★Cassie's Studio★

Althea era turbata, chi era quella strana figura?
Dunque non si trattava di Nives..
Menomale che l'aveva accanto in quel momento!
Nel contempo si stava agitando, e se la strana figura
le avesse fatto del male?
Non poteva permetterlo!
Nonostante fosse terrorizzata e titubante, esclamò:

A: Hey, chi sei? Cosa vuoi da noi?
Se devi prendertela con qualcuno ci sono io,
non avvicinarti alla mia amica!

N: Althea...

Nives guardò con apprensione la sua amica, aveva paura,
Giacomo non era ancora tornato
e c'erano solo loro due nei paraggi...
E se era un malintenzionato, quello che si trovava davanti a loro?
Deglutì e spostò lo sguardo su Althea in cerca di conforto,
quest'ultima prese a fissare l'uomo con aria di sfida,
finchè non si avvicinò alle donne.



??: Voi! Laggiù, sì, parlo proprio con voi!

A: Ci lasci stare, cosa vuole?

E Althea strinse Nives forte a sé.

??: Non voglio importunarvi!
Sono qui perchè mi manda un fanciullo biondo, già incontrato tempo fa.
Si è fatto male, sono in cerca di soccorsi..



Allorchè la testa di Althea si arrovellò troppo in fretta.
Fanciullo biondo, incontrato tempo fa.. Doveva trattarsi di Giacomo!
Ma se Giacomo si era fatto male e l'uomo lo conosceva,
quello doveva essere suo..
Prima di poter mettere insieme due parole guardò Nives,
la quale era giustamente in apprensione.
Fu Althea questa volta a rivolgersi all'amica..



A: Nives, Nives..

N: Shhhh Althea, lo so... Lo so...

Nives le sorrise e la abbracciò tentando di calmarla,
tutto ciò sotto lo sguardo vigile dell'uomo,
che intanto abbassò la torcia, rivelandosi.
Aveva lo stesso colore degli occhi di Althea...
Le somigliava davvero tanto.





N: Sì, lo conosciamo, Giacomo è mio figlio,
dacci un attimo per cambiarci e portaci da lui!

A: Non c'è tempo da perdere, andiamo Nives..
Portiamo qualche benda e dell'acqua.. Non si sa mai!

Althea, cosa stava facendo pur di non vedere la realtà?
Ignorò totalmente l'uomo.
Osservò invece l'amica attentamente.
Si cambiarono in un battibaleno, presero il necessario
e seguirono la strana figura.



Quel volto, quella postura.
Ormai non vi erano più dubbi, continuò però a far finta di niente.
Voleva chiedere all'uomo quanto il punto
in cui si trovava Giacomo era distante,
non avrebbe mai osato farlo!
Così guardò Nives con aria dismessa, ma anche tenera..
E l'amica capì.
Ricambiò dolcemente lo sguardo di Althea,
accennandole un sorriso.
Si decise e infine fu lei a porre la domanda al posto della gallinaccia..

Althea aveva le lacrime agli occhi.
Siamo sicuri che era per Giacomo?
Nives la vide, ma non fece in tempo ad avvicinarsi a lei
che l'uomo le si avvicinò... Porgendole un fazzoletto.

??: Non c'è bisogno di piangere. Non è successo niente.



Althea si asciugò le lacrime e tirò su con il naso,
spostando lo sguardo sul viso dell'uomo.
Ricordando tutte le sofferenze
causate dalla sua assenza e dal suo abbandono,
un broncio comparve sul viso della donna, la quale si voltò.
Non aveva neanche la forza di guardarlo negli occhi..
Allorchè l'uomo si rivolse a Nives,
che stava medicando le ferite del figlio.

??: Che caratterino che ha la tua amica,
ma dimmi un po', è sempre così?
Come vi chiamate?



A: Io non mi chiamo!

??: Non ti chiami?

Naturalmente il signore rimase sconcertato sulle prime,
ma non chiese spiegazioni.

N: Io mi chiamo Nives,
Nives Cruz. Ecco qua, ho fatto... Che dici Giacomo, ti fa ancora male?

G: No grazie mamma, non mi fa più così male.

Il ragazzo si alzò piano piano e riusciva a camminare anche da solo,
perciò Althea decise di affrettare il passo.
Non voleva che l'uomo le ponesse ulteriori domande.
Ma all'improvviso si sentì afferrare da un braccio,
era lui, che l'aveva fermata.



A: Ma cosa fai?? Lasciami, lasciami!

??: Tu... Mi sembri familiare,
hai una faccia conosciuta.

A: Ti ho detto di lasciarmi! Manigoldo! :grr:

??: Lo sai che mi ricordi molto mia...



Detto ciò l'uomo lasciò andare Althea, che fuggì via,
correndo più in fretta che poteva.
L'arzillo signore la guardò andar via,
certo che aveva uno strano modo di correre!
Anche una tartaruga sarebbe stata più veloce.



