"La mia giovinezza"

Dopo nemmeno un mese e mezzo di “villeggiatura”, ero già entrato in confidenza con tutto
lo staff del B&B, anche con Maria, nonostante lei cercasse di mantenere una certa “distanza di sicurezza”.
Aiutavo anche quando tornavo dal lavoro, mi sentivo in colpa a non fare niente per quelle persone che cucinavano, pulivano per me ogni giorno.
Io e la piccola Marisa passavamo molto tempo insieme, decisi che era giunto il momento di tener d’occhio alla piccola, anche se per convincere Maria ci misi davvero tanto.







Era giunta la sera di fine stagione, sera in cui la stagione estiva si concludeva e in cui anche gli ultimi ospiti se ne ritornavano nelle loro città grigie.
Andai di sotto, ormai non c’era più nessuno e, in verità, speravo che Maria si rifacesse un bagno nuda.
La trovai a bordo piscina, di nuovo, ma questa volta fissava l’acqua e qualche volta spostava lo sguardo sulla spiaggia.



Decisi di andare da lei.
D:- Maria ciao!-
M:- Ei Dan, ciao…-
Sembrava triste, ma cercava di mascherarlo sotto un sorriso un po’ falso e preoccupato.
D:- Tutto bene?-
M:- Si..-
D:- Non mi sembra.. mi sembri parecchio preoccupata…-



Lei non si muoveva, ma era evidente che la mia esclamazione le suscitò sorpresa.
M:- Eheh.. non posso davvero nasconderti nulla.-
E finalmente, iniziò ad aprirsi con me:- La stagione è andata benissimo, soprattutto nell’ultimo mese. Grazie al tuo aiuto, la velocità si è raddoppiata insieme alla felicità dei nostri clienti.. Per non parlare di Marisa, che è molto felice di avere un nuovo amico… Anzi ahahahah- iniziò a ridere, mi confuse un po’- Lei è innamorata di te.. ma non glielo dire.. se no si arrabbia!-
Scoppiai a ridere, non potevo credere alle mie orecchie, quanto era dolce:- Tranquilla non le dirò nulla.
Ma Maria tornò seria.



M:- Non volevo si affezionasse a nessuno.. E’ così fragile e piccola.. Non voglio che subisca ciò che ho subito io da suo padre: l’abbandono.
So che tu non starai qui per sempre e, presto, te ne andrai proprio come fanno tutti.-
La sua voce stava iniziando a tremare, così ritornò a guardare l’orizzonte, lontano dal mio sguardo.



D:- Io non me ne andrò Maria.-
La sentii sospirare, poi si alzò dicendo:- Si è fatto tardi.. meglio che vada.-
Mi alzai anche io, in fretta e prima che potesse dileguarsi l’afferrai la mano, delicatamente:- Aspetta Maria…-
Le presi i fianchi e avvicinai il mio viso al suo.



Non sapevo cosa fare, dovevo darglielo quel maledetto bacio? O aspettare?
M:- Dan.. io…-
D:- Ti prego Maria, fatti dare solo un bacio..





E lo ricambiò pure quel bacio.
Il mio cuore andava così veloce che non riuscivo a percepire i battiti, pensavo si fosse fermato.
Lei si fermò e si staccò dalle mie labbra dolcemente, anche se loro volevano continuare.
Appoggiò la sua fronte alla mia, sospirando, mi prese le mani e con uno sguardo indecifrabile disse:- Ora è meglio che vada…-
La ripresi subito.. e le diedi un bacio sulla fronte.



D:- Buonanotte Maria… “Non sai quanto ti voglio bene..”-
M:- Notte Dan… “… Mi fai impazzire…”-
Per la settimana seguente, Maria fu un fantasma, non la beccavo mai e quando la vedevo era sempre occupata a fare qualcosa, o spesso faceva finta.
Un giorno mi svegliai presto per beccarla e come calcolato lei scese le scale.
D:- Maria.. Ferma.. ti prego posso parlarti?!-
Lei tentennò, non poteva scappare:- Erm sì.. dimmi…-





Si avvicinò a me, era visibilmente agitata, non faceva altro che tormentarsi le unghie.
D:- Quel bacio.. voglio dire.. tu hai ricambiato, che significa??-
M:- Non lo so Dan, non so che dirti.-
D:- Ma come non sai che dire… Per me ha significato, per te no?-
Le presi le mani



Ma lei distolse lo sguardo da me:- Dan davvero basta, non so cosa dirti.-
E scappò letteralmente via.





Rimasi lì come un pesce lesso, ma che dovevo fare? Inseguirla? Beh, con il senno del poi l’avrei inseguita.
Ma all’epoca rimasi lì come un demente, incontrando così il mio destino e una tempesta improvvisa.
L:- Daniel Rowan?-
Mi girai al suono di quella voce soave che pronunciò il mio nome.



Un corpo e una bellezza mozzafiato che non riconobbi immediatamente, ma quegli occhi di ghiaccio si fecero strada nella mia memoria, riemergendo in un nome.
L:- Lisa Smith, non ti ricordi di me?!-



Era Lisa Smith, la mia ex ragazza del liceo.
Era diventata ancora più bella, riaffiorarono in me tutti i ricordi di quell’anno passato insieme.
Ero anche felice di rivederla:- Cavolo! Lisa! Ma che ci fai qua? Sei stupenda!



Non mi accorsi che avevo ancora di più la faccia da imbecille.

CONTINUA