Due matti non fanno uno sano, alle volte però sono bravi a tenersi la mano
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Ancora una volta ringrazio tutti per i commenti che mi lasciate sono contenta che vi piaccia la mia storia. Buona lettura!
Vera si avviò velocemente verso la sua auto sotto l’attento sguardo di Marc, che la stava osservando dalla finestra del suo ufficio. Solo lui poteva distinguere la sua minuta figura dall’altezza in cui si trovasse, non poteva smettere di guardarla con attenzione. Per quanto strano possa sembrare, Vera si sentiva fissata e si girò verso la finestra del suo ufficio, senza vederlo. Come poteva essere che una donna fosse riuscita a mandarlo in confusione soltanto guardandolo? Non era abituato a quelle sensazioni. Manteneva sempre la calma e aveva sempre il controllo delle situazioni.
Arrivata al suo appartamento si tolse le scarpe e si buttò sul divano con un bicchiere di vino in mano e subito si ricordò dei fogli che le aveva dato Marc. -Oh Marc- sospirò Vera, totalmente presa da quell’uomo. Era insolito. Si era promessa di non voler impegnarsi con nessun uomo, ancora meno con uno come lui. Aveva già sofferto abbastanza. -Forza Vera, che ti prende? Ti comporti come una stupida adolescente. Si arrabbiò con se stessa appoggiando il bicchiere sul tavolo. Non voleva nessuno, né come Marc, né come nessun altro uomo che le si parasse davanti.
Però per quanto se lo ripetesse sembrava non fare effetto. Poggiò la mano sulla suo schiena e la accarezzò, sentiva il calore del suo tatto. Il suono del suo cellulare interruppe i suoi pensieri. -Ciao Liza. -Vera, come è andata? Ti hanno presa?-non sentiva bene ciò che le stesse dicendo. -Sì, mi hanno presa-rispose Vera-senti, ma dove sei? Non riesco a sentirti. -Sono al café The Mood-rispose la sua amica.
-Il café The Mood? Ma quel posto è carissimo! Che cosa ci fai lì? Quella caffetteria era una delle più esclusive della città, solo le alte cariche, i famosi e i ricchi potevano permettersi il lusso di entrarci. -Ho un appuntamento-rispose Liza nervosa. -Un appuntamento? E dimmi, con chi? Sicuramente è un pezzo grosso. -Sono con Rick Boer. Vera per poco non si soffocò con la sua stessa saliva a sentire quel nome. -Cosa?!-gridò Vera-Liza, hai perso il senno? Quell’uomo ti vuole per ciò che desidera, non lasciare che ti faccia del male, per l’amor di Dio.
Liza si aspettava il sermone di Vera quando le era venuto in mente di chiamarla. Forse non era stata del tutto sincera con lei, ma sapeva quale potesse essere la sua reazione se le avesse confessato il suo amore per Rick. Il campanello di casa suonò e Vera si vide costretta a salutare la sua amica. -Io e te abbiamo una discussione in sospeso signorina-le disse Vera come fosse sua madre. Non voleva vedere la sua amica con il cuore spezzato, ancora meno per colpa di qualcuno come uno dei Boer. Vera si diresse alla porta e trovò un uomo sui sessant’anni che teneva in mano un mazzo di rose rosse. -Lei è Vera Torres?-chiese l’uomo. Vera annuì. -Questo è per lei, firmi qui. Vera prese il mazzo, firmò e chiuse la porta. Rimase bloccata in mezzo al salone, chi le mandava un mazzo di fiori tanto belli? Trovò un foglietto tra i rosso dei fiori.
-Ma che diavolo succede?
