Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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La sveglia suonò alle sei e mezza del mattino. Mi stiracchiai un po’ e allungai la mano per spegnere l’allarme. Quindici minuti dopo, suonò la sveglia di mio fratello e mi alzai. Entrai in bagno e aprii l’acqua della doccia. -Buongiorno ascoltatori…-sentii la radio accendersi automaticamente-Pronti per iniziare la giornata con buona musica? Iniziò a suonare Moves Like Jagger dei Maroon 5. Mi misi sotto la doccia e iniziai a cantare mentre mi lavavo i capelli con il mio shampoo alla vaniglia. Al termine, presi l’asciugamano e me lo misi intorno al corpo. Uscii dal bagno rapidamente e me ne andai diretta al mio armadio.
-Char! Cosa vuoi per colazione?-mi chiese gridando mio fratello dall’altro lato della porta. -Latte e qualche biscotto-risposi. Mi vestii al ritmo della canzone seguente che suonava in radio. Una volta vestita, entrai i bagno per sistemarmi i capelli. -E’ pronta!-gridò per la seconda volta. Lasciai il pettine e scesi in cucina dove mi aspettava per fare colazione. Mio fratello Trevor era il tipico ragazzo che desidererebbe qualsiasi ragazza come fidanzato, qualsiasi madre come compagno per la propria figlia e qualsiasi padre come amico di suo figlio: aveva i capelli neri, era alto, forte, dolce con tutti e giocava nella squadra di calcio della scuola. Tutte le ragazze erano innamorate di lui, ma a lui piaceva solo una ragazza, la mia migliore amica Gis.
-Hai dormito bene?-chiesi dopo avergli dato un bacio sulla guancia. Annuì abbozzando uno strano sorriso-Per favore, ingoia prima di parlare. -Stavo per farlo-rispose sorridente-E tu? -Molto bene, hai allenamento oggi?-ritornò ad annuire. Dopo aver fatto colazione, mio fratello tornò nella sua stanza mentre io finii di lavare i piatti. -Buongiorno-disse mia madre dalla porta della cucina.
-Che fai sveglia? Puoi dormire ancora un’ora-chiesi mentre lasciavo una tazza dentro l’armadietto-Non mi hai nemmeno dato il tempo di prepararti la colazione. -Ti ho sentita cantare e volevo vedere la mia futura stella del Rock con i suoi nuovi pantaloni-mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia. Sapevo non fosse quella la ragione per la quale si alzasse così presto. Non era abituata a dormire sola e papà non era ancora tornato dal suo viaggio d’affari. -Vado a finire di prepararmi-uscii dalla cucina e tornai in camera per finire di sistemarmi. -Ti aspetto fuori!-gridò Trevor ancora una volta. Presi la borsa, scesi le scale e vidi mia madre sorridente davanti la porta. -Buona giornata-mi diede un bacio in fronte e mi aprì la porta. -Anche a te. Ti voglio bene-risposi con un sorriso-Ci vediamo dopo.
Era tutto perfetto, troppo perfetto… -Trevor!-mia madre ed io ci affacciammo dalla porta e vedemmo una ragazza dai capelli biondi, un vestito rosa e dei tacchi avvicinarsi a mio fratello-Puoi accompagnarmi? -Mamma, salvami-le dissi supplicante. -Ti voglio bene-chiuse la porta e mi lasciò sola. -Mi vendicherò!-le gridai-Il mio angelo custode fa il suo lavoro male fin dal mattino-mormorai fra me e me-Se potessi lo licenzierei. Amber Williams era odiosa. Sì, è la parola giusta: era la tipica figlia di papà che le soddisfava tutti i suoi capricci. Credo non abbia mai fatto qualcosa da sola, le davano sempre tutto pronto. Mezza scuola voleva andare a letto con lei, ma a lei interessavano solo i ragazzi che giocavano nella squadra di calcio perché secondo lei erano, e cito, “adeguati ad una ragazza come me”.
-Io…-sentii dire a mio fratello. -Ciao Trevor-il padre di Amber comparve accanto a lei e la strinse la mano-Come va il campionato? -Molto bene, signore. Sempre in testa-rispose educatamente. -Così mi piacete, sempre i primi-guardò sua figlia-Ti dispiacerebbe accompagnarla? La sua auto si è rotta ieri e Sebastian deve accompagnare me in aeroporto. -Certo che no, signore.
E la mattina smise di essere perfetta. Non solo doveva vivere nella casa di fronte, adesso cercava qualsiasi scusa per venire con noi. -Charlotte, come vanno le lezioni?-chiese suo padre al vedermi. -Molto bene, il massimo in tutte-risposi. -Molto bene. Se solo qualcuno prendesse esempio da te-commentò guardando la figlia. -Andiamo insieme a scuola!-esclamò Amber ignorando il commento del padre-E’ da tanto che non parliamo-abbozzò un sorriso perverso.
