Punti di vista

La storia narrata...



Questa volta non ho molto da dire, ve ne ho già parlato sopra^^ Spero che questa ministoria vi piaccia come l'altra! Buona lettura!

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Se potessi riassumere la mia vita la riassumerei con la parola caos.
Caos era per i greci lo stato buio anteriore alla creazione del mondo. Il caos viene sempre prima di qualcosa di migliore... sto solo aspettando il momento giusto per non essere più caos.
Il momento in cui tutto cambia.
Mi chiamo Effy, ma questo non ha molta importanza.
In realtà non so neanche se questo è il mio vero nome, ma tralasciamo.
Mia madre era una vampira, ovvero per me era una succhia sangue, e tentò di succhiare il mio sangue quando ero molto piccola, mettendo a rischio la mia vita: così fui affidata ai servizi sociali. Adesso a 16 anni mi ritrovo a vivere in una tenda, piena di oggetti di marca e valore che per me valgono ciò che appaiono, niente di più.
La gente pensa che io sia una riccona, ma in realtà vivo rubando dalle loro tasche, a loro spese e sono una poveraccia.
Passo le giornate sballandomi di continuo, ma mi va bene per ora vivere così.
Nel Caos.



Effy?
qualcuno mi chiamava distraendomi dai miei pensieri. Era la faccia apprensiva di Karen, ma che diavolo le prendeva in questo periodo?
Vieni a ballare.
E mi trascinò via in pista, senza darmi il tempo di fumare l'ultima sigaretta.
Che vizio dolce ed atroce che avevo preso.
Uno di quei vizi che non vorresti mai smettere di avere, a costo di un cancro ai polmoni.
E spegnila questa sigaretta! Qui non si può fumare e sai che ti fa male! continuò quell'apprensiva della mia amica.
Tanto morirò comunque. risposi io sorridendo. Lei non apprezzò la battuta.
Che sapesse di Simon...? No, impossibile.



Intere notti passate a scatenarci in quella discoteca che frequentavamo giornalmente.
Una routine che non sarebbe mai diventata noiosa. Ma la parte che preferivo di più, dopo lo sballo, era assistere alle lotte al bar... cosa che inorridiva le altre ma attraeva me. Quanto avrei voluto essere forte come una ragazzo...



A bloccare i miei pensieri lo sguardo di Karen. Come un fulmine a ciel sereno mi trapassa l'anima.
Fingo un sorriso e tiro avanti.



E' lunedì. Proprio come quel giorno maledetto in cui ti ho perso.
Caro Simon, ancora mi chiedo il perchè. Perchè proprio a me?
Indosso i vestiti di quel giorno. Piango, urlo a squarciagola. Nel mio quartiere nessuno fa caso a me, tanto.
Il trucco cola inesorabilmente sul mio viso.
Mi sento un mostro.
Corro via verso la scogliera.
E' notte fonda.
Un'onda mi travolge.
Da lì buio totale, avverto un forte mal di testa impossessarsi di me, sento il sapore del mare, l'odore del sale, l'acqua gelida deteriorarmi il corpo.



Un ricordo, un unico ricordo negli attimi che precedono la mia morte. Quella foto scattata di lunedì... lo stesso lunedì in cui mi hai spezzato il cuore e le ossa e gli organi e tutto ciò che rimaneva di me.



La mia vita è stata breve ed intensa. Nonostante tutto non rimpiango nulla.
Che Dio perdoni le anime tormentate ed insicure come me?
Simon, ho già dimenticato. Non si portano i sentimenti negativi in paradiso.
Vi voglio bene.
Addio.

Si ricomincia...



Spero vi piaccia^^

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Conobbi il fratello di Effy nella maniera peggiore possibile.
Si chiamava Simon e non era suo fratello naturale. Lui era stato adottato dai suoi genitori quando lei era molto piccola, Simon aveva solo qualche anno in più di Effy. Erano cresciuti insieme, Effy mi aveva parlato fin troppo bene di lui e io le avevo creduto.
Io credo a tutto ciò che mi dicono, è questo il mio più grande difetto.
Scrivo queste parole con l'indecisione di una ragazza qualunque, che ha tutto ma non ha bisogno di nulla. Tutto ciò che ha intorno a sè è superfluo.
Quando manca l'amore tutto è superfluo.
Effy ed io amavamo andare in discoteca, un giorno venne anche Simon con noi. Mi apparve come un ragazzo davvero bello e dolce, non era uno di quei ragazzi tonti e che ci provano con tutte, no... lui era molto peggio.
Portò Effy in bagno e la stuprò. Rimasi di sasso dietro la porta... lei cercava di liberarsi inutilmente. Dovevo entrare ma ero paralizzata... aspettai.



Lui si rivestì ed uscì, lasciando Effy a terra, svenuta in una pozza di sangue. Aveva sbattuto violentemente la testa e sanguinava. Nessuno si era accorto di nulla.Mi nascosi dietro la porta in attesa... quei secondi sembrarono interminabili.
Cosa dovevo fare? Non potevo lasciare la mia migliore amica lì, priva di sensi.



Chiamai la polizia e scappai via come una vigliacca.
Avevo così tanti pensieri in testa che facevo fatica a pensarli, ad ordinarli, a capirli.
Erano confusi... li rimisi in ordine e tornai a casa, sicura di ciò che avrei fatto.



Effy... cos'è successo quella sera? A me puoi dirlo!
le dissi prendendole la mano. Ma lei, per tutta risposta si voltò dall'altro lato:
Non ho voglia di parlarne. Balliamo?
Sì... risposi con voce fioca.



Non vidi Effy per un po' di giorni. Non si faceva più sentire, nè vedere.
Ero molto preoccupata per lei. Simon non era ancora stato preso dalla polizia e poteva averle fatto ancora del male.
Arrivai in casa sua e trovai le sue sigarette per terra, i trucchi sparsi a terra e i vestiti strappati.
Mi spaventai.
Effy? chiamai stupidamente, perchè lei non c'era.
Presi le sue sigarette e le portai con me.



Effy, mi manchi... dove sei?
Ti prego torna... mi sento così sola.
Mi dispiace se ho permesso a quel bas****o di farti del male, scusa se ti ho lasciata sola quando avrei dovuto esserci, ti prego torna...
Fa così male fingere di stare bene, vestirmi truccarmi e fingere un sorriso.
L'ho imparato da te questo, sai?



Effy è morta.
Le parole del telegiornale rimbombano ancora nella mia testa, le lacrmie rigano ancora il mio viso ma adesso ti sento accanto a me, come se fossi ancora qui.
Sono a casa tua e mi sono distesa su quel tappeto che fa da pavimento. Indosso i tuoi vestiti preferiti che profumano di te e della nostra grande amicizia.
Adesso non mi sento più in colpa, ma sono triste perchè tu non ci sei.
Ho tagliato i capelli. Li ho donati ad un'associazione per i bambini malati di cancro.
Non serve a molto ma è già qualcosa. Ho deciso che entrerò in medicina, voglio aiutare e dare una possibilità a chi sta più male di me.
Sento la tua risata in sottofondo.
E' piacevole la sensazione di beatitudine che provo in questo momento... sono libera da ogni pensiero e sento la tua voce cantare quella canzone che ci piace tanto...