Comunque voleva evitare di aggiungere carne sul fuoco,
perciò non fece battute.
Invece si rivolse all'altra donna,
che da subito gli era parsa più gentile.



??: Ma lei conosce quella ragazza?
Ha un caratterino particolare, e corre male anche.

N: Ecco, io... Sì che la conosco, è la mia migliore amica!
Non le permetto di parlare male di lei. Comunque, se non sono indiscreta,
posso chiederle... Chi le ricorda?

??: Pare proprio.. Mia figlia..
Il suo sguardo, mi ricorda.. Il giorno in cui me ne andai..

E l'uomo si rabbuiò, ricordava tutto nitidamente.
Le immagini scorrevano davanti a lui velocemente.





Il momento in cui guardava la sua bambina per l'ultima volta,
la tristezza con cui disperato salutava sua moglie,
la certezza di non poterle rivedere più.





Si era cacciato in un brutto guaio,
aveva preso parte ad un riciclaggio di soldi..
Era stato convinto dai suoi 'amici',
ma ne era valsa la pena?



??: Comunque che sbadato, non mi sono ancora presentato.
Piacere Will Wiggins, medico di professione,
latitante per natura.

N: Il piacere è mio...



Nives rimase un attimo esterrefatta
sapendo il nome e il COGNOME dell'uomo.
Tuttavia non si stupì più di tanto, molti indizi portavano a lui.
Insieme a Giacomo tutti e tre tornarono nella casupola,
dove Althea era già arrivata da un bel po'.
Nives si mise a cercarla e la trovò sul retro,
con un'espressione mista tra tristezza e rabbia.



N: Althea? Althea...

A: Nives.. Scusa se mi vedi così,
non voglio renderti triste..
Non voglio nemmeno risponderti male.. .-.

N: E perchè dovresti rispondermi male,
Althea... Io...

Nives le si avvicinò
e la abbracciò affettuosamente.



N: Ti voglio bene..

A: Io.. Te ne voglio di più.. ù.ù

N: Sei sempre la solita Altheuccia mia.
Ora, dovremmo...

Non riuscì neanche a finire le sue parole
che Will sbucò dalla porta.
Padre e figlia si scambiarono una lunga occhiata,
l'uomo incrociò le braccia e con un sorrisino dolce,
ma allo stesso tempo rassegnato, le chiese...







W: Sei davvero sicura di non chiamarti?
Ascolta, non voglio importunare nè te nè i tuoi amici, te l'ho già detto.
Ho bisogno solo di una conferma, puoi gentilmente dirmi il tuo nome?

Dopo un momento d'incertezza, la gallinaccia decise di rispondere.
Abbassò lo sguardo.
Strinse le spalle.. Ed esclamò:

A: Io.. Mi chiamo Althea Wiggins!

Will non poteva crederci. Lo aveva sospettato..
Gli occhi non mentono!
Fino all'ultimo non aveva creduto che fosse lei.
In un certo senso avrebbe preferito che quella non fosse Althea,
almeno non avrebbe dovuto ricambiare il suo sguardo.



Gli occhi di lei lo perforavano, Will non poteva più nascondersi.
Non sapeva cosa stesse pensando Althea,
non aveva la forza d'immaginarlo.
Da dove avrebbe cominciato? ... Avrebbe dovuto convincerla?
Lei non aveva nemmeno più la forza di guardarlo negli occhi..

W: Althea, allora sei proprio tu..



La donna non lo guardò, decise di voltarsi.
Forse era ingiusto scappare ancora, perciò non lo fece.
Decise di ascoltare ciò che l'uomo aveva da dire,
senza guardarlo in faccia.
Lei... Avrebbe resistito.
Lo sguardo di Nives la rassicurava.

Ed Althea non lo guardò nemmeno andar via, incurante.
Fu Nives a prendere le foto,
l'arzillo vecchietto le aveva lasciate ai piedi di Althea.
Le due si misero a dormire di lì a poco.
Quella giornata era stata troppo complicata.



La mattina seguente Nives fece una bella colazione ad Althea.
Il suo piatto preferito, uova e bacon!
Sperava di tirarla su di morale.
Forse aveva fatto male, ma aveva deciso di lasciare
le foto di Will sul tavolo.
L'amica si sarebbe finalmente decisa?
Le avrebbe viste?
Doveva accettare il suo passato, questo pensava Nives.
Entrò in camera e svegliò Althea.





N: Althea, Althea... Svegliati, è mattina.
Ti ho preparato la colazione..

A: Mmmmmh... Mamma, dove sono le ciabatte,
quelle a forma di pandino..
Sì, quelle... Ma...
Ahhh, Nives!
Mi sono presa uno spavento, ehm..
Dimenticati delle ciabatte o di
qualsiasi cosa io abbia detto..
Colazione, hai detto? Ho già l'acquolina in bocca!