Se solo avessi potuto toglierle quel sorriso con un pugno…Ma scomparve in pochi secondi convertendosi in una smorfia. -Sei ancora lì?-chiese qualcuno dietro di noi. Avrei riconosciuto quella voce ovunque. Mi girai rapidamente e incontrai il suo viso a pochi centimetri dal mio. -Ciao principessa-mormorò con un sorriso. Derek Miller in persona, signori. Derek era il miglior amico di mio fratello per mia disgrazia. Viveva nella casa a lato e dovevo sopportarlo da quando eravamo piccoli. Lui non aveva davvero niente da invidiare a mio fratello: era alto, forte, un sorriso che paralizzava qualsiasi ragazza e degli occhi color miele che mi incantavano. Ma nulla di tutto ciò compensava il fatto che fosse davvero irritante.
-Derek!-gridò mio fratello. Mi separai da lui e si avvicinò mio fratello a salutarlo-Pensavo fossi già a scuola. -Ho avuto la fortuna di uscire più tardi di casa-rispose senza smettere di guardarmi-Se vuoi, posso accompagnare in moto tua sorella. Così non avremo una Charlotte di cattivo umore tutto il giorno. -Mi sembra una buona idea-rispose-Char, vai con Derek. -Ma…-Derek prese la mia mano e mi tirò fino alla suo moto. -Posso camminare da sola!-esclamai liberandomi dalla sua presa.
Tirò fuori un casco e me lo mise in testa. Salì e mi offrì una mano per salire, ma la ignorai. Mi accomodai dietro di lui e mi legai il casco. -Tieniti alla mia vita-lui stesso prese le mie mani e le mise sulla sua vita. -Non è la prima volta che salgo sulla tua moto, Miller-dissi arrabbiata. -Ma è la prima volta che non mi gridi contro. Guardai un’ultima volta casa mia e vidi mia madre con la sua tazza di caffè a guardare sorridente per la finestra. Sorrideva, ma avrebbe assaggiato la mia dolce vendetta.
La moto si accese e circondai la sua vita con le braccia. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla sua schiena dimenticandomi per un momento che il guidatore fosse Derek. -Mi piace averti così vicina, però siamo già arrivati-aprii gli occhi di colpo e mi allontanai da lui velocemente-Non preoccuparti quando vuoi, potremmo ripetere-disse ridendo. Scesi dalla moto arrabbiata, tolsi il casco e lo stampai contro il suo stomaco-Sei sempre così dolce.
-Idiota-risposi prima di girarmi e andare via correndo verso la scuola. Camminai per i corridoi della scuola e mi avvicinai al mio armadietto. Lo aprii e misi dentro la borsa dopo aver preso i miei libri. -Vai a chimica?-mi chiese Duncan. Duncan era uno dei migliori amici di Trevor. Formavano una specie di gruppo con Derek e Joe, però Duncan era il più timido dei quattro ed era con me nel gruppo di dibattito. -Ovvio-risposi sorridendo. Entrammo in aula e ognuno di noi andò al suo solito posto. Io mi sedevo sempre in ultima fila con Brittany e Giselle, le mie migliori amiche da quando ho l’uso della ragione. Giselle Smith era nel gruppo delle Cheerleaders: era alta, aveva i capelli e gli occhi neri e le piaceva mio fratello anche se continuava a negarlo; e poi c’era Brittany Sanders che era ossessionata con la moda e ci usava sempre come manichini: era la più bassa delle tre e i suoi capelli biondi erano pettinati in modo diverso ogni giorno.
Prima che potessi dire qualsiasi cosa la professoressa di chimica entrò e ci fece sedere al nostro posto. -Ragazze-sussurrò Brit-Domani c’è la serata fra ragazze. -Vero-risposi contenta-A casa mia. -Pefetto-disse Gis-Comunque, ieri ho comprato il dvd di “Resta anche domani” quindi potremmo vederlo. -E’ una buona idea. Un colpo di tosse ci interruppe e vedemmo la professoressa con le sopracciglia aggrottate. -Bene, chi conosce un elemento utile per separare una miscela?-nessuno alzò la mano-Signor Clayton-chiamò guardando la lista. -Forse… -Se sta per dire una stupidaggine è meglio non dica niente-lo interruppe. Lui si risedette e la professoressa riprese a guardare la lista-Signorina Smith. Giselle si alzò dal suo posto e mi guardò supplicante.
-E’ il carbone perché può trattenere varie sostanze sulla superficie-le sussurrai senza che la professoressa se ne accorgesse. -Sa la risposta?-le chiese la professoressa. -Sì, è il carbone perché può trattenere varie sostanze sulla sua superficie-rispose con voce tremante. -Molto bene, si segga-Giselle obbedì e mi ringraziò-Vedo che almeno qualcuno ha studiato. Continuiamo… Dopo varie ore di lezioni interminabili, arrivò l’ora di mangiare. Uscimmo dell’aula e ci dirigemmo ai nostri armadietti per posare i vari libri. -Char, ti abbiamo vista arrivare in moto con Derek. Hai qualcosa da dirci?-mi chiese Gis sorridente mentre camminavamo verso la caffetteria.
