Punti di vista

E adesso passiamo alla storia...



il personaggio più complesso l'ho lasciato per ultimo e finalmente si capirà tutta la storia! Buona lettura :^.^:

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Maledetto amore... maledetta ossessione.
Sono Chiara, una ragazza come tante. Sono Chiara, una ragazza con un sogno: quello di diventare una modella. Sono Chiara e sono incompresa, tutti mi ritengono pazza tranne lei, la mia migliore amica. Le voglio bene, davvero. Voglio bene sia a lei che ad Alex, l'unico ragazzo che mi accetta così come sono.
C'è stato un periodo che ritengo tragico nella mia vita, quando mio padre si è suicidato davanti ai miei occhi.
E' stato un trauma per me.
Ho smesso di vivere quando ho visto quella pistola puntarsi sulla sua testa e lui dirmi addio con le lacrime agli occhi. Io ero molto piccola, ma il ricordo è ancora nitido.
Da quel momento mia madre è caduta in depressione ed io sono stata trattata come una pazza malata per causa della mia famiglia. Da lì ho iniziato ad odiare tutto e tutti.
Se dico tutto questo di me è perchè è una fase archiviata della mia vita, mia madre è uscita dalla depressione e adesso cerchiamo di vivere una vita più normale possibile. Non è possibile a causa degli stupidi pregiudizi che la gente ha di noi due.
Da quel momento ho capito che l'unica persona che poteva starmi accanto era anche l'unica che mi accettava anche se io non lo amavo, anche se lui stava con la mia migliore amica. Era Alex, e davo sempre più spesso i numeri vedendolo con Denise.



Quale occasione era migliore di entrare in università con lui e condividere la stanza? Infondo eravamo amici, giusto?
E così fu.
Provavo ad attirare la sua attenzione e lui continuava a rifiutarmi.
Così sperimentai il mio primo piano: per non far comunicare i due piccioncini e farli litigare, presi di nascosto il telefono di Alex e smanettando smanettando feci in modo di sconfigurare tutto. Denise mi telefonò in lacrime, come previsto! Ed io la invitai a viaggiare da noi per parlare con me, magari lui ed Alex avrebbero rotto.
Arrivò ignorandolo completamente e buttandosi fra le mie braccai, ero felice di rivederla ma allo stesso tempo la invidiavo tanto per la sua vita così facile.



Quando li vidi fare pace di nuovo, così facilmente.... quando li vidi felici mentre io continuavo a soffrire, quando li vidi stretti l'un l'altro... fu allora che divenni cattiva e sperimentai il mio piano più diabolico. Quello che avrebbe cambiato le vite di tutti.



La mia idea era di far ubriacare Alex e fargli credere che avevamo passato la notte insieme, così fu e lui ci cascò come un salame. Era stato fin troppo facile farli lasciare, anche se Alex non voleva saperne di me.
Ancora una volta ero stata rifiutata ed io non potevo accettarlo... volevo solo essere felice come tutti gli altri!



Non trovavo quella maledetta felicità in nessun modo, alla fine mi arresi all'evidenza dei fatti: io non sarei mai stata felice.
<< Luca, sai dirmi cos'è la felicità?>>
Lui mi baciò e quella notte finimmo a letto insieme.
Non ero felice. La mia unica certezza era il mio stato d'animo attuale.



"La felicità non è ciò che accade nella nostra vita, ma, come abbiamo l'elaborazione di tali eventi. La differenza tra il saggio e l'ignorante è che il primo sa fare le loro difficoltà ad evolversi, mentre il secondo si sente vittima dei loro problemi."(Robert Shinyaskiki)

Io sono una vittima. Una vittima di me stessa. Mi odio e riverso l'odio su me stessa e sugli altri. Chiamo Denise.
<< Scusa, non so cosa mi sia preso. Voglio ritornare in clinica, penso di essere malata. Perdonami.>> chiusi il messaggio di segreteria e mi preparai ad una nuova vita.



Due mesi dopo scoprii di essere incinta.
Come potevo prendermi cura di una creatura da sola? Il suo vero padre, Luca, non voleva saperne nè di me nè della bambina. Così optai per la scelta che avevo sempre desiderato: Alex. Lui ci avrebbe amate entrambe.
Ma no, non fu così. Lui si prese cura della bambina ma non mi amava. Pensava solo a lei e spesso piangeva. La situazione era insostenibile. Una sera andai nel pub di fronte casa per bere un po' e alleggerire la testa, quando davanti a me si presentò una ragazza bellissima e super truccata. Se non fosse stata per la maschera di trucco l'avrei subito riconosciuta, era Denise.
Bellissima come sempre, lei avrebbe potuto fare la modella.
Non io, una stupida ragazzetta dai capelli rossi.
Io non mi meritavo di essere felice.



Mio padre era morto il 19 dicembre ed io ogni anno andavo al cimitero a portargli dei fiori. Quell'anno ci portai anche Jade, mia figlia, per fargli vedere la lapide del nonno. Jade ti voglio bene. Jade, perdonami. Jade, sono una pessima madre e quando saprai tutta la verità, ti prego, perdonami.

Li vidi, lui e lei.
Denise ed Alex, la coppia felice a farsi foto nel set cinematografico.
Lei: bellissima ed elegante.
Lui: bellissimo anche con una tuta da ginnastica.
Loro: la felicità che avevo distrutto.
Distruggendo la loro felicità avevo distrutto anche ogni possibilità di avrene di mia.

E morii così, infelice. Con Jade, suo marito e i miei nipotini che mi abbracciavano.
Fingevo, fingevo: anche allora ero infelice.