E le due amiciose amiciò si recarono in cucina.
Forse voi non lo sapete, ma il giorno in cui Althea
perse le ciabbattine a forma di panda..
Era proprio il giorno in cui la ragazza perse suo padre!
Allora gallinaccia, tu ci pensi ogni tanto..
Non sei così insensibile come pensiamo.. ù.ù

A: Che meraviglia! Nives, non dovevi..
Sembrano.. Buonissime!



La gallinaccia si fiondò sopra le uova,
non diede nemmeno il tempo a Nives di replicare.
Mangiò come un maialino, come possiamo ben vedere..
Poi però vide le foto e la fame venne sostituita dalla nausea..

Nives rimase un po' spiazzata dalla domanda di Althea,
anche se si aspettava una richiesta simile...
La biondina abbassò lo sguardo, sospirò, guardò Althea e annuì.

N: Se vuoi... Possiamo... Guardarle insieme?

E riluttante prese in mano la prima foto..
Era lei da bambina, con il vestitino della recita scolastica.
Aveva fatto la "fatina".. Althea, Althea..
Ma quanto eri puccia una volta?
Nives rise alla visione della foto,
non era abituata a vedere l'amica in quelle condizioni
Fatina, una come Althea?
Ma quando mai!

E così le due donne si avviarono.
Decisero di cambiarsi, vestendosi con qualcosa di più comodo.
Il sentiero era impervio e lo sapevano bene.
Arrivate in cima fu Althea
a recarsi per prima davanti all'abitazione.





A: Ce la posso fare, ce la posso fare..

N: Certo che ce la puoi fare, ci sono qui io...
Dai, entriamo...

Althea bussò ed entrò
senza dare tempo al vecchietto di risponderle.
Lo trovò davanti a lei, seduto su una delle poltrone.
Appena Nives richiuse la porta
alle sue spalle si avvicinò all'amica, stringendole la mano.
Will si voltò, si alzò in piedi
e si avvicinò ad Althea,
mantenendo una certa distanza.





W: Sei qui dunque, non me l'aspettavo...
Qualsiasi cosa tu abbia da dirmi, puoi farlo senza remore.

A: Io, io..

E Althea scoppiò in un pianto disperato.
Finalmente riusciva a far vedere cosa provava realmente.
Uno spiraglio di umanità fece capolino sul suo triste volto..





Nives la guardò e la lasciò andare, seppur a malincuore,
capì che quel momento doveva essere per Althea e Will soltanto..
Ora Althea era sola
e le lacrime continuavano a scendere a fiotti..
Will le si avvicinò.





W: Non volevo essere troppo brusco con te.
Dimmi pure quello che vuoi, ma ora calmati. Va bene?

A: Ehm, sì..

W: Ti preparo una tazza di tè.. Allo..

W&A: Zenzero con cannella,
un cucchiaino di zucchero e una foglia di menta..

A:

W: Piccina mia, vieni qui..

E i due si abbracciarono.
Finalmente Althea si era ricongiunta con suo padre,
non gli chiese niente, per il momento andava bene così..
Non le sembrava vero, forse aveva finalmente trovato la pace che cercava.



In un angolino della stanza c'era Nives,
che sorrideva, ma in lacrime...
Da una parte era molto felice per l'amica,
ma dall'altra sentiva la mancanza del suo papà.
Avrebbe tanto voluto riabbracciarlo... Purtroppo non era possibile.



Così non potè fare altro che immedesimarsi nell'amica,
per appoggiarla come meglio poteva.
Questo non sfuggì a Will,
che con un gesto indicò a Nives di avvicinarsi...



W: Tu... Nives, giusto?
Grazie, grazie per esserti presa cura di mia figlia.

N: E' il minimo che potessi fare...

A: Nives, vieni qui.. Unisciti a noi..
Ormai siamo, una grande famiglia..

W: Seconda figliola a me. :3

A: Sorellina mia..

E Nives si buttò nell'abbraccio di gruppo.
Negli ultimi due giorni rimasti, assieme a Giacomo,
(Tranquilli quel poverino non l'abbiamo ancora dimenticato XD)
le due gallinacce passarono un super week-end,
una volta terminato si lasciarono con Will
con la promessa che un giorno sarebbero ritornate.











I tre salutarono l'arzillo vecchietto, salirono in macchina e partirono.
Chissà... Se si incontreranno di nuovo.
Questa avventura doveva essere vissuta...
Althea aveva avuto la rivelazione
che le ha cambiato drasticamente il modo di vedere il suo passato,
si era ricongiunta con suo padre...



Cosa altrettanto importante, in quel momento c'era Nives,
che invece aveva trovato una nuova famiglia.
Nives ormai era la sua... Sorellina.



Althea e Nives...
Pretty Much Sisters ♥