-Un’altra volta- pensò Vera. Si trovava di nuovo davanti a quell’imponente edificio. Era inquietante. Anche se non voleva riconoscerlo, era entusiasta, non solo per cominciare una nuova ed emozionante tappa della sua vita, ma anche perché un certo coglione, come lei lo aveva catalogato, le aveva regalato un bellissimo mazzo di rose rosse la sera prima. Non voleva pensarci troppo a quel gesto che sicuramente aveva fatto con tutte le ragazze che l’avevano preceduta. Non ci diede più conto ed entro nell’edificio, salutò la receptionista e si avviò verso il suo primo giorno di lavoro. Mentre saliva le scale non riuscì a non notare l’uomo che le diede una piccola spinta mentre correva su. Al sollevar della vista vide un uomo molto bello, ma non quanto Marc. -Perché lo sto confrontando con Marc?-si chiese completamente stupita. -Mi scusi, non guardavo dove stessi andando. -No, la colpa è mia, ero un po’ distratta-rispose Vera con il migliore dei suoi sorrisi. -Credo non ci abbiano presentato, sono Luis, Luis Foreman-disse tendendo la mano che Vera strinse.
-Un piacere, sono Vera Torres-a sentire il nome rimase stupito. -Quindi sei tu la nuova segretaria di Marc? -Esatto-rispose con un sorriso. -Tienilo lontano, morde-Vera rise di gusto e lui si congedò per andare in ufficio. Quando Vera arrivò in ufficio trovò una sorpresa non molto gradita. C’era una donna che stava baciando Marc, con una scollatura pronunciata e un rossetto rosso che gridava ‘puttana’ da tutte le parti. -E tu chi diavolo sei? Non sai che è cattiva educazione entrare senza essere annunciati?-la sua voce era insopportabile. Vera sentiva che le sarebbero esplosi i timpani se quella donna non avesse smesso di parlare.
-Mi dispiace molto-si scusò. Le scuse non erano sincere. Non si sentiva in colpa per quella donna, che non conosceva e già detestava, e nemmeno per Marc, sapeva che sarebbe successo. Non c’era da illudersi con tipi come lui. -Non preoccuparti Vera, se ne stava andando-annunciò Marc quasi spingendo via la donna. Vera fu costretta a trattenere una risata. -Marc, amore, ricordati che questa sera abbiamo una cena con i miei genitori-disse lei sistemandogli il colletto e la cravatta. Un attimo, cena con i suoi genitori? Quindi era la sua ragazza? Ora si che era incazzata. -Sì, Sandra. Ti chiamo dopo, ok? Ora devo lavorare-disse spostandola. Ma sembrava che lei volesse marcare il territorio ancora un po’, lo baciò appassionatamente e si diresse verso Vera. Mentre Marc era distratto, si avvicinò e parlò abbastanza piano da non farsi sentire da lui.
-Hai visto? E’ mio, e nessuna come te me lo porterà via. Vera rimase sbalordita. Il suo tono di voce faceva capire quanto fosse una donna arrogante. Era perfetta per quel coglione del suo capo. Era così curiosa che avrebbe chiesto di Sandra a Liza più tardi. Vera spostò poi lo sguardo su Marc e si incazzo ulteriormente. Era un sudicio e patetico imbroglione. La cosa peggiore è che lei si era illusa. Era la prima volta che un uomo le mandava dei fiori. Accelerò il passo verso la porta del suo ufficio ma non fu abbastanza rapida e sentì una mano prenderla per il braccio e fermarla. -Perché tanta fretta?-chiese lui. -Ho da lavorare.
Non aveva voglia di scherzare. Sapeva che se fosse rimasta lì con lui gli avrebbe fatto saltare i denti. -Ti sono piaciuti i fiori? Quella domanda era patetica e assurda da parte sua. Cosa voleva gli dicesse dopo averlo visto con quella donna? Maledetto imbecille. -No, ora se mi permetti…-Vera si liberò dalla sua presa e andò nel suo ufficio. Doveva dimenticarsi di quella, non voleva un uomo così manipolatore e astuto come lui. Marc, al contrario, era stordito. Non gli avevano mai dato una risposta negativa. La sua strategia era semplice, fiori, appuntamento e sesso, non c’era nulla di complicato. -Sembra che tu sia un osso duro Torres-disse a voce alta-ma non ti preoccupare, mi piacciono le sfide.
Edited by KimbraFox - 24/4/2017, 23:50
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