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ClimbingSteve.
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Ciao a tutti, introversi e non.
Da pochi anni, proprio grazie a internet, ho finalmente appreso che l'introversione non è una patologia mentale ma un modo di essere. Questo mi ha fatto un grande piacere, perché stando così le cose, non dovrò più sforzarmi di comportarmi da estroverso con scarsi risultati o, peggio, cercare aiuto psicologico da qualche parte per cercare di cambiare la mia personalità.
Della mia giovinezza ricordo innumerevoli momenti in cui gli adulti mi rimproveravano di essere asociale o di preferire la solitudine alla compagnia. I miei vecchi amici non riescono nemmeno ora a capire questo aspetto di me e per loro sono un po' strano. La mia compagna si chiede come mai non faccia questo e quello come lei e gli altri, pur comunque amandomi (credo/spero!!!). Ormai mi sono rassegnato al fatto che gli estroversi non riescano a capire gli introversi e alla fine ci donino comunque la loro amicizia e ci ammirino per le altre qualità che abbiamo, ma rinunciando a comprenderci fino in fondo.
L'introversione mi ha causato non pochi problemi, come dicevo poco sopra. Ricordo da bambino quando odiavo andare in vacanza con i miei al mare perché sapevo che sarei rimasto solo per due settimane e non sarei stato in grado di farmi degli amici. Nell'adolescenza poi non ero un simpaticone capo banda e di ragazze ne ho avute poche. Per questo ho sofferto molto. Ho poi avuto tanti altri problemi con le persone e ad un certo punto della mia vita ho deciso che avrei vissuto da solo. In compenso ho sempre avuto il pallino della matematica e delle lingue straniere. In più riesco ad aggiustare qualsiasi congegno elettrico o idraulico "con la sola imposizione delle mani" (scherzo).
Nonostante sia introverso amo molto le persone, la compagnia e l'amicizia. Ho poi una figlia ormai grande che amo tantissimo e che è estroversa, ma con qualche componente di introversione ereditata forse da me e che secondo me non guasta la sua personalità. Credo che per un introverso l'unica differenza sia proprio una sorta di inversione del bilancio "energetico" dello stare da soli o in compagnia. C'è chi si carica in compagnia e si esaurisce nella solitudine. Per me è un po' il contrario. Nella solitudine mi ricarico di energia e dopo un po' sono pronto ad affrontare la compagnia degli altri e a goderne dei benefici. Poi però per ogni ora spesa in compagnia ho bisogno di almeno altre tre ore da solo a recuperare. Questo è proprio quello che gli altri non capiscono e non condividono.. -
Nicola..
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L'ultima parte del discorso è ciò che bene o male accomuna gli introversi, coscientemente o no.
Sul fatto che gli estroversi non capiscano...c'è da capirli. Noi spesso abbiamo bisogno di rivelazioni affinchè noi stessi riusciamo ad accettarci. Figuriamoci loro. Non hanno alcuna ragione di pensare che in una società dove la socialità è spinta al massimo ci possano essere persone a disagio. E' più facile pensare che queste persone siano "incapaci" socialmente. Però ti assicuro che (ammesso che siano persone aperte alle differenze) spiegando loro la situazione, non è così impossibile farsi accettare per come si è.
Benvenuto!!. -
Miyamoto-.
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Benvenuto . -
elisabet.
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benvenuto . -
alexey86.
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.Ciao a tutti, introversi e non.
Da pochi anni, proprio grazie a internet, ho finalmente appreso che l'introversione non è una patologia mentale ma un modo di essere. Questo mi ha fatto un grande piacere, perché stando così le cose, non dovrò più sforzarmi di comportarmi da estroverso con scarsi risultati o, peggio, cercare aiuto psicologico da qualche parte per cercare di cambiare la mia personalità.
Della mia giovinezza ricordo innumerevoli momenti in cui gli adulti mi rimproveravano di essere asociale o di preferire la solitudine alla compagnia. I miei vecchi amici non riescono nemmeno ora a capire questo aspetto di me e per loro sono un po' strano. La mia compagna si chiede come mai non faccia questo e quello come lei e gli altri, pur comunque amandomi (credo/spero!!!). Ormai mi sono rassegnato al fatto che gli estroversi non riescano a capire gli introversi e alla fine ci donino comunque la loro amicizia e ci ammirino per le altre qualità che abbiamo, ma rinunciando a comprenderci fino in fondo.
L'introversione mi ha causato non pochi problemi, come dicevo poco sopra. Ricordo da bambino quando odiavo andare in vacanza con i miei al mare perché sapevo che sarei rimasto solo per due settimane e non sarei stato in grado di farmi degli amici. Nell'adolescenza poi non ero un simpaticone capo banda e di ragazze ne ho avute poche. Per questo ho sofferto molto. Ho poi avuto tanti altri problemi con le persone e ad un certo punto della mia vita ho deciso che avrei vissuto da solo. In compenso ho sempre avuto il pallino della matematica e delle lingue straniere. In più riesco ad aggiustare qualsiasi congegno elettrico o idraulico "con la sola imposizione delle mani" (scherzo).
Nonostante sia introverso amo molto le persone, la compagnia e l'amicizia. Ho poi una figlia ormai grande che amo tantissimo e che è estroversa, ma con qualche componente di introversione ereditata forse da me e che secondo me non guasta la sua personalità. Credo che per un introverso l'unica differenza sia proprio una sorta di inversione del bilancio "energetico" dello stare da soli o in compagnia. C'è chi si carica in compagnia e si esaurisce nella solitudine. Per me è un po' il contrario. Nella solitudine mi ricarico di energia e dopo un po' sono pronto ad affrontare la compagnia degli altri e a goderne dei benefici. Poi però per ogni ora spesa in compagnia ho bisogno di almeno altre tre ore da solo a recuperare. Questo è proprio quello che gli altri non capiscono e non condividono.
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houccisoilariadusieleièrisorta.
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ciao .