Amnesia

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  1. kihaad
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    Capitolo 14 - Sueli




    "
    L’amore consiste nell’essere cretini insieme.
    (Paul Valéry)

    "




    TRE SETTIMANE DOPO




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    Sueli:" Mango e cioccolato. Tienilo a mente, così puoi farmi qualche sorpresa, non nego mai un gelato "

    Shane:" Mango e cioccolato con granella di mandorle e cioccolato. Mai nocciole, ti fanno venire mal di stomaco.
    "

    A volte dimenticavo completamente di avere avuto un'amnesia.
    A volte dimenticavo quanto davvero mi conoscesse bene Shane.

    Per fortuna sembrava fosse passato il periodo in cui non sapevo chi fossi.
    Non perché avessi ricordato qualcosa degli ultimi dieci anni, semplicemente ero più consapevole di me stessa.
    E poi c'era lui, mi faceva sentire bene...
    Quando mi perdevo qualche pezzo del mio passato c'era lui a ricordarmelo.
    Era la mia ancora.

    Eravamo a Del Sol Valley, per incidere il nuovo singolo dei Moon of child.
    Un'etichetta indipendente li aveva sentiti suonare dal vivo nel locale e aveva deciso di produrli.
    Non era di certo la Sony, me era un grandissimo inizio per loro.
    Ero sicura che avrebbero avuto successo, a quel punto non sarebbe potuta andare diversamente.
    Ormai erano quasi tre settimane che ci vedevamo, non potevo non accompagnarlo in un momento così importante per lui.
    Avevo preso un gelato e stavamo facendo una passeggiata in un parco nelle vicinanze dello studio di registrazione.
    Non era una bellissima giornata, era nuvoloso, ma andava bene così.

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    Da Shane mi potevo aspettare ogni tipo di scherzo, e in qualsiasi momento.
    Qualsiasi.
    Lui mi coprì gli occhi per fregarsi il gelato, e io, non avendo punti di riferimento e al buio, cominciai a sbandare, mi cadde un pò di gelato sul jeans.



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    Sueli:" Smettila, mi sporco tutta "

    Shane:" Beh è quello l'intento! "

    Non contento invece di lasciarmi andare mi prese in braccio, un pezzo di gelato mi cadde per terra.
    Risi per non picchiarlo.



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    Dopo qualche minuto finito di mangiare il gelato, ci sedemmo su una panchina.
    Quando voleva sapeva anche essere serio.
    Prese la chitarra e cominciò a suonare qualcosa.
    Di lui adoravo sia la maniera scherzosa con la quale prendeva la vita, sia il fatto che fosse romantico.
    Cantò per me, solo per me.



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    Un ora dopo eravamo tutti allo studio registrazione, ci ricongiungemmo agli altri membri della band.
    Ero l'unica accompagnatrice, inizialmente mi sentii in difficoltà, ma Shane ci mise poco a distrarmi.
    Stavo controllando il telefono, avevo visto un messaggio del professore, quando Shane mi strappò il telefono di mano sorridendo.
    Oddio, ma la serietà dove l'aveva lasciata quel giorno?



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    Shane:" Chi è? "

    Sueli:" Boh lo so, non ho fatto in tempo a vedere. Forse il professore "

    Shane:" ohhh il prof. L'esimio "

    Sueli: " Cos'è? Sei per caso geloso? "

    Shane:" No, mi sembra chiaro che tu abbia scelto me, anche se lui ti sbava dietro come un cagnolino. Un pointer ovviamente, la la loro bava è più raffinata. Anzi no, aspetta aspetta... un settler inglese, è acculturato "



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    Che scemo.
    L'adoravo anche per quello, non c'era dubbio.
    Decisi di chiudere lì l'argomento.
    Non c'era molto da dire.
    Non c'era proprio storia fra loro due.



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    Qualche minuto più tardi la manager dello studio, una tipa apparentemente tosta, cominciò a spiegare loro tutti i passaggi con la quale sarebbe avvenuta la registrazione.
    Venti minuti dopo io e Lorelay eravamo sole, i ragazzi dell'altra parte del vetro protettivo e insonorizzato erano intenti a accordare i strumenti.


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    Lorelay: " Avete un bel rapporto "

    Sueli:" Si, è vero "

    Sorrisi nel vuoto con aria sognante.
    Avevo grandi aspettative di lui, della sua musica.
    Era bellissimo immaginare finalmente di avere un futuro insieme. Non riuscivo a vedermi con nessuno a fianco se non con lui.
    Lo guardai dall'altra parte del vetro mentre sorrideva dando coraggio agli altri membri del gruppo. Come diavolo faceva a non essere neanche minimamente emozionato?
    No, non era insensibile, semplicemente prendeva la vita e tutti gli eventi che ne conseguono come veniva, come un dono.



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    Lorelay: " E' lui il motore portante del gruppo. Scrive, canta, è lui quello carismatico. Sono sicura che questo singolo gli aprirà le porte, diventerà famoso "

    Sueli: " Speriamo "

    Lorelay: " Sai anche che la popolarità lo cambierà, vero? L'hai visto bene? A breve sarà circondato da ragazze. Il pezzo che stanno registrando ora è strappamutande porca miseria "


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    Soffocai una risata. La guardai incredula, poi tornai seria ripensando alle sue parole.
    Mi dovevo davvero preoccupare o la tipa stava esagerando?
    Mi zittii.


    Lorelay: " Ti ho spaventata? Non fare così. A me lui non potrebbe mai interessare, saresti più tu il mio tipo "


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    Sorrisi leggermente.
    Ci mancava solo una donna!
    Due uomini nella mia vita e da poco ero riuscita a capirci qualcosa, figuriamoci se si aggiungeva qualcun'altro.
    E poi, se c'era una cosa che avevo capito era che ero etero.



    Sueli " Non sono gelosa "


    Lorelay: " Dovresti esserlo, è pieno di risorse il ragazzo "




    Che significa - è pieno di risorse? -




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    Io davvero non lo ero, gelosa.
    C'era qualcosa che mi sfuggiva, o che non capivo.




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    Rimanemmo rinchiusi nello studio per almeno tre ore.
    Poi finalmente tornammo in albergo, dove avevamo lasciato le valigie quella stessa mattina.
    Si era occupata di tutto Lorelay, la stanza era davvero molto carina, stile industrial forse o qualcosa del genere.
    Appena entrammo ci fu un silenzio stranamente imbarazzante.
    Eravamo abituati a parlare , anche di sciocchezze, di continuo.



    Shane: " Sei stanca? "

    Sueli: " No, per niente "



    Risposi in maniera naturale, ma un secondo dopo, complice il discorso di qualche ora prima, cominciai a pensare che la domanda di Lorelay avesse un doppio fine.
    Forse intendeva...


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    Shane: " Che dici se usciamo a mangiare qualcosa, o a fare qualche altra cosa? "


    No, decisamente, non stava pensando a quello.
    Una parte di me si sentii sollevata, forse non era arrivato il momento.
    Sapevo perfettamente che per me non sarebbe stata la prima volta, ma mentalmente lo era.




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    Sueli: " Sii! "



    Appena sotto l'albergo c'era una pista di pattinaggio.
    Non ci pensammo due volte, fittammo dei pattini ed entrammo nel recinto.
    Ci divertimmo come dei bambini, non ricordavo neanche quando era stata l'ultima volta che mi sentii così spensierata.
    Certo, caddi diverse volte, ma senza scoraggiarmi mai.
    Era incredibile quanto ci divertivamo insieme.
    Avrei voluto ricordare solo per rivivere tutti i bei momenti passati con lui, le nostre risate.



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