-No. -Dai, non fare così-supplicò Brit. -Semplicemente Amber è andata in auto con mio fratello e Derek mi ha obbligata a salire in moto con lui perché secondo lui sono insopportabile quando sono di mal umore-risposi imitando la sua voce. -Guarda il lato positivo, non sei dovuta rimanere in auto con Amber-disse Gis mettendo il suo braccio intorno alla mie spalle. Entrammo in caffetteria e ci mettemmo in fila. -Sapete cosa sarebbe fantastico?! Che ci fossero dei modelli di Abercrombie a servire il pranzo-una risata uscì dalle nostre bocche al sentire il commento di Brit. -Spero siano senza maglia nella tua immaginazione-disse Gis ridendo. -Lo dubitavi? -E sarebbe ancora meglio se ci fosse Christian Bale. Immaginatevi il suoi perfetti addominali e il suo sorriso da copertina. -Stavi parlando di me, Charlotte?-chiese una voce dietro di me. Il mio corpo si irrigidì e le mie guance si fecero rosse. Mi girai per poi trovare il capitano della squadra di calcio Dylan Coleman. Sapete cos’è un dio greco? Forse gli mancava poco per arrivare a quella perfezione: sorriso perfetto, occhi verdi che ti ammaliano e un corpo da modello di biancheria intima. -Io… -Non ti preoccupare-disse ridendo-Anche io quando penso a una bella ragazza penso a te-mi strizzò l’occhio e fece un cenno al suo amico affinché lo seguisse.
-Non una parola-minacciai Gis e Brit che mi guardavano divertite. Prendemmo il nostro pranzo e ci sedemmo al solito tavolo. Stavo mangiando tranquillamente quando la pace che sentivo scomparve nel momento in cui entrarono Joe, Duncan, Derek e Trevor seguiti da varie ragazze. -Quelle ragazze non hanno bisogno di mangiare?-chiese Gis arrabbiata. -Guarda il lato positivo-disse Brit provando a tranquillizzarla-L’unico a cui piace tutta quella attenzione è Joe. -Merda-dissi al vedere che si avvicinavano al nostro tavolo-Perché devono rovinare la mia giornata? -Ciao bellezze-disse Joe mentre si avvicinava-Mi siete mancate per tutta la mattina. -Siediti e zitto-rispose Brit prima che dicesse un’altra stupidaggine. Trevor si sedette accanto a Gis e per mia disgrazia, Derek si sedette accanto a me. -Ciao principessa-salutò dopo avermi dato un bacio sulla guancia. -Se provi a ridarmi un bacio giuro che ti ucciderò e mi divertirò a vedere come griderai e supplicherai il mio perdono.
-Bene, mi piace la parte del gridare ma solo se tu stai gridando con me-lo guardai e vidi un sorriso sul suo viso-Sai a cosa mi riferisco. -Sei un maiale-mi alzai dal mio posto e me ne andai. -Charlotte stavo scherzando-sentii alle mie spalle e iniziai a camminare più rapidamente. All’improvviso, la sua mano mi prese per il braccio e mi girò-Non ti arrabbiare. -Lasciami in pace-provai a liberarmi, ma non mi lasciò.
-Dai Char, guardami-mise l’altra mano sul mio mento e alzò la mia testa dolcemente-Mi dispiace, ok?-Provai a non guardare i suoi occhi, ma era praticamente impossibile non farlo. -Char, stai bene?-chiese una voce. Mi girai e vidi Dylan guardarci-Miller, perché non la lasci? -Sto parlando con lei, Coleman-rispose serio. Notai il suo corpo totalmente irrigidito e i suoi occhi pieni di odio non aiutavano molto. -Credo che lei non voglia parlare con te-si avvicinò a noi e si mise davanti Derek-Vattene.
-E se non volessi?-Derek si avvicinò a Dylan. -Potreste smetterla?-dissi arrabbiata, ma nessuno dei due fece caso a me. -Miller e Coleman, nel mio ufficio-risuonò una voce nel corridoio. Apparve il direttore della scuola seguito dal guardiano-Non lo ripeterò ancora-si separarono e si diressero verso di lui senza smettere di guardarsi-Charlotte, vai in classe-annuii e mi girai guardando un’ultima volta Derek che spostò il suo sguardo da Dylan per strizzarmi l’occhio prima di sparire dietro una porta. Sospirai pesantemente e mi sedetti sul pavimento. Speravo che quel giorno finisse il prima possibile.
______________________________ Ed eccomi qui...un capitolo iniziale in cui sostanzialmente non succede nulla, giusto per conoscere la nostra protagonista e i suoi amici Spero comunque che vi sia piaciuto! Ps. Piccola precisazione, Char e Trevor sono gemelli.
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