

    Mi chiese con timidezza.
    Era quasi tenero.

    Naomi: Ecco Mark.. Io ti ringrazio molto..
    Mark: Ricevuto. Non mi devi spiegazioni. Quantomeno sono riuscito a parlarti!

    Rise.

    Mark: Ciao Naomi, buona giornata!

    Lo salutai imbarazzata.

    La giornata passò più veloce di quanto mi aspettassi. Fortunatamente non ci fu pioggia nel pomeriggio, così riuscii a stare tranquilla sulla mia panchina a leggere e guardare sempre più gente avvicinarsi allo stand di Fotografia per le iscrizioni. Contai almeno una quindicina di persone.

    Beh, se non altro non ci annoieremo.

    Verso le 20 di sera..



    Jane: E questo è l’ultimo scatolone!

    Disse poggiando l’ultima scatola su tavolo dello sgabuzzino, a scuola.
    Era uno stanzino squallido, pieno di roba e si trovava nei sotterranei dell’edificio.
    C’era un’umidità pazzesca e un odore intenso di chiuso.
    Non vedevo l’ora di andarmene.

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    Alicia: Sono distrutta!
    Jane: A chi lo dici! Non vedo l’ora di fare una doccia!
    Naomi: Già
    Jane: Allora Naomi, com’è andata a te oggi? Hai dato un’occhiata al club di fotografia??
    Naomi: S-si, mi ci sono iscritta..
    Alicia: Coosa?? Davveroo? Ma che bella notizia Naomi! Perché non mi sembri molto contenta..
    Naomi: Ma no, sono solo stanca.. Non vedo l’ora di tornare a casa. Che ore sono?

    Mi guardai l’orologio al polso e vidi che erano passate le 20.30

    Naomi: Ragazze io devo andare, mia madre darà di matto

    Cercai di stringere, non ne potevo più di stare in giro così tanto. Volevo tornare a casa, ero stanchissima.

    Jane: Certo, ci vediamo domani, ok? Ali mi dai una mano?
    Alicia: Certo! Ti accompagno a casa! Ciao Naomi, buonanotte, a domani

    Salutai le mie amiche e mi avviai verso l’uscita della scuola, per tornare a casa e buttarmi alle spalle quella stancante giornata.

    Intanto, da qualche parte..



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    Sisi, certo, sicuramente le aggiunte di Maxis sono interessanti.. Diciamo che, come disse Clover in qualche kit fa, molte di queste cose le puoi tranquillamente trovare da qualche creator, magari fatte meglio....... 👀
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    Allora, la sezione per gli studio è dedicata agli speciali ed extra di storie o legacy, nel tuo caso potresti creare un book ed inserire lì le foto delle tue creazioni.

    Invece se vuoi condividerne il download qui trovi la macrosezione dedicata alle nostre creazioni su Ts4, devi sceglierle se creare i topic in Residential Lots (se sono lotti residenziali) oppure su Community Lots (se sono comunitari). Per farti un'idea di come strutturare il topic ti basta dare un'occhiata agli altri.

    Per i file Tray ti basta solo regolarti sulla data e l'ora in cui salvi un lotto nella galleria, copiarli in una cartella e crearne l'archivio.
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    Cappuccetto Rosso

    C’era una volta una bambina tanto carina e dolce che solo a vederla, tutti se ne innamoravano, e specialmente la nonna che non sapeva davvero più cosa darle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché le stava tanto bene e lei non voleva mettere che quello, tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso.

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    Un giorno sua madre le disse: “Vieni Cappuccetto Rosso, qui c’è bel dolce, portalo alla nonna. È ammalata e debole e queste cose le faranno bene. Preparati prima che faccia troppo caldo e mi raccomando va piano e sii ben cauta per la tua strada. E quando arrivi da lei non scordarti di salutarla subito e non metterti, come sei solita, a frugare in ogni angolo.” “Farò tutto per bene”, promise Cappuccetto Rosso alla mamma, “te l’assicuro.” "E un'altra cosa, bambina mia, non lasciare la strada per andare nel bosco, per nessuna ragione!" "Certo mamma!"

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    Cappuccetto si vestì e andò per la strada. La nonna abitava lontano, a una mezz’ora dal paese. Quando Cappuccetto Rosso giunse al limitare del bosco, vide un bellissimo campo di fiori. "Che belli questi fiori, alla nonna piaceranno tanto! E poi non sono proprio nel bosco...Sono ancora vicino al sentiero" pensò.

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    Quindi si inoltrò nella foresta, sognando ad occhi aperti in mezzo a quei mille colori. Fu lì che incontrò il lupo. Cappuccetto Rosso non sapeva che il lupo fosse un animale cattivo e perciò non aveva paura. "Dove vai, bella bambina" le chiese il lupo. "Dalla nonna...Abita al limitare della foresta... E le sto portando una torta e bellissimi fiori"

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    "Che bambina dolce che sei, la tua nonna deve essere felice...Dove hai detto che abita?" "Laggiù, in fondo al bosco...Perché?" "Perché so che si aggira un animale molto cattivo e l'ho visto andare sul sentiero...Temevo che fosse andato verso la tua nonnina...Invece mi sbagliavo. Buona raccolta di fiori, bambina..." "Che animale gentile" pensò Cappuccetto, sorridendo mentre guardava il lupo correre via.

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    "Chi è?" Chiese la debole vocina della nonna. "Sono Cappuccetto, nonnina, ti porto un dolcetto per farti stare meglio..." "Entra piccola..." Disse la nonna, andando ad aprire la porta. Ma appena l'aprì, il lupo si avventò su di lei e la mangiò in un sol boccone. (pkay, non ridete del mio lupo-bestia, non sapevo come fare xD)

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    Dopodiché si travestì da nonna e si mise ad aspettare Cappuccetto.

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    Molto si meravigliò che la porta fosse spalancata e quando arrivò nella stanza tutto le parve così strano e insolito, che pensò: ‘ Oh mio Dio, che sensazione strana ho oggi, e pensare che di solito vengo così volentieri dalla nonna! ‘.
    Allora si avvicinò al letto e scostò le tendine: la nonna era coricata con la cuffia ben abbassata sul viso e aveva uno strano aspetto. “Ehi nonna, che orecchie grandi hai”. “Per sentirti meglio.”

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    “Ehi nonna, che occhi grandi hai.” “Per vederti meglio.” “Ehi nonna, che mani grandi hai.” “Per afferrarti meglio.”

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    “Ma nonna che orrenda boccaccia hai.” “Per mangiarti meglio.” Appena detto ciò il lupo balzò dal letto e ingoiò la povera Cappuccetto Rosso.

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    Quando il lupo ebbe saziata la sua ingordigia si rimise a letto, s’addormentò e cominciò a russare fragorosamente.

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    Un cacciatore che passava di là pensò fra sé: ‘ Come russa la vecchia signora, devo andare a vedere se sta bene ‘.

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    Entrò nella casetta e, quando si avvicinò al letto, vide che lì dentro c’era il lupo. “Ti ho trovato, vecchio peccatore”, disse, “è un pezzo che ti cerco.” Già era pronto col fucile, quando gli venne in mente che forse il lupo s’era ingoiato la nonna e che forse era ancora possibile salvarla

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    Allora non sparò, ma prese una grossa forbice e cominciò ad aprire la pancia del lupo che era ancora addormentato. Dopo appena un paio di sforbiciate vide brillare un cappuccetto rosso e dopo altre due la bimba saltò fuori gridando: “Che paura ho avuto, era così buio nella pancia del lupo”. Poi uscì fuori la nonna ancora viva, anche se a malapena poteva respirare. Cappuccetto Rosso corse a prendere delle grosse pietre, riempì la pancia del lupo e presto presto la ricucì.

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    Quando il lupo si svegliò voleva andarsene, ma le pietre erano talmente pesanti che subito cadde a terra e morì.

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    Tutti e tre erano felici e contenti. (soprattutto la nonna, a quanto pare xD)

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    Si misero a tavola e tagliarono il dolce, mangiando la torta al caldo del camino. Cappuccetto Rosso pensava: ‘ Mai più me ne andrò sola per il bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma me lo ha proibito ‘.

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    If you liked our creation voted this forum HERE !! :D

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    The set includes: Sink, Tub, Shower, Stool.
    Warning: High number of polygons!!

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    Edited by DalaiLama - 2/1/2022, 11:26
13 replies since 9/3/